Archivio | aprile 2009

ABRUZZO, LA LETTERA – “Caro Bertolaso, ascolti la nostra voce. Vogliamo ricostruire noi l’Abruzzo”

https://i0.wp.com/www.italiaatavola.net/images/contenutiarticoli/ricostruzione-abruzzo.jpgImmagine tratta dal sito Italia a tavola, ‘A pranzo con l’Abruzzo. Aiutiamo l’Università de L’Aquila’

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Roberta Galeotti, direttore editoriale de ilCapoluogo.it, scrive una lettera al capo della Protezione civile: un appello al rilancio dell’economia locale. Intanto a L’Aquila la terra continua a tremare

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“Non possiamo avere dubbi su chi sta progettando il nostro domani!”

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Egregio Dottor Bertolaso,
Le vorrei rappresentare un’inquietudine che sta assalendo i miei concittadini in questi giorni durissimi di sconforto e di incertezza. Dopo il dolore e la sofferenza dei primi giorni, ci ritroviamo a fare i conti con una vita che non ci appartiene e con un futuro lontanissimo che ci proietta in una città “temporanea”.

Nella disperazione della mia gente noto una rabbia sorda che monta, la rabbia di chi non ha più nulla e aspetta una medicina ancora più amara. Siamo morti nelle nostre case. Sono crollate le nostre abitazioni, proprio quelle case su cui avevamo investito tutti i nostri risparmi e tutta la nostra creatività per renderle congeniali ed accoglienti. Sono morti i nostri ragazzi nel Convitto Nazionale e nella Casa dello Studente, proprio in quelle strutture che avrebbero dovuto formarci e proteggerci.

Sono crollate le strutture pubbliche: l’ospedale, il Comune, la Provincia, la sede della Presidenza della Regione a Palazzo Centi (appena restaurata!), l’Università, la Prefettura…

Lei capisce che in questa situazione di precarietà, di confusione e di mancanza di certezze abbiamo bisogno di non avere dubbi sull’operato di chi ORA sta progettando il nostro avvenire.  Abbiamo necessità di fidarci ciecamente di chi, come Lei, sta scegliendo per noi!

Sento quindi il dovere di riportarLe le domande, i dubbi e lo sconforto dei tanti, troppi, aquilani che non si vedono coinvolti nelle attività della nostra città. In questi giorni sono arrivate in redazione moltissime segnalazioni di aziende funebri, panettieri, service, ristoratori, aziende per lo smaltimento dei rifiuti, studi professionali e tante altre aziende aquilane che non sono state affatto coinvolte nell’attività di ricostruzione né nei tanti eventi di cui la nostra città è stata oggetto in questi ultimi giorni e che avrebbero lavorato con onore per i FUNERALI DI STATO, o per la visita del Papa, o per la festa del 1° maggio. Si sarebbero riconosciute e strette intorno alla nostra gente e, come ci hanno scritto, avrebbero omaggiato del loro lavoro i nostri fratelli straziati dal dolore. Lei capisce che la ripresa parte da qui. Lei capisce l’importanza di una chiarezza di scelte che rappresenta le fondamenta di un rapporto di fiducia necessario per affrontare il nostro domani con serenità e rassegnazione. Lei capisce che non possiamo avere dubbi sulle ragioni delle scelte che opererete. Dobbiamo essere certi che tutto venga svolto nell’interesse della nostra gente.

Questo tremendo avvenimento si incastra in un momento storico di crisi della politica e di sfiducia nei riguardi di chi governa, che non può e non deve essere sottovalutato. In questo momento di disorientamento e di terrore, infatti, la fa da padrone l’istinto di sopravvivenza e la mediocrità del furbetto che s’affanna alla ricerca dell’amico, e dell’amico dell’amico, pur di avere una soffiata, una rassicurazione, una qualche precedenza… mentre tanta brava gente attende fiduciosa che la classe di governo sappia eludere gli interessi di parte e difendere il bene di un popolo distrutto con equità e meritocrazia. Siamo 70.000 persone… siamo 70.000 aquilani… siamo 70.000 storie diverse.

Non dimentichiamo, inoltre, di contestualizzare gli eventi: la tragedia del terremoto si è incastrata nella crisi economica, gettando per strada tante famiglie che stavano cercando di risollevarsi da licenziamenti, contratti non rinnovati, casse integrazioni e mobilità. Così credo che far ripartire l’economia sia la base della ricostruzione, credo che far ripartire l’economia sia permettere alle aziende in grado di lavorare di riattivare il loro e il nostro sistema produttivo.

Allo stesso tempo credo occorra studiare un sistema d’analisi in grado di assicurare alle famiglie una graduatoria di emergenze da affrontare proprio come fanno i medici rianimatori dei pronto soccorsi d’Italia, cioè effettuare un vero e proprio Triage alle famiglie aquilane: bollino rosso (precedenza assoluta) per le famiglie senza stipendi, o redditi; bollino arancione per le famiglie che hanno una sola entrata economica, un solo stipendio; bollino verde per chi continua ad avere entrate da pensioni e stipendi pur avendo perso la casa, come noi tutti.

Per concludere, abbiamo bisogno di risposte certe, di avere fiducia, di credere, abbiamo bisogno di essere positivi per essere dei buoni imprenditori per noi stessi e per gli altri, di essere positivi per poter prendere e poter dare, di essere positivi per poter affrontare il futuro con la forza del nostro lavoro, di essere positivi e basta, perché come ha detto il Presidente Berlusconi questa mattina: “…non si è mai visto un imprenditore pessimista!”.
Caro Dott. Bertolaso, ci aiuti ad essere ottimisti!

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Roberta Galeotti, direttore editoriale de ilCapoluogo.it

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30 aprile 2009

fonte: http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/04/30/171061-caro_bertolaso_ascolti_nostra_voce.shtml

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da il Capoluogo d’Abruzzo

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“MOTI DI TERRE, MOTI DELLE ANIME”, L’Aquila, Lo spazio del ricordo

“Presto tutti si dimenticheranno di noi…” Roberto Grillo e Il Capoluogo.it non vogliono che questo accada. La tragedia che ha colpito la nostra terra e le nostre genti, la tragedia che ci ha lacerato l’anima e che ci ha buttato in un pozzo buio senza sfondo, non ci impedirà di trasmettere al mondo quanto abbiamo vissuto e quanto abbiamo visto. Noi stiamo lavorando dalle 03.32 di quella “maledetta” notte di lunedì 6 aprile 2009 per raccogliere tutte le testimonianze possibili, fotografiche, video, documentali.

I mille volti di una tragedia quasi annunciata

Terremoto in Abruzzo: il buon senso popolare ha salvato molte vite, ma molto ancora non viene detto. La più grande tragedia del nuovo millennio: così è stato definito il terremoto dello scorso 6 aprile che ha distrutto la città di L’Aquila e colpito tutto l’Abruzzo.Ora è il momento delle accuse e della ricostruzione, si è mobilitata tutta la nazione e mezzo mondo per gli aiuti alle popolazioni colpite da questo cataclisma. Questa è l’ora del “je t’accuse”….E’ vero pure che alcune imprese edili della zona hanno senz’altro le loro atroci responsabilità, probabilmente da condividere con qualche ente e con qualche politico locale, ma non si può davanti all’evidenza dei fatti, creare dei capri espiatori per non riconoscere altre responsabilità altrettanto importanti.

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Nasce ‘Primomaggio’: un team di psicologi in aiuto di chi perde il lavoro

Nasce a Bologna l’associazione Primomaggio: un gruppo di psicologi offre sostegno
“Ci si sente rifiutati dalla società. è un momento molto doloroso”

“Perdere il lavoro è un lutto,
il nostro aiuto per i disoccupati”

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di ANNA RITA CILLIS

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"Perdere il lavoro è un lutto il nostro aiuto per i disoccupati"

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BOLOGNA – I primi a pensarci sono stati i diretti interessati. “Circa due mesi fa alcuni operai che erano stati licenziati ci hanno chiamato chiedendoci aiuto. Perdere il posto di lavoro è un lutto, ci hanno detto, perché non aiutate anche noi?”.

Così Francesco Campione, tra i massimi esperti italiani in tanatologia psicologica, professore universitario a Bologna (è docente di psicologia clinica alla facoltà di Medicina) ha pensato di allargare le maglie dell’associazione Rivivere – che offre sostegno psicologico gratuito alle persone in lutto – e di occuparsi anche di chi è stato licenziato o sta per esserlo.

La nuova costola del progetto Rivivere si chiamerà “Primomaggio”, in onore della Festa dei Lavoratori. Un pool di esperti (dieci psicologi) si occuperà gratis di dare sostegno psicosociale a lavoratori licenziati, cassintegrati e a chi a breve non avrà più un occupazione. “Era arrivato il momento di intervenire offrendo un appoggio non solo economico: perdere l’impiego è una tragedia in termini psicologici. Il lavoro è uno strumento sociale collettivo riconosciuto da tutti, un’attività umana che combatte le negatività della vita e dà un ruolo. Non avere più tutto questo per la nostra psiche rappresenta un lutto, una perdita dolorosissima”.

Il “programma” di sostegno prevede alcuni incontri individuali, poi un percorso condiviso, gruppi di mutuo aiuto. Sette sedute o poco più per parlare e affrontare, aiutati da esperti, la questione, per cercare una strada e uscire dall’empasse emozionale. “Bisogna aiutare e prevenire. Chi perde l’impiego perde fiducia in se stesso, va incontro alla depressione e all’autolesionismo”.

Campione ha chiesto la collaborazione dei sindacati, della Caritas, delle associazioni dei lavoratori stranieri: “Li incontreremo nei prossimi giorni. C’è stata offerta la massima disponibilità da parte di tutti. Sono rimasto stupito dalle risposte positive che ci sono arrivate. E’ la prima volta che in Italia si affronta un tema come la perdita di lavoro in questo modo, negli Stati Uniti, già da qualche anno alcuni manager hanno creato dei Job club, strutture che offrono aiuto ai dirigenti licenziati”, spiega il professore.

Il servizio “Primomaggio” sarà aperto a tutti: bolognesi e non. “Chi non abita a Bologna potrà chiedere aiuto telefonicamente o per email. Siamo pronti a dare una mano a chiunque ne abbia bisogno, dovunque abiti”, conclude Francesco Campione.

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INFO PER IL PUBBLICO: Telefono 051.552314-338/6071342 –

email: progettorivivere@libero.it

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30 aprile 2009
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COMUNICATO STAMPA
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L’ASSOCIAZIONE RIVIVERE

nell’ambito del PROGETTO RIVIVERE

istituisce

PRIMOMAGGIO

servizio di sostegno psicosociale gratuito rivolto a chi ha perso o sta per perdere il lavoro

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L’Associazione Rivivere, attiva nell’ aiuto gratuito a persone e famiglie che subiscono traumi, grazie al sostegno della Fondazione Isabella Seragnoli, avverte la responsabilità, in una congiuntura difficile come quella che stiamo attraversando, di mettere a disposizione di coloro che perdono il lavoro o lo stanno per perdere le competenze e l’esperienza acquisite nell’ambito del Progetto Rivivere.

Nel contesto sociale occidentale, caratterizzato da un prevalere dell’ individualismo e da fenomeni di disgregazione sociale, le problematiche psicologiche che sorgono quando si sta per perdere il lavoro o dopo che si è perso sono molto serie. Tra queste emergono: insicurezza grave rispetto al futuro, perdita di autostima, senso di fallimento, senso di isolamento, senso di colpa nei confronti dei familiari  soprattutto dei figli, rabbia patologica verso i “capri espiatori”, riattivazione o aggravamento di situazioni di crisi o problemi psicologici precedenti, disperazione e stati di depressione, fino ad arrivare in alcuni casi ad epiloghi tragici, come la cronaca informa.

Come recentemente hanno riconosciuto alcune associazioni sindacali, la forzata cassa integrazione porta al lavoratore un “danno biologico” risarcibile con un indennizzo economico, poiché il danno subito lede gravemente la sfera personale. Il servizio Primomaggio, come gli altri già attivati nell’ambito del progetto RIVIVERE, sostegno psicosociale per affrontare  il lutto,  la morte e la perdita, nasce dall’attenta analisi della crisi attuale, caratterizzata da una grave insicurezza sul futuro. Le risposte a questa situazione pertanto non possono essere solo di natura economica, ma devono anche tener conto delle problematiche psicosociali che colpiscono ciascun membro della Società, sia come singolo, sia come appartenente ad una comunità.

