Archivio | luglio 12, 2010

Addio a Giorgio Alpi, padre di Ilaria. Errani: «Piegato dalla ricerca della verità»

Addio a Giorgio Alpi, padre di Ilaria
Errani: «Piegato dalla ricerca della verità»

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Si è spento a Roma dopo una lunga malattia
L’associazione in memoria della figlia rilancia l’appello per far luce sulla morte della giornalista

Ilaria AlpiIlaria Alpi

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Giorgio Alpi, 86 anni, urologo e padre di Ilaria, la giornalista Rai uccisa in Somalia nel 1994, è morto ieri pomeriggio a Roma dopo una lunga malattia. Il funerale si svolgerà martedì 13 luglio alle 10 nella chiesa di Santa Chiara, in piazza Giochi Delfici.

IL RICORDO A darne notizia è stata l’associazione Ilaria Alpi, di cui lui – con la moglie Luciana Riccardi – era tra i fondatori, e il Premio Ilaria Alpi, manifestazione che ogni anno si celebra a Riccione. «Persona dolcissima, medico molto apprezzato e conosciuto – è il ricordo affidato a una nota – In questi sedici anni Giorgio ha combattuto sempre al fianco di Luciana per arrivare alla verità e alla giustizia sulla morte della loro unica figlia. Verità e giustizia che purtroppo ancora non ci sono».

L’APPELLOE in ricordo di Giorgio Alpi, l’associazione ora rilancia l’appello per chiedere di fare luce sulla morte di Ilaria e di Miran Hrovatin. Già sottoscritto da 3.400 persone, l’appello si può firmare sul sito del Premio Ilaria Alpi (qui: http://www.premioilariaalpi.it/component/option,com_petitions/Itemid,110/id,46/view,petition/)

IL CORDOGLIO DI ERRANI Al cordoglio si unisce il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani: «Non vi è dubbio che più che il dolore per quella morte, a piegare Giorgio sia stata la inesausta ricerca della verità, condotta inutilmente per sedici anni. Ancora oggi non è stata fatta chiarezza sul duplice omicidio dei due inviati Rai che, col loro sacrificio hanno onorato la professione giornalistica». Alla moglie di Giorgio, Luciana, Errani promette «di non lasciarla sola»: «Continueremo con convinzione a sostenere il Premio che porta il nome di Ilaria e che ogni anno conduce a Riccione decine di giornalisti, impegnati a riflettere sui diritti e doveri della loro professione».

fonte: http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2010/12-luglio-2010/addio-giorgio-alpi-padre-ilaria-errani-piegato-ricerca-verita-1703364971694.shtml

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12 luglio 2010

grazie Mauro, come sempre… elena e Mauro.


Estate Resistente @ Cortile del Museo della Resistenza (TO)

Estate Resistente @ Cortile del Museo della Resistenza (TO)

Estate Resistente @ Cortile del Museo della Resistenza (TO)

ARCIPELAGO, ESTATE RESISTENTE
DAL 18 GIUGNO AL 31 LUGLIO 2010

Il cortile del Museo Diffuso diventa uno dei “Punti Verdi” cittadini. “ARCIpelago. Estate Resistente” è il titolo del ricco programma che vedrà dal martedì alla domenica, tutte le sere dalle ore 20.30 un susseguirsi di proiezioni, concerti, spettacoli teatrali e di danza. I giovedì, dalle ore 18.00, “aperitivo al Museo”.

Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero e gratuito.

SCARICA E STAMPA IL PROGRAMMA (PDF)

Fai clic per accedere a arcipelag2010comunicatostampa.pdf

Per saperne di più:

ARCI Torino
Tel. 011.56.13.113
http://www.arcitorino.it
segreteria@arcitorino.it

Museo Diffuso della Resistenza,
della Deportazione, della Guerra,
dei Diritti e della Libertà

Tel. 011.436.14.33
http://www.museodiffusotorino.it
info@museodiffusotorino.it

DIRITTI AL CUBO

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Un percorso interattivo tra le parole della Democrazia

