Archivio | dicembre 14, 2009

Samantha viva, Carmela morta, Rosy (Bindi) in mezzo

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Roman Polanski

Samantha viva, Carmela morta, Rosy (Bindi) in mezzo

Donne Aperte tra dibattiti e processi
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Sgomento e indignazione è il titolo che appare
su Repubblica, per il caso Rosy Bindi, lei “più bella che intelligente” come ha dichiarato un Alto rappresentante del governo italiano. La Rosy, si difende, replicando: “Evidentemente io sono una donna che non è a sua disposizione”.

E il Dibattito si accende, viene ripreso dal Fatto, da Luca Telese che sa sempre metterci sentimento e analisi in certi Cuori Neri, come nei Fatti di donne. Ed è tutto un fiorire, con vario tenore, di lettere e proposte, appelli e riflessioni, reAzioni dal mondo femminile e femminista che ricevo, sdegnate e uscite dal silenzio:” sosteniamo la Rosy, siamo tutte Rosy Bindi !Repubblica conduce questo Appello in Lotta con un clic.

Questo è quindi il Caso al Centro del Dibattito Discussione, rimbalzato anche sul Manifesto, su forma meno popolare e più analitica: SESSUALITÀ E POLITICA NEL POST-PATRIARCATO ” L’incontro – la prima occasione di confronto nazionale del femminismo sul “Berlusconi gate” – è pubblico e aperto a donne e uomini. Il testo di convocazione, firmato da Maria Luisa Boccia, Ida Dominijanni, Tamar Pitch, Bianca Pomeranzi, Grazia Zuffa è disponibile nel sito www.ilmanifesto.it”

Poi mi arriva una lettera non anonima, da un giovane ragazzo che conosco bene, ed invita alla riflessione tutte e tutti i suoi giovani amici, tra cui io che giovane non sono. E’ una lettera scritta By Samantha Geimer February 23, 2003 che a chi mi legge non ricorda forse niente ma se scrivo Roman Polanski Fece Sesso Con Una Ragazzina Di 13 Anni. Ricercato E Desiderato forse qualcosa dice. La lettera di Samantha, datata 20o3 ripeto, inizia così: “I met Roman Polanski in 1977, when I was 13 years old”.

E allora passeggiando nella Discussione apertasi tra Lodo e Nodo nazionale, leggo e vi riporto, questa recente del 7 ottobre 2009 ripresa da The Nation con mano femminile Katha Pollitt : “Un uomo adulto (R. Polansky), di 43 anni prese una ragazzina di 13 anni sola, l’ha fatta bere, le ha dato del quaalude, e, dopo avere controllato la data delle sue mestruazioni, l’ha stuprata, due volte, mentre lei si ribellava; si sottomise, come disse poi al gran Giurì, “perché avevo paura”. Gli fu permesso di ammettere la sua colpa per ottenere una condanna più lieve, come fanno molti stupratori, per evitare alla vittima il trauma di un processo con intervento e pubblicità da parte dei media. Ma ciò non significa che noi tutti dovremmo pretendere che ciò che accadde sia stato qualche cosa come un misto di libero spirito bohemien. La vittima ha impiegato anni per riprendersi. Nel Febbraio del 2008 il giudice della Corte Suprema Peter Espinosa decise che Polanski poteva contestare il suo giudizio. Tutto ciò che deve fare è rientrare negli Stati Uniti e sottomettersi alla legge. Perché questo non sarebbe corretto? Perché mai sarebbe chiedere troppo volere che un regista di fama mondiale, con un enorme seguito di amici potenti, ma che appena regolarmente condannato per un reato sessuale è volato all’estero, debba passare attraverso lo stesso regolare processo come chiunque altro?”

La risposta potrebbe essere, che non solo sono intercorsi tanti anni tra vittima e autore, soldi per il silenzio ma che questo è uno Stupro d’ Autore

Curiosa nel merito, questa analisi recuperata, maschile: “Rigorosamente contrari allo stupro sono (in genere) le donne e gli impiegati, le prime per evidenza, i secondi per sublimazione. Di fatto gli stupri sono ampiamente (quotidianamente) praticati, e tra i praticanti l’(ig)nobile arte non sono mancati perclari artisti. Sui contemporanei non saprei dire“.

Tutti interrogativi, domande, e indignazioni con tanto di punti esclamativi e firme ben note alla Rete, alla Stampa, ai Media tutti.

Poi ce n’è una storia “Si chiamava Carmela e aveva 13 anniche è nell’archivio in tutti i sensi, bene raccontata nel Corriere della Sera il 17 aprile del 2007, scandalo, che toh, passa sotto silenzio, tranne che per certe di estrema sinistra…

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Taranto: si uccide a 13 anni

16 aprile 2007: Una ragazzina di 13 anni si è uccisa ieri sera a Taranto gettandosi nel vuoto dall’ottavo piano di un edificio. La piccola – a quanto si è appreso – aveva subito violenza da parte di un vicino alcuni mesi fa ed era stato per questo affidata ad un istituto. Ieri era con i genitori in visita a dei parenti. La piccola non avrebbe lasciato messaggi“.

E’ veramente scandaloso! Anche il 2 ottobre il processo per gli stupri subiti da Carmela, la ragazzina di 13 anni che si suicidò nell’aprile 2007 a Taranto, non è incominciato, PER LA TERZA VOLTA! – per “difetto di notifica” e il processo che vede imputati 3 uomini è stato rinviato al 5 marzo. E’ troppo strano per essere casuale. E quindi occorre fare chiarezza su come la magistratura di Taranto si sta muovendo su Carmela di fatto in maniera omertosa, fin dal primo momento. Ma nello stesso tempo registriamo ancora una volta che anche noi siamo sole a Taranto a portare avanti questa battaglia che è per Carmela ma anche per tutte le ragazze, le donne stuprate, uccise e violentate anche dalle istituzioni. Tutti quelli, politici, personaggi istituzionali, di associazioni, esponenti di partiti, che avevano fatto la passerella ad aprile 2007, sono, come accade sempre, spariti. Ma questo però ci fa essere ancora più determinate a portare avanti anche con la nostra piccola presenza la battaglia “Giustizia per Carmela”, pur venendo spesso anche noi volutamente oscurate, dai mass media, a cui abbiamo inviato la lettera che segue…

Era dicembre del 2008 quando “noi donne” apprendemmo Carmela, stuprata. In tribunale la chiamano “prostituta”.