Da ciò deriva l’urgenza di un sostegno mirato e professionale che supporti quanti vivono in prima persona la difficile congiuntura economica e la conseguente precarietà lavorativa. L’obiettivo dovrebbe essere fornire ai soggetti colpiti dalla crisi gli strumenti psicologici necessari per uscirne il più possibile integri sia come persone sia come esseri umani.

In questa prospettiva lo staff di psicologi dell’Associazione Rivivere metterà gratuitamente a disposizione dei lavoratori che ne avranno bisogno le competenze acquisite, come misura concreta di solidarietà umana. Si tenta così di attuare concretamente uno dei principi portanti della letteratura sull’aiuto nelle situazioni di crisi, secondo cui il supporto è tanto più efficace quanto più  è globale e multifattoriale (economico, personale, solidale).

A partire dalla significativa data del prossimo 1° Maggio (da cui il Servizio prende il nome) verrà dunque inaugurato il nuovo servizio gratuito per i lavoratori, di cui si potrà usufruire sia individualmente sia partecipando a gruppi di mutuo aiuto. Questa operazione sarà realizzata in collaborazione con i sindacati dei lavoratori, le associazioni dei datori di lavoro, la Caritas, le associazioni governative e non governative che si occupano anche di lavoratori stranieri e tutte le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio.

L’ideatore del progetto è il Prof. Francesco Campione, docente dell’Università di Bologna (Dipartimento di Psicologia – Servizio di aiuto psicologico per le situazioni di crisi), coordinatore del Progetto Rivivere e pioniere in Italia degli studi sulla morte e sull’assistenza nelle situazioni di crisi, di separazione e di lutto. Insieme alla sua équipe svolge quotidianamente un importante lavoro di assistenza psicologica gratuita, facendosi portavoce della necessità di quella solidarietà sociale a cui  anche il Servizio Primomaggio risponde.

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UN’IDEA DI: Prof. Francesco Campione

ORGANIZZAZIONE: Equipe del Progetto Rivivere

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INFO PER IL PUBBLICO: Telefono 051.552314-338/6071342 –

email: progettorivivere@libero.it

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fonte: http://corrieredelweb.blogspot.com/

MUSICA – “Diluvio Universale” sugli Stadio, Curreri: contro la crisi etica un’arca di speranza

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di Simona Orlando
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ROMA (30 aprile) – Non fanno gran chiasso quando pubblicano un disco (e dal 1982 capita al massimo ogni due anni), non occupano spazi in televisione, eppure gli Stadio continuano a ben piazzarsi in classifica e ad esibirsi in generosi concerti. Stavolta però le dodici canzoni del nuovo disco “Diluvio universale” seguono una direzione diversa: sono state suonate in presa diretta, con l’ausilio di poca elettronica, rievocando un po’ le atmosfere degli esordi, i testi sono più schietti, individuano prese di posizione nette sull’immigrazione, la prostituzione, il razzismo, oltre all’amore, sempre trattato nelle sue crisi, nella sua consueta traiettoria da passione a progetto. Il tema centrale è la perdita di valori e di orientamento e da domani è in rotazione il singolo intitolato “Perdiamoci”, «un modo per dare risalto alle nostre capacità anche strumentali, per mettere la musica a nostro servizio e non viceversa», parola di Gaetano Curreri, voce storica del gruppo.

Vasco Rossi ha deciso di partecipare al Primo Maggio perché pensa sia giunto il momento di esporsi. Avete anche voi questa urgenza?
Io e Vasco parliamo e ci confrontiamo molto. Sono orgoglioso della sua scelta come amico e come fan. Sono suo fan da quando nemmeno lui pensava che sarebbe diventato un artista. Ci ho sempre creduto, fino a salire da solo su un treno per portare i suoi nastri porta a porta. Lui è quello lì, quello che sa raccontare il mondo che vorremmo. In questo momento è importante agire, metterci la faccia, far capire che siamo in tanti a desiderare un mondo migliore. Spero serva a risvegliare gli animi narcotizzati.

Continuate il vostro sodalizio dal ‘75, ma finora avete fatto un solo duetto a Taratatà nel ‘98. Come mai?

Non deve essere programmato. Quella volta avvenne spontanemente, perché era uno spaccato di vita. Vasco ha una avversione per i duetti, li considera delle “furbate”. Se capiterà, non sarà in una serata televisiva o promozionale. I nostri scambi avvengono altrove. Stavolta ha scritto per noi il brano “Diluvio universale” e mi ha anche consigliato di gridare con rabbia il testo. E’ una canzone d’amore, ma l’amore non è mai svincolato dal sociale. E’ attraverso l’amore che si racconta il proprio tempo. Parla di fiducia. I politici propongono programmi e poi non stanno ai patti, fanno proclami e non progetti e questo ci fa sentire soli e disperati. Stare ai patti è la base di convivenza.

La crisi è etica prima che economica?
La crisi economica è una conseguenza di quella etica. La fine del comunismo o del socialismo reale ha reso il capitalismo un modello unico, non avendo contrappeso è diventato dannoso. Il modello capitalista, che pure al suo interno aveva delle regole, è diventato spregiudicato e ora ne paghiamo le conseguenze.

Bisogna essere una “generazione di fenomeni” per sopravvivere a questi tempi?
E’ un periodo davvero difficile per i giovani. Io avevo scritto quella canzone per i ragazzi del muretto, oggi il muretto dove incontrarsi non esiste nemmeno più. O è virtuale o, se c’è, è un posto invivibile. E’ il luogo di “Idea 77” dove ti controllano, “devi stare attento/ non ti puoi permettere certo di volare via col vento”. E’ un’Italia piena di ordinanze e di divieti assurdi. Vogliono far credere alle persone più semplici, che sono anche le più indifese, che c’è qualcuno a proteggerle. La gente ha paura, si chiude in casa, vive di tivù e perde il senso della realtà. Se mi capita di guardarla nel pomeriggio, mi spavento a pensare che è il pubblico di quei programmi a votare.

Si riferisce a qualche preciso programma?
Magari. Ormai i contenuti sono esigui ovunque, è tutta pubblicità. Anche il marito che va a fare il galletto alla festa della diciottenne, il risentimento della moglie, i panni sporchi in piazza, sono una telenovela che funziona e fa audience. In “Benvenuti a Babilonia” canto “Re Mida non trasforma più niente in oro/ fa televendite e adesso tratta tegami e cucchiai”. Ecco trattasi di tegami e cucchiai.

Se questa è la sua visione, come fa a mantenersi ottimista?
La mia Arca di Noè la stanno costruendo Don Gallo, Don Ciotti e i preti delle parrocchie di periferia. Sono raggi di sole. Quello che mi chiedono di fare questi uomini, io lo faccio.
In strada non c’è più nessuno. I pulpiti si sono trasferiti nel piccolo schermo e oggi lo stesso San Francesco, per farsi ascoltare, dovrebbe andare da Bruno Vespa. Per fortuna c’è Don Gallo in giro, si occupa degli ultimi, è un esempio di accoglienza, solidarietà, apertura mentale. E’ uno di quei personaggi che la Chiesa lascia in panchina, ma quando entra in campo segna sempre e fa fare bella figura all’intera squadra, direttore tecnico incluso. Ogni volta che tentano di delegittimarlo per me è paradossale, come se scomunicassero Gesù Cristo. Dovrebbero istituire una sorta di WWF per proteggere le creature come lui.

Oggi lei stesso si scontra con le programmazioni radiofoniche che decidono e omologano. Le fa venire nostalgia di quando era dj a Punto Radio?
Era coraggiosa, passava tutto quello che rifiutava la Rai ed era pura, fatta da gente che nutriva passione. Oggi la radio si assoggetta alla televisione, un pugno di persone decide cosa deve funzionare. Il percorso artistico è il contrario di quello che facemmo noi negli anni ’70. La discografia ufficiale non ci volle, allora ci accontentammo di un discografico di liscio che ci fece fare il primo disco, per due anni lo proponemmo in lungo e in largo. Si partiva dalle canzoni, poi si facevano concerti e si approdava a una etichetta con una certa credibilità. Oggi si tende a far diventare una persona un personaggio e poi, solo poi, si chiede di dimostrare il suo talento. Prima famosi, poi semmai capaci.
Sono convinto che il tempo mi darà ragione. Le belle canzoni hanno una loro strada che funziona a dispetto di radio e tv: “Chiedi chi erano i Beatles” ha seguito questa via.

Sì, ma all’epoca c’erano i club dove proporre musica originale…
La attuale situazione live è grave, i locali preferiscono le cover, nei karaoke televisivi si fanno emulazioni e i giudici si sbellicano in complimenti, ma una cover è una cover, spesso indice di mancanza di idee. Un’epoca è contrassegnata dalle canzoni, se penso a “Yesterday” o all’Avvelenata mi viene in mente un periodo storico, non solo una melodia. Spero che il passaparola sia una forma di comunicazione ancora virtuosa.

Siete coinvolti in iniziative per l’Abruzzo?
Avremmo partecipato volentieri al progetto “Domani” ma nessuno ci ha chiamato. Andrò a giocare a Veroli con la Nazionale Artisti di Basket e inoltre, attraverso la SIAE, daremo fondi per restaurare il Conservatorio dell’Aquila.

In concerto ha dedicato ‘La mia canzone per te’ a Peppino Englaro. E’ stato colpito dalla sua vicenda?
Non l’ho scritta pensando alla storia di lui e di Eluana ma l’ho incisa nei giorni in cui assistevo alla crocifissione di questo padre da parte di persone che si reputano religiose. Da allora, quando la canto, mi commuovo pensando a lui. Avevo un sacerdote che si chiamava Don Gianni, mi insegnò l’esame di coscienza, trovare la fede attraverso la propria identità, autodeterminazione e non obbedienza cieca.

Il tour estivo?
Partirà domani da Ferentino, provincia di Frosinone, e saremo vicini, fisicamente e emotivamente, a Piazza San Giovanni. Sappiamo quando partiamo e mai quando arriviamo. Suoneremo in tutta Italia, basta ci sia un palco e energia elettrica. Il resto lo portiamo noi coi nostri trenta brani di repertorio.

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fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=56569&sez=HOME_SPETTACOLO

stadio – gioia e dolore – diluvio universale (vasco rossi)

(….ascoltate fino alla fine!!!!!, freemusikk )

Stadio – Perdiamoci

Tracklist:

  1. Diluvio Universale
  2. Gioia e dolore
  3. Perdiamoci
  4. Un pensiero per te
  5. Cortili lontani
  6. Come pioggia in mare
  7. Benvenuti a Babilonia
  8. Autunno
  9. Non si accorgerà
  10. In questo vortice
  11. Resta come sei
  12. La mia canzone per te

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Stadio - Un pensiero per te

4:02
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KENIA – Indetto lo “sciopero del sesso” per indurre a miti consigli premier e presidente

Un gruppo di intraprendenti donne, ribattezzato G10, ha infatti convocato uno “sciopero del sesso” di sette giorni, minacciando addirittura di voler assoldare prostitute per costringere gli uomini all’astinenza forzata

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Ida Odinga, moglie del primo ministro ha aderito all’iniziativa

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Sciopero del sesso in Kenya (Ap/Lapresse) Nairobi, 30 aprile – La moglie del premier keniano, Ida Odinga, fa lo sciopero del sesso: e la sua adesione è quella di maggior spicco, nell’insolita battaglia decretata da un gruppo di attiviste keniane per indurre a più miti consigli i due rivali al governo di Nairobi, il premier Raila Odinga, e il presidente, Mwai Kibaki.

Un gruppo di intraprendenti donne, ribattezzato G10, ha infatti convocato in Kenya uno “sciopero del sesso” di sette giorni, a partire da oggi; minacciano addirittura di voler assoldare prostitute per costringere gli uomini all’astinenza forzata.

E adesso, dopo l’adesione di Ida Odinga, si spera che allo sciopero si unisca anche lei, la moglie del presidente, Lucy Kibaki, un assenso -dicono le ‘pasionarie’, che sarebbe “importante perché la misura abbia incidenza sulla classe politica”.

Ida Odinga ha detto che “appoggia con l’anima e il corpo l’iniziativa che “non deve essere considerata una punizione, ma un’iniziativa per attirare l’attenzione sul problema”.