DAL 2 LUGLIO AL 19 DICEMBRE 2010
INAUGURAZIONE 1 LUGLIO 2010 ORE 18.00

La mostra fa parte di un progetto più ampio iniziato con l’allestimento permanente del Museo “Torino 1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione” e completa la precedente mostra “I giovani e la Costituzione” presentata al Museo dal 3 aprile al 21 giugno 2009, che ha coinvolto numerosi studenti delle scuole medie inferiori e superiori collocate su tutto il territorio piemontese.
L’esposizione DIRITTI AL CUBO – Un percorso interattivo tra le parole della Democrazia, di cui si è presentata una riuscita anteprima a Palazzo Ducale di Genova, vuole essere un’occasione di scambio e confronto sulla percezione dei diritti da parte di tutti i cittadini.

fonte: http://www.facebook.com/event.php?eid=132610053419632&ref=mf

Inchiesta Ros:Ganzer, condanna a 14 anni

Inchiesta Ros:Ganzer, condanna a 14 anni

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Per irregolarità in operazioni antidroga degli anni ’90

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(ANSA) – MILANO, 12 LUG – Il generale Giampaolo Ganzer, attuale comandante del Ros, e’ stato condannato a 14 anni di carcere a Milano. Il processo riguardava le irregolarita’ in operazioni antidroga condotte negli anni ’90 da un piccolo gruppo del reparto speciale dell’Arma. Ganzer è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici dal Tribunale di Milano e a 65.000 euro di multa. Assolti dal reato di associazione a delinquere i 18 imputati, tra cui anche il generale Ganzer.

fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/07/12/visualizza_new.html_1852066410.html

Assalto alla flottiglia, per Israele ci furono “errori” non “fallimenti”

Assalto alla flottiglia, per Israele ci furono “errori” non “fallimenti”

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Israele ha sbagliato, ma non ha fallito: per l’assalto alla flottiglia di pacifisti pro-Gaza del 31 maggio scorso la commissione d’inchiesta interna ha dato il suo verdetto.  In un rapporto di un centinaio di pagine, consegnato stamani al ministro della difesa Ehud Barak e al capo di stato maggiore Gaby Ashkenazi, i miliatari hanno stabilito che ci furono ”errori”, ma non ”fallimenti”, soprattutto ai livelli più alti in quel blitz alla nave turca in cui morirono 9 persone.

La commissione ha criticato le forze armate per non aver preparato piani alternativi a quello adottato, nel caso di una resistenza violenta all’arrembaggio dei suoi commando e ha stabilito che l’intelligence militare ha errato nel non considerare ”terroristica” l’Ong turca IHH, che organizzò la flottiglia di navi di aiuti e di attivisti filopalestinesi, astendendosi perciòdal raccogliere sufficienti informazioni su di essa.

fonte: http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/israele-flottiglia-errori-fallimenti-inchiesta-467067/

Vuoto Pdeumatico.

Vuoto Pdeumatico.

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Ho rimandato questo articolo per mesi. L’idea era quella di celebrare il funerale del Partito Democratico, dire basta, chiudere il capitolo e al tempo stesso mandare un segnale a chi di dovere. Ma moriva ogni giorno di più, e non mi decidevo mai. Bene, mi sa che è giunta l’ora.

Era il 23 febbraio 2010, e la London School of Economics invitava Massimo D’Alema a spiegare in una pubblica lettura il tracollo delle sinistre europee: il migliore, volevano il migliore. Di immagini come questa ce ne sono tante, perfette per raccontare il Pd degli ultimi tempi. Il Pd non ha saputo dare nessuna risposta, non ha saputo fissare nessun punto fermo, e noi ingenui, hey, magari ora che se ne vanno Rutelli, la Binetti e quelli là, chissà la svolta, chissà la determinazione sui grandi temi etici, ad esempio. Macchè. Persino in materia di Internet l’armata di Bersani è riuscita a farsi scavalcare da Mister Gogol Berlusconi, lo stesso 73enne de “Il mio Internet è Gianni Letta”, ma ultimamente attivissimo nello spargere il proprio seme digitale un po’ ovunque, in rete. La risposta del Pd è stata quel patetico “Nessuno tocchi i blog”, insomma, un nulla sistemico che conta le solite eccezioni.