Scrivevano il 27 settembre del 2008:Carmela aveva denunciato di essere stata violentata; e nessuno, né polizia, né magistrati, né assistenti sociali le avevano creduto o l’avevano presa sul serio.Ma le istituzioni avevano anche fatto di peggio. Hanno considerato Carmela “soggetto disturbato con capacità compromesse” e, quindi, poco credibile. Invece di perseguire chi l’aveva violentata, hanno di fatto perseguito una bambina rinchiudendola in vari istituti in cui Carmela non voleva stare. E, come ha denunciato il padre, usando il metodo facile di “calmarla” con psicofarmaci. Carmela aveva manifestato in vario modo la sua disperazione, ma per tutta risposta era stata classificata come “soggetto con problematiche psichiatriche”. E questi stessi magistrati, psichiatri che hanno deciso per Carmela, contro Carmela, quando è morta, si sono detti “sorpresi“.

Le “sinistre” dell’ MFPR a Taranto, di cui sopra, ribadiscono la loro solitudine, posso dare loro Torto?

Aggiungo che nella lettera inoltratavi di  Katha Pollitt, si ripete per dato certo che a Samantha venne somministrato del quaalude, mezza pasticca: personalmente a me somministrata da minorenne, una al giorno per un anno, come consigliato ai miei genitori dall’ allora medico di famiglia, in quanto soggetto ansioso e con frequenti episodi di disturbo notturno del sonno , andando al bagno anche 10 volte, sopratutto in prossimità di interrogazioni ed esami.Venni poi, per questo motivo, operata per appendicite cronica al Policlinico Gemelli di Roma, ancora minorenne, dove faticai a risvegliarmi, in quanto la dose di sedativi somministrata era stata massiccia, suggerita dalla “suora” di guardia che mi aveva visto chiacchierare fino a notte fonda pre operazione, con una coetanea di corsia e venni riaperta 3 volte, al pronto soccorso dello stesso Ospedale, Università Cattolica del Sacro Cuore, perchè i punti non reggevano, tanto erano stati messi male e mio padre gridò, non so come si trattenne dal mettere lui le mani addosso al primario.

Aggiungo ancora che la signora Rosy Bindi in qualità di Ministro della Sanità firmò nel 1996, una circolare in cui consigliava, su indicazione del Consiglio Superiore di Sanità,” l’utilizzo dell’elettroshock nella cura delle seguenti patologie: depressione, mania, disturbo schizofreniforme, schizofrenia, catatonia, sindrome maligna da neurolettici, gravi disturbi mentali in corso di gravidanza, psicosi puerperale. La stessa circolare definisce la TEC come “presidio terapeutico di provata efficacia“. L’oggetto era : Terapia elettroconvulsionante.

Due terzi delle persone che subiscono l’elettroshock nel mondo sono donne.

La stessa richiesta, apriamo più Centri per gli elettroconvulsionanti, venne fatta anche ad altra Signora delle Istituzioni, Livia Turco, allora Ministro della Sanità, durante il Congresso di Psicopatologia dei migliori psichiatriconvegno all’Hilton, come se non fossero bastati i Centri-Cpt, che già aveva inaugurato congiuntamente con l’altro Signore delle Istituzioni, Giorgio Napolitano, difendendoli sempre come sue creature.

Ieri mentre stavo raccogliendo idee e notizie in merito a questi Trattamenti Sanitari Sdegnati, delle Donne autorevoli per le Donne altrettanto dotate di Onorevole Autorità, ascoltavo alle 10, 15, Ida Dominjianni, docente e giornalista, su Rai Tre – Faccia a Faccia: intervistava Umberto Galimberti che ha inaugurato a Venezia ieri, 9 ottobre, il primo Festival dei Matti al Teatro Goldoni.

Alle 15 , si poteva ritrovare Ida Dominjianni con Stefania Bartoloni, docente dell’Università Roma Tre. Erano all’ Aula 36 della Facoltà di Scienze della Formazione a Roma per trattare del Tema: Donne politica e istituzioni: Presupposti storico-politico-istituzionali della questione femminile – “percorso formativo gratuito attivato dall’Università Roma Tre nell’ambito di una convenzione stipulata con la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le Pari Opportunità per favorire la promozione della cultura di genere e delle pari opportunità, 60 ore suddivise in 2 incontri settimanali da fine settembre a dicembre, è promosso dal Comitato Pari Opportunità dell’Università Roma Tre“.

Il giorno prima c’era stato un Convegno, a cura dello stesso Comitato Pari Opportunità,WOMEN AND SPACE, che “vuol mettere assieme alcune delle più brillanti e famose donne che lavorano nelle scienze dello spazio, dalle missioni spaziali, alle astrofisiche alle letterate“.

Ma ci hanno pensato gli Usa a mettere a segno il loro primato nello Spazio e non solo quello:A segno la prima fase della missione Lcross della Nasa per cercare acqua sulla Luna. Un razzo Centaur si è schiantato sul cratere lunare Cabeus vicino al Polo Sud lunare alla ricerca di eventuali riserve idriche, seguito dalla ’sonda madre’. L’impatto a oltre 7.000 chilometri orari del ‘missile bomba’ Centaur, il primo stadio della sonda, con la superficie lunare è avvenuto alle 7:33 ora di Cape Canaveral, con alcuni minuti di ritardo sull’orario previsto, sollevando una nube di polvere lunare“.

Me lo sono perso questo spazio e queste opportunità, se le sono perse anche Carmela e le tante Matte che girano ancora vive, malgrado Loro, Sciolte. La polvere lunare, non ci impedisce ancora certe osservazioni, pur senza titoli , per raccontare la nostra storia, incluse le disturbate.

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“E siamo noi a far bella la luna con la nostra vita coperta di stracci e di sassi di vetro.Quella vita che gli altri ci respingono indietro come un insulto, come un ragno nella stanza.Riprendiamola in mano, riprendiamola intera, riprendiamoci la vita, la terra, la luna e l’abbondanza”.

Claudio Lolli 1976 Ho visto anche degli zingari felici

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3 novembre 2009

fonte:  http://www.agoravox.it/Samantha-viva-Carmela-morta-Rosy.html

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Ha ragione Samantha? Diteci cosa ne pensate

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Una recente immagine di Samantha Geimer, 45 anni

La vittima di Polanski accusa i media: sono peggio di lui

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L’adolescente che avrebbe avuto un’avventura sessuale con il regista franco-polacco Roman Polanski trentuno anni fa non vuol più sentir parlare di questa storia.

Samantha Geimer, 45 anni, oggi madre di famiglia, ha scritto alla magistratura californiana per chiedere l’abbandono di ogni azione legale nei confronti del suo presunto stupratore.

