Rubbia e il carbone pulito. Brindisi e Civitavecchia.

Comunicato da NoCokeTarquinia:

Sapevamo da tempo che l’Enel aveva assunto in busta paga, nella persona del sig. Adalberto Benedetti, un soggetto che si atteggia a scienziato e che si erge a portavoce degli ingegneri i quali si guardano bene dall’esporsi in prima persona, avventurandosi in argomentazioni illogiche e insostenibili in un qualunque consesso di tecnici ad alto livello e super partes.
I problemi da affrontare sono due: le tecnologie per ottenere in modo pulito dal carbone energia e la differenza fra la tecnologia applicata per la centrale di Brindisi rispetto a quella di TVN di Civitavecchia.
Nel 2003 negli USA è iniziata una ricerca scientifica per attuare la tecnologia del “carbone pulito”. Sulla libera Enciclopedia Wikipedia viene riferito che “soltanto la tecnologia IGCC (ciclo combinato di gassificazione integrata del carbone) potrà condurre, entro una decina d’anni almeno, alla produzione di energia pulita a partire dal carbone. “Sempre su Wikipedia si sottolinea che la tecnologia impiegata a Civitavecchia per TVN NON E’ quella che fornirà energia pulita (ad impatto zero), trattandosi di carbone polverizzato (PCC) e quindi inquinante e non certamente pulito!
Nel maggio 2005 Rubbia, in un’intervista fugace e NON in un convegno scientifico, avrebbe detto che “occorre abbandonare da subito il petrolio, sempre più costoso fra le fonti combustibili, decidendo di costruire o convertire le centrali a carbone ECOLOGICO”. A chi sa analizzare le dichiarazioni rese in un contesto non accademico, risulta chiaro che Rubbia non poteva non conoscere quanto la tecnologia statunitense stava (e sta) sperimentando sulla tecnologia IGCC sopra riferita; per cui, quando parlava di “carbone ECOLOGICO”, intendeva NON il metodo PCC di TVN bensì i tentativi di estrarre dal carbone l’idrogeno (cosa che potrà avvenire quando la ricerca si sarà perfezionata e, comunque, non prima di dieci anni).

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La centrale di Brindisi è un complesso energetico grossolano e inquinante perché non è stato realizzato con tecnologie raffinate, per cui ha indotto grave impatto ambientale e sanitario. Ammettere ciò significa riconoscere la responsabilità dell’Enel nei disastri ambientali lamentati dagli agricoltori di quel territorio e documentati da un reportage proiettato in molti luoghi pubblici. Anche qui a Civitavecchia si vorrebbe mettere in funzione una centrale a carbone “meno sporco di quello di Brindisi” ma ciò non significa che NON ci saranno danni all’ambiente e alla salute (come paventato dagli esperti della V.I.A.: un ingegnere, un ambientalista e un epidemiologo d’alta valenza scientifica)… danni di cui si chiederà il risarcimento quando porremo in essere la class action presso le Autorità giudiziarie competenti.
I vertici della Coldiretti di Viterbo si sono dissociati dalle dichiarazioni “benevole” del loro rappresentante di Tarquinia, considerandole rese “a titolo personale” e chiedono un approfondimento dell’impatto ambientale esteso a tutto l’Alto Lazio e non limitato all’hinterland civitavecchiese.
Il Signor Benedetti dovrebbe avere l’umiltà di documentarsi o di farsi suggerire da esperti i termini delle questioni ambientali e sanitarie, prima di avventurarsi in elucubrazioni mentali estranee alle sue specifiche competenze.
Il Coordinamento dei medici per la difesa dell’ambiente e della salute

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Civitavecchia 20 maggio 2008
*Movimento No Coke Alto Lazio – Civitavecchia*

Strani tempi i nostri, in cui i lavoratori sono più impegnati a difendere i
profitti aziendali che, la storia lo insegna, non coincidono mai con i loro
interessi, e di cui le loro stesse vite sono variabili dipendenti, piuttosto
che tutelare la propria dignità, i propri diritti e la propria salute.

