Di Pietro: io assolto da accusa di truffa, mi sono difeso senza gridare ai complotti

Di Pietro: io assolto da accusa di truffa, mi sono difeso senza gridare ai complotti

Inchiesta sui rimborsi elettorali: il pm chiede l’archiviazione
Il leader Idv: «Chi è innocente si affida alla magistratura»

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Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro ROMA (25 luglio) – «L’inchiesta avviata dai magistrati contro il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, per truffa e falso sui rimborsi elettorali si è conclusa. E il pm ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale, anche questa volta, per totale insussistenza dei fatti»: lo ha comunicato lo stesso Di Pietro nel suo blog per sopperire al «silenzio» dei giornali. «Ritengo doveroso informare l’opinione pubblica di un fatto che mi riguarda – scrive Di Pietro – e di cui, a giugno, tutti gli organi di informazione avevano dato notizia con ampie aperture in prima pagina. Ora, invece, a vicenda conclusa, in molti fanno finta di non sapere. Il mese scorso tutti gli organi di informazione dettero la notizia che la Procura della Repubblica di Roma aveva aperto un’indagine nei miei confronti per truffa e falso». Ma lui, precisa, invece di farsene «un cruccio», di «imprecare contro i magistrati» e di «sparare al vento accuse di complotti o ritorsioni», si è difeso e ora dice di essere pronto «a stringere la mano» agli accusatori «qualora essi – almeno ora, alla luce degli accertamenti svolti dalla magistratura – ne accettino le conclusioni».

Di Pietro racconta la sua vicenda giudiziaria illustrando tutte le accuse che gli sono state mosse. E riferisce della conclusione a cui sono arrivati i magistrati, secondo i quali «non appare configurabile una non trasparente gestione» dei fondi elettorali, visto che questi «risultano depositati presso il conto corrente bancario intestato al partito». Il pm, prosegue il leader dell’Idv, dice anche che «dalla documentazione acquisita emerge che i fondi erogati e depositati sul conto corrente dell’Idv non risultano poi essere transitati su altri conti intestati a diverse persone giuridiche. Si deve pertanto escludere l’esistenza – sottolineano i magistrati – di quelle condotte censurabili che si evidenziano nell’esposto».

Questo, osserva Di Pietro, «mette una pietra tombale sulle mille illazioni che sono state fatte circolare a proposito della gestione finanziaria dell’Italia dei valori. Invito tutti dunque ad avere fiducia nella magistratura e ad affidarsi ad essa per far valere le proprie ragioni. Anche se questa è una strada che possono scegliere solo coloro che sanno di non aver commesso nulla di male».

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fonte:  http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=112222&sez=HOME_INITALIA

Una risposta a “Di Pietro: io assolto da accusa di truffa, mi sono difeso senza gridare ai complotti”

  1. gianni tirelli dice :

    GIANFRANCO FINI: L’EROE DEI DUE POLI

    Le critiche, spesso pesanti e fondate, che vengono dall’opposizione sull’operato del governo Berlusconi, possono apparire, ai molti sostenitori ottusi di questa maggioranza, scontate e retoriche, rientrando, a loro giudizio, nella normale logica dello scontro politico.
    Le cose cambiano diametralmente, se le medesime critiche provengono dall’interno dello stesso PDL e dalla voce di un’autorevole rappresentante, non che fondatore di una tale formazione partitica.
    Questa caratterizzazione, muta notevolmente le originarie posizioni all’interno del quadro politico di maggioranza. Ne destabilizza la compattezza, fino a ieri data per assodata, minando la credibilità degli stessi elettori che, alla luce dei mancati risultati promessi e propagandati ad oltranza, si sentono raggirati, imbrogliati e oggetti di bieca strumentalizzazione.
    Gianfranco Fini che considero (senza mezzi termini) la sola e vera opposizione in grado di abbattere il governo Berlusconi fino a smembrarlo e decimarlo nella sua sostanza, può inoltre contare sul sostegno univoco di tutta la sinistra (rappresentanti di partito ed elettori), per combattere al suo fianco in questa estenuante lotta di liberazione e di rinascita volta a detronizzare il piccolo duce e la miserevole corte dei suoi gerarchi.
    Questo ci fa capire che la politica, in senso stretto, non ha più ragione di essere. Dobbiamo decidere fra legalità e criminalità, fra inquinamento e qualità, fra vera libertà e consumismo, per ritrovare le ragioni che sono alla base di un’autentica felicità, di un vero progresso e di una civiltà priva di controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali.

    Gianni Tirelli

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