L’Irlanda (ma non solo!) ed il trattato di Lisbona

Ecco la Gazzetta Ufficiale che riporta il trattato.

Su Misteri d’Italia trovate la versione PDF (scaricabile, sono circa 280 pagine…): non si dica non vi forniamo la possibilità di farvi un’idea autonoma!

Quello che vi proponiamo, invece, è la traduzione di un articolo apparso su anphoblacht (giornale irlandese) prima della prima votazione del 2008 (domani gli Irlandesi sono richiamati ad esprimersi).

L’ha tradotto Luogocomune per l’Altra Sicilia; al termine il link per firmare la petizione.

“Nonostante la palese difficoltà, per il normale cittadino, di comprendere le effettive conseguenze che comporterebbe l’implementazione del trattato di Lisbona, è ormai chiaro che il rifiuto dell’Irlanda ha fatto da catalizzatore ad un malcontento inespresso, che ha trovato voce di recente anche nei presidenti di Cecoslovacchia e Polonia.

Quella che segue è la traduzione di un articolo irlandese – pubblicato prima del rifiuto referendario – che cercava di illustrare ai cittadini tali potenziali conseguenze negative. Fatto salvo per un paio di argomentazioni che riguardano l’Irlanda (la sua neutralità militare, soprattutto), il resto delle obiezioni ha lo stesso identico valore anche per noi.

20 ragioni per dire “no” al Trattato di Lisbona

.

1. Il Trattato di Lisbona, concordato dai leader europei nel novembre 2007, è praticamente identico alla Costituzione europea su cui si erano accordati i leader nel 2004. La Costituzione era stata respinta democraticamente dagli elettorati di Francia e Olanda, con dei referendum nell’estate del 2005.

Questi contestarono il contenuto antidemocratico e “destrorso” della Costituzione. Il fatto che i leader europei abbiano riproposto lo stesso testo in un formato differente è antidemocratico, ed è un insulto alla scelta espressa democraticamente dai popoli di Francia e Olanda.

2. L’articolo 46 del trattato di Lisbona stabilisce che “l’Unione avrà una identità legale“. Questo è un cambiamento profondo dei principi legali dell’Unione Europea, …
… perché la trasforma da una forma di cooperazione fra stati-nazione democraticamente eletti, ad una entità legale con dei propri diritti.

Una “identità legale“ permetterebbe all’Unione Europea di operare in ambito internazionale come uno stato, cosa che attualmente non ha il potere di fare. Potrebbe avere un proprio corpo diplomatico, negoziare e firmare accordi internazionali, incorporare accordi internazionali esistenti come legge, e richiedere un seggio alle Nazioni Unite.

3. Secondo l’articolo 9 del trattato di Lisbona il Consiglio Europeo cambia da una entità intergovernativa ad una istituzione dell’Unione Europea. Invece di agire negli interessi degli stati-nazione che lo eleggono, questo cambiamento significherebbe che il Consiglio potrebbe “promuovere i propri valori [quelli dell’Unione], portare avanti i propri obiettivi e i propri interessi”. Questi valori, obiettivi e interessi non vengano determinati da alcuna elezione, ma delle attuali e future leggi europee.

4. L’articolo 9 del trattato di Lisbona toglie agli stati membri il diritto automatico ad un Commissario Europeo, e riafferma l’indipendenza della Commissione: “La Commissione non riceverà ne richiederà istruzioni da altri governi o altre istituzioni, entità governative o uffici governativi”.

Poiché la Commissione è responsabile per la stesura delle leggi europee, e possiede il cosiddetto “potere di iniziativa“, questa “indipendenza“ significa semplicemente che non dovrà più rispondere ad alcun corpo di rappresentanti eletti, sia a livello nazionale che a livello europeo.

5. L’articolo 48 del Trattato di Lisbona conferisce all’Unione Europea il potere di modificare i propri trattati, senza ricorrere ad una conferenza intergovernativa, a un nuovo trattato o a una procedura di ratifica nazionale. Fino ad oggi le modifiche ai trattati europei richiedevano questi tre passaggi, assicurando che i governi nazionali – e, nel caso dell’Irlanda, la sua popolazione – venissero coinvolti nel processo decisionale.

L’articolo 48 annulla questo processo, e permette al Consiglio Europeo di apportare modifiche all’unanimità, senza alcun processo di ratifica nazionale. Questo significa che nel futuro si potranno fare importanti cambiamenti alla struttura, alle procedure o alle competenze dell’Unione Europea senza più ricorrere a un referendum.

6. Il Trattato di Lisbona contiene altri 8 articoli che conferiscono al Consiglio Europeo poteri specifici in determinate aree di azione, compreso lo spostamento della comune politica estera e di sicurezza dall’unanimità ad un voto di “maggioranza qualificata“, l’armonizzazione del codice penale, e l’estensione dei poteri ad un Pubblico Ministero europeo.

7. In totale il Trattato di Lisbona trasferisce 105 nuove competenze dal livello nazionale a quello europeo. Queste competenze coprono una ampia gamma di interessi incluso le politiche estere, di sicurezza, della difesa, del commercio, della giustizia ed economiche. Nessuna motivazione è stata offerta per lo spostamento dal livello nazionale a quello comunitario di queste aree di competenza. E’ il più importante trasferimento di poteri che sia mai avvenuto nella storia dell’Unione Europea.

8. Vi sono altre 68 aree di interesse, attualmente di competenza dell’unione europea, che passeranno da una approvazione all’unanimità ad un voto di “maggioranza qualificata” del Consiglio Europeo. Questo aumenterà il maggioritarismo del Consiglio, e ridurrà i processi decisionali consensuali.

9. Il trattato di Lisbona cambia il modo in cui vengono prese le decisioni al Consiglio Europeo. La già complessa procedura di voto per “maggioranza qualificata” verrà cambiata, con il risultato che il peso del voto dell’Irlanda verrà ridotto di oltre il 50%.

Allo stesso tempo verrà abbassata in maniera significativa la soglia che determina la maggioranza qualificata. Unitamente, questi cambiamenti ridurranno il potere degli stati più piccoli e sostituiranno progressivamente le procedure di decisione consensuale con il Consiglio maggioritario.

10. Oltre a questi significativi cambiamenti procedurali, il nuovo Trattato contiene anche degli importanti cambiamenti operativi espressi in maniera deliberatamente opaca (una lista di complicati emendamenti ai due trattati esistenti), e questo significa che vi saranno una trasparenza e un dibattito insufficienti sulle implicazioni di questi cambiamenti.

Chiarezza e trasparenza sono essenziali affinché la gente possa comprendere appieno il Trattato. Senza questa comprensione, come può la gente prendere delle decisioni responsabili su cambiamenti così profondi che riguardano il modo in cui la nostra vita viene regolamentata?

11. Il Trattato di Lisbona rafforza la direzione “destrorsa“ della politica economica, a discapito dei servizi pubblici e dei diritti dei lavoratori.