Immagini, ancora immagini, quel signore di colore che chiama il proprio figlio “Silvio Berlusconi”, Emilio Fede che non perde occasione per lodare D’Alema, lui sì “democraticamente” onniscente, e poi gli inciuci sul Decreto Salva-Liste, le assenze determinanti sullo Scudo Fiscale, e le scuse successive – c’è gente che ancora si rivolta nella tomba – e molto altro. Quante cose vorrei dire, e chissà quante ne dimentico. I capelli di Bersani, ecco, i capelli di Bersani. Non prendetela come una valutazione frivola, sapete che difficilmente mi soffermo sulle caratteristiche fisiche delle persone, non chiamo Berlusconi “Psiconano” né Filippo Facci “Mesciato”. Ma io nei capelli di Bersani ci vedo tutto il Pd, abbiate pazienza. Soprattutto quando se li lascia un po’ lunghetti, unticchi, ai lati. Partito vecchio, stanco, incerto, passato che si erige a presente e che teme il futuro, naftalina, già, odore di naftalina.

Ma perchè proprio oggi questo post? Perchè è domenica mattina, perfetta per le celebrazioni. E perchè ho capito che è successo davvero. Davvero alcuni parlamentari Pd hanno avuto il fegato di progettare una Ad Personam per il Presidente della Repubblica, uno scudo spazio-temporale che manco Berlusconi si sognerebbe, un assist alla cricca papale insperato quanto apprezzato. C’ho messo dei giorni a metabolizzare l’idea, a trasformarla da follia virtuale a vergogna reale, pensavo ad un incubo notturno, ad un colpo di calore, sapete, è pur sempre luglio. Era vero invece – il masochismo politico è scritto nel dna di questo partito – e trovo a fatica le parole per descrivere tale scelta. Più che ingenuità, come dire, suicidio.

Gli inciuci di questi 16 anni si rinnovano ad ogni errore, ad ogni mancata presa di posizione, e qualche successo estemporaneo (Brancher) si perde in Vuoto Pdeumatico, stato comatoso perpetuo, pilotato dall’alto, l’elettroencefalogramma parla chiaro. L’efficacia s’innesta solo all’incontrario, dalla Bicamerale ad oggi i servizi resi dai maggiordomi del centrosinistra al Cavaliere non si contano, dolo e colpa si misturano in responsabilità gravissime, e se oggi è così, io punto il dito sul Partito Democratico. L’unica Opposizione d’Occidente che non scalpita per prendere il posto della Peggior Maggioranza d’Occidente, questa è gente che riesce nell’impresa di non accendere nel cittadino il desiderio di un’immediata svolta istituzionale, nonostante la follia quotidiana a cui stiamo assistendo. E’ stata arsa viva un’opportunità unica: sfruttare questi anni di minoranza per cambiare sul serio, sarebbe bastato pochissimo per smascherare agli occhi dell’opinione pubblica il partito più inoppotuno e corrotto e falso della storia repubblicana, ma anche stavolta hanno prevalso certe logiche di potere, si dice così no?, a scapito degli interessi di un’intera democrazia. Paolo Sylos Labini fu profetico, lucida previsione quella secondo cui una “opposizione sbagliata avrebbe consegnato il Paese nelle mani di Berlusconi”, per moltissimo tempo. Amen.

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Update 12 luglio: anche se non sono un “eletttore Pd” (a volte l’ho votato, a volte no), ma bensì uno che vorrebbe un grande Partito Democratico, ringrazio Civati per il tentativo di recuperarmi “in limine mortis”. Diciamo che le resurrezioni mi piacciono molto di più dei funerali, e non vedo l’ora di celebrarne una.

fonte: http://nonleggerlo.blogspot.com/2010/07/vuoto-pdeumatico.html

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Ma alla luce di inciuci e favori precedenti, non è quantomeno lecito supporre che la norma in questione non sia richiesta per l’attuale Presidente della Repubblica, bensì per il prossimo, che, neanche tanto velatamente, secondo le intenzioni dell’attuale maggioranza MAANCHENO, sarò Berlusconi? A pensar male, diceva quella vecchia volpe (affettuoso) di Andreotti, si fa peccato… ma spesso ci s’azzecca. E non ditemi che ho letto troppi libri di fantascienza, primo perché non è vero, e secondo perché se una cosa ho imparato è che la realtà troppo spesso supera la fantasia… soprattutto nel male. elena