Quando è troppo, è troppo. Nel mirino dell’attualità suo malgrado, Samantha Geimer soffre per questo morboso interesse della stampa e delle tv. Il suo avvocato ha dichiarato che la sua assistita ha problemi di salute provocati dalle molestie mediatiche di cui è vittima. Negli ultimi giorni avrebbe ricevuto circa 500 telefonate  da televisioni nazionali e giornali stranieri perché rilasci interviste e dichiarazioni. La sua risposta è sempre la stessa: lasciatemi tranquilla. Lo scompiglio causato dal riemergere del passato le ha creato problemi tali sul lavoro da farle rischiare di perdere l’impiego.

È dagli anni Ottanta che Samantha ha lasciato Los Angeles per stabilirsi alle Hawaii, solo nel 2003 ha raccontato il dramma che aveva vissuto al Los Angeles Times: «È successo ventisei anni fa e, onestamente, la pubblicità che circonda questa faccenda mi ha talmente traumatizzata che, al confronto, quel che mi ha fatto Polanski impallidisce. Non alcun rancore verso di lui, né alcuna simpatia. Per me è un estraneo».

D’altra parte, già allora Samantha Geiger aveva accusato i media di averle fatto vivere un inferno. «La gente non ha idea in che modo ingiusto sono stata trattata dalla stampa. Mi sono sentita violata, mentre cercavo di lasciarmi tutto alle spalle. Oggi sono molto soddisfatta della mia vita».

Oggi, a sei anni di distanza, la situazione per lei è peggiorata. La domanda ufficiale di estradizione presentata la settimana scorsa dagli Stati Uniti la proietterà ancora sotto i riflettori. Suo malgrado.

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28 ott 2009

fonte:  http://www.navecorsara.it/wp/2009/10/28/la-vittima-di-polanski-accusa-i-media-sono-peggio-di-lui/#more-3945

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Riforma superiore. Fermata la Gelmini

Fermata la Gelmini

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di ma.ier.

tutti gli articoli dell’autore

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Cartellino giallo per la riforma delle superiori targata Mariastella Gelmini. Il 9 dicembre scorso il Consiglio di Stato ha esaminato i regolamenti che riscrivono gli assetti di licei e istituti tecnico-professionali, formulando una serie di osservazioni critiche. In pratica ha imposto al ministero uno stop, chiedendo di ritoccare i regolamenti di riforma.

Le critiche  del Consiglio di Stato: le previsioni della quota dei piani di studio rimessa alle singole istituzioni scolastiche. In particolare si chiede se le percentuali indicate nel regolamento siano state raccordate con le norme sull’autonomia. La mancanza di dettagli nel passaggio al nuovo ordinamento “anche con riguardo alla tutela dell’affidamento degli studenti che, trovandosi nelle situazioni di transito, subiranno una modificazione dell’iter formativo prescelto”.Altro punto importante riguarda il sosspetto da parte del Consiglio di Stato di un eccesso di delega. Infatti, la norma di delega prevede la sola ridefinizione dei curricoli, anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e quadri orario, ma, nel regolamento va oltre operando una revisione più ampia.

Per tali motivi il Consiglio di Stato ha sospeso ogni valutazione in merito ai regolamenti, ponendo forti dubbi sul rispetto della tempistica pronosticata dal MIUR per l’applicazione della riforma per il prossimo anno scolastico.

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14 dicembre 2009

fonte:  http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=92651

Rischio climatico: l’Italia ai primi posti

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Siamo al dodicesimo posto fra 176 Paesi del mondo

Il nostro punto debole sono le ondate di calore estivo che possono mietere migliaia di vittime in una sola stagione

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La mappa mondiale del rischio climatico

ROMA – L’Italia è al dodicesimo posto, su 176 Paesi della Terra, nella graduatoria dei più colpiti dai disastri climatici. Ci è stato assegnato un «climate index risk», cioè un indice di rischio climatico, fra i più sfavorevoli del mondo, più che per le frequenti frane, alluvioni e inondazioni, a causa dell’alta vulnerabilità alle ondate di calore, che da noi, in una sola stagione estiva, possono mietere decine di migliaia di vittime, come è già successo nel 2003. La valutazione dei rischi da eventi climatici estremi associati a ciascun Paese è stata presentata alla conferenza mondiale sul clima in corso a Copenhagen da Germanwatch, un’istituzione non governativa tedesca che ha sede a Bonn e che si occupa da diversi anni di ricerche scientifiche e socio-economiche legate al global change. «Il periodo preso in esame per la valutazione è quello che va dal 1990 a 2008 -spiega Sven Harmeling, responsabile Clima e Sviluppo di Germanwatch-. Si tratta di un intervallo di anni significativo, che inizia con l’anno preso come base per il Protocollo di Kyoto. Ma è anche il periodo in cui gli eventi climatici estremi mostrano un’evidente intensificazione e il numero delle vittime e dei danni materiali aumenta considerevolmente, colpendo soprattutto i Paesi in via di sviluppo».

I CRITERI Per la messa a punto del fattore di rischio climatico gli analisti di Germanwatch riferiscono di essersi basati su solidi indicatori, come i bilanci dei morti provocati ogni anno dagli eventi estremi; i danni calcolati in valore assoluto e rispetto al prodotto interno lordo; i rimborsi di polizze registrati nei data base di Munich Re, la maggiore compagnia di riassicurazioni del mondo. La graduatoria vede ai primi tre posti Bangladesh (con una media di 8241 morti l’anno e danni per 2189 milioni di dollari); Myanmar (4522 morti e 707 milioni di dollari); Honduras (340 morti e 660 milioni di dollari). L’Italia, come dicevamo all’inizio, risulta al 12° posto, con 2071 vittime per anno e perdite di 1862 milioni di dollari. Alla nostra osservazione che la cifra dei morti ci appare eccezionalmente alta, Sven Harmeling ha risposto che tale media di vittime per anno è stata gonfiata da ben 38 mila morti registrati a causa dell’ondata di calore del 2003. Ma colpisce anche il fatto che il nostro Paese sia l’unico industrializzato presente nei primi 12 posti della classifica: tutti gli altri sono Paesi in via di sviluppo. Per incontrare un altro Paese europeo, dobbiamo scendere al 14° posto che è occupato dalla Spagna (1451 morti e 1057 milioni di dollari). Dalla mappa della vulnerabilità mondiale, spiegano Klaus Milke e Saleemul Huq, altri due analisti che hanno contribuito allo studio di Germanwatch, emerge che il rischio è maggiore nei Paesi dell’Africa; dei megadelta fluviali (per esempio Gange, Brahmaputra, Mekong); delle piccole isole del Pacifico e dell’Oceano Indiano; e quelli a ridosso di grandi ghiacciai in scioglimento: «Ci sono oltre cento di questo Paesi con più di un miliardo di abitanti le cui emissioni di gas serra rappresentano appena il 5% del bilancio globale. Essi non causano il problema ma lo subiscono. La responsabilità di tutti gli altri Paesi del mondo nei loro confronti è evidente».