L’Unione Europea e il Trattato di Lisbona non parlano dei pubblici servizi. Anzi, li dividono in due categorie: 1) servizi di interesse economico generale, 2) servizi di interesse generale. Mentre non vi è una definizione dei servizi di interesse generale, la casistica legale europea definisce “attività economica” come l’offerta di un qualunque bene o servizio sul mercato. Con questa definizione, qualunque attuale servizio pubblico potrebbe ricadere sotto la categoria di “servizi di interesse economico generale”, invece che di “servizi di interesse generale”. L’articolo 16 del trattato di Lisbona pone nuove “condizioni economiche e finanziarie“ sui servizi di interesse economico generale (che sono specificate negli articoli 86 e 87 del trattato esistente). Queste condizioni implicano che i servizi – compresi quello sanitario, ad esempio, oppure i servizi educativi – siano soggetti alla libera concorrenza [“competition”].

Il protocollo 6 del trattato di Lisbona impone all’Unione Europea di assicurarsi che “la concorrenza non avvenga in modo distorto“. Questo conferisce all’Unione Europea il potere di rimuovere “distorsioni“ dall’esercizio dei servizi. Queste “distorsioni“ potrebbero includere i contributi statali, i finanziamenti pubblici, i mercati protetti, la salute, i diritti ambientali, quelli dei lavoratori, o i “monopoli“ statali. Presa nel suo insieme questa complessa procedura permette lo smantellamento integrale dei sussidi statali e del modello sociale europeo, promuovendo al suo posto la deregulation e la privatizzazione.

I socialdemocratici che difendono il trattato di Lisbona indicano il protocollo 9, e sostengono che questo escluda i pubblici servizi dalle regole di cui sopra. In ogni caso, non essendovi una precisa definizione dei “servizi di interesse generale”, in questo protocollo né altrove, le loro affermazioni non hanno alcun valore.

12. L’articolo 2/2 introduce per la prima volta la “stabilità dei prezzi“ come obiettivo dell’Unione Europea. Mentre nessuno ha da obiettare contro le misure che contengano l’inflazione, se questa inclusione della stabilità dei prezzi verrà usata come strumento per limitare la spesa pubblica degli stati membri, o per limitare il deficit nazionale, questo potrebbe chiaramente avere delle ripercussioni economiche negative.

Parimenti, se la stabilità dei prezzi si trovasse in conflitto con altri obiettivi – come il pieno impiego o il progresso sociale – toccherebbe alla Corte Europea di Giustizia decidere a quale obiettivo dare la precedenza, piuttosto che non ai governi degli stati membri democraticamente eletti. Per quanto ancora poco chiara, l’inclusione nella stabilità dei prezzi potrebbe finire per imporre agli stati membri una riduzione della pubblica spesa, danneggiando ulteriormente l’offerta del pubblico servizio e gli strumenti politici intesi a combattere la povertà e la diseguaglianza.

13. Gli articoli da 10 a 28 del Trattato di Lisbona incrementano il controllo europeo sulle politiche estere, di sicurezza e di difesa, aumentando la militarizzazione dell’Unione Europea, ed erodendo ulteriormente la neutralità dell’Irlanda.

L’articolo 11 dichiara che “la competenza dell’Unione in materia di politica estera e di sicurezza comune comprirà tutte le aree che riguardano la politica estera e le questioni sulla sicurezza dell’Unione“. L’articolo 27 dice che “la progressiva impostazione di una comune politica di difesa porterà ad un sistema di difesa comune” (articolo 28 b). Mentre le decisioni che riguardano la politica estera, di sicurezza e di difesa verranno prese all’unanimità, l’articolo 17 permette al Consiglio Europeo di agire come “maggioranza qualificata“ per votare sulla politica estera e di sicurezza. Come è accaduto per il mercato interno, questo è l’inizio del trasferimento del controllo delle politiche di sicurezza, estere e di difesa all’Unione Europea.

14. L’articolo 28c dice che “gli stati membri si impegneranno per migliorare le loro capacità militari“. Unitamente al “fondo di investimento iniziale“ e alle “procedure specifiche per garantire un rapido accesso ai finanziamenti urgenti nell’ambito delle iniziative della politica estera e di sicurezza comuni“ (specificate nell’articolo 28), gli stati membri saranno obbligati ad aumentare il loro contributo finanziario verso la capacità militare dell’Europa.

15. L’articolo 28/7 riafferma che “gli impegni e la cooperazione” nell’area della sicurezza e difesa comune “saranno in armonia con gli impegni presi con la NATO“. Questo effettivo allineamento con la NATO non è controbilanciato da alcun impegno a proteggere la neutralità degli stati membri come l’Irlanda.

16. Il trattato di Lisbona dimentica di prendere in seria considerazione la questione dei cambiamenti climatici, nonostante le argomentazioni portate dal governo irlandese.

Il governo è riuscito solo ad ottenere l’inclusione di sei parole alla fine dell’attuale provvigione: “promuovere misure a livello internazionale relative ai problemi ambientali mondiali, e in particolare a combattere cambiamenti climatici”.

Questa aggiunta è puramente simbolica, senza sostanza, e – considerando l’urgenza globale del problema – non fa nulla per promuovere l’impegno europeo ad affrontare seriamente la questione, nè conferisce all’Europa alcun potere aggiuntivo rispetto a quelli già esistenti.

17. L’articolo 2a conferisce competenza esclusiva all’Unione Europea sulle politiche commerciali, incluso le trattative sugli accordi di scambio internazionali. L’articolo 10 richiede che la “abolizione progressiva delle restrizioni sul mercato internazionale“ sia uno dei principi-guida nelle interazioni dell’Unione Europea con gli stati non appartenenti. Attualmente l’Unione Europea sta cercando di imporre alle nazioni in via di sviluppo l’abolizione dei cosiddetti “controlli oltre frontiera”, come imporre restrizioni ai diritti e alle regole dei lavoratori e dell’ambiente, indipendentemente dalle conseguenze che può comportare la rimozione di questi controlli. Presi nel loro insieme, questi due elementi indicano un significativo passo indietro nell’approccio dell’Unione Europea contro la povertà e la diseguaglianza nel mondo.

18. Il protocollo 12 del trattato di Lisbona, che riguarda la Commissione Europea per l’Energia Atomica, stabilisce che il trattato “resterà pienamente in vigore“. Uno degli scopi primari di questo trattato (conosciuto come EURATOM) è la promozione dell’energia nucleare. Il popolo irlandese rifiuta l’energia nucleare. Il trattato di Lisbona, come i suoi antecedenti, impone all’Europa di promuovere l’energia nucleare.

19. I difensori del Trattato di Lisbona sostengono che questo renderà l’Unione Europea più efficiente e democratica. Sostengono che il Trattato darà maggiori poteri ai parlamenti nazionali e ai cittadini, e maggiori protezioni sui diritti umani. Dicono che l’Unione Europea del “dopo allargamento“ non può più funzionare con il sistema vigente. Tutte queste argomentazioni non sono vere.