SU DE LUCA AVEVAMO RAGIONE LA BASE E DE MAGISTRIS – HA ACCETTATO LA PRESCRIZIONE

COMUNICATO STAMPA

SU DE LUCA AVEVAMO RAGIONE LA BASE E DE MAGISTRIS – HA ACCETTATO LA PRESCRIZIONE

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“Riguardo la vicenda giudiziaria dell’ ex candidato alla Regione Campania e Sindaco di Salerno Enzo De Luca, dopo la condanna in primo grado è intervenuta la prescrizione richiesta, del resto, dagli stessi avvocati di De Luca; si ricorda che al Congresso nazionale di IdV a Roma Di Pietro, che ora tace, aveva proposto De Luca all’IdV per le regionali in Campania con la promessa che si sarebbe dimesso se condannato e che non avrebbe accettato la prescrizione oltre che dimettersi dal doppio ruolo di sindaco e consigliere regionale. Di fatto, De Luca, non ha rispettato alcuno degli impegni presi al Congresso IdV come ha fatto giustamente notare De Magistris”.

Giuseppe Vatinno
Coord. “la Base IdV”

fonte: http://www.facebook.com/note.php?note_id=445524063474&id=1566525671

Gerusalemme: la vita di Omar, chiuso in una gabbia elettrificata

Gerusalemme: la vita di Omar, chiuso in una gabbia elettrificata

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ISRAELE – Omar Hajajna è un palestinese di 44 anni, sposato e padre di tre figli, che lavora come muratore in Israele. Una persona normale, che però ha fatto una cosa gravissima: ha costruito la propria casa, alcuni decenni fa, dove oggi Israele ha deciso di unificare la colonia illegale di Gilo con la colonia illegale di Har Gilo. E quindi i militari israeliani sono andati a casa di Omar e gli hanno consegnato una rappresentazione di quella che sarà la sua vita futura: su tre lati della casa, ci sarà un recinto elettrificato, alto 4 metri; sull’ultimo lato ci sarà la costruzione del muro con cui Israele sta murando anche la Cisgiordania (a Gaza già è stato completato da tempo). Anche se in questo caso il muro sarà costituito da un recinto di filo spinato, pattugliato dai soldati e con un passaggio – dotato di posto di blocco – personale, per andare a lavorare. Naturalmente almeno in teoria. Perchè se poi dovessero decidere di chiudere definitivamente il cancello, che cosa fai, davanti ad un fucile puntato?

La stessa fine la farà l’intera comunità di Al Walaja, nota perchè nel suo territorio c’è un ulivo millenario, che dovrebbe essere il più vecchio del mondo e che, se la datazione è esatta, era lì da quasi un secolo quando Gesù fu crocefisso. Verrà circondata da reticolati elettrici e filo spinato, perchè Israele, nonostante le risoluzioni contrarie dell’Onu, sta continuando a creare i muri intorno alle varie comunità palestinesi, in modo poi da far fare a tutte le comunità la stessa fine di Gaza: viene sigillata, si blocca l’afflusso dei rifornimenti con qualche scusa e li si fa morire di fame e di sete.
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Pensa prima di farti un sorso: ciò che devi sapere sul rum Bacardi…