Per il momento né il presidente né il premier -evidentemente troppo presi dalle liti interne al governo di coalizione, ormai sull’orlo della rottura- hanno fatto alcun riferimento alla “battaglia”.

Il 29 febbraio dell’anno scorso, Kibaki e Odinga hanno firmato quello che il G-10 liquida come un “matrimonio di convenienza”, un accordo che comunque aveva posto fine a scontri post-elettorali che erano costati la vita a 1.500 persone e messo in moto 400.000 sfollati.

Le violenze erano iniziate sull’onda delle denunce di brogli da parte dell’opposizione, guidata da Raila Odinga, che contestava la vittoria, per la seconda volta consecutiva, di Mwai Kibaki.

Dopo un anno di dissapori, la tensione si è acutizzata lunedì quando Odinga ha minacciato nuove elezioni.(AGI)

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fonte: http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/04/30/171036-indetto_sciopero_sesso.shtml

INCHIESTA ALTROCONSUMO – Cellulari poco ecologici, così difficili da smaltire

Altroconsumo ha analizzato 19 modelli per valutare l’impatto ambientale, la presenza di sostanze nocive e la possibilità di riciclarli: oltre la metà non ha passato il test

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di RITA CELI

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C’È chi vorrebbe distruggerlo perché squilla troppo, c’è invece chi vorrebbe vederlo sparire per quella telefonata che non arriva mai. C’è poi chi lo getta via solo per acquistarne uno nuovo. Qualunque sia la fine di un telefonino, il vero problema è che non sarà facile distruggerlo e soprattutto riciclarlo. Lo dimostra un’inchiesta di Altroconsumo pubblicata nel numero di maggio che ha preso in esame 19 apparecchi tra le marche più diffuse (9 monoblocco e 10 a scorrimento) e ne ha verificato l’impatto ambientale: il risultato è che oltre la metà non sono riciclabili e quindi ecocompatibili.

L’inchiesta, precisa l’associazione di consumatori, intende valutare la compatibilità ambientale delle diverse fasi del ciclo di vita del telefonino, dalla produzione, imballaggio, accessori, consumi e smaltimento, limitandosi a fotografare il fenomeno senza voler dare valutazioni sui prodotti, di cui non indica nemmeno il prezzo.

“Il rischio ecologico è fondato”, scrive Altroconsumo spiegando con alcune cifre l’entità del pericolo: “per costruire 100 grammi di telefonino occorrono 30 chilogrammi di materiali, molti dei quali tossici e dannosi per l’ambiente”. Ancora più imponente il mercato della telefonia mobile che produce esemplari a getto continuo: “Solo in Italia si vendono 17 milioni di cellulari all’anno, apparecchi dalla vita brevissima: mediamente 18 mesi”.

I produttori di telefonini lavorano su estetica e hi-tech senza dare alcun valore a “questioni ambientali o all’impatto negativo delle loro scelte”. Dal punto di vista normativo, precisa l’inchiesta, “nessuno dei 19 cellulari esaminati presenta problemi, tutti i produttori rispettano la legge”. Ed è proprio la legislazione “ancora troppo permissiva” l’anello debole su cui punta il dito l’associazione dei consumatori.


L’esame dei telefonini è iniziato con l’analisi e il peso dei materiali a partire dalle confezioni, cavetti e accessori compresi. Poi si è passati alla fase di smontaggio delle varie componenti, quindi il cellulare è stato sminuzzato in particelle di 4 millimetri per poter effettuare l’analisi chimica per rilevare la presenza di sostanze nocive.

Decisiva nella valutazione la presenza di piombo e di metalli nocivi non contemplati nella normativa Ue, come il nichel, riscontrato in “quantità significativa” in 12 modelli su diciannove, pur essendo un metallo da evitare, scrive Altroconsumo, “perché può sviluppare reazioni allergiche (non sugli utenti, ma su chi ne entra in contatto in fase di produzione o smaltimento)”. Stesso discorso per la presenza di composti organici volatili (Cov), “sostanze contenute in colle, vernici e plastiche mal fatte che vengono poi rilasciate per lenta emissione” che dimostrano l’uso di materiali scadenti che “rappresentano un limite alla riciclabilità degli apparecchi, oltre che un rischio per i lavoratori”.

Passando alla fase di smaltimento, Altroconsumo spiega che “un telefonino facilmente smontabile si traduce nella possibilità di riciclare le varie parti che lo compongono”. Purtroppo, prosegue l’inchiesta, “questa condizione si verifica solo nel 50 per cento degli apparecchi, sia perché sono difficilmente smontabili (le componenti non sono tenute insieme a incastro ma per mezzo di colle e viti) sia per la natura intrinseca dei materiali usati, non riciclabili”.

Che sia possibile limitare l’uso di sostanze nocive, sottolinea l’inchiesta, lo dimostra il Motorola W230, unico telefonino che ha passato il test con il segno + (equivalente a Buono). Gli altri esemplari che hanno raggiunto la sufficienza (Accettabile) sono monoblocco, in gran parte prodotti in Cina: Sony Ericsson J120i, Sony Ericsson T280i, Lg Kp130, Lg Kp100, Nokia 1650, Samsung Sgh-M110, Samsung Sgh-C180. Tra i monoblocco l’unico “Mediocre” risulta il Nokia 2600 Classic. Tra quelli a scorrimento l’unico “Accettabile” è Lg Kf 600, tutti gli altri passano il test con “Mediocre” (Samsung Sgh-F330, Motorola RizrZ8, Samsung Sgh-U700, Sony Ericsson W580i, Nokia 6210 Navigator, Sony Ericsson W760i, Lg Km500, Motorola MotoZ10, Nokia 7610Supernova).

L’inchiesta dimostra in maniera evidente che i modelli a scorrimento sono “meno ecocompatibili” di quelli monoblocco. Altroconsumo si augura quindi che le aziende migliorino il loro status ecologico e suggerisce alcuni obiettivi da raggiungere con il minimo sforzo: sostituire il caricabatterie con un caricatore usb, vendere separatamente gli accessori e renderli utilizzabili su tutti i modelli, ridurre la confezione e i manuali, usare solo plastiche riciclabili e rendere possibile l’uso di due sim card contemporaneamente per evitare un secondo telefonino. Infine, il cellulare fuori uso non va gettato nella spazzatura ma nelle “piazzole ecologiche” allestite dalle aziende di nettezza urbana oppure, quando è possibile, consegnarlo al negozio dove si è acquistato il nuovo telefonino.

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30 aprile 2009
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Piena del Po, crolla ponte a Piacenza. Le auto finiscono in acqua: tre feriti

Crolla un’arcata, si apre l’asfalto e quattro macchine precipitano nel fiume

L’onda distrugge la Motonautica a Cremona. Allerta in Emilia Romagna

La Coldiretti stima in 100 milioni di euro i danni all’agricoltura

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Piena del Po, crolla ponte a  Piacenza Le auto finiscono in acqua: tre feriti
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CREMONA – L’ondata di piena del Po ha causato il cedimento parziale di un’arcata del ponte che collega Piacenza alla sponda lombarda, lungo la via Emilia. L’asflato si è aperto e quattro auto sono precipitate in acqua. I vigili del fuoco sommozzatori hanno recuperato almeno tre feriti. Uno di loro si è salvato aggrappandosi alla portiera dell’auto.

I blocchi di cemento che si sono staccati dal ponte hanno rischiato di danneggiare anche il collegamento ferroviario che corre parallelo al ponte stradale crollato. Per precauzione, i tecnici delle Ferrovie hanno verificato la stabilità delle strutture che, fortunatamente non hanno subito danni. Il blocco ai treni, paventato subito dopo l’incidente, non è stato applicato.

Nella notte il Po in piena aveva distrutto la Motonautica di Piacenza e allagato la Canottieri di Cremona. Gonfio d’acqua prosegue verso la foce lasciando alle spalle danni per 100 milioni di euro nell’agricoltura del basso Piemonte, e disastri nell’Alessandrino sconvolto dall’esondazione del Tanaro.

Danni a Piacenza. La furia del Po ha colpito questa notte Piacenza, affondando la sede galleggiante della motonautica e travolgendo otto motoscafi che erano ormeggiati alle banchine. Sono stati i rifiuti che trascina con prepotenza il fiume a danneggiare i galleggianti e a far affondare la sede della motonautica. Sconfortato, un socio dell’associazione racconta: “Da trent’anni quella casetta galleggiante era la nostra sede: c’era il baretto, gli uffici. Aveva resistito a tutte le piene, anche a quella del 2000 che era ben più grave di quella di ‘sta notte”.

Allagamenti a Cremona. E stamani è toccato a Cremona. Alle 9.30 il livello del fiume era quattro metri sopra il livello di zero idrometrico. Era cresciuto di quasi due metri dalla mezzanotte. Otto mila metri cubi al secondo d’acqua che si sono abbattutti contro le società canottieri rivierasche ed è stata ancora distruzione. I tronchi d’albero trascinati dal fiume in piena, si sono scagliati contro le barche ormeggiate come arieti. Le società canottieri Bissolati, Dopolavoro Ferroviario, Tamoil e Flora si sono ritrovate circondate dall’acqua come fossero isole. Parcheggi e campi di calcio sono finiti sommersi. Una piena paroganabile a quella del 2002. Il sindaco della città, Gian Carlo Corada, ha diramato un’ordinanza di preallarme e mobilitato decine di volontari.


Allarme in Emilia. Ora tocca a Reggio Emilia stare all’allerta. “Stiamo per attivare lo stato di allarme a Reggio Emilia – spiega il direttore della protezione civile dell’Emilia-Romagna Demetrio Egidi – mentre manteniamo il pre-allarme a Parma e lo estendiamo anche alle province di Modena e Ferrara. Nelle prossime 36 ore – aggiunge il direttore della protezione civile – la piena è prevista a Boretto e abbiamo già squadre pronte per il monitoraggio a Modena, anche se non è lambita particolarmente dal Po, e a Ferrara”.

Calamità per l’agricoltura.
E se l’acqua nel piacentino sta lentamente defluendo e i seimila sfollati hanno potuto rientrare nelle loro case, la Coldiretti stima in 100 milioni di euro i danni provocati dall’alluvione all’agricoltura. Le esondazioni hanno colpito i campi coltivati a grano, mais, ortaggi e foraggere dal Piemonte alla Liguria, dalla Lombardia all’Emilia ma anche in Veneto e, nei giorni scorsi, in Puglia e nel Lazio.
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30 aprile 2009
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I nostri figli senza maestri / Figli maleducati? Regole chiare e disciplina

http://blufiles.storage.live.com/y1puHbucgESe4MmmWwiG53HqTrkpcG0GjwlCoxKrKvkfIokLVRYIB4g5POAiwoLo7OZBEXHoMvE63_-ot15Th0C9NIFWvHbKNxv

I RAGAZZI E I SILENZI DEGLI ADULTI

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di Isabella Bossi Fedrigotti

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Della politica, di ogni suo minimo sussulto, controversia o screzio, si discute per giorni, si ragiona, si polemizza. Dei giovani e giovanissimi, dei loro problemi, dei loro allarmi, della loro violenza, dei terrificanti crimini che riescono a commettere quando ancora, almeno in teoria, devono rispettare l’orario di rientro dettato dai genitori, dopo un momentaneo commento incredulo e sbigottito, si tende, invece, a tacere. E così gli accoltellamenti, le rapine, le aggressioni, gli stupri di gruppo, gli assassini per opera di adolescenti o poco più transitano veloci, giorno dopo giorno, negli spazi delle cronache nere senza che ci prendiamo la briga di riflettere davvero su cosa sta succedendo nella nostra società. Di loro, dei ragazzi, quando li arrestano, si coglie per lo più la freddezza e l’indifferenza, non solo per le vittime ma anche per i propri cari e il proprio destino, quasi che qualsiasi cosa—compreso il carcere — fosse preferibile all’insopportabile noia che li affligge. E sembra specchiarsi, quest’indifferenza, nel loro abbigliamento, sempre uguale, jeans, scarpe sportive e felpa, del tutto indifferente a diversi luoghi e occasioni: casa, scuola, lavoro, pub, sport oppure discoteca.