Le provvigioni relative ai parlamenti nazionali e ai cittadini sono di natura cosmetica, e vengono interamente diluite dal massiccio trasferimento dei poteri a livello europeo descritto più sopra. La Carta dei Diritti Fondamentali non aggiunge alcuna protezione ai diritti umani, e la sua applicazione è pesantemente limitata dalle leggi nazionali ed europee. L’Unione Europea ha continuato a funzionare senza crisi o cedimenti da quando è stata allargata. Questi argomenti vengono usati per distrarre l’attenzione dai 19 punti elencati più sopra.

20. I difensori del trattato sostengono anche che rifiutare il trattato di Lisbona significherà vedere d’Irlanda isolata e messa da parte nell’Unione Europea. Questo è un tentativo di imporre all’elettorato irlandese di accettare il trattato, nonostante i pericoli che comporta. Nel 2005 i cittadini di Francia e Olanda hanno respinto lo stesso testo, e questi paesi non sono stati né isolati né messi da parte. E non lo sarà nemmeno l’Irlanda se voterà contro il Trattato.
Traduzione di luogocomune.net

Fonte: http://www.anphoblacht.com/news/detail/23479

FIRMA LA PETIZIONE CONTRO IL TRATTATO

Online c’è anche un “questionario”, utile per ripassare i punti fondamentali di questo trattato.

Alcuni punti sono di interesse spiccatamente irlandese, ma la maggior parte ci interessa da vicino. Qui altri spunti di riflessione.

Riporto anche un commento che ho trovato nel blog di Beppe Grillo (e questo sì che ci riguarda!):

“Pena di morte reintrodotta nel trattato di Lisbona

.

di B. M.

In nessun Pese europeo è ormai in vigore la pena capitale. Ma ora, tutti stanno per introdurla senza saperlo – o senza dirlo – semplicemente per il fatto di ratificare il Trattato di Lisbona, la cosiddetta costituzione europea. Lo segnala Helga Zepp-Larouche (la moglie di Lyndon), messa a sua volta sull’avviso da un insigne gruppo di giuristi tedeschi ed austriaci.
Uno di loro, il professor Albrecht Schachtschneider, uno dei quattro giuristi che stilarono uno storico esposto contro il Trattato di Maastricht, ha spiegato come la pena di morta venga reintrodotta alla chetichella. Non è citata nel testo del trattato, ma in una nota di una nota a piè di pagina.
Proprio così: chi accetta il Trattato di Lisbona accetta con ciò anche la Carta dell’Unione Europea. La quale proclama: la pena di morte è abolita, ma poi rimanda ad una nota a piè di pagina, in cui si legge: «Eccetto che in caso di guerra, di disordini, di insurrezione» (war, riots, upheaval). La cosa è di estrema gravità giuridica.
Un intero super-diritto penale speciale viene affermato in una nota, senza alcuna definizione dei reati da punire con la pena suprema. Chi decide che i «disordini» eventuali hanno raggiunto un’intensità tale da far sospendere l’abrogazione della pena di morte? Quali tribunali la irrogheranno? Tribunali speciali, appositamente allestiti per l’emergenza? E quando una serie di proteste di massa comincerà a venire giudicata come «insurrezione», passibile di morte?”

Intanto…

Irlanda, domani nuovo referendum sul trattato di Lisbona

.

Secondo gli ultimi sondaggi il fronte del “si” è fermo al 46 percento delle preferenze.

Dopo il “no” espresso il 12 giugno del 2008 il popolo irlandese tornerà a pronunciarsi, domani, sul referendum circa la ratifica, da parte dell’Irlanda, del Trattato di Lisbona. Il protocollo, che dovrebbe sostituire la Costituzione europea bocciata nel 2005 dopo il no di Francia e Olanda, punta, rispetto alla prima, ad una divisione più netta delle competenze fra i singoli Stati e l’Unione. In caso di entrata in vigore non esisterà, per esempio, un solo trattato, ma saranno modificati i tre vecchi patti  istitutivi dell’Unione. Non ci saranno nemmeno simboli europei o riferimenti alla natura costituzionale del testo, mentre ritornerà in vigore la vecchia nomenclarura per gli atti dell’UE, che saranno “regolamenti” e “direttive” e non più “leggi europee” e “leggi quadro europee”. Un sondaggio dell’Irish Times, effettuato all’inizio di questo mese, ha rivelato che la percentuale del “si” è scesa sotto il 50 percento assestandosi al 46 percento delle preferenze, molto più basse le quote del “no” ferme al 29 percento, mentre gli indecisi, cresciuti di sette punti percentuali, sono ora al 25 percento.
Tanti gli aiuti finanziari giunti a sostegno della campagna a favore del “si”. In prima fila, naturalmente, la Commissione europea che ha stanziato circa un milione e mezzo di euro per la campagna pubblicitaria a favore del trattato. Micheal O’Leary, signore e padrone della Ryanair, ha investito mezzo milione di euro per promuovere le ragioni dell’adesione, promettendo anche un milione di voli gratis se gli irlandesi dovessero approvare il trattato. Altre due importanti aziende come Intel e Microsoft hanno fornito rispettivamente 200mila euro per la campagna. Sul fronte ideologico la mobilitazione politica più forte è venuta da parte di Fianna Fail, del Fain Gael, il partito laburista, e dei verdi che a un anno dalla “pausa di riflessione” degli irlandesi continuano a spingere per far vincere il “si”. Anche la Chiesa cattolica per voce dei suoi vescovi sta sposando la causa europeista, anche se, precisano i rappresentanti del Vaticano, “un cattolico può, in coscienza, votare si o no”. “Il trattato di Lisbona – recita un comunicato congiunto dei religiosi irlandesi – è di grandissima importanza, non solo per noi qui in Irlanda, ma anche per la forma futura del progetto europeo”.
La soluzione all’approvazione del Trattato di Lisbona non si troverà, tuttavia, col referendum di domani dal momento che bisognerà aspettare la ratifica del presidente ceco Vaclav Klaus, noto euro-scettico, che ha sempre sostenuto che non firmerà il documento, approvato l’anno scorso dal Parlamento, finché anche l’Irlanda non farà lo stesso.

Fonte: PeaceReporter

Infine un messaggio:

da PC di Irlanda www.communistpartyofireland.ie – in www.solidnet.org

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

22/09/2009

Cari compagni,

Ventisei Partiti Comunisti e Operai hanno firmato l’appello congiunto lanciato dal Partito Comunista di Grecia e dal Partito Comunista d’Irlanda. Vorremmo estendere il nostro ringraziamento a tutti quei partiti che lo hanno sottoscritto e chiedere a quelli che ancora non lo hanno fatto di firmarlo.