E Adalberto Benedetti non si discosta da questo modello, pronto, ogni
qualvolta gli viene ordinato quando l’Enel si sente in difficoltà, a fare da
scudo con la falsa scusa di difendere il lavoro ed usare qualsiasi mezzo,
anche la disinformazione più becera, pur di adempiere a quanto richiestogli;
lo stesso Benedetti di cui, guarda caso, non si sente parola quando, ad
esempio, si verifica, in quel maledetto cantiere, un incidente sul lavoro.

Ultima in ordine di tempo la sua uscita sul sostegno di Carlo Rubbia alla
riconversione a carbone di TVN.

Dimentica il Benedetti, che la stessa grande scienza muove i suoi primi
passi dalla pratica empirica, ovvero da quell’esperienza che i cittadini
dell’Alto Lazio, così come quelli di Brindisi, hanno vissuto e stanno
vivendo sulla propria pelle e che purtroppo è ben evidenziata sulle ormai
troppe funeste statistiche di eccesso di mortalità per malattie tumorali.

Comunque ecco, di seguito, per dovere di informazione corretta, cosa che
l’Enel e i suoi adepti, tra cui Benedetti, non conoscono, il mai modificato
Rubbia-pensiero sul carbone (Repubblica *19 gennaio 2003)*

*”….. L’attuale dipendenza della produzione elettrica dalle sorgenti fossili
– carbone, petrolio e gas naturale – è ormai prossima a diventare
insostenibile. A partire dal 2015, i paesi in via di sviluppo diventeranno
la principale fonte di emissioni nocive, mentre quelle di anidride carbonica
aumenteranno al ritmo del 2,1 per cento all’anno, arrivando a + 42% nel
2010, + 60% nel 2020 e + 75% nel 2030. E in Europa, questi “veleni” derivano
per il 94% dal consumo energetico.
……….Sarebbe inevitabile, innanzitutto, un cambiamento climatico di immense
proporzioni con una crescita esponenziale dell’effetto serra: innalzamento
della temperatura, piogge di tipo tropicale, inondazioni, alluvioni.
…………

……………Le soluzioni possibili indicate dall’Enea sono tre: 1) la combustione pulita del carbone, senza emissioni nocive, attraverso il sequestro dell’anidride carbonica nel sottosuolo; 2) un nuovo nucleare basato sul metodo della “fertilizzazione”, partendo sia dalla fissione sia dalla fusione; 3) una forma alternativa di energia rinnovabile, a basso costo e continuamente disponibile, ricavata dalla concentrazione della luce solare. In tutte queste opzioni, l’idrogeno – l’elemento più abbondante e leggero dell’universo – dovrà avere un ruolo fondamentale come vettore energetico, complementare all’elettricità, entrambi senza emissioni al punto di utilizzo.”*

Ed ecco però, nello stesso articolo, la sua definizione di Carbone pulito

“………………*il carbone ha un prezzo inferiore di oltre quattro volte a quello del petrolio o del gas naturale. La sua utilizzazione presenta però sostanziali inconvenienti: il costo ambientale indiretto è elevato e le emissioni di anidride carbonica sono molto maggiori.
Per produrre un carbone pulito, l’idea base è quella di mettere in contatto carbone e acqua a una temperatura tanto elevata da separare idrogeno e anidride carbonica, con una tecnologia analoga a quella usata per produrre il “gas di città”. In questo modo, da fossile con il più alto impatto ambientale, il carbone sarebbe trasformato in un combustibile senza emissioni né effetto serra. E i costi di conversione verrebbero coperti dal differenziale tra il carbone e il gas naturale che l’idrogeno andrebbe a sostituire.”

*Nulla a che vedere, quindi, con le tecnologie che verranno utilizzate nella centrale di Torrevaldaliga Nord che è,e rimane, una centrale a carbone sporco.

Ancora una volta invitiamo il Benedetti, o chi per lui, ad un confronto pubblico sulle reali conseguenze che avrà la riconversione a Carbone di Torrevaldaliga Nord sulla salute, sull’ambiente e sull’economia dell’intero
territorio.

Nel frattempo i cittadini che devono prendere giorni di ferie, che non sono pagati ed anzi pagano di tasca loro il prezzo della loro mobilitazione, si ritroveranno il 24 maggio prossimo a Tarquinia alle ore 10 nella piazza del comune per ribadire, ancora una volta, la loro netta e forte contrarietà a
quella riconversione.

Saremo in tanti, ne siamo convinti; Enel e Benedetti volenti o nolenti.

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