Vanno e rubano, vanno e accoltellano, vanno e dan fuoco a un barbone, vanno e uccidono un compagno di scorribande, quasi sempre in gruppo, per farsi forza, naturalmente, perché da soli forse non oserebbero; e noi ce la sbrighiamo parlando di «fenomeno delle baby gang», come se il termine straniero minimizzasse la tragicità dei fatti. Ma da dove vengono e chi sono questi alieni crudeli e indifferenti? Da case normali per lo più; anche dal degrado, dalla miseria e dall’emarginazione, ma altrettanto, da case belle, quartieri buoni e famiglie per bene. Potrebbero essere figli di tutti noi, incappati per insicurezza, per solitudine, per noia nell’amico più forte, nel gruppo sbagliato; e si sa che il gruppo ormai conta più della famiglia, per il semplice fatto che la famiglia, nonostante il gran parlare che se ne fa, è oggi più debole che mai. Oltre a essere spesso dimezzata, per cui i ragazzi sono privi della costante ed equilibrante presenza di entrambi i genitori, non è più come un tempo affiancata e sostenuta nel suo magistero dagli insegnanti e da altre figure di educatori come, per esempio, i parroci, per ragioni che a volte risalgono paradossalmente proprio alla famiglia.

Se, infatti, padri e madri—come spesso succede — prendono sistematicamente le parti dei figli contro maestri e professori, è difficile che si crei quell’alleanza di intenti preziosa per l’educazione. E rinunciare a qualsiasi forma di istruzione religiosa è, ovviamente, una scelta rispettabilissima che però priva la famiglia di un supporto non indifferente. Moltissimi sono naturalmente i padri e le madri forti abbastanza per farcela da soli a insegnare ai figli cos’è bene e cos’è male, ma molti sono anche quelli che, invece, non ce la fanno. Ma c’è dell’altro, ed è la profondissima infelicità dei giovani. Perché è certo che sono infelici, lo gridano dietro i loro indecifrabili silenzi, che non sempre riflettono soltanto il comodo, rilassante oppure stanco silenzio degli adulti. È un’infelicità chiusa e senza desideri, peraltro, secondo il geniale titolo del romanzo di Peter Handke, perché non può esserci desiderio dove non c’è speranza.

Ecco, quel che atterra i nostri figli, quel che toglie loro qualsiasi energia positiva, quel che li rende tetri e annoiati e, dunque, disponibili alle trasgressioni più atroci, è la mancanza di speranze condivise. Speranze che molto prima di essere di natura economica sono di natura ideale, nutrimento e carburante indispensabile per i giovani. Anche per noi adulti, ovviamente, perché l’uomo non può vivere senza aspettarsi per domani una sia pur minuscola luce, ma in modo molto meno assoluto e radicale, perché abbiamo ormai imparato bene a difenderci dal vuoto. Speranze —condivise — che una volta riguardavano la politica, per esempio, oppure la religione o la cultura e che adesso, mediamente, s’innalzano fino ai successi della squadra di calcio del cuore o al sogno di finire in tv oppure alla conquista di un certo tipo di abbigliamento firmato e uniforme. Poveri ragazzi, viene da dire, però è questo il piatto che abbiamo preparato per loro, gli esempi che abbiamo fornito, i modelli che abbiamo fabbricato. Ed è un serpente che si morde la coda perché se famiglia, scuola e istituzioni varie oggi si rivelano così deboli, così inascoltate e incapaci di educare è anche perché per prime sembrano aver smarrito nel tempo le ragioni forti del loro essere. I maestri, insomma, i tanto invocati maestri grandemente scarseggiano perché non credono più al loro magistero.

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30 aprile 2009

fonte: http://www.corriere.it/editoriali/09_aprile_30/bossi_fedrigotti_nostri_figli_senza_maestri_5a0211de-3544-11de-92cb-00144f02aabc.shtml

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Figli maleducati? Regole chiare e disciplina

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Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

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I nostri bambini sono mediamente i più maleducati e i più grassi d’Europa. I nostri adolescenti hanno un preoccupante tasso di bullismo e di comportamenti a rischio (alcool, fumo, droghe).
Con incrementi percentuali, aumentati nettamente negli ultimi anni, che li stanno collocando tra i ragazzi peggiori d’Europa. Non ultimo, e molto triste, con un andamento percentualmente più aggressivo per le ragazze.

Esiste un denominatore comune tra questi comportamenti apparentemente molto diversi, in età successive? Sì: ed è il trionfo dell’impulsività, garantita e protetta dal lassismo educativo fino alla mancanza totale di regole nell’educazione familiare e scolastica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Inutile chiedere “ordine” in città se non si (ri)comincia dal microcosmo della famiglia.

Inutile chiedere di ridurre la cosiddetta microcriminalità, anticamera della macrodelinquenza, se la deriva delle norme in corso non viene bloccata e invertita di tendenza a partire dall’educazione alla vita che si respira a casa. Inutile fare campagne antiobesità se il cibo viene usato come
surrogato per carenze sostanziali affettive da parte dei genitori. Inutile indignarsi della distruttività assassina che gruppi di adolescenti hanno mostrato verso loro coetanei, al Nord come al Sud dell’Italia, se il rispetto degli altri, dei loro sentimenti, della loro vita, non viene assimilato fin dai primi anni. Inutile stupirsi dello scarso rendimento scolastico se il caos in aula è ingovernabile. Viziare i figli si sta rivelando suicida, e non solo in senso metaforico.

E’ indispensabile ricominciare a dare delle regole ai bambini e agli adolescenti, iniziando dai comportamenti fondamentali. Dal modo in cui si sta a tavola, alla quantità del cibo, agli orari, al rispetto degli altri e degli adulti, all’uso appropriato del telefono. Dal rispetto delle regole elementari di convivenza civile alla moderazione degli impulsi e dell’aggressività, avendo il
coraggio di far rispettare i principi su cui si basano le relazioni di qualità.
Sì, perché ci vuole coraggio per dare regole chiare e farle rispettare, con una disciplina adeguata. E ci vuole coraggio perfino a parlare di disciplina in un Paese come il nostro. Anche perché si è perso il senso profondo di questa parola (che deriva dal latino “discere”, imparare) e se ne percepisce erroneamente solo il senso repressivo e punitivo. In realtà l’obiettivo costruttivo di una disciplina ben usata è di ottimizzare l’apprendimento, in primis, dell’arte di vivere, nelle sue varie forme, alla cui base stanno l’empatia e la convivenza civile. Non reprimendo ma canalizzando le energie e la vitalità con regole sane. Con giochi sani e tanto sport per dare al corpo la felicità di esprimere emozioni e sentimenti nel modo più naturale e insieme più istruttivo. Incoraggiando nel bambino e nell’adolescente la spontaneità, ma non lo spontaneismo, che è impulsività allo stato puro. Incoraggiando l’assertività, ma non la distruttività. Insegnando che il sacrificio e la fatica sono ingredienti intrinseci dell’apprendere, a scuola come nella vita.
Insegnando ad argomentare senza gridare e senza insultare. Esigendo il silenzio nella classe, per favorire di nuovo la concentrazione e l’apprendimento. E’ impossibile concentrarsi e memorizzare se si è continuamente disturbati dal chiacchiericcio, da decine di sms, dal rumore di fondo di una classe ingovernata, diventata oggi palestra di aggressività, bullismo e intemperanze, invece che luogo elettivo dell’apprendere…
Non teorizzando, ma dando il buon esempio, innanzitutto con i nostri comportamenti, a casa, a scuola, nella vita. Perché i piccoli imparano guardandoci, e imitandoci. Se non corriamo subito ai ripari, queste nuove generazioni arriveranno rapidamente a perdersi in un magma di impulsività
autolesionista e di ignoranza.

In positivo, le molte famiglie che ancora oggi educano i figli con amore sì, ma anche con regole chiare e fatte rispettare con affettuosa fermezza, e vigile attenzione, dimostrano che questo è possibile. Che una sana disciplina non è un sogno retrò, ma il modo migliore di amare, aiutando bambini e ragazzi a crescere sereni, solidi e affettuosi, ottimizzando la loro capacità di realizzarsi nella vita, e di essere più a lungo felici.

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fonte:  http://www.alessandragraziottin.it/pdf/articoli.php?ART_TYPE=AQUOT&EW_FATHER=4857

www.alessandragraziottin.it, Attività divulgativa – In edicola, Quotidiani 19/05/08
Figli maleducati? Regole chiare e disciplina

INFLUENZA, LA DIRETTA – Febbre virale, 260 malati in 11 Paesi. Bimba italiana ricoverata in Messico. Quarantena per chi torna dal Messico

Fazio: “In quarantena i turisti”

https://i0.wp.com/www.leggonline.it/LeggoNews/HIGH/20090426_suini.jpg

Oms: “Aumentano i casi accertati. Ricoverata a Oaxaca una bambina di poco meno di 2 anni. Nell’ospedale di Baden test positivo per un cittadino svizzero di ritorno dal Messico. Primo caso accertato anche in Olanda, un bambino di 3 anni. Il Fondo monetario internazionale avverte: “L’impatto della malattia sull’economia sarà piuttosto drastico, soprattutto nel settore turistico”. Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio consiglia: “Chi torna dal Messico, rimanga a casa sette giorni. Da domani controlli alle frontiere”. Berlusconi mangia in pubblico cubetti di mortadella per testimoniare la bontà del prodotto italiano
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La direttrice dell’Oms Margaret Chan

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21:08 260 i casi positivi

Sono 260 i casi positivi di influenza da suini, mentre i casi di morti per il virus sono saliti da 8 a 12: lo ha reso noto alla stampa il ministro della sanità, Josè Angel Cordova.

Nessuna quarantena, ma solo consigli improntati alla prudenza per i turisti che rientrano in questi giorni in Italia dal Messico. Lo precisa il ministero del Welfare, ricordando i suggerimenti del sottosegretario Ferruccio Fazio.

In Puglia è stata accertata la negatività di due casi sospetti di contagio da influenza suina che sono stati valutati negli ospedali Perrino di Brindisi e Riuniti di Foggia. In entrambi i casi si trattava di turisti provenienti dal Messico con sintomi similinfluenzali.

Un funzionario del Ministero dell’Energia che si è recato in Messico in vista della visita del presidente Obama a metà aprile è tornato a Washungton con sintomi influenzali ed è stato sottoposto a test. Lo ha annunciato il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs.

In Croazia tutti i sei i giovani, ricoverati ieri per il timore che avessero contratto il virus della nuova influenza negli Stati Uniti, da dove sono tornati mercoledì, sono risultati negativi ai test e saranno dimessi domani.

Evitate strette di mano ed abbracci e rinviate, nella misura del possibile, i viaggi non indispensabili nei Paesi a rischio. Sono alcune delle raccomandazioni per limitare i rischi di trasmissione del virus dell’influenza da suini trasmesse dalle Nazioni Unite al personale ed ai visitatori. La nota raccomanda anche di restare a casa in caso di febbre o male alla gola, di coprirsi la bocca per tossire ed il naso per starnutire, di lavarsi bene le mani, di evitare i contatti con i malati e di indossare una mascherina nel caso di starnuti frequenti.

Per i possibili contagi del virus il governo è preoccupato in particolare per i più giovani. Lo ha detto il sottosegretario Ferruccio Fazio, incontrando i giornalisti a Lussemburgo. L’invito dell’esecutivo a prendere una “quarantena” di una settimana per coloro che rientrano dal messico, è infatti rivolto “con particolare riguardo” a coloro che lavorano o che fanno parte delle “popolazioni scolastiche”.

L’organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ritiene che sia l’emisfero Sud, dove ora sta arrivando l’inverno, ad essere maggiormente esposto al virus della febbre suina. Lo ha dichiarato il numero due dell’organizzazione, il dottore Keiji Fukuda.

In Toscana tre nuovi casi sospetti: a Viareggio, Grosseto e Massa. In tutti e tre i casi si tratta di adulti tornati negli ultimi giorni dal Messico. Per quanto riguarda il caso di Massa, i sanitari hanno ritenuto necessari ulteriori accertamenti e un campione è stato mandato all’Istituto superiore di sanità.

Sarà il medico a decidere se il cittadino che rientra in Italia dal Messico ha diritto a rimanere a casa dal lavoro sette giorni come misura preventiva. Farà fede il certificato medico che verrà consegnato al lavoratore. Lo ha precisato oggi a Lussemburgo il sottosegretario alla salute Ferruccio Fazio, che aveva consigliato la misura al termine del Consiglio dei ministri della Sanità dell’Ue.