Il comunicato verrà diffuso alla stampa e pubblicato su Solidnet. Consideriamo il fatto che ventisei partiti abbiano sottoscritto l’appello una importante espressione di solidarietà con il popolo irlandese e con la sua lotta per difendere quel NO che in modo democratico è stato espresso nel voto di giugno 2008.

La lotta per un secondo NO entra in una fase cruciale, che vede la classe dirigente irlandese, sostenuta dalla Commissione Europea, impegnarsi con un grado di aggressività senza precedenti per costringere i cittadini a votare in favore del Trattato di Lisbona. La Commissione UE ha interferito nel processo democratico, con le minacce e con le promesse di denaro, pur di strappare il SI alla popolazione iralendese.

Questa espressione di solidarietà da parte dei rappresentanti da tutta Europa, al di là dei ristretti parametri dell’Unione Europea, è uno specchio fedele dell’internazionalismo e della solidarietà della classe operaia.

Eugene McCartan

Segretario generale

Partito Comunista d’Irlanda

Fonte: Resistenze

26 risposte a “L’Irlanda (ma non solo!) ed il trattato di Lisbona”

  1. homoeuropeus dice :

    Mi pare che alcune questioni che sollevi (come la pena di morte, che era prevista nel codice militare italiano fino a pochi anni fa: la aboli’ Prodi, mi pare) siano appunto cavilli: la vera questione rimane se l’integrazione europea e’ destinata ad andare avanti o a fermarsi (se vincono i NO).
    E io personalmente non ho dubbi….

  2. solleviamoci dice :

    Beato te, homoeuropeus, che non hai dubbi.
    Io invece ne ho tantissimi.
    Perché ad esempio non è che io sia contraria all’integrazione europea (tanto per, io sarei favorevole anche all’integrazione italiana… e non solo), solo dipende dalle basi su cui questa è fondata. Per estremizzare: allora potevamo lasciar fare ad Hitler e Mussolini, ora della fine l’Europa non si sarebbe chiamata così ma sarebbe stata comunque unita!
    Se poi per te la pena di morte è un cavillo (o più precisamente il fatto che ti potrebbero sparare mentre manifesti ed avrebbero ragione), io non sono d’accordo. E’ già successo troppe volte e non mi sembra un buon motivo per legalizzarla.
    Per non parlare del nucleare: ti ricordo che, checché ne dica o pensi o faccia questo governo italiano, il popolo si è espresso per il NO. Il PD non si sa bene cosa voglia (vedi post apposito sulle dichiarazioni di Bersani e Franceschini), ma a me hanno insegnato che la democrazia parte dal basso (altrimenti la si può chiamare, quando va bene, aristocrazia. O plutocrazia: che è quello che mi pare sarebbe l’Europa del trattato di Lisbona)…
    Europa unita sì, anzi mondo unito. Ma innanzitutto libera e democratica… non credi?
    Grazie per essere passato di qua. Anche se non sei d’accordo (anzi proprio per quello), ti aspetto ancora!
    ciao, elena

  3. homoeuropeus dice :

    Cara Elena, grazie della tua risposta: io non dico che e’ un cavillo la pena di morte (ci mancherebbe altro!) dico che la questione che tu sollevi sulla pena di morte e’ un cavillo, perche’ non viene come tu dici introdotta ma veine semplicemente previsto che gli stati che contemplano la pena di morte nel codice militare (e non in quello civile, dato che questo e’ un principio fondante dell’UE) possano mantenerla.
    Nessuna legge europea prevede che ti possano sparare impunemente!

    Io sono a favore di una Europa integrata e democratica, e proprio per questo approvo la costituzione europea.
    Tanto per restare all’esempio che fai tu, quello del nucleare: ma credi davvero che si possa affrontare a livello nazionale?
    L’Italia ha chiuso le centrali nucleari a seguito di un referendum, ma poi compra energia prodotta col nucleare in Francia…
    E’ sicuro? Chiedilo ai cittadini Liguri o Piemontesi che hanno le centrali a meno di 100 km da casa!
    E’ onesto? L’esito del referendum e’ stato tradito in ogni caso.

    Ecco vedi, se ci fosse una maggiore integrazione europea, con maggiori poteri per il parlamento, la commissione, il consiglio, la corte europea di giustizia, ecco, io credo che molte questioni che ormai gli stati nazionali non possono affrontare potrebbero essere affrontate in modo democratico e globale.
    E il Trattato di Lisbona seppure non perfetto fa sicuramente alcuni passi nella direzione giusta.

    P.S. non so da dove hai preso i 20 punti di critica al Trattato di Lisbona, ma sono completamente sbagliati e certe volte confondono addirittura quello che prevede la defunta Costituzione con quello che prevede il Trattato (come ad esempio il punto 4: il Trattato, con le ultime integrazioni prevede un commissario per stato, mentre la situazione attuale -Trattato di Nizza entrato in vigore nel 2003- prevede che dall’anno prossimo i commissari siano ridotti): un pezzo di pura propaganda, e fatto anche molto male!

  4. solleviamoci dice :

    Caro homoeconomicus, innanzitutto mi stupisce il tuo post scriptum: ho sempre citato le fonti – che peraltro sono chiaramente individuabili, dato il grassetto ed il colore diverso (marroncino direi, ma non l’ho scelto io) dei link, che basta cliccare perché si aprano. Almeno questo è quanto succede con Mozilla. Con altri browser non so, non li uso… fammi sapere tu.
    I venti punti sono quindi leggibili in originale o nella traduzione italiana! E che riguardino in specifico l’Irlanda è detto più volte nel testo.

    Quanto alle critiche specifiche – che non sono solo mie, tra l’altro – lascio parlare Paolo Barnard:

    http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139

    che mi sembra piuttosto esauriente. Non lo riporto qui tutto perché è piuttosto lungo: ci faccio un altro post.

    Ma se poi davvero sei per “una Europa integrata e democratica” come scrivi, spiegami come lo accordi con il fatto che la Commissione Europea, l’organo principale di questo “stato sovrannazionale”, non sarà eletto dai cittadini dello stesso. Che non sono stati neppure interpellati sull’entrata in vigore del benedetto trattato, quanto a questo. A me non sembra che questo sia un buon inizio democratico, e questo appunto è solo l’inizio.

    Sul nucleare, vero che comprarlo dalla Francia non è molto più saggio che avercelo in casa, ma infatti la soluzione non è e non deve essere quella. Certo hai sentito parlare di energie alternative! Siamo in Italia, chisto è o paese d’u sole… e in Austria e Germania – che, se la Commissione Europea non ha ancora geograficamente spostato, sono più a nord di noi – vanno alla grande con il solare. Noi no, noi torniamo al nucleare. Geniale!

    Aspetto di sapere quali sarebbero questi passi nella direzione giusta, perché giuro: io non li vedo.

    La voglio anch’io un’Europa unita e democratica, mica sono una provincialotta (meglio: comunalotta, anche se è un bruttissimo neologismo che ho coniato per l’occasione) della Lega! Ma appunto: democratica. Che stia dalla parte dei cittadini, non dei potentati economici… per quello mi bastano i nostri governi nazionali.