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Franco Foresta Martin
11 dicembre 2009

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fonte:  http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/speciali/2009/summit-copenaghen/notizie/italia-alto-rischio-climatico_09050b52-e650-11de-8315-00144f02aabc.shtml

Il governo: «Oscurare i siti pro-Tartaglia». In migliaia fan del Cavaliere senza saperlo

Ronchi e Maroni contro chi inneggia all’aggressore sul web. Il caso del falso gruppo su Facebook

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Uno dei gruppi su Facebook creati dopo l'aggressione al  premier
Uno dei gruppi su Facebook creati dopo l’aggressione al premier

MILANO – Il numero dei suoi “fan”, sulla Rete, sfiora ormai i 50 mila. Il gruppo di Facebook dedicato a Massimo Tartaglia, l’uomo che ha ferito Silvio Berlusconi dopo il comizio di Milano, continua a crescere (anche se, come spesso avviene in questi casi, accanto ai sostenitori dell’aggressore non mancano le persone che si iscrivono solo per manifestare la propria disapprovazione). Tanto che il ministro per l’Interno, Roberto Maroni, sta valutando di «oscurare i siti Internet che incitano alla violenza». Il responsabile del Viminale, che parla di «apologia di reato» e «istigazione alla violenza» attraverso la Rete, potrebbe già portare nel Consiglio dei ministri di giovedì «delle misure che ci consentano di intervenire per porre fine a questo scempio». Anche il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, chiede al Viminale di bloccare le pagine «in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente del Consiglio». E Gabriella Carlucci, parlamentare del Pdl, rilancia: «Internet e i social network stanno diventando, ogni giorno di più, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno. È giunto il momento di eliminare definitivamente l’anonimato in rete».

INDAGINE – Nel frattempo, si muove anche la Procura di Roma: è stato infatti aperto un fascicolo d’indagine sui gruppi che inneggiano a Tartaglia. La decisione dell’iniziativa giudiziaria sarebbe dovuta in particolare ad alcuni messaggi ritenuti pericolosi, come “10, 100, 1000 Massimo Tartaglia” e “Berlusconi a morte”.

IL CASO – Ma sul popolare social network sono nati anche parecchi gruppi di sostegno al Cavaliere: da “In carcere Tartaglia” a “Ergastolo per Tartaglia” fino a “Solidarietà per la vile aggressione”. Il più numeroso è «Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia»: in poche ore avrebbe raccolto oltre 380 mila iscritti. Ma in questo caso si tratta di un falso: un gruppo già esistente, cioè, e al quale è stato cambiato nome (ci sono foto e riferimenti relativi a date precedenti). «Questo gruppo è un imbroglio – afferma una delle “iscritte” in bacheca. – Ieri si occupava di tutt’altro, ha cambiato nome per imbrogliare sul numero degli iscritti, guardate i vecchi post». Un altro denuncia: «Il gruppo era: “Aboliamo il Superenalotto e diamo i soldi ai terremotati dell’abruzzo”. Vergogna». Altri navigatori sostengono invece che si trattasse di un gruppo di aste online e dedicato al made in Italy. «Alcuni amministratori hanno cambiato nome al gruppo senza informare gli iscritti – denuncia il senatore dell’Italia dei Valori al Senato, Stefano Pedica. – Capita così che chi abbia aderito a una causa si ritrovi, improvvisamente, membro a sostegno o contro Tartaglia». In effetti, sono migliaia i navigatori che si sono trovati iscritti al gruppo senza saperlo.

SU TWITTER – La notizia dell’aggressione è ovviamente rimbalzata anche su Twitter. Sul sito di microblogging si susseguono, minuto dopo minuto, i commenti e le reazioni provenienti da tutto il mondo. Una ragazza spagnola prova a “ironizzare”, affermando che hanno fatto «una faccia nuova» al premier. Un altro navigatore si chiede, in inglese: «Ma cosa ha fatto il povero Berlusconi per meritarsi tutto questo?».

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Germano Antonucci
14 dicembre 2009

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fonte:  http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_14/facebook_twitter_berlusconi_reazioni_7d0aee10-e8a1-11de-b930-00144f02aabc.shtml

L’angolo di Tubal ed un paio di opinioni sull'”attentato”

nota dell’autore:

ATTENZIONE: Vignetta politicamente scorretta.
Nota per il ministro Maroni:
Non stiamo incitando nessun abete al Regicidio!
E’ solo un semplice cazzeggio natalizio.
Pregasi di non chiudere questa pagina per inneggio a terrorismo contro lo stato.
TENKIU

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L’utilizzatore finale di Massimo Tartaglia

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Eccolo qui, golpista come mai prima d’ora, l’uso politico del souvenir di Tartaglia. Non solo il prevedibile attacco a tutti coloro che non sono stati proni al premier negli ultimi mesi (inclusi Fini e Casini) ma anche e soprattutto il nuovo e totale ricatto politico: da oggi, chi non vuole cambiare la Costituzione al servizio dell’utilizzatore finale, è un Tartaglia qualsiasi, violento e black bloc.

Ce la farà pagare, la statuetta lanciata in Duomo da un idiota, ce la farà pagare carissima: rovesciando un’altra volta il tavolo, imponendo ai suoi alleati ed ex alleati di sdraiarsi sul nuovo Lodo Alfano, arrivando a realizzare quello che fino a ieri a quest’ora sembrava sventabile da un arco di buon senso che miracolosamente includeva anche parte del centro e della destra.

fonte: Piovono Rane

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Capiamoci bene: non abbiamo esultato né approviamo il lancio della statuetta contro Berlusconi. Non solo per ovvi motivi di decoro del Duomo, ma soprattutto perché crediamo che un nemico politico vada battuto politicamente e non ricorrendo a facili mezzucci. Anche se lui è la causa scatenante dell’odio che circola, anche se far la vittima gli viene benissimo, anche se sta cercando di distruggere non solo la democrazia e la giustizia, ma persino un minimo di etica.

