LA PROTESTA – Un giorno senza cinema e teatro: in scena lo sciopero dello spettacolo

LA PROTESTA

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Un giorno senza cinema e teatro
in scena lo sciopero dello spettacolo

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Domani sale chiuse e artisti in piazza contro i tagli. Adesione unanime, comprese Agis e Anica, all’iniziativa organizzata dai sindacati confederali

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di ANNA BANDETTINI

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Un giorno senza cinema e teatro in scena lo sciopero dello spettacolo La protesta di giovedì scorso in piazza Montecitorio

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ROMA – Chiuse le sale da concerto, i cinema, i circhi. I teatri – solitamente di riposo il lunedì – cancellano prove e organizzano presidii come il Petruzzelli, i set cinematografici si fermano. Più di 250mila lavoratori dello Spettacolo domani incrociano le braccia per protestare contro il governo che impone misure draconiane e nella manovra finanziaria annunciata riduce il contributo statale (Fus) a 288 milioni di euro, minimo storico, con un taglio che sfiora il 40 per cento in un settore dove nell’ultimo biennio si sono già perse 150mila giornate di lavoro.

Lo sciopero di domani, organizzato dai sindacati confederali (Slc-Cgil, Fist-Cisl e Uilcom-Uil) è clamoroso per l’adesione unanime, comprese Agis e Anica (le due associazioni che potrebbero essere la Confindustria del settore) e perché arriva (dopo le proteste dei giorni scorsi) alla vigilia dell’importante incontro al Quirinale di martedì di tutto il settore con il presidente Napolitano per i premi De Sica. Varie le forme della protesta: un’assemblea alle 10.30 al cinema Adriano a Roma, dove l’attrice Sabrina Impacciatore dirà in una conferenza stampa che “la cultura è un nutrimento per l’anima. Non siamo una falla del sistema, ma una potenzialità enorme”; a Genova Zubin Mehta terrà un concerto al Carlo Felice a sostegno del teatro e dello sciopero.

“Qualcuno ha detto che con la cultura non si mangia – ha ironizzato il maestro con riferimento alle dichiarazioni del ministro Tremonti – Ma il pubblico partecipe di un’esperienza artistica migliora il suo modo di essere un cittadino. Per favore, Italia, cambia direzione sulla cultura, e guarda cosa fanno, anche con la crisi, gli altri Paesi d’Europa”; a Milano dalle 15 alla Camera del Lavoro parleranno Stephane Lissner, sovrintendente della Scala, Sergio Escobar, direttore del Piccolo, Andrèe Ruth Shamah, Renato Sarti. Toni Servillo, che ha cancellato per domani i Memoires di Goldoni al Piccolo, sarà con loro: “Lo Spettacolo è un patrimonio artistico che attira risorse, a cominciare dal turismo. Ed è un’impresa che dà lavoro soprattutto a giovani e donne”.

Con lo sciopero si chiede il reintegro del Fus, il ripristino delle agevolazioni fiscali, la legge dello Spettacolo dal vivo e lo stop alla delocalizzazione delle produzioni cineaudiovisive (in Rai hanno fatto perdere in un anno 400mila ore di lavoro). “Portano al depauperamento economico e artistico – dice Stefano Rulli, sceneggiatore a nome dei Centoautori – Il ministro Bondi ha promesso che le cose cambieranno. Bene, siamo qui per vedere se accadrà davvero”.

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21 novembre 2010

fonte:  http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/21/news/sciopero_spettacolo-9335106/?rss

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