    Sul fatto che la costituzione (minuscola, per distinguerla dalla nostra) sia poi tanto diversa dal trattato (minuscolo anch’esso), ti rimando ancora all’articolo di Barnard.

    Ciao. Tengo le dita incrociate perché gli Irlandesi difendano i diritti di noi tutti… in primis quello di decidere come vogliamo questa benedetta Europa (anche se noi italiani siamo quasi pronti al referendum per tornare ai comuni… come dicevo sopra). Sempre all’avanguardia! 🙂

  5. homoeuropeus dice :

    Scusa, con il blocco dei pop-up il link non si vede… Ora ho visto e ho letto, ma comunque rimango dell’idea che prima di inserire link a testi uno dovrebbe controllarne l’esattezza!
    Barnard che e’ piu’ accurato si fa invece annebbiare il giudizio da una visione preconcettualmente anti-europea (comunque nel mio ragionamento rispondo a te e provo a mostrarti anche dove lui sbaglia).

    Per quanto riguarda la tua domanda, mi pare che ci dobbiamo capire sul significato di democrazia: per te e’ solo quella diretta, in cui i cittadini eleggono direttamente il governo (e la commissione europea in questo caso), mentre per me e’ pure quella indiretta, in cui i cittadini eleggono un’assemblea che poi esprime la volonta’ degli elettori e nomina (o anche revoca) il potere esecutivo.

    Dai tempi della rivoluzione francese, questo e’ il modello di democrazia attuato in Europa, e non c’e’ paese europeo che elegga direttamente il governo.
    Ne’ l’Italia, ne’ la Germania, ne’ la Gran Bretagna, e neppure la Francia, che pure elegge direttamente il Presidente ma dove il governo deve rispecchaire la maggioranza espressa in Parlamento (da cui vari casi di cosbitazione tra Presidente di uno schieramento politico e governo di un altro)

    Ecco, la Commissione Europea e’ esattamente lo stesso tipo di democrazia: viene indicato il Presidente dal Consiglio Europeo, poi esso indica i commissari e poi deve ottenere la fiducia del Parlamento europeo.
    Non so se ricordi 5 anni fa, il commissario italiano (tal certo Buttiglione) fu sostituito da commissario perche’ il Parlamewnto non gradi’ alcune sue affermazioni sull’omosessualita’…
    E con l’approvazione del trattato di Lisbona i poteri del Parlamento nell’approvazione della Commissione aumentano.
    Io credo che in un organismo cosi’ complesso come l’Unione Europea, l’elezione diretta della Commissione sarebbe un’errore, mentre un equilibrato controllo esercitato da Consiglio Europeo (che rappresenta gli stati) e Parlamento (che rappresenta i cittadini) sia il giusto bilanciamento.

    Per quanto riguarda la tua affermazione sui “potentati economici” che sarebbero sostenuti e difesi dall’Unione Europea, ti faccio un solo esempio.
    Ai negoziati per la convenzione di Copenagen sui cambiamenti climatici, la Commissione premeva per rigidi controlli delle emissioni eper vincoli molto restrittivi per le aziende, mentre la posizione degli stati membri era molto piu’ lasca.
    Ecco, in questo caso chi stava dalla parte dei potentati economici e chi dalla parte dei cittadini europei?

    Vedi, di fronte alla crescita di poteri economici sempre piu’ globali, l’unica riporta deve essere nel rafforzamento di organismi internazionali, altrimenti gli stati nazionali permetteranno a questi potentati di agire sopra le nostre teste senza alcun controllo.
    Ecco, in un modo non perfetto, ma io credo che l’Eureopa sia un processo che va esattamente in questa direzione. Io credo che nel corso degli anni, anche imparando dai suoi errori, l’Europa sia cresciuta e che ancora possa continuare ad andare avanti.

    E per finire i cittadini irlandesi non hanno la scelta fra un’Europa perfetta e utopistica e il Trattatto, o tra il nulla e il Trattato: essi devono scegliere se vogliono il Trattatto o se vogliono lo status quo (cioe’ la situazione attuale dell’Unione): secondo me il Trattato introduce molti elementi di maggiore democrazia nell’integrazione e molte forme di salvaguardia delgli interessi nazionali (fra l’altro il Trattato introduce per la prima volta norme che regolano la possibilita’ di lasciare l’UE, che prima non esistevano!)

    Comunque dai primi exit polls mi pare che anche loro lo abbiano capito!

  6. solleviamoci dice :

    Io parto dal presupposto che ognuno è libero di esprimersi e risponde di quello che dice. Certo, cosa credi: mi sarebbe piaciuto leggermi tutto il trattato prima di anche solo riportare quanto scritto da altri. Ma non ho così tanto tempo! E nulla mi toglie dalla testa che uno dei motivi della sua lunghezza (e lignuaggio astruso, perché mica puoi leggertelo da solo: è un rimando unico!) sia proprio la dissuasione occulta. Troppo complicato per sprecarci tempo, che è poi quello che ha sostenuto anche Amato (con altre parole), che certo non è un anarcoide come me.

    Quanto all'”esattezza” di quanto riportato, per quel che mi riguardaa è questione di opinioni. Del resto le leggi sono tutte interpretabili, no? Quindi… ma non capisco perché dev’essere per forza giusta la tua versione. Forse quando mi sarò fatta tradurre il malloppo in un linguaggio più “umano” cambierò idea. Per ora no.

    Sì, certo: per me la democrazia è il fatto che ognuno decide per sè. Da brava anarchica kropotkiniana… 🙂

    Ovvio che anche la Commissione Europea faccia qualcosa di buono, ci mancherebbe pure! Ma il fatto di aver sostituito giustamente Buttiglione non ne fa un modello automatico di democrazia, anche perché – lo sai – i membri cambiano… ma pur accettando la democrazia indiretta e le regole democratiche (infatti mica pretendo di fare io le leggi! e mi sto pure, come tanti, sopportando questo governo che tanto poco mi somiglia), il fatto che le decisioni vengano prese da un numero di persone persino inferiore al numero degli stati membri a me dà da pensare. Senza contare che, come sempre, non vige neppure un discorso di rapporto quantitativo. Come all’ONU: non è che se tu governi un miliardo di persone hai voce in capitolo per quelle, no: se sei economicamente più forte lo sei anche politicamente (tralasciando il diritto di veto, ma è un altro discorso che è meglio non mischiare: già c’è abbastanza materia di contesa).
    L’Europa poi, sbaglio, è anche quella che voleva metter fuori legge i forni a legna o permettere che nei succhi di frutta non ci sia frutta, giusto per far due casi. Quindi?