Il totale dei casi umani di influenza A (H1N1) ufficialmente notificati all’Organizzazione mondiale della sanità è salito a 257 (148 ieri). Gli Usa hanno notificato 109 casi umani confermati in laboratorio, di cui uno letale. Il Messico ha confermato 97 casi, tra i quali sette decessi. Ecco i paesi che hanno segnalato casi confermati, ma nessuna vittima: Austria (1), Canada (19), Germania (3), Israele (2), Olanda (1), Nuova Zelanda (3), Spagna (13), Svizzera (1) e Regno Unito (8).

Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha detto: “Da domani, massimo dopodomani, scattano i controlli alle frontiere comunitarie per intercettare i viaggiatori provenienti dal Messico, prendere nota della loro identità e comunicarla alla Asl, per vedere se sviluppino febbre”

La bambina italiana ricoverata in Messico si chiama Angela ed è figlia di padre italiano e di madre messicana. La famiglia è residente in Messico

18:58 Bimba italiana ricoverata in Messico

Una bambina italiana è stata ricoverata in ospedale a Oaxaca, in Merssico, con i sintomi dell’influenza suina. La bambina, di un anno e nove mesi – ha riferito l’ambasciatore italiano Felice Scauso – ha risposto bene al trattamento medico ed è stata dimessa. Tra qualche giorno si saprà se i sintomi sono compatibili con quelli dell’influenza suina

Le autorità messicane hanno lanciato un appello ai 27 Stati membri dell’Ue affinchè non vengano prese delle misure restrittive nei loro confronti

L’Oms ha deciso che il termine “febbre suina” è fuorviante perché indica un rischio legate alla carne di porco. Per questo l’autorità sanitaria dell’Onu ha deciso di cambiare il nome del virus H1N1. Per ora non si conosce però il nuovo termine esatto

L’impatto economico della febbre suina potrebbe rivelarsi “piuttosto drastico” per alcuni paesi. Lo ha affermato il capo economista del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard, secondo cui sarà soprattutto il settore del turismo a subire le conseguenze più gravi

Un italiano su dieci ha rinunciato a comprare carne di maiale. Sul sito della Coldiretti è scritto però che “una stragrande maggioranza – il 72% – non ha mutato le abitudini e continua a consumare regolarmente carne di maiale”

I ministri della Salute dell’Unione europea hanno respinto la proposta del governo francese di vietare i voli verso il Messico a livello Ue

17:23 Oms: “I casi accertati salgono a 236”

Il totale di casi umani di influenza suina ufficialmente notificati all’Organizzazione mondiale della sanità e confermati da analisi di laboratorio è salito a 236 contro i 148 ieri. Lo ha annunciato oggi il vice-direttore dell’Oms Keiji Fukuda

L’Oms conferma che non c’è ancora evidenza di un’allerta di pandemia a livello sei, massimo livello della scala di rischio. Ieri, l’Organizzazione mondiale della sanità aveva alzato da 4 a 5 il livello di guardia

Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha spiegato che la “quarantena” consigliata a chi rientra dal Messico è giustificata dall’elevata trasmissibilità del virus e dall’assenza di immunità da parte della popolazione”

Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha detto: “Chi torna dal Messico, rimanga a casa sette giorni”

Il numero dei pazienti ricoverati in ospedale in Messico dopo aver mostrato sintomi sospetti di febbre suina è stato dimezzato. Lo ha annunciato oggi il ministro della salute, Armando Ahued. Il sindaco cella città, Marcelo Ebrard, ha spiegato che le cifre confermano la stabilizzazione dei casi sospetti nella capitale, che conta 20 milioni di abitanti. Il sindaco ha esortato la popolazione a restare vigile

Primo caso di influenza suina in Minnesota e primo caso in Nebraska. Lo ha confermato il ministro della Sanità

Tre nuovi casi sono stati accertati in Gran Bretagna portando a 8 il numero di quelli conclamati

Un caso sospetto di nuova influenza è stato segnalato all’ospedale di Massa. Secondo quanto si è appreso i campioni biologici sono stati inviati al laboratorio di virologia dell’Istituto superiore di sanità per test specifici biomolecolari

La Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa (Ficr) ha annunciato oggi a Ginevra disposizioni immediate per aiutare le società nazionali e i loro milioni di volontari nel mondo a rafforzare al più presto i programmi di preparazione, controllo e assistenza per l’emergenza dell’influenza da suini

Secondo il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola l’emergenza sulla cosiddetta febbre suina è stata “molto ampliata”. Il ministro, intervenuto alla convention organizzata dalla Coldiretti, ha aggiunto che questa emergenza “desta allarme nell’opinione pubblica e sottolinea l’importanza della qualità e della sicurezza dei prodotti alimentari”

Un dipendente della Banca mondiale a Washington ha contratto il virus della nuova influenza A/N1H1. Il dipendente si è ammalato in Messico ed è in convalescenza. Lo ha fatto sapere la stessa organizzazione, precisando che è in corso un secondo esame per confermare la diagnosi. L’uomo, che si era recato in Messico per motivi di lavoro a metà aprile, è guarito completamente

Due casi sospetti di influenza suina in Sudafrica. Lo ha annunciato il portavoce del ministero della Sanità, Fidel Hadeba: “Ci sono due casi, ma non sono stati ancora confermati”. Il portavoce ha specificato che si tratta di persone che hanno viaggiato di recente in Messico

I ministri della Salute dell’Ue – per l’Italia il sottosegretario Ferruccio Fazio – hanno avviato in Lussemburgo l’atteso confronto europeo per fare il quadro degli interventi presi e di quelli che dovranno essere attuati, nell’ambito di una strategia di risposta comune alla nuova influenza da H1N1. Il dibattito si sta concentrando sulla controversa questione di introdurre o meno restrizioni nei viaggi verso il Messico, come propone il ministro francese della Salute Roselyne Bachelot. A questa proposta, si apprende da fonti comunitarie, si oppone fermamente la Commissione europea. Sulla stessa linea la Spagna che ritiene questo tipo di misura “non utile in questo momento”

Il ministero della Sanità spagnolo ha indicato che altri tre casi accertati di nuova influenza sono stati individuati nel Paese, portando a 13 il numero totale per ora di persone che hanno contratto la malattia. Due nuovi casi sono stati registrati a Madrid, uno in Murcia, nel sud della Spagna. Inoltre sono 84 i casi sospetti tuttora sotto osservazione nel Paese

Il ‘test rapido’ per l’ultimo paziente di questa mattina, risulta negativo ma per maggior sicurezza si effettueranno altri test i cui risultati si conosceranno domani: per gli altri 13 casi ‘sospetti’ esaminati, l’esito dei test è negativo. Lo precisa all’Agi il direttore generale dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, Laura Pellegrini, in merito alla ‘nuova influenza umana’ già ‘influenza suina’. Dunque, dei 14 casi ‘sospetti’ valutati allo Spallanzani, tutti risultano negativi, salvo appunto i test cui sarà sottoposto l’ultimo arrivato

La Spagna non ritiene utile introdurre eventuali limitazioni ai viaggi per contrastare il virus della nuova influenza H1N1. “Consideriamo che non sia una misura utile in questo momento”, ha detto ai cronisti in Lussemburgo il ministro spagnolo della Sanità, Trinidad Jimenez, precisando che “dal punto di vista tecnico non ha nessuna utilità”

Il ministero della Sanità russo ha sconsigliato i viaggi nel continente americano. Lo riferisce l’Interfax citando un comunicato. Il ministero ha chiesto agli operatori turistici di informare i cittadini intenzionati a partire per viaggi oltreoceano dei possibili rischi di contagio dalla influenza da suini e di raccomandare fermamente di evitare i viaggi nel continente.

Una passeggera giapponese del volo della Northwest Airlines proveniente da Los Angeles e diretto a Tokyo è stata trovata positiva ai test preliminari all’influenza da suini durante i controlli all’aeroporto internazionale di Tokyo Narita. Lo riferiscono fonti della società di gestione dello scalo, citate dall’agenzia Kyodo.

14:22 Bruxelles: sospensione voli spetta a governi

La decisione di sospendere i collegamenti aerei con il Messico deve essere presa dalle autorità nazionali, la Commissione Ue non ha il potere di assumere un’iniziativa di questo genere. E’ quanto si precisa a Bruxelles mentre a Lussemburgo prende il via il Consiglio straordinario dei ministri della Sanità chiamato a fare il punto sull’emergenza. La questione della sospensione di voli dovrebbe comunque essere discussa anche nel corso della riunione per valutarne la necessità e l’efficacia.

Chiusura a effetto per la convention della Coldiretti. Il presidente dell’associazione degli agricoltori offre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi un vassoio della mortadella per testimoniare la bontà del prodotto italiano, sotto i riflettori per l’emergenza legata a virus H1N1. Il premier accetta la sfida, mangia la mortadella e scende con il vassoio in platea, offrendo il prodotto italiano alle autorità sedute in prima fila.

13:54 “Madonna ha la febbre suina”, ma è virus informatico

Madonna ha preso la febbre suina: ma era un trucco degli hacker. In Gran Bretagna molte persone hanno ricevuto una e-mail dal titolo “Madonna caught swine flu”, ma se si apre il messaggio si propaga un virus che può causare danni al proprio computer. Un minor numero di persone ha ricevuto un messaggio intitolato “Salma Hayek caught swine flu”.

In Italia al momento non sono ancora stati segnalati casi confermati di nuova influenza umana A/H1N1. Lo sottolinea il ministero della Salute nel bollettino delle 12.

13:12 Spagna, 10 casi accertati e 87 sospetti

L’ultimo bilancio del ministero della Sanità spagnolo sui casi di febbre suina nel Paese iberico mantiene a 10 il numero delle persone colpite dal virus A/H1N1. Sono però salite a 87 le persone che si teme siano state contagiate.

Dopo le lamentele di tutti gli allevatori di maiali, che hanno visto crollare le proprie attività dopo la diffusione di quella che e’ stata chiamata anche a livello ufficiale febbre suina, l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ esamina oggi la possibilita’ di dare un nome diverso al virus. Già le autorita’ sanitarie degli Stati Uniti hanno deciso di rinominarla influenza ”2009 H1N1”, proprio a sottolineare che non sono i maiali la causa del contagio.

E’ un bimbo di tre anni, rientrato il 27 aprile da un viaggio in Messico, il primo caso di febbre suina in Olanda. Secondo le autorità sanitarie dei Paesi Bassi, i genitori del piccolo non sono contagiati, ma sono già sottoposti a terapia preventiva.

Le limitazioni ai viaggi tra Unione europea e Messico sono uno degli argomenti sul tavolo dei ministri della Sanità al Lussemburgo. Lo ha detto il ministro ceco Daniela Filipiova

Oggi l’unica arma di difesa dalla nuova influenza suina è una corretta igiene personale. La Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) sottolinea come la corsa agli antivirali sia “inutile perché non in grado di prevenire la malattia” e ribadisce che al momento non ci sono vaccini efficaci e non ci saranno per diversi mesi. La via di trasmissione è aerea, quindi sono a rischio tosse, starnuti e contatti stretti soprattutto in luoghi affollati ad alta concentrazione di persone. Le misure per evitare il contagio sono semplici: corretta igiene personale e frequente lavaggio delle mani; un metro di distanza è solitamente sufficiente per evitare la trasmissione di un virus per via aerea

Primo caso sospetto di influenza da suini in Serbia. Come ha detto alla televisione nazionale Rts il ministro della Sanità, Tomica Milosavljevic, accertamenti sono in corso su una donna giunta dal Texas a Novi Sad, nel nord del paese. I risultati delle analisi, ha aggiunto il ministro, saranno noti in giornata

Un vaccino contro l’influenza aviaria in corso di sviluppo presso la Novartis potrebbe costituire una base di partenza per quello contro la febbre suina: lo hanno reso noto fonti della casa farmaceutica svizzera

Sono state dimesse le due donne ricoverate ieri all’ospedale Cotugno di Napoli per sospetta infezione della nuova influenza che si è poi rivelata negativa. Le 63enne messicana e la 34enne donna di Marano hanno così lasciato le stanze sterili del Cotugno

Campagna informativa in Gran Bretagna per frenare il contagio da febbre suina. Con il titolo “Catch it. Bin it. Kill it” (Catturalo, intrappolalo, uccidilo), è partita una campagna di prevenzione che sarà trasmessa via radio, tv e a mezzo stampa. Il messaggio vuole spigare alla popolazione che, per frenare il contagio, bisogna coprirsi la bocca con un fazzoletto di carta, quando si starnisce o si dà un colpo di tosse, e lavarsi sempre le mani