Quanto all’idea di trovare Berlusconi sotto l’albero, preferirei trovarlo a san vittore e senza arance… elena

Web, da Gaza alle fontane di Roma, le mappe della geografia alternativa

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Gaza

Un esercito di volontari aggiorna le cartine ignorate dai satellitari

“I colossi hanno fini economici: per questo alcune zone del mondo non sono censite”

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di VALERIO GUALERZI

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ROMA Nulla come una mappa satellitare, con i suoi reticolati nitidi e precisi, può dare la rassicurante sensazione di qualcosa di assolutamente oggettivo. Eppure si tratta di una certezza illusoria. Anche le carte geografiche sono soggettive. La scelta di cosa rappresentare e come rappresentarlo è spesso dettata dalle esigenze della politica o del denaro. Un campo così delicato e strategico come la cartografia non poteva quindi sfuggire al grande movimento per la liberalizzazione del sapere che anima internet, dai software opensource a Wikipedia.

Open Street Map, una fondazione no profit britannica con oltre 200 mila associati in tutto il mondo, si propone esattamente questo obiettivo: rendere anche le mappe un bene collettivo, frutto della collaborazione dal basso. “Che le carte fossero un fondamentale strumento di potere lo sapevano anche gli antichi romani, che disegnavano le proporzioni del Globo in base alle loro esigenze strategiche”, spiega Simone Cortesi, membro del consiglio di amministrazione dell’associazione in rappresentanza dei circa 2000 volontari italiani. “Ci sono zone del mondo che non sono disponibili sui navigatori satellitari perché manca un tornaconto economico a realizzare i programmi”, precisa. Uno dei casi più emblematici, e fiore all’occhiello di Open Street Map, è il lavoro svolto a Gaza, dove finalmente le ambulanze possono correre in soccorso dei malati seguendo le istruzioni di un navigatore. “I colossi come Teleatlas o Navteq naturalmente non avevano nessun interesse commerciale a produrlo”.

Per rendere possibile questo servizio (stessa cosa è stata fatta con Bagdad) gli associati della fondazione hanno acquistato delle generiche immagini satellitari, elaborandole sia dal punto di vista informatico che “geografico” con le indicazioni dei nomi delle vie e dei sensi di circolazione raccolte sul posto. Un lavoro che viene svolto dai volontari per molti progetti simili, ma non necessariamente così “estremi”. “Le mappe tradizionali – sottolinea Cortesi – omettono spesso informazioni su modi di viaggiare considerati di nicchia come le piste ciclabili o gli itinerari pedonali”. Tra i contributi di Osm alla cartografia italiana ci sono quindi i sentieri alpini del Cai, il posizionamento delle fontanelle nei centri storici delle città o la dislocazione delle campane per la raccolta differenziata, mentre è ancora in corso di perfezionamento il dettaglio dei servizi e delle insidie per i disabili.

Mappe specializzate che possono essere consultate sul Web, stampate o scaricate sotto forma di software per navigatori satellitari. Il punto di partenza sono sempre carte “base” acquistate a poco prezzo o disponibili gratuitamente. Ai volontari spetta il compito di integrarle un po’ alla volta con le informazioni raccolte durante i loro viaggi o le loro escursioni. Il principio è molto simile a quello usato da Wikipedia per arricchire le sue voci enciclopediche, anche se il livello di contributo che si può dare cresce mano a mano che si acquista dimestichezza con la procedura. Una pratica dalle potenzialità talmente vaste che anche un gigante come Google ha da tempo aperto il suo database online al contributo esterno, in particolare attraverso il sistema Panoramio per la visualizzazione dei luoghi attraverso le foto scattate dagli utenti.

In alcuni casi particolari per raccogliere ulteriori elementi di integrazione gli associati di Osm organizzano anche delle apposite spedizioni sul campo. “Il problema – spiega ancora Cortesi – è che la normativa italiana è particolarmente ambigua in materia. Tutte le amministrazioni locali sono tenute a realizzare delle mappe del loro territorio, ma i termini dei diritti d’uso non sono affatto chiari. Il Friuli Venezia Giulia è uno dei pochi enti che ha messo il suo materiale a disposizione con il risultato che oggi disponiamo di carte dei centri urbani talmente ben fatte e dettagliate che sono un riferimento per gli stessi dipendenti”.

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14 dicembre 2009

fonte:  http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/tecnologia/google-world-1/aggiorna-mappe/aggiorna-mappe.html?rss

ARCORE E DINTORNI – Filippo Graviano, il prossimo eroe?

Filippo Graviano, il prossimo eroe?

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di Pippo Giordano

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Pochi giorni fa davo atto che era necessario e doveroso fare dei certosini riscontri alle parole di Gaspare Spatuzza. Altresì, rimarcavo che sarebbe stato utile e necessario, sia ai PM che alla Difesa, approfondire le “verità” non esclusive di Spatuzza, al fine di accertarne le responsabilità o la estraneità dei fatti narrati.

Dalle testimonianze dei fratelli Graviano e di Lo Nigro, intendo sottolineare che, conoscendo un “anticchia” il variegato mondo di Cosa Nostra, non mi aspettavo assolutamente nulla dalle dichiarazioni dei fratelli Graviano, che potessero in qualche modo suffragare le parole di Spatuzza.

Era talmente lapalissiano e scontato che la loro dichiarazione, così come quella di Cosimo Lo Nigro, non poteva che essere in linea coi personaggi e per quello che gli stessi ancora oggi, pur stando in carcere, rappresentano. Non dimentichiamoci che sono uomini d’onore appartenenti a Cosa Nostra.

È bene ricordare che solo la morte o il pentimento, fa decadere l’appartenenza al sodalizio mafioso. In buona sostanza possono ancora dire nel fare le presentazioni tra uomini d’onore: “chistu è a stissa cosa”. Quindi, poiché allo stato non risulta che i Graviano abbiano “saltato il fosso” era del tutto inverosimile una loro dichiarazione diversa da quella poi rilasciata, negando addirittura di conoscere coloro che furono arrestati insieme a loro.

Non voglio assolutamente e me ne guardo bene di farlo, entrare nel merito delle dichiarazioni dei Graviano, così come non l’ho fatto per quelle rese di Spatuzza, per il semplice motivo che non sono fan né dei PM né di Dell’Utri e Berlusconi. Sono per convinzione, un sostenitore di una Giustizia trasparente e che le investigazioni debbano essere compiute alla ricerca di prove concrete e indizi aleatori ed evanescenti che non sortiscono a nulla di fatto, debbano essere trascurati.