    Siamo d’accordo sul rafforzamento degli organismi internazionali, ma non è che l’Europa sia la soluzione: l’unico organismo che, secondo me, andrebbe revisionato, è l’ONU. Tutto il mondo insieme, non è più tempo di blocchi e blocchetti. Siamo tutti sulla stessa barca, la terra, che sta per collassare. Colpa nostra, di noi “civilizzati ed istruiti” soprattutto. Gli altri pagano le nostre scelleratezze.

    Comunque, ha vinto il sì. Contento? Io spererei che un referendum si facesse anche in Italia, anche se poi facilmente mi troverei schierata con la lega – su posizioni opposte, ovvio. Ma non mi sentirei molto a mio agio…

  7. schiavioliberi dice :

    Qui siamo all’eterna diatriba per cui se si è contrari al Trattato di Lisbona, si è direttamente contrari all’Unione Europea.
    Un po’ come Vicenza: lotti contro la base, e diventi addirittura contrario all’intera america.
    O come Stalin, giusto per fare autocritica, che chi era contrario alle sue purghe era direttamente contrario all’ Unione Sovietica.
    Siamo rimasti un po’ indietro vedo.
    Anche la globalizzazione sarebbe una bellissima cosa, se non fosse fondata unicamente sull’abolizione dei diritti umani, sullo sfuttamento e con l’unico dogma chiamato lbero mercato.
    Si parla di democrazia: da chi è eletto l’organo della commissione europea?
    E il consiglio di amministrazione della BCE, l’organo che gestisce il denaro e quindi il motore dell’economia, da chi è eletto? Da Babbo Natale?

    Nessuno critica l’Unione europea in sè, ma critico questa unione oligarchica e stegnocratizzata( passatemi il termine).
    Qui non è l’integrazione delle diverse culture ad unire i popoli, ma esclusivamente il commercio e ciò che ne deriva.

    Un prete antibolscevico, di cui non ricordo il nome e mi scuso, pur essendo a favore della campagna di Russia vedendo le atrocità commesse, si rese conto che non ce l’avrebbero fatta. La Storia fortunatamente, ha confermato la versione.

    Questo per dire che non vinceranno: più la repressione aumenta, e più nella società si creano gli anticorpi necessari per abbatterla.

    Un abbraccio Elena.
    Sei sempre in gamba vedo. 🙂

  8. homoeuropeus dice :

    E no, caro schiavoliberi: io non ho mai detto che Elena criticando il Trattato di Lisbona era contro l’intera Unione Europea!
    Ho detto a lei (e ripeto anche a te) che in questo momento c’e’ una proposta che chiede di rafforzare l’integrazione e c’e’ un NO.

    Non vedo proposte alternative in campo, non vedo proposte che chiedano l’elezione da parte del popolo della BCE.
    Vedo un trattato che rafforza i poteri del Parlamento Europeo (eletto direttamenmte dai cittadini) e mi piace.
    Mi piace piu’ dello stato attuale e anche piu’ nulla che vien eproposto da altri.
    Tutto qui.

  9. schiavioliberi dice :

    Caro, non voglio essere assolutamente polemico, ma solo sollecitare una riflessione.
    Se l’unione è fondata su valori sbagliati e contrari ai cittadini, perchè farla?
    Ha ragione Elena: anche Hitler e Mussolini, volevano un’egemonia europea, o no? Ma era sbagliata.

    Il parlamento europeo, avrà pochissime mansioni: il potere legislativo, sarà in mano alla Commissione, con pochissime possibilità da parte del parlamento di confutare.
    Se non fosse per proteggere qualche interesse ritenuto preminente alla democrazia, perchè far ripere la votazione? Qualche garanzia, che poi si troverà il modo per aggirare, può avvalorare una cosa del genere?

    Non è vero che non ci sono alternative: non le mostrano perchè contrarie ai gruppi economici e finanziari egemoni.

    Prova a guardarti attorno: questo è progresso?
    La devastazione ambientale è progresso?
    La paura di perdere il posto di lavoro, la crescente insoddisfazione e timore del futuro è progresso?
    L’Unione Europea che uscirà, sarà impiantata sui valori che hanno causato e tutt’ora favoriscono questi processi irrrazionali.
    Io credo che la vera unione, debba esulare da logiche prettamente mercantiliste.

  10. homoeuropeus dice :

    Carissimo, innanzitutto permettimi di dirti che trovo assai greve il tuo paragone con Hitler e Mussolini, i quali non hanno mai avuto acuore il probem a dell’unita’ europea, ma solo quello dell’assoggettamento militare di altre nazioni.
    Si puo’ dicutere con diverse opinioni, ma cerchiamo di non utilizzare paragoni che storicamente non stanno in piedi.

    Perche’ per Unione Europea (e prima Comunita’ Europea, e prima ancora Comunita’ Economica Europea) si intende un processo in cui stati sovrani decidono liberamente ed autonomamente di rinunciare aparte della propria sovranita’ nazionale per coordinare le proprie politiche e ottenere insieme risultati comuni che da soli difficilemente si potrebbero ottenere.
    Oltyretutto questa Unione Europea si basa su una cosa che si chiama Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione, che prevede la liberta’ di religione e tutela la diversita’ culturale, religiosa e linguistica.
    Qualsiasi paragone con Hitler e Mussolini, quindi, e’ assolutamente furoi luogo!

    Mi dispiace che anche sul parlamento europeo parli un po’ a vanvera: il Parlamento europeo e’ -assieme al Consiglio Europeo- l’organo legislativo dell’Unione e (se passase il trattato) il suo potere di controllo sulla Commissione sara’ rafforzato: ti prego leggi il trattato, o una buona sitesi di esso (ae esempio William Wallace ne ha fatta una molto buona in inglese) ma non ti fermare solo ai riassuntini di chiara matrice anti-europeista!

    Per quanto riguarda il potere di contrastare le multinazionali, proprio perche’ si tratta di aziende che operano a livello supra-nazionale, mi par che l’Europa sia meglio indicata nell’operazione. E se mi ricordo le multe salatissime a Microsoft, le punizioni al governo francese per aver aiutato EDF, e l’abolizione del roaming nonostante l’opposizione di Vodafone, mi pare che non ci sia stata particolare acquiescienza da parte dell’Unione… Ma anche qui, bisogna leggere i fatti con attenzione, senza limitarsi agli slogan.