Solo il 31% dei francesi è preoccupato per l’epidemia di febbre suina e il 77% ritiene che il paese sia ben preparato per farvi fronte: è quanto risulta da un sondaggio della Tns Sofres/Europe1

La situazione in italia per quel che riguarda l’influenza suina è “pienamente sotto controllo”. Lo hanno ribadito i ministri Sacconi e Matteoli svolgendo nel corso del Consiglio dei ministri un’ampia relazione sul tema. I ministri, si legge in una nota di palazzo Chigi, hanno ricordato che l’italia si adeguerà alle iniziative europee

Una bambina di 9 anni, rientrata da un viaggio in Messico, è stata ricoverata d’urgenza a Parigi dopo un malore, secondo quanto reso noto dalla sua scuola. Intanto, le autorità sanitarie francesi anticipano che un primo caso di influenza da suini sarà “molto probabilmente” confermato nelle prossime ore. I due casi sotto osservazione sono quelli di un uomo di una trentina d’anni, rientrato il 24 aprile da un viaggio nella regione messicana dello Yucatan e a Città del Messico, e di una studentessa di 20 anni anche lei rientrata dal Messico il 26 aprile

Primo caso certo di febbre suina in Olanda. Lo ha reso noto il ministero della Salute dei Paesi Bassi

Comincia sabato l’eliminazione dei 300.000 suini degli allevamenti esistenti in Egitto e dovrebbe durare da tre settimane a un mese. Lo ha annunciato il ministro della Sanità egiziano, Amin Abaza, annunciando anche l’istituzione di una linea telefonica (il 105) alla quale i cittadini potranno segnalare eventuali casi sospetti di influenza. I maiali saranno eliminati in strutture sotto controllo medico, e cioè in mattatoi dopo essere stati esaminati scrupolosamente per individuare la presenza di eventuali infezioni. In caso positivo gli esemplari saranno uccisi e le carni distrutte

Una riserva strategica a livello europeo di vaccini e farmaci antivirali per fronteggiare la pandemia di febbre suina. E’ quanto l’Italia proporrà nella riunione dei ministri Ue della Salute oggi in Lussemburgo, secondo quanto riferisce l’agenzia France Press. L’Italia, in particolare, proporrà “la possibilità di istituire una riserva strategica di antivirali e vaccini, nonché un programma comune di gestione e di acquisto”. Il progetto italiano prevede inoltre l’impegno degli Stati membri per “lo sviluppo di un vaccino pilota”. L’Europa attualmente possiede farmaci antivirali sufficienti per il 16% della popolazione, secondo la Commissione europea

La proposta del vice ministro della Sanità israeliano, Yakov Litzman di nominare la febbre suina febbre del Messico non è piaciuta all’ambasciatore del Messico in Israele, Federico Salas Lofte, che ha perciò rivolto un’aspra protesta al ministero degli esteri israeliano. Secondo quanto ha riferito oggi la stampa israeliana il diplomatico, in un colloquio telefonico col direttore della divisione America Centrale del ministero degli esteri Daniel Saban, si è detto “offeso e preoccupato per l’infelice proposta” del vice ministro

Il Sudafrica è in stato di allerta dopo i due casi sospetti di febbre suina denunciati ieri. Lo ha fatto sapere il ministro della Sanità Barbara Hogan

Oggi pomeriggio alle 14.30 si terrà in Lussemburgo il Consiglio dei ministri della Salute dell’Ue per un confronto sulla situazione in atto e l’illustrazione delle iniziative intraprese dagli Stati membri

Il presidente statunitense Barack Obama ha assicurato che la sua amministrazione fara’ ”tutto il necessario” per limitare l’impatto della febbre suina e si e’ detto contrario alla chiusura del confine tra Usa e Messico, spiegando che sarebbe come ”chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”. La situazione ”e’ causa di profonda preoccupazione, ma non di panico”, ha sottolineato il presidente americano.

Il presidente del Messico, Felipe Calderon, ha chiesto ai messicani di rimanere a casa durante un fermo parziale dell’economia dal primo al cinque maggio, per favorire la lotta all’epidemia di nuova influenza. Calderon ha parlato per la prima volta alla televisione da quando è scoppiata l’epidemia la scorsa settimana. Il Messico sospenderà per cinque giorni i lavori e servizi non essenziali, compresi quelli di alcuni ministeri e aziende private.

Il bilancio delle vittime della nuova influenza in Messico è passato da sette a otto morti su un totale di 99 casi positivi, ma il numero delle morti sospette è sceso da 159 a 84. Lo ha reso noto in una conferenza stampa il ministro messicano della Sanità, Josè Angel Cordova. Sui 99 casi positivi, “91 stanno bene”, ha aggiunto il ministro.

Un primo caso di nuova influenza è stato confermato in Svizzera dall’ospedale cantonale di Baden, nel nord. Lo ha reso noto nella notte un comunicato della struttura sanitaria. Il paziente, che veniva dal Messico, era stato dimesso ieri pomeriggio dopo un primo test negativo del Centro nazionale influenza di Ginevra. E’ stato nuovamente ricoverato dopo un secondo test, questa volta positivo.

Messico, il ministro della Salute chiede che le parti “non essenziali” dell’economia chiudano dall’1 al 5 maggio

Il Perù conferma il primo caso accertato di febbre suina e decide di fermare tutti i voli commerciali con il Messico

Obama consiglia di chiudere le scuole nei luoghi dove si verificano focolai dii febbre suina, ma afferma che gli Stati Uniti non intendono chiudere i confini con il Messico

Il virus dell’influenza H1N1 crea “una situazione molto grave”, ma l’America è pronta alla sfida: “Ogni americano deve sapere che il suo governo sta prendendo le massime precauzioni e i massimi preparativi”: lo dice Barack Obama nella dichiarazione introduttiva della conferenza stampa in prima serata anticipata dalla Casa Bianca.

In Europa ci sarà un certo numero di decessi per la nuova influenza di origine suina, anche se il vecchio continente è ben preparato a farvi fronte: se ne dice convinto un alto funzionario della Commissione europea. “Sì, qualcuno morirà a causa di essa. Non è questione di se qualcuno morirà, ma di quanti moriranno. Saranno centinaia, migliaia o decine di migliaia? Non conosciamo le dimensioni di questa pandemia, ma l’Europa è pronta più che mai”, ha detto il direttore generale per le politiche della salute e dei consumatori della Commissione Ue, Robert Madelin

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30 aprile 2009

fonte: http://www.repubblica.it/2009/04/dirette/sezioni/esteri/febbre-suina/diretta-30-aprile/index.html

Anniversario omicidio La Torre: Cerimonia in strada a Palermo / Honest people versus the Mafias

https://i0.wp.com/upload.wikimedia.org/wikipedia/en/thumb/5/5c/Pio_La_Torre.jpg/180px-Pio_La_Torre.jpg

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Pio La Torre considerava la mafia un ”cancro per la societa”’. E’ racchiuso in questo pensiero l’impegno civile e politico del segretario del Pci siciliano ucciso da Cosa nostra 27 anni fa. Lo ha ricordato, nella cerimonia davanti alla lapide sul luogo del delitto, Ninni Terminelli, segretario cittadino del Pd. Breve e semplice la commemorazione davanti a decine di amici e compagni di partito di La Torre.

C’erano, tra gli altri, Rita Borsellino, il presidente della commissione antimafia dell’ Assemblea regionale Lillo Speziale, il capogruppo del Pd all’ Ars, Antonello Cracolici, l’assessore regionale Francesco Scoma in rappresenta del governo regionale. Il ricordo di Terminelli e’ cominciato dalla figura di Rosario Di Salvo, il collaboratore di La Torre ucciso insieme con l’esponente comunista. Il suo spirito di ”militanza” esprimeva quello che Terminelli ha definito un impegno civile portato fino alle rinunce e al sacrificio personale. Per rimarcare il rigore etico di La Torre, Terminelli ha ricordato un episodio riferito da varie testimonianze. Il figlio del deputato del Pci doveva partecipare af una partita di calcio tra ragazzi. Ma quando La Torre ha saputo che uno dei proprietari del campetto aveva collegamenti con ambienti mafiosi chiese al figlio di rinunciare alla partita perche’, gli spiego’, ”con la mafia non bisogna avere alcun tipo di contatti”. La Torre, a cui si deve il ddl con cui e’ stato introdotto il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni dei boss, viene ricordato anche a Roma con una targa nell’atrio di Montecitorio.

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30 aprile 2009

fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/legalita/rubriche/cronaca/visualizza_new.html_958098804.html

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Un ricordo di Pio La Torre, pubblicato da Solleviamoci, potete leggerlo qui

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Articolo di un paio di anni fa sugli assassinii di La Tore, Falcone, Boresellino ed altri..

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Honest people versus the Mafias

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The recent execution of one of Liverpool’s noted gangland figures was a sign of how any area of this city could become an execution ground just on the mere say so of those running the scene or some up and coming with a reckless streak. The Echo reports that Colin Smith is rumoured to be worth around £200m. They report that he was Curtis Warren’s right-hand man before stepping into his former boss’s shoes after his jailing in 1997.

In other words, the Echo hints that the police know what’s going on and who runs the show, but can they stop it? The answer thus far has been a resounding no. In fact, it is to the police’s benefit to know that things are running smoothly with ‘peace’ between the gangs.

Parley with the mobs

We see this in LA in the USA as various truces between the crip and blood gangs might lead to less murders on the projects or council estates. The spill-over of violence from the ongoing drug trade and racketeering is contained within the projects.

Police in London have invited the leadership of London’s most violent gangs (muggers, gang rapists, crack and heroin distributors) for a meeting to see if they can all agree not to shoot more guns. The police are looking to parley with the gangs – come to an arrangement. (* parley, often used in military terms to describe a conference between opposing sides in a dispute, especially regarding an armistice)

The police in Liverpool get worried when the periodic assassination of leading figures makes the news. It means the police could look bad as a hail of bullets kicks off another round of tit for tat murders and the list of unsolved murders grows.

Below, Cesare Terranova: examining magistrate at the Palermo prosecuting office 1958-1971. This dedicated brave public servant was one of the first to seriously investigate the Mafia and the political corruption in an area which was notorious for corruption and Mafia activity.

Cesare Terranove

Corruption, at a certain level, is a point which is way beyond the normal cops and CID. They seem to be unable to touch some people whose only threat then becomes some other mob looking for a sniff of the action. No police station office wall seems to be covered with the photograph of the big players. The little fish with a few pounds worth of gear are rounded up as people who are rumoured to have anything from one to hundreds of millions are left to rule a few years before retiring in quiet seclusion.

In parts of Italy, city officials or ordinary citizens who stood up against the mafias would be targeted with ruthlessness. The Cosa Nostra (”our thing”) pulled the strings in Sicily’s economy as well as the local councils and even higher political office such as mayor and government office. Small businesses would sooner pay off the protection money than risk the consequences. Cops who showed some sign of being incorruptible would be slain and often by the word of another cop who took a pay off and attended the funeral.

The mafia are responsible for hundreds of assassinations of police, political activists, journalists and judiciary and businessmen who won’t pay protection cash. Women and children are murdered because they were in the way.

Even the leader of the Italian communist party Pio La Torre was murdered. (plus several other notable Communists) He was shot with his driver in 1982 outside Communist Party’s headquarters in Palermo. His crime was to pass a law recognising ‘mafia conspiracy’ and to pass laws to help authorities seize the assets of the families of the gangsters.

Below, Pio La Torre Communist leader, assassinated by the Mafia. R.I.P.

Pio La Torre

Italian author Roberto Saviano wrote the best-seller “Gomorra” about the Camorra, branch of the mafia. Unlike the authors who deal with this subject in the UK, he lives with an armed police bodyguard after receiving threats.

Roberto explains how the mafia will murder journalists who rumble corruption…

“They have killed eight journalists in Sicily since the 1970s. When the Mafia has problems with journalists, they kill them,”

He reassures us and himself… “But now the police in Sicily are much more effective than they used to be.” (More here on Mafia News website)

Despite having so called ‘code of honour’, the mafia was made up from men who would murder anyone for a price. There is no honour in pointing a gun at someone and murdering them for money. Just as the Sicilian mafia would corrupt a few low or even top tier government officials, their own ranks were often switched as they ratted each other out once presented with the evidence of phone taps and surveillance videos or tax bills. Faced with death in jail, things take on a different light for people only motivated by cash money.