Tuttavia, per onestà debbo anche affermare che non condivido le dichiarazioni rese alla stampa da Dell’Utri, che a parere mio sembrano cariche di ammirazione nei confronti di Filippo Graviano e che integralmente cito:

Sentendo la deposizione di Filippo Graviano mi è sembrato sinceramente una persona ravveduta. Mi ha colpito la dignità di questo signore, il suo mi sembra un pentimento vero, sono parole che mi hanno meravigliato”.

Al Senatore Dell’Utri, vorrei far notare che la sua asserzione “…la dignità di questo signore…..” è riferita alla stessa persona condannata all’ergastolo: reati non tanto diversi da quelli commessi da Spatuzza. E, poi a quale “…… persona ravveduta ………pentimento vero…..” si riferisce il Signor Senatore? Se potesse ragguagliarmi, perché l’unico ravvedimento e pentimento che conosco io è quello che ho visto in tanti collaboratori di giustizia.

Io, Senatore Dell’Utri, non mi sono “meravigliato per le parole” pronunciate da Filippo Graviano, mi ero già meravigliato a suo tempo quando ha fatto assassinare l’ indifeso Padre Puglisi. Comunque, ognuno ha la sua meraviglia che si merita.

Mi permetto anche, di evidenziare che se debbo scindere le responsabilità sinora processualmente accertate tra i Graviano e Spatuzza, io propendo che sono molto più gravi di chi ha idealmente partorito le stragi.

Quindi, perché Spatuzza è considerato un assassino e i loro capi no?

E, allora mi chiedo e chiedo a quando il Senatore Dell’Utri, insieme a Silvio Berlusconi, proporrà di far assurgere Filippo Graviano ad eroe?

Infine, non ho visto nulla di anomalo nell’ Aula del Tribunale di Palermo, ho visto un dibattito in linea con quanto stabilito dalla Legge e ad onor del vero non ho visto nessuno interpretare parti comiche. Invece, ho visto in un teatro europeo e segnatamente nel suolo germanico, un attore recitare parti davvero comiche, anzi oserei dire di aver visto un vero comico con le palle. Il che è tutto dire.

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13 dicembre 2009

BLOG SICILIA

fonte:  http://palermo.blogsicilia.it/2009/12/filippo-graviano-il-prossimo-eroe/

IRAN – “L’opposizione sarà eliminata”: L’annuncio di Khamenei alla Tv di Stato

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Il giro di vite invocato dalla guida suprema religiosa, dopo “l’oltraggio” all’immagine di Khomeini, bruciata durante una trasmissione in televisione

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TEHERAN – La Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha invocato un immediato giro di vite contro l’opposizione che – ha annunciato – “Sarà eliminata”. Ed ha aggiunto: “La questione delle elezioni è finita”,ed ha esortato i leader riformisti, Mir Hossein Moussavi e Mehdi Karroubi (di cui alcuni blog danno per imminente l’arresto) a “tornare sulla retta via”.
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Non solo. Per Khamenei
l’opposizione ha incoraggiato i nemici della Repubblica islamica e ha insultato la memoria dell’ayatollah Khomeini, del quale è stata bruciata un’immagine durante una trasmissione della Tv di Stato. La suprema autorità religiosa iraniana ha poi chiesto alle autorità di identificare chi ha oltraggiato le immagini del padre della patria ed ha infine legittimato, una volta per tutte, il presidente Mahmoud Ahmadinejad, ribadendo che il risultato delle elezioni del 12 giugno è stato corretto e quindi “il caso è chiuso”
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Ali Khamenei, ha affermato ancora che i leader dell’opposizione “hanno fatto contenti i nemici” della Repubblica islamica e ha aggiunto che sono stati loro sostenitori a dare alle fiamme nei giorni scorsi una fotografia dell’ayatollah Ruhollah Khomeini.
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Il discorso di Khamenei,
trasmesso dalla televisione di Stato, era particolarmente atteso dopo che nelle ultime ore erano circolate notizie insistenti, sui siti dell’opposizione, secondo le quali sarebbe imminente l’arresto di Mir Hossein Mussavi e di altri leader del movimento di protesta.
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Arresti che, secondo le stesse fonti, potrebbero essere giustificati proprio dal video trasmesso dalla televisione, in cui si vede una fotografia di Khomeini data alle fiamme. Un atto di cui, secondo i fondamentalisti, si sarebbero resi responsabili studenti dell’opposizione.

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Altre fonti invece, tra le quali l’istituto controllato dalla famiglia del defunto ayatollah, che cura la pubblicazione delle sue opere, hanno messo in dubbio tale versione e hanno ipotizzato una messinscena per colpire l’opposizione.L’erede diretto del fondatore della Repubblica islamica, Hassan Khomeini, ha finora mantenuto il silenzio sulla vicenda.
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Intanto, i Pasdaran iraniani
hanno avvertito di essere pronti ad “affrontare i nemici”, anche all’interno del Paese. “Affronteremo i nemici sulla scena della guerra di velluto o aperta”, si legge in un comunicato emesso dai Guardiani della rivoluzione e riportato dall’agenzia Ilna, dopo la trasmissione in Tv delle immagini di persone che bruciavano la fotografia di Khomeini.
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I Guardiani della rivoluzione chiedono “l’immediato processo e la punizione degli elementi che stanno dietro le quinte e di coloro che hanno compiuto quest’atto vergognoso”. “Dobbiamo cercare le radici di tutto questo – si legge ancora nella nota – nei circoli dei nemici stranieri della rivoluzione e del sistema e in alcuni circoli sediziosi all’interno del Paese”.
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In precedenza, il sito Kaleme del leader dell’opposizione Mir Hossein Mussavi, ha chiamato gli oppositori alla vigilanza, affermando che l’episodio della fotografia bruciata sembra poter essere usato per stroncare il movimento di protesta con “metodi non convenzionali”.
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Alcuni siti dell’opposizione hanno scritto che il regime potrebbe decidere di arrestare Mussavi con l’intento di porre fine alle proteste di piazza prima dell’Ashura, la ricorrenza sciita del martirio dell’Imam Hossein, che quest’anno cade il 26 e 27 dicembre. In quella occasione l’opposizione potrebbe approfittare delle grandi processioni religiose che attraversano le città iraniane per tornare a protestare.
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Il sito Kaleme chiede a “tutti i sostenitori del movimento verde (cioè dell’opposizione) di essere vigili e continuare a seguire le notizie” poiché “qualcosa sta per accadere in seguito allo scenario pianificato sull’insulto all’Imam Khomeini”.