    Se vogliamo contrastare le distorsioni della globalizzazione e lo strapotere economico delle multinazionali, purtroppo le alternative che abbiamo di fronte sono due: o trasportare poteri verso l’alto, ad un livello europeo che certamente e’ perfettibile, ma che al momento e’ l’unico in campo, o chiuderci un un asorta di isolazionismo locale.
    Terza alternativa lo status quo. Altre alternative al momento non ce ne sono, e non perche’ non le facciano vedere (chi poi avrebbe questo strapotere?) ma perche’ e’ difficile metterle in campo.
    Per quanto mi riguarda io scelgo l’unione europea, con tutti i suoi limiti e con tutte le sue difficolta’, ma non riesco proprio a vederla come quel mostro del capitalismo imperante come la disegni tu (e mi pare anche di avertene dato piu’ di una dimostrazione)

  11. homoeuropeus dice :

    Ah, dimenticavo, per quantio riguarda le logiche puramente mercantilistiche, il Trattato di Maastricht si concludeva con una parte chiamata Protocollo Sociale. Ti dice nulla?
    E’ quella normativa che introduce tutele per i lavoratori a livello europeo (come ad esempio sicurezza sociale, rappresentanza collettiva, diritti di maternita’ e paternita’) che altrimenti col piffero che gli stati nazionali (come l’Italia) avrebbero mai introdotto. Cosi’ tanto per ricordartelo… Ma anche qui, serve sapere quello di cui si parla.

  12. schiavioliberi dice :

    Il paragone con Hitler e Mussolini era naturalmente una rafforzatura. Hai ragione.
    Io non sono antieuropeista o antiglobalizzazione, ma sono contro questo tipo di trattati in cui vengono tolti i cittadini dalle scelte. Ho letto anch’io parecchio di questo, e le mie versioni sono differenti dalle tue e pure io non ti dico che tu parli a vanvera, scusami. Adesso il Parlamento europeo, ha mansioni molto limitate, che dopo saranno sempre le stesse se non peggio.
    Sono andato a convegni con europarlamentari, e mi hano manifestato la loro impotenza, sul fatto che quando si trattava di mercato, anche l’unione europea metteva in secondo piano i diritti umani.
    Parli di due sentenze, ma il resto?

    La legge sull’immigrazione?
    Gli accordi come quelli di libero commercio fatti per impoverire il terzo mondo?
    Si potrà uscire dal libero mercato?
    Ritireranno i soldati dall’ Afghanistan?
    Ritireranno i vari trattati di libero commercio fatti per mantenere lo status quo?
    Faranno in modo che non siano solo 300 persone a controllare l’economia? e quindi la politica?

    Questo non vuol dire antieuropeisti.
    Forse la differenza tra me e te, è semplicemente che io metto in totale discussione il sistema su cui è fondata, tu invece credi in un capitalismo etico.

    Dalle storture, esci con le persone che iniziano a non piegarsi a logiche criminali, atte solo a sfruttare l’essere umano.

  13. schiavioliberi dice :

    E la Direttiva Bolkestein?
    E la legge sulle 65 ore settimanali, chi l’ha fatta?

    L’Unione Europea mette in discussione il FMI o WTO che stanno privatizzando la vita di tutti?
    Spiegami.

    Noam Chomsky, dice una cosa bellissima: gente come lui. dovrebbe vivere mille anni:

    “Le priorità – ribadisce Noam Chomsky – rimangono i profitti ed il potere… i diritti umani rivestono un valore strumentale a fini di propaganda, punto e basta”.

  14. schiavioliberi dice :

    Anche il centro sinistra italiano parla di diritti dei lavoratori, e poi al governo è quasi più liberista della destra.
    In Europa dappertutto si lavora di più, lo sfruttamento è aumentato, il mondo fa pena.
    Chi era classe dirigente fino ad ora? quelli che vogliono il trattato di Lisbona.
    Cosa hanno, o stanno facendo per fermare il record di fame nel mondo che si registra quest’anno?
    E poi, scusami ma non pensare di spere solo tu le cose, altrimenti il confronto è già fallace.

  15. schiavioliberi dice :

    Per carità, io so di essere ignorante, ma il mondo è fatto per essere migliorato.
    Qui ci sono in gioco interessi, che distruggono la democrazia.

  16. solleviamoci dice :

    Innanzitutto bentornato SoL!
    Poi: homoeuropeus, non mi sembra corretto prendersela con Schiavi se tira in ballo Hitler e Mussolini visto che per prima li ho citati io (in modo molto provocatorio) e me l’avevi fatta passare.

    Quanto poi al fatto che, visto che non c’è di meglio, allora appoggiamo questa Europa, dissento anch’io come SoL. Perché è esattamente come dire che in Italia, visto che l’unica opposizione alla destra è il centrosinistra, appoggiamo quella… No grazie, per quel che mi riguarda: è vero che con IdV sui temi della giustizia sono d’accordo, ma già se si parla di PD mi si accappona la pelle… perché ultimamente nemmanco Boccuzzi ha dato prova di saper fare opposizione, con tutto che viene da un’acciaieria. E che acciaieria!

    Ti pregherei inoltre di… “abbassare i toni”. Non hai insultato, per carità, ma il fatto stesso che parli di “ignoranza” (o scarsa conoscenza, che poi è analogo) per tutti coloro che non sono allineati sulle tue posizioni non è molto… democratico.
    Ma poi scusa, chi sei tu, colui che ha scritto il trattato, da conoscerlo così bene?
    Perché le obiezioni che muovono anche personaggi noti non vanno bene e invece vanno benissimo le posizioni espresse da Wallace?

    Quanto al fatto di avermi accusato di essere contro l’Europa, tranquilli tutti: l’ho detto io. E basta! 🙂

    Per finire, la BCE: non è che io vorrei eleggerne direttamente i membri… vorrei proprio farla sparire!

    Anch’io so di essere ignorante, ma onestamente cercare di imparare qualcosa da qualcuno che mi taccia di non sapere ciò di cui parlo mi viene un po’ difficile, non credi anche tu?
    ciao!

  17. solleviamoci dice :

    PS: su solleviamoci “solo mio” (http://www.solleviamoci.blogspot.com/) ho postato ancora un po’ di cose sul trattato… perché di là? perché là ci commento io, più che altro! nel senso che esprimo convinzioni personali, molto meno “neutre” di quanto faccia di qua! 🙂

  18. schiavioliberi dice :

    Sarebbe la miglior soluzione Elena.
    Risolveremmo un bel po’ di problemi, rinazionalizzando le banche e togliendo così il signoraggio.
    Un abbraccio.

  19. homoeuropeus dice :

    Cara Solleviamoci e caro SchiavioLiberi, sono contento che vi conosciate, che vi piaccia discutere fra di voi e che vi troviate spesso d’accordo, perche’ per quanto mi riguarda io vi lascio alla vostra discussione e me ne ritorno alle mie, scusandomi se posso aver dato l’impressione di essere stato offensivo nei vostri confronti.

    Davvero non era mia intenzion e insultare nessuno e dire che bisogna essere documentati prima di parlare non mi sembra un grande insulto.
    Perche’ vedi cara Solleviamoci, io rispetto tutte le opinioni, le ascolto e cerco di capirle, ma su una casa bisogna essere d’accordo inizialmente: che ci sono fatti e opinioni, e che mentre le seconde si rispettano e si ascoltano e si confutano, i primi si accettano e su quelli bisogn aessere d’accordo per poter discuter.