Step forward Giovanni Falcone.

Readers might recall the story of Giovanni Falcone who was an Italian Judge who graduated towards fishing for whales, not some motorist doing 35 in a 30 zone. His calling in life was to specialise in prosecuting the Sicilian Mafia or ‘Cosa Nostra’.

Giovanni had what was termed a ‘classical’ education and took up study at a naval academy in Livorno before taking up law. He graduated in 1961, and followed the well known route of practicing law before being appointed a judge in 1964.

It is worth noting that judges in Italy are appointed, not elected. They will take a series of strict examinations before being appointed. Some might have bribed their way to this position in the past, but not Giovanni Falcone.

Giovanni cut his teeth in the bread and butter of penal law which meant he was dealing in local courts, officiating over any of the criminal laws which might incur a penal sentence. He’ll have seen all of human nature pop up there – and the experience will have served him well in honing his corruption detection radar. He served as a district magistrate in Sicily where his intelligent mind soon picked up on the pattern of mafia corruption seemingly missed by tens of thousands of officials whose task it was to uphold the law. Like the UK now, Italy back then, still chose to bury its head in the sand over the problem of organised crime.

The Sicilian mafia had extensive links in all the usual aspects of organised crime. Falcone was one of several brave judges and officials noted for bringing the ‘open secret’ out into the open. Sicilians in Sicily would laugh at the Italian American politicians who denied there was even such a thing as the mafia.

The Pizza Connection.

Pizza Connection

Falcone’s work progressed to such a point that he was able to reach across the oceans to help US authorities nail the infamous Mafia connections in the USA known as the Pizza Connection” (drug smuggling pioneers of the heroin trade) The gang had used the pizza parlours to launder the proceeds of drugs.

The much talked about Pizza Connection was a ‘small bust’ compared to the shipments we see today on a small island like the UK. 40 kilos of 85% pure heroin were uncovered which was probably the morning’s medicine for one state. In no small way this work by Mr Falcone pioneered the inevitable cooperation between international police forces and judiciary against the mafias. He knew that the mafias had local roots but international scope.

After all, most of the American mafias were not Red Indians – they were the baddies from the arriving waves of immigrant communities, Irish, black gangs, Korean, Jewish (Purple Gang) and obviously the Italians.

Mr Falcone became so good at his job of investigating corruption stemming from the mafias that he inevitably got ‘a price’ put on his head. He was one of life’s true heroes, not a working class hero from the poor end of town perhaps, but a hero for the working classes who often face the worse excesses of mafia like organisations. It is, after all, our sprawling estates and ‘projects’ which suffer the worse from the drug trade.

Below, the excesses of the drug trade. The filthy coward who murdered Rhys Jones.

Killer of Rhys Jones

Giovanni championed the cause of eliminating the mafia and became a figure of hope for the decent Italian people. Most ordinary Italians have no fanciful Hollywood romanticised notions about these cut throats and bandits.

Mr Falcone was killed by assassins of the Italian Mafia who worked with elements of a corrupt state that would murder its own if they uncovered the sins of the higher ups. Never mind the ‘code of honour’ – that meant nothing as they murdered Giovanni along with his wife Francesca Morvilio, also a magistrate. Officers Rocco Di Cillo, Vito Schifani and Antonio Montinaro were also slain as they drove at high speed but were torn to shreds in the massive explosion which would have turned the road itself into shrapnel.

The judge making waves was killed by a 350-kg dynamite bomb which was placed in a trench under the motorway. He was targeted as he drove along a motorway from Palermo Airport to Palermo at the town of Capaci on May 23 1992.

Below, figure 1, shows Falcone looking pensive in his later years. He accepted that his position carried a death threat. Figure 2 shows him and his devoted wife Francesca, figure 3 shows the devastation of the mafia bomb attack and figure 4 shows the coffin carrying Giovanni Falcone out of the Palermo cathedral.

Giovanni Falcone

Police, politicians and councillors, magistrates and judges were on the payroll of the Italian Mafia. The Mafia itself began in Sicily during medieval times. The nobles who ruled over and lived in various estates paid landlords to oversee the rent and so on. A similar arrangement could be found in the UK in what we term the Feudal Times in which the nobility would have complete control over vast estates and towns in the Middle Ages.

The rule of the nobility changed with the advent of the Industrial age and the new moneyed classes who would become landlords, slave traders and owners of industry. By the 1800s the Mafia was a straightforward criminal organisation offering to protect you from their organisation. The growth of similar mafias would spring in every industrialised nation.

The Italian mafias rose to power after WW2 when the USA Govt and military set up known mafia hoods as mayors or politicians overseeing various regions. Many mafia men posed as anti fascists to win political credibility. The later mafias of the early and late 20th centuries specialised in land acquisitions, buying up land that was earmarked for future development. The gambling in LA came from mobs pouring money into land with bent politicians all too willing to give building permission and licenses. Often as not, legitimate businesses would sit on consortium’s on which mafias also sat. Investment money is often pooled from various sources, and whilst one investor might be honest, another might be linked to corrupt politicians or councillors rubber stamping land for development.

Here is a simple breakdown of how a mafia will change a town landscape…

“Why are the newer districts of Palermo full of ugly buildings but lacking in green parks and efficient parking areas? Because the urban planning was undertaken by criminals. The Mafia, albeit often indirectly, built nearly half of the “new” city of Palermo, where the notoriously corrupt mayor Salvo Lima and his successor, Vito Ciancimino, literally sold building permits to Mafia front-men.”

Dave Tempest, OBE, JP, crook.

The above passage, from the website Best of Sicily, might seem a familiar story to residents of the ‘new towns’ in parts of Liverpool right now. We’ve had a council leader in Kirkby, Liverpool jailed for taking paybacks off corrupt contractors.

Dave Tempest, OBE, JP, leader of the then Kirkby Council was arrested in 1977. Independent journalists investigating him had noticed £10 million worth of building contracts going to one small local firm (Leatherbarrow’s) when the bigger national firms (who could build homes that lasted) never won the contracts. Tempest even stole materials to build an extension in his own home. Dave Tempest, George Leatherbarrow (the contractor) and Eric Spencer Stevenson (Architect) were arrested on conspiracy charges and later jailed. (more here)

Like Palermo, Kirkby and many other parts of Liverpool are full of ugly buildings but lacking in green areas and efficient parking areas.

Mafias specialised in getting councils on the payroll to give permission for anything from an extension to a house, a new wall or something major such as a football ground to an airport. Small stuff also is the meat and potatoes of bent officials. Favours big and small – its all corruption and each and every public official involved in corrupt activities should be jailed for long periods. The Chinese put them to death – we slap them on the wrist. There has to be a middle ground somewhere.

Top cops corrupted in the USA

As an example of the way corruption can reach up to the top, it is worth looking at the recent corruption cases involving the Former New York police commissioner Bernard Kerik.

Yer man Kerik, touted as Gods own gift to the ranks of the boys of the NYCPD has just been indicted on corruption and tax evasion.

Bernard Kerik also appropriated an apartment meant for the 9/11 injured (such as police or firemen and other parties) to recover in. Having diddled the traumatised and injured of 9/11 out of a bolthole that could save their lives – he used it to play around with prostitutes – which is pushing the American public to hope that this rat gets 40 years or more inside. He’ll be loved inside. Especially by the addicts and petty thieves he berated for years as ‘lowlife’.

The former police chief stands accused of (amongst other charges) “secretly accepting more than $250,000 dollars in renovations to his apartment from a construction firm with suspected mafia ties! He was ‘Correction Department commissioner’ under the mayor Giuliani – the so called ‘Zero Tolerance’ geezer who kicked a few tramps and crack dealers off the streets. Giuliani might be wishing he’d chosen his associates more carefully. Giuliani knew his city was being infested by mafias and bent cops and shifty city officials being wined and dined by contractors and people vying for contracts. Kerik used to be Giuliani’s chauffeur and bodyguard back in the ‘old days’.

A partner is mentioned as part of Keriks domestic ‘cover story’, but with the loose moralistic lifestyle the former top cop has led so far, maybe he had full permission to get it on with call girls and hookers. His loyalty to his own is famous, and he once reportedly dispatched a homicide detective to find his girlfriend’s lost cell phone (Washington Post). He was also a narcotic agent in his younger days which always throws up a raised eyebrow given the honest ones were a 25% minority in the bad old days.

How drugs corrupted an entire cities drug agencies

Three quarters of New York City’s Drug Enforcement Agency were busted and convicted after the heroin dealing Harlem black gangster Frank Lucas ratted them out to reduce a 70 yr stretch to 15. Honest cops in the NYCPD drugs departments were treated like pariahs. The cop who busted Lucas was hated for being honest in a city full of bent cops. The police had to set up squads who never went near a police station and worked direct for the District attorney. It was a good move as seen with three quarters of the cops supposedly protecting New York from drugs, selling them back to the dealers. (This true story is the topic of the new movie American Gangster)

The former New York City top cop Kerik pleaded guilty in a state court last year, accepting that work was done on his apartment for nothing. He also stands accused of not declaring a total of $236,000 in rent he received on a luxury apartment in New York’s posh Upper East Side.

Up go the cranes – out come the bribes.

City corruption is at its most likely when the cranes go up and big profits can be made with a minimum investment. Cash also comes pouring when thousands of jobs are lined up. With housing comes money opportunities which turnover millions as soon as the ink is dry. Councils in the UK are notorious for selling land or property for cheap prices.

Work agencies vie for the money spinning game of merely supplying workers and taking a slice of the wage for the privilege. Contractors, if they are bent, would not hesitate to pay a few people off. Often as not, being honest can drive people out of the building game. Using quality material, adhering to standards – its all costly. Even health and safety standards will suffer, which means cranes toppling. Noticed any of late?

Arms companies in the UK regularly slot a few quid to some spoil petulant Arab royal and we all it. Oil companies in Africa pay the lucky bandits and revolutionaries who kidnap their workers.

The oil companies, with a straight face, will say they don’t pay ransoms which is a lie that we all play along with. They are victim to a little protection racket – but pay up because they turnover more profit per ship full of oil than the kidnappers demand. If the kidnappers hurt the profit – we’ll see Nigeria bombed by USA stealth missiles, and robot drones smashing into distant villages.

Councillors and city officials in particular need to be squeaky clean and up to the job of getting value for money when local sites might be sold to bring some more money into the coffers. Whenever a police force are corrupted, you will find the political structure has been ‘got at’ first. Infect the brain, and the rest of the limbs will be of little use. They move but not with much purpose or intent.

The Hole Truth and nothing but…

The Mafias in Italy had a wealth of money to be made just by servicing the infrastructure of a city. For instance, contractors working for councils might be digging up holes and filling them in again. Sound familiar?

Dig one hole and lay two cables? No.

Dig two holes a few months apart and lay two cables. More men working = more cash. This cash comes from public coffers and if you see this kind of activity you can either point to incompetence or corruption.

All it needs is a council planning dept to give permission with local areas assets. The greatest robbery ever seen in the U.K. was the sell off of public assets such as housing and care homes and community centres and facilities of all kinds. Local councils are notorious for having councillors who just go with the tide and unlike the sea; a political tide can be manipulated. Who cares if the mug public stumps up for schemes which no-one needs?

Not even the mug public these days.

We’re too busy banging our head against a wall whilst opening letters which you know are bills. Most people won’t bat an eyelid if some slice of land is bulldozed and a housing estate set up.

Even some of the unions in Italy were in on the building scams. In Liverpool it seems the unions are absent from many sites these days. If some UK unions have been corrupted it’s from the knighthoods handed out to them and fat salaries rather than mafias. Some unions could be compromised though. Attacks on union officials in Liverpool have been noted. Threats to social campaigners have been reported.

In American, unions were compromised by the mafias, Italian and sometimes Irish and Jewish. Even to this day it is said that rubbish collection (privatised) is ran by mafias, who either tax the firms collecting, or own the firms. This goes for the dumps also which are lucrative money-spinners. Construction as stated obviously offers a massive wealth of opportunity for corruption. Even legitimate building contracts in the UK, such as the Millennium Dome, are outright scams which the government manages to brush over as just a kind of eccentric mistake that just happened.