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13 dicembre 2009

fonte:  http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/esteri/iran-9/khamenei-discorso/khamenei-discorso.html?rss

http://filasteen.files.wordpress.com/2009/07/khamenei-ahmadi-genie.jpg

I cassintegrati perdono 2,3 miliardi. Le stime Cgil su un milione di salari

Il segretario confederale Susanna Camusso: il governo intervenga

Unioncamere: 26.100 aziende in più di 11 mesi. In Lombardia e Lazio il 63%

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di LUISA GRION

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I cassintegrati perdono 2,3 miliardi Le stime Cgil su un milione di salari
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ROMA – Andare in cassa integrazione, per chi può farlo, vuol dire rinunciare ogni mese ad una media di 300-400 euro in busta paga e non avere diritto alla tredicesima (che come le ferie si considera già compresa nella quota mensile). Addio quindi ad una fetta dei consumi e ad un certo stile di vita: non si va al lavoro, ma a fine mese la “pausa forzata” ha un costo. Il reddito subisce un taglio netto del 20 per cento. E le conseguenze si vedono.
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L’osservatorio della Cgil ne ha calcolato il peso: partendo da dati Inps e considerato che quest’anno, fra gennaio e febbraio, i lavoratori in cassa integrazione sono stati 1 milione 110 mila, dall’inizio dell’anno ad oggi sono stati bruciati 2,3 miliardi di euro di potere d’acquisto. Un fiume di risorse che la crisi ha tolto alle famiglie, per così dire, “fortunate”, quelle che – avendo un lavoro regolare e a tempo indeterminato – in caso di crisi aziendale hanno diritto alla tutela della cassa integrazione (un assegno fino ad un massimo di 850 euro per redditi lordi fino a 1.900 euro o fino a 1.050 per redditi lordi superiori a quel tetto). Poi, certo, c’è chi sta ancora peggio: come i lavoratori atipici, che in caso di crisi avrebbero diritto solo al 20 per cento di quanto guadagnato l’anno prima.
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Fermandosi ai cassintegrati quei 2,3 miliardi di decurtazione, per Susanna Camusso, segretario confederale Cgil, sono “un quantitativo enorme di euro che mancheranno moltissimo alle famiglie e non potranno contribuire alla ripresa dei consumi”. “Si continua ad ignorare questa realtà – ha detto – ma è fondamentale un intervento del governo sui redditi da lavoro e verso le categorie meno protette”.

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Una richiesta, questa, che arriva anche dalle associazioni dei consumatori che, preoccupate per i minori redditi e le conseguenze sui consumi di Natale (secondo Adusbef e Federconsumatori in calo del 23 per cento), avevano chiesto la detassazione delle tredicesime e l’anticipo dei saldi.
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Non solo, secondo la Cgil, la crisi non è affatto superata. I dati sulla cassa integrazione di novembre confermano una riduzione della cassa integrazione ordinaria, ma un aumento di quella straordinaria. Il ricorso alla prima, fra novembre e ottobre, è sceso del 10,29 per cento, ma nello stesso periodo la seconda è aumentata del 28,38. Se misurata rispetto allo stesso periodo del 2008, i mesi fra gennaio e novembre l’hanno vista esplodere oltre il 324 per cento. “Segno che la crisi produttiva continua a mordere e gli effetti diretti sui lavoratori restano molto pesanti” sottolinea la Camusso, convinta che l’aumento della cassa integrazione straordinaria sia dovuta al fatto che molte aziende, avendo completato le 52 settimane concesse come tempo massimo alla prima, continuino a ricorrere agli ammortizzatori passando alla straordinaria.
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Segnali, questi, di una crisi aziendale che però, secondo Unioncamere, non intacca il “Dna degli italiani”. Dalle elaborazioni condotte sul registro delle imprese risulta infatti che nei primi 11 mesi dell’anno il numero delle aziende è cresciuto di 26.122 unità (saldo fra le aperture e chiusure), più di 6 milioni in totale. Fortissime le disparità territoriali: Lombardia e Lazio, da sole, coprono il 63 per cento del saldo. E crescono soprattutto le società di capitali (+42.000 unità), mentre crollano le ditte individuali (-22.000).
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13 dicembre 2009
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Comizio di Berlusconi: colpito da un manifestante / Chi è l’aggressore

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La notizia vera è che un comune cittadino ha colpito Berlusconi. Di solito, quando si specchia, è lui che ‘colpisce’ se stesso..

E poi. Un matto che colpisce un altro matto? Ma andiamo..

mauro

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Era iniziato sulle note di “Meno male che Silvio c’è”, il comizio a Milano di Silvio Berlusconi concluso con un piccolo parapiglia. Il premier mentre andava via è stato colpito da un oggetto metallico brandito da un manifestante. Sembra si trattasse di una piccola riproduzione del Duomo di metallo. L’oggetto ha colpito il premier al labbro provocandogli una ferita. Berlusconi a quel punto è andato alla sua macchina ed è stato portato via. Il manifestante, un 45enne, è stato subito fermato dalla polizia e portato in questura. Avrebbe urlato “non sono nessuno…”.

«Dovete essere proprio matti
a venire qui di domenica sera con questo freddo – erano state le prime parole pronunciate da Berlusconi verso la folla che sventolava bandiere tricolori e del partito – così rischiate di prendervi un accidente». «Solo per te presidente!», la risposta gridata in direzione del premier da diverse persone. «La maggioranza è forte, il governo funziona» ha detto subito il presidente del Consiglio. «Il Pdl è un partito democratico, tutte le decisioni vengono prese dagli organi preposti, non siamo un’oligarchia in cui decidono una o due persone». E poi si è augurato di avere almeno un milione di tessere.

«Pensavamo che una campagna di tesseramento non fosse necessaria perché chiunque vota per noi e ama la libertà è tesserato, ma siccome viviamo in un momento di disinformazione totale» ci abbiamo ripensato, osserva. «Virgolettano frasi che non mi sono mai sognato di dire – prosegue – e fanno piovere su di me accuse diverse». Un gruppo di manifestanti di sinistra ha dato vita ad una contestazione in piazza Duomo nei confronti di Silvio Berlusconi scontrandosi verbalmente con i sostenitori del premier. «Noi queste cose non le faremmo mai con voi – ha replicato il premier – per questo dobbiamo contrapporci a voi». I due gruppi di contestatori e sostenitori di Berlusconi sono divisi dai cordoni delle forze dell’ordine.