    Se oggi piove, possiamo discutere su cosa fare per non bagnarci, prendere l’ombrello, o l’impermeabile, o anche (soluzione radicale) decidere di bagnarci e uscire senza nulla (o soluzione ancor piu’ radicale) metterci il costume o andare a lavorare in quella tenuta.

    Ma se furoi piove e io mi trovo a dover discutere con due che dicono che fuori non piove, beh, c’e’ poco da discutere o da capirsi.

    Io ritengo che chiunque sia libero di contestare il Trattato di Lisbona, ma lo dev efare p[artendo da quelllo che il trattato dice.
    L’affermazione di SoL che diminuisce i poteri del parlamento europeo e’ falsa (e lo sfido a trovarmi un solo parlamentare europeo che osi dire questo!) Poi si puo’ discutere se i poteri trasmessi al parlamento europeo sono quelli giusti o se ne vorremmo altri, se sono adeguati, se alcuni gli andrebbero tolti… ma non si puo’ negare che il Trattato di Lisbona ne da’ di piu’ (basta vedere solo la procedure per l’elezione del Presidente della Commissione, votato a maggioranza assoluta e con possibilita’ di bocciare la proposta avanzata dal Consiglio europeo)

    Io rispetto la vostra idea che ci sia un’Europa libera, anarchica, comunistra, dei popoli, in cui non ci sono banche, non c’e’ disoccupazione, non ci sono mercati, ne’ inquinamento…. Vorrei solo che mi spaiegaste come la volete portare avanti, perche’ fino ad ora avete solo detto che siete contro questa Europa e questo Trattato di Lisbona.
    E mi sembra un po’ pochino!

  20. homoeuropeus dice :

    Ah, infine: non e’ che i testi che cito io dicono la verita’ e quelli che citi tu dicono le bugie, solo che Wallace ha scritto un compendio del trattato di Lisbona, che non interpreta, non offre chiavi di lettura, ma semplicemente riassume il testo e spiega come verrebbe applicato.

    Poi, ripeto, tutte le interpretazioni sono le benvenute e le benaccette ma almeno sui suoi contenuti, vi prego troviamoci d’accordo, come base per discutere.
    P.S. Aggiungo solo che quando si discute si dovrebbero poi portare esempi concreti a sostegno della propria tesi (cosa che mi sembra di aver fatto nella discussione precedente quando ho cercato anche di offrire prove a supporto di quello che dicevo: esempio le iniziative prese dalla commissione contro le multinazionali), mentre rpetere che “l’Europa provoca disoccupazione” o “l’Europa causa inquinamento” diventa una affermazione priva di fondamento se non seguita da prove.

    Comunque grazie della vostra ospitalita’, e decideranno i posteri se almeno non ci ho provato…

  21. schiavioliberi dice :

    http://www.paolobarnard.info/mondo_doc.php

    E’ un po’ lungo, ma la soluzione a ciò che chiedi è qua dentro secondo me.

  22. solleviamoci dice :

    Homoeuropeus: è ovvio che sei liberissimo di “chiamarti fuori” da questo dibattito. Ma mi dispiace. In fondo io ti ho solo chiesto se potevi cambiare atteggiamento… perché davi la sensazione di viaggiare con il vangelo in tasca – e onestamente il mio spirito pierinesco mi rende allergica alle verità costituite.
    Spero che almeno ti leggerai quest’ultima replica… e magari che cambi idea.

    Sì, io e SoL ci conosciamo da… parecchio. Ma questo non significa che siamo sempre d’accordo su tutto e/o che qui siano ben accetti solo quelli che si dichiarano a favore della “padrona di casa”.

    Il fatto è che tu hai citato degli esempi – vero. Ma a questi esempi, mi sembra, abbiamo ribattuto con altri esempi, altrettanto veri se non vado errata! Quindi direi che siamo pari: ci sono cose buone fatte da questa Europa (quella che c’è stata finora quantomeno) e anche delle solenni stupidate – opinione personale, ovvio.

    Certo che bisogna distinguere fatti da opinioni: è esattamente l’incipit del post che ho segnalato qui sopra (che fai, l’hai letto e poi copiato? scherzo!)

    E per ora chiudo chiedendoti se per favore mi dai il link al compendio di Wallace (ebbene sì, sono anche pigra): prometto che me lo leggo (dammi tempo), anche se il tuo scrivere “… un compendio del trattato di Lisbona, che non interpreta, non offre chiavi di lettura, ma semplicemente riassume il testo e spiega come verrebbe applicato.” mi dà da pensare… va bene il riassunto, ma già con il “come verrebbe applicato” si entra nel campo delle ipotesi – speranze o timori che siano.

    Quando finalmente avrò una connessione degna di tale nome cercherò di leggermelo integralmente, ‘sto benedetto trattato (anche se con molto pessimismo: sono sicura che ci metterò dei mesi comunque) e poi magari cambierò pure opinione.
    Certo che se lo stampassero in versione comprensibile (cioè non semplicemente con “all’art. 4 del V capoverso la parola xxx è sostituita da yyy” farebbero una cosa democratica, non credi? Così ognuno si fa la sua interpretazione basata sui fatti, come dici tu.

    Poi, a dirla proprio fuori dai denti, ho un po’ la sensazione che stiamo a parlare di aria fritta: in Italia c’è qualcuno che vorrebbe tornare ai comuni e noi parliamo di Europa… non abbiamo ancora gli italiani e pretendiamo di diventare cittadini europei…

    SoL: il pezzo di Don Chisciotte l’ho messo “di là”… invece l’altro non lo conoscevo, grazie!

  23. homoeuropeus dice :

    qui puoi scaricare il testo consolidato dei trattati europei (dopo l’eventuale approvazione del trattato di Lisbona), cioe’ non comma 3 sostituire “virgola” con “punto” ma il testo completo del comma 3 con punto al posto di virgola.
    (purtroppo le modifiche non sono segnalate) ma ti da’ comunque un’idea di come sarebbe l’impoanto istituzionale europeo se passase il trattato di Lisbona.

    Purtroppo Wallace non esiste on-line, ne’ in italiano, ma forse il testo di Mastronardi puo’ essere un degno sostituto.

    Inoltre sul sito di ASTRID puoi trovare una serie di commenti giuridici al trattato di Lisbona (come puoi vedere dall’elenco dei contributi si va da Giluiano Amato, a Franco Frattini, da Franco Bassanini a Piervirgilio Dastoli).

    L’Universita’ di Venezia poi, propone una lista di risorse on-line a commento del trattato. (questa non l’ho letta ma ho visto che ci sono molte cose interessanti)

    Buona serata!

  24. solleviamoci dice :

    Sì, buona serata… sei sadico! Come minimo dovrei stare alzata tutta notte… rimando a domani che già ho gli occhi che bruciano.
    Per ora grazie! 🙂
    Per quel che riguarda Wallace, poco importa se non è stato tradotto. Preferisco leggere l’originale: sono interprete e so cosa dico se non mi fido troppo dei traduttori…!

Lascia un commento