Most land in the UK owned by private individuals is worth a fortune. Ownership of land is no light matter, especially when it is public land – land meant for generations of people to be able to use. This is where councils are the weakest link. Corrupt them and there will be billions of pounds worth of opportunities that can be manipulated in many of the major cities and many of the lesser boroughs and towns.

Extortion, protection rackets, drugs, gambling and prostitution and wholesale theft gave unimaginable amounts of cash to the Italian mafia. Blackmail often gives the mafia a handy man and in this day and age of technology, blackmail is a lucrative industry indeed.

Usually the bait for politicians and police is just cash money – which can be spent on whatever helps you make it through the night. You’d be surprised how many people would take a brown paper envelope stuffed full of cash. It is almost certain that building contracts all over the UK are being manipulated in local areas were old labour councils have basically ruled over their own little Republics for years on end. Opportunities for corruption are plentiful. Safeguards to prevent corruption are, shall we say, almost non existent?

Paolo Borsellino

The frightened ones die every day, those who are not afraid die only once. Paolo Borsellino.

Back to the Italian mafias, we find that two months after the brave Italian crime buster Giovanni Falcone was blown up, Paolo Borsellino, another anti Mafia magistrate who was meticulous at his job, was killed in another mafia bomb attack. You know he was a good man – because the Mafia keep evil men alive and use them.

Five brave police officers were also killed and many an honest cop has met this end as corruption lures even the police to knowingly pass information that would kill a fellow officer. The murder of Borsellino and the officers protecting him took place on July 19 of 1992.

Below, Paolo Borsellino in a vigil for his slain colleague Giovanni Falcone. One month after this photo was taken by Italian photographer Franco Zecchin, Paolo was to be murdered in a car bomb attack by the Mafia.

Paolo Borsellino

Although the reach of the mafias is still ongoing with the families of the arrested Dons taking up the mantle in some instances, the days of the Mafia heads being able to sit in the open, sipping wine in the sunshine, undisturbed by the due process of law, is not over, but its certainly underway.

In Jan of 1993 – Salvatore “Toto” Riina, the Mafia’s “boss of bosses,” was arrested in Palermo after 23 years on the run. He was later convicted with others of plotting the Falcone and Borsellino assassinations.

On April 11, 2006 the Italian Police finally arrested Bernardo Provenzano, who took over the vacancy as the Mafia’s “boss of bosses” following Salavatore “Toto” Riina’s arrest. He was nicked in a sparsely decorated farmhouse in the Sicilian countryside after 40 years avoiding Justice.

In September of this year (04 09 07) it is reported that the Sicilian chapter of Italian business association Confindustria “vows to expel any industrialist who pays the “pizzo” extortion fee to the Mafia.”

It took the middle class business associations centuries to admit they were all paying for protection. Only a few decades ago, businessmen even acknowledging the rackets were often ostracised by their own community.

In the final analysis – Liverpool needs people made of the same mettle as Giovanni Falcone, albeit some who do not get blown up with their wife and police escort.

Our corruption,might not be as bad as Italy, but we’ll never know until we tackle it.

Having local councils reign over billions of pound worth of real estate with no impartial scrutiny over their actions will lead to corruption.

What we need is police and judiciary trained in fraud, money laundering, and other tricks of the modern criminal trade.

We need police who fish for big fish and who don’t mind having a price on their heads. You know cops are not corrupt when that happens.

We also need a team of accountants, perhaps taken from some other govt services, to be pooled together as some hit team feeding the judges pooled to combat corruption. Their remit should be to investigate every land deal in Merseyside and every contract issued by councils. This would include licensing of any form, be it gambling, alcohol or the sex trade.

It only takes some smart operator with a degree in common sense to come up with a system whereby the process of investigation would be precise enough to uncover discrepancies.

Years ago, the process of investigation would entail a team looking at mountains of paperwork. Today, we still have to pick up on paperwork and traditional detective work but find more evidence in a digital format and can therefore easily get company records and transaction details, tax payments and vat and other useful information, all at the touch of a button. Hunting the pond-life just got a lot easier. Back in the 70s you’d work months to get information that many cops could gather now in matter of days.

New Labour Corruption.

New labour has already shown a capacity for corruption which has surpassed the levels which the Tories ever indulged in. At least some Tories went to jail and did a fair stint for their crimes. Who knows, maybe a bit of porridge with the working classes might wake them up a little bit.

New/old labour is made of Teflon, or some new variant of Teflon that is cop/prosecution proof. They are law to themselves at local and national level. There is little difference in some labour heartlands to the set up there and that of Palermo the region of Italy where links to the Mafia can still be found as fat rosy cheeked town councillors mumble to some local hood about deals in a green field site that needs a supermarket.

Diligent cops and judges and magistrates also mumble, but more of them talk about nailing the corrupt mafia and politicians rather than selling out their own community and nation to people who protect you from their own threats.

Rhys Jones aged only 11 was a victim of the outward sign of the corruption in Liverpool. In Italy we will also find children shot in a crossfire as some local hood gets vengeful and hits the wrong person or mows down a family. The mafia summons up the law of Omerata (Code of silence) to avoid being punished by those who they exploit. By any other name, this law is here in Liverpool, deviated from the traditions when the police themselves were seen as anti working class and the communities in Liverpool would close ranks to protect each other and the police likewise.

Omerata in Liverpool

We see the law of silence now taking place in Croxteth and Norris Green, whose mafia like apprentices, the runners and gunners vying for the future leadership roles of the drug trade, have murdered a child but still manage to hold the community and police at bay.

Giovanni Falcone would have spent a week in Croxteth and Norris Green and made up his mind as to why the silence was there in the community and the council offices. He would have looked at the police and asked questions and had the authority to do so. He would not have wasted time and would have looked into how the hundreds of millions of pounds of assets there have ended up into the hands of a few. Once that was established he would have known off by heart the familiar background story as to why Rhys Jones was shot down. The judge knew that corruption with mafias left a trail of bodies, women and children included. The myth that the mafia or gangsters don’t kill innocent people is a myth, pure and simple.

You cannot sell heroin and cocaine without having some poor child periodically murdered. Murder is accepted in that game. The murder of Rhys Jones might prick the conscience of a few gangsters in Liverpool, but most would have covered it up if they accidentally murdered him and quite a few are covering it up as we speak. It’s not about one errant kid with a gun.

Whereas local councillors in Croxteth and Norris Green have scratched their heads for years in a ritual charade of not knowing anything, Mr Falcone would have shown a more forward approach. He knew a drug front from a legitimate business and was busting pizza shop laundering operations in the 70s. He knew the values of land and way it could be purloined if the council was less than morally upstanding.

What we need in Liverpool and across the UK is a similar tactic to that tried by the Italian judges.

Dedicated to all those who have lost their lives fighting the mafia be they police, journalists, public officials, politicians or judges. Also the ordinary people who went to extraordinary lengths to oppose the corruption.

Thanks.

Candle of Remembrance for Mafia fighters who were slain

Candle of Remembrance for Mafia fighters who were slain

“The Mafia is oppression, arrogance, greed, self-enrichment, power and hegemony above and against all others. It is not an abstract concept, or a state of mind, or a literary term… It is a criminal organization regulated by unwritten but iron and inexorable rules… The myth of a courageous and generous ‘man of honour’ must be destroyed, because a mafioso is just the opposite.”

— Cesare Terranova, Italian Magistrate murdered in 1979

Useful links, first contains some photos of victims of Mafia taken by Italian journalist and photographer Franco Zecchin [some used here], parental or adult guidance advised as ever online.

Photos of Mafia Victims.

Remembering Judge Falcone

Mafia in History

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Fri 16 Nov 2007

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fonte: http://www.liverpooltimes.net/2007/11/16/why-liverpool-needs-its-own-giovanni-falcone/

Contrordine nella notte da Varsavia: “Via le veline”. E in lista ne resta una

IL RETROSCENA. Telefonate di Berlusconi a Letta e ai registi delle candidature

Da giorni sulle “bellissime” il malumore di una parte della base, soprattutto ex An

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di FRANCESCO BEI

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Contrordine nella notte da Varsavia "Via le veline". E in lista ne resta una
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ROMA – Lo chiamano effetto Veronica. Il vento ha cominciato a soffiare forte la sera di martedì, nel rush finale di chiusura delle liste del Pdl, ancora prima che fosse resa pubblica la dura protesta della signora Lario contro il “ciarpame senza pudore” di alcune candidature femminili. Il presidente del Consiglio, a Varsavia per il congresso del Ppe, informato preventivamente della tempesta in arrivo ha chiesto subito di essere messo in contatto con Gianni Letta e Nicolò Ghedini. In quei drammatici minuti, sul filo tra Roma e Varsavia, un rapido consulto ha prodotto la decisione inevitabile: rinunciare alle euroveline. La telefonata decisiva alle 22.20 a via dell’Umiltà, il premier in viva voce con i tre coordinatori La Russa, Bondi e Verdini: “E va bene, bloccate tutto. Togliete quei nomi, sostituitele e poi mandatemi le liste per l’ok definitivo”. Liste sbianchettate dunque? Denis Verdini, lasciando Montecitorio, nega tutto: “Il bianchetto – scherza – me lo metto sulle unghie, anche dei piedi. Ma sulle liste non l’abbiamo usato perché non ce n’era bisogno”. Oggi comunque Silvio Berlusconi sarà a Milano (è saltato dunque, fa sapere l’entourage di Gianfranco Fini, il consueto pranzo con il premier) e forse, dopo due giorni di comunicazioni interrotte, e potrebbe avere un chiarimento faccia a faccia con la moglie.

Eppure, al di fuori del refrain ufficiale contro la stampa gossippara, dentro in Pdl sono in molti a confessare che le veline c’erano eccome. E a ringraziare Veronica per lo scampato pericolo. In fondo erano giorni che dal territorio salivano fino a via dell’Umiltà i mugugni dalla base, dalle varie regioni, soprattutto gente di An, peones, per quei nomi catapultati senza alcuna esperienza dal mondo dello spettacolo alla rappresentanza europea. “Quando ho visto la lettera di Veronica – confida una deputata in vista del Pdl – ho capito che ce l’avevamo fatta”. Insomma, non tutto il male viene per nuocere. Ridendo sotto i baffi, Ignazio La Russa non resiste alla tentazione della battuta, non sapendo di essere ascoltato da un giornalista: “Noi tre coordinatori abbiamo lavorato bene, ma c’è una che ha lavorato meglio di noi”. Chi se non Veronica?


A fare le spese dell’effetto Veronica sembra siano state soltanto in tre, visto che altre ragazze come Angela Sozio e Camilla Ferranti erano già state escluse nei giorni precedenti. L’unica showgirl a resistere è stata Barbara Matera. La scure si sarebbe abbattuta su Elisa Alloro, presentatrice tv, Cristina Ravot, la giovane cantante delle serate di villa Certosa, e Susanna Petrone (Sud), valletta Mediaset di Guida al campionato. A chi martedì notte gli chiedeva spiegazioni, Berlusconi motivava la sua decisione in questo modo: “Io queste ragazze conoscevo, che si erano proposte per fare politica. Se ne conoscete altre fatemi un elenco e vediamo”. E il nuovo elenco di sostituite alla fine è venuto fuori, pescando frettolosamente anche fra segretarie e funzionarie di partito. L’altro problema è che pure alcune deputate, come Nunzia Di Girolamo, avevano dato forfait volontariamente, temendo un gioco al massacro con le preferenze. E così si erano creati altri buchi da riempire. Come Beatrice Lorenzin, che aveva convinto Fabrizio Cicchitto a darle una dispensa. O Anna Grazia Calabria, la più giovane deputata, volata fino a Varsavia per chiedere al Cavaliere di non mandarla allo sbaraglio.

Insomma, tra un “riempitivo” e l’altro, le liste alle due di notte erano pronte. “Si sarebbe potuto evitare tutto questo casino – si sfoga a cose fatte un alto papavero forzista, che se la prende con gli uomini vicini a Berlusconi – se qualcuno non avesse chiamato tutte quelle ragazze per fare un corso di politica con Frattini senza prima avvisarci. Avremmo chiamato trenta maschi, si sarebbero mischiati, e nessuno ci avrebbe fatto caso. Ma così era indifendibile”. Alla fine anche questa grana è stata chiusa, non senza sfregi all’immagine del Cavaliere. Sospira Sandro Bondi: “Dobbiamo tornare tutti a parlare di politica, quella vera. A star dietro a queste cose perdiamo tutti, politici e giornalisti”.

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30 aprile 2009
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