Il premier ha anche attaccato la Rai. «La tv di Stato, con i soldi di tutti, attacca governo e maggioranza, è l’unica tv al mondo che lo fa». E sulla Mafia ha detto stiamo facendo una lotta senza quartiere. «La sinistra, al contrario delle sinistre europee, in Italia è ancora fortemente impregnata dei principi del marxismo. Sono sempre gli stessi». In seguito alle contestazioni al premier alcuni militanti della Giovane Italia, impegnati nel servizio d’ordine, sono venuti alle mani con i contestatori: per sedare gli animi è intervenuta la polizia e la calma è tornata poco dopo. Il premier ha poi continuato parlando ancora di Mafia elencando i presunti successi del governo. «Questa è l’antimafia dei fatti contro l’antimafia delle calunnie e delle menzogne».

E ancora sui giudici: «Non si possono accettare che ci siano dei giudici politicizzati che intervengono sull’azione del Parlamento, sull’iter delle leggi». Ancora, non si può accettare «che giudici politicizzati possano intervenire sul Parlamento cercando di influenzarne le decisioni» durante l’iter delle leggi o facendo «ricorso ad una corte», cioè quella Costituzionale composta da uomini che «provengono dalla sinistra». «Questi non sono attacchi – ha sottolineato – ma una fotografia di una situazione preoccupante». «Bossi è un alleato leale a cui siamo legati da amicizia e affetto». E anche per questa ragione, ha detto Berlusconi, «dobbiamo essere sereni e sicuri».

E poi i soliti sondaggi. “Il governo ha il gradimento del 55% degli italiani, il presidente del Consiglio del 63% e il Pdl è vicino al 40%”. Insomma, un già visto. L’unica vera notizia è la candidatura di Roberto Formigoni come governatore della Lombardia. Per il resto ancora battute sessiste. Una nei confronti della giovane Pamela tesserata numero uno per Giovine Italia. Berlusconi prima di passarle la parola e consegnarli la tessera le ha chiesto il numero di telefono. Il comizio si è chiuso con il  coordinatore regionale della Lombardia del Pdl Guido Podestà, che è anche presidente della Provincia di Milano, che ha consegnato a Silvio Berlusconi la tessera numero uno del Popolo della Libertà.

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13 dicembre 2009

fonte:  http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=92601

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Arrestato l’aggressore di Berlusconi. Incensurato, è un grafico e lavora col padre
In tasca spray al peperoncino. Seguito dai medici del Policlinico per problemi mentali

Tartaglia da 10 anni in cura psichiatrica
“Un gesto solitario ma premeditato”

Il padre: “Vota Pd, come tutti in famiglia, ma non odia nessuno. E’ volontario del WWF”
Quindici anni fa inventò i “Quadri musicali”, tele astratte che si illuminavano a suon di musica

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Tartaglia da 10 anni in cura psichiatrica "Un gesto solitario ma premeditato"Massimo Tartaglia ripreso dalle tv nella concitazione dell’arresto

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MILANO – E’ in cura da 10 anni per problemi mentali al Policlinico di Milano Massimo Tartaglia, l’uomo che ha aggredito Silvio Berlusconi. Incensurato, la Digos neppure lo conosce, segno che non appartiene a centri sociali o organizzazioni extraparlamentari. Nessun precedente penale. Solo il ritiro della patente per motivi di viabilità qualche mese fa: nulla di più. Quarantadue anni, abita con i genitori in un’elegante palazzina a Cesano Boscone (Milano); l’aggressore di Silvio Berlusconi è un ingegnere elettronio che lavora nell’azienda del padre, la AL.TE.TEK di Corsico, specializzata nella realizzazione di obliteratrici per autobus. Vota Pd, come tutta la sua famiglia, “ma in casa – assicura il padre Alessandro – nessuno odia Berlusconi. Mai fatto politica attiva”, spiega il genitore. “Non ha mai fatto del male a nessuno: è un volontario del WWF”.
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Il padre: “Frutto del clima negativo in Italia”. Dalla dinamica dei fatti, dalla storia dell’aggressore e dalle risposte che l’uomo ha dato agli agenti della Digos che lo hanno interrogato per oltre tre ore, sembra più un gesto isolato, frutto di un disagio psichico piuttosto che un tentativo di aggressione organizzato. Il padre non lo nega: “Massimo è uno psicolabile. Stamane è uscito di casa spiegando che andava da un’amica. ‘Non so quando torno’, ha detto. Se avessi intuito, l’avrei fatto desistere. Penso che questo episodio sia maturato nel clima negativo che sta montando in Italia. In casa nostra – ha spiegato il genitore – abbiamo sempre commentato quello che succede in politica. Nessuno però, e tanto meno mio figlio, ha mai mostrato un’esasperazione particolare”.

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Nella giacca una bomboletta al peperoncino. Ma in tasca, Massimo aveva, insieme ad un altro souvenir del tipo usato per colpire il premier, una bomboletta di spray urticante al peperoncino che ha fatto protendere il procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo milanese, ad ipotizzare che il gesto di questa sera in piazza del Duomo fosse premeditato. Il pm lo ha scritto chiaro in calce al provvedimento di arresto: “Lesioni pluriaggravate dalla qualifica di pubblico ufficiale della parte offesa e dalla premeditazione”.
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“Io non sono nessuno”. Per tentare di ricostruire i trascorsi dell’aggressore e tracciarne un profilo mentale meno approssimato, in serata era arrivata nella Questura di Milano anche la psicologa che ha in cura Tartaglia da 10 anni. Una vicina di casa di Massimo Tartaglia, in via Giusti, nella zona residenziale di Cesano Boscone, ricorda che qualche volta sentiva l’uomo “urlare nel suo appartamento”. E quando i poliziotti lo hanno trascinato via dalla piazza dopo l’aggressione, ripeteva: “Non sono io. Io non sono nessuno”.
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L’inventore dei “Quadri musicali”. Giù 15 anni fa, il nome di Massimo Tartaglia era comparso sui giornali interessati a pubblicare le strane invenzioni degli Archimede di casa nostra. Accanto al nome del futuro aggressore di Berlusconi, comparve la foto dei cosiddetti “Quadri musicali”. Coniugando la passione per l’elettronica con il gusto per l’arte astratta, Massimo Tartaglia realizzò dei piccoli quadri che si illuminavano di luce colorata diversa ogni volta che nella stanza in cui erano appesi si ascoltava della musica. A quanto pare, però, l’invenzione finì presto in un cassetto e dei “Quadri musicali” non si sentì più parlare.
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13 dicembre 2009
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