Pensa prima di farti un sorso: ciò che devi sapere sul rum Bacardi…

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La propaganda del Bacardì è tutta intenta a creare confusione sull’immagine di Cuba. In realtà la Bacardì è una grande multinazionale con lo scopo di distruggere la Rivoluzione Cubana.
La fortuna della famiglia Bacardì è stimata in 2000 milioni di euro. Gran parte del capitale fu ammassato a Cuba prima della Rivoluzione sfruttando i poveri lavoratori della canna.
La pubblicità della Bacardì è piena di un supposto lirismo sugli anni ’50 a Cuba: “Rum Bacardì, belle donne, eleganti casinò. Night club con glamour, le coriste più belle di mondo”. La Habana era il casinò e il bordello di una élite corrotta, di imprenditori nordamericani, che dominavano l’economia cubana, e della mafia. Intanto, la maggioranza della popolazione rurale cubana viveva in capanne senza elettricità e acqua corrente; un terzo era disoccupato o con lavori precari o stagionali, il 14% era tubercoloso e il 43% era analfabeta. Nella decade degli anni ’50, l’esercito del dittatore Batista assassinò 20000 cubani per mantenere i suoi privilegi.
Non sembra strano che la famiglia Bacardì partì da Cuba negli anni della Rivoluzione. Nel 1960 la Rivoluzione nazionalizzò i beni di Bacardì a Cuba, stimati in 80 milioni di dollari (al cambio del 1960). Bacardì rifiutò l’offerta del governo cubano di negoziare un indennizzo, preferendo unire le proprie forze all’imperialismo Usa, alla mafia e ai mercenari con il fine di distruggere la Rivoluzione.
I membri della famiglia Bacardì, il suo consiglio di amministrazione e i suoi azionisti – la cui lista è segreta – sono strettamente legati ai servizi segreti Usa, alle campagne terroristiche anticubane e ai politici più di destra degli Stati Uniti.
Nel 1961 appoggiarono l’invasione alla Baia dei Porci, organizzata dalla CIA, e aiutarono la creazione della organizzazione terroristica RECE (Rappresentanza Cubana in esilio), finanziata dalla CIA che partecipò a cospirazioni per uccidere leader cubani, appoggiò il colpo di stato in Cile e insignì Pinochet con la “Medaglia della Libertà”.
Dirigono la Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA), implicata in attacchi terroristici, uso di armi batteriologiche e altri sabotaggi contro Cuba. La FNCA ha fatto da ponte per la CIA nel finanziamento della contra in Nicaragua, El Salvador e l’U.N.I.T.A. in Angola.
Ignazio Sanchez, avvocato della Bacardì e membro della FNCA collaborò alla redazione degli articoli chiave della legge “Helms-Burton” contro Cuba. Il suo apporto fu così importante che un senatore statunitense commentò che la legge doveva chiamarsi “Helms-Bacardì Protection Act”
Nel 1994, l’impresa cubana di rum Havana Club Holdings, fondò una società insieme alla compagnia francese Pernod Ricard per commercializzare il rum a livello internazionale. La Bacardì cercò di persuadere la Pernod Ricard perché si ritirasse. Tuttavia la Bacardì ottenne che il governo degli Stati Uniti includesse un articolo, sezione 211, nella legge dei Presupposti del 1998. Questo articolo permette alla Bacardì, in violazioni delle leggi internazionali del commercio, di utilizzare il nome Havana Club negli Stati Uniti, cercando di escludere il vero Havana Club dal mercato. Nel 2002 l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ha condannato gli Stati Uniti per questo.

Associazione Umbra di Solidarietà Internazionalista con Cuba
(asicubaumbria@libero.it)

fonte: http://www.facebook.com/note.php?note_id=406481456485&id=100000208123336

Per maggiori info consulta il sito:
http://www.venceremos.it/cuba/bacardi.htm

FINE DEL MONDO? SICURO.. COME L’ORO – Preparatevi ad una False Flag e all’Amero

Preparatevi ad una False Flag e all’Amero

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di J. Wales

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Da una false flag all’amero

Richard Russell, che ha pubblicato le Dow Theory Letters per oltre 50 anni, ha rilasciato di recente una dichiarazione agghiacciante: “Entro fine 2010 gli Stati Uniti saranno un paese irriconoscibile.”

Ha anche consigliato ai suoi clienti di uscire completamente dal mercato azionario e sedersi in panchina con i contanti in mano. Quando gli è stato domandato quale sia la differenza tra l’oro rispetto ai contanti, Russell ha affermato: “L’oro sarà la nuova “valuta” di scambio.”

E di oro vi sarà certamente bisogno per sopravvivere finanziariamente durante i giorni terribili che i poteri forti hanno predisposto dopo che una operazione di false flag ci proietterà a capofitto nell’amero.

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La sessione di chiusura

Per arrivare ad una comprensione più completa della dichiarazione scioccante di Russell, dobbiamo prendere in considerazione un evento poco conosciuto che ha avuto luogo il 13 marzo 2008 in una sessione a porte chiuse del Congresso. In tutta la storia dello stato americano è successo solo quattro volte, che si tenesse una simile sessione. L’ordine del giorno di discutere “Nuove disposizioni di vigilanza”, fu solo una sorta di depistaggio. L’effettivo ordine del giorno, secondo quanto riportato dai mezzi di informazione alternativi, concerneva i seguenti problemi:

1. L’imminente collasso dell’economia degli Stati Uniti entro settembre 2008.

2. L’imminente collasso delle finanze del governo federale entro febbraio 2009.

3. La possibilità di guerra civile a causa dei crolli economici.

4. Operazioni di retata preventive allo scopo di assicurare dissidenti e ribelli in campi di concentramento.

5. Il volo di funzionari governativi in “posti sicuri” (città sotterranee negli USA)

6. Formazione del superstato Unione Nord Americana (NAU) formato da Messico, Stati Uniti e Canada.

7. L’emissione della nuova moneta, amero, per sostituire il dollaro.

Anche se non c’è modo di dimostrare che questi siano stati i temi discussi nel corso della riunione, tutto ciò che dobbiamo fare è esaminare la cronologia degli eventi accaduti da allora. L’ intento del governo appare  evidente: mettere in allerta il proprio popolo riguardo ciò che sta arrivando, e assicurarsi una via di fuga quando giungeranno disordini e distruzione, lasciandoci tutti in balia degli eventi.

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Cronologia degli eventi

Il primo problema discusso è stato il collasso dell’economia USA nel settembre 2008, evento verificatosi  esattamente come da programma. All’inizio di settembre 2008, il governo ha dovuto sostenere con 5.600 miliardi di dollari i mutui Fannie Mae e Freddie Mac, e ora non ci è rimasta alcuna economia.

La seconda questione
è stata il crollo del sistema bancario americano entro il febbraio 2009. Che non è accaduto perché il governo e Wall Street hanno sostenuto tutte le banche “troppo grandi per fallire.” Il fatto che la maggior parte delle 8.000 banche in questo paese siano insolventi è ormai un dato accertato. Il crollo ufficiale del sistema bancario giungerà entro breve.

Quando infine le banche giungeranno al collasso si scateneranno disordini e guerre civili; sarà introdotta la legge marziale, i rivoltosi saranno confinati nei campi di concentramento, i funzionari di governo ed i potenti  si rifugeranno in ricoveri di emergenza sotterranei, mentre il resto di noi sarà intrappolato in  superficie nel bel mezzo di questo spargimento di sangue.

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Stanno pensando di prendere i vostri soldi

Allora, qual è il futuro? Per tutti coloro i quali non abbiano letto i miei scritti o seguito il mio programma radiofonico, cercherò di evidenziare alcuni eventi. Per circa due anni ho parlato con un uomo dalla costa occidentale, appartenente all’ambiente della elite globale. Si tratta di un pilota di voli aziendali che ha  accompagnato molti pezzi grossi ed ha avuto modo di ascoltare gli spifferi venuti fuori da alcune delle loro riunioni.

Circa un anno e mezzo fa mi ha detto che il governo aveva intenzione di dichiarare una “interruzione” dei servizi bancari entro il dicembre 2009. All’epoca stavano progettando di svalutare il dollaro del 50%. Da un punto di vista logistico, stavano progettando di introdurre questa svalutazione semplicemente aumentando i prezzi di vendita al dettaglio di merci, prodotti e servizi del 100%, a far capo dal giorno successivo alla “interruzione.” In parole povere, qualsiasi cosa fosse costata un dollaro il giorno precedente l’interruzione,  sarebbe costata due dollari il giorno successivo.

A febbraio 2010, visto che la svalutazione non si è poi verificata, ho chiamato l'”insider” e gli ho chiesto come mai non fosse accaduto. Mi ha spiegato che il loro piano non è mutato ma che “gli schiavi sono ancora addormentati”, nel senso che la gente non ha ancora realizzato dove stia andando a parare l’operato del governo. Poi, il 25 febbraio 2010, ho sentito una intervista di Alex Jones con Lindsey Williams, ministro battista che agli inizi degli anni ’70 partecipò ad una spedizione in Alaska per conto della elite allo scopo di valutare i giacimenti petroliferi del luogo.

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Williams è stato in contatto con uno di questi oligarchi, che oggi è ottasettenne e con gravi problemi di salute. Una delle cose che costui ha confidato a Williams è che nel 2010 l’elite mondiale attraverso il nostro governo, ha in progetto di sequestrare tutti i conti bancari e di investimento e prelevarne il 50%.

E non dimenticate, è piuttosto semplice che il governo riesca ad impossessarsi dei vostri fondi in Borsa perché il denaro è in Depository Trust e Clearing Corporation (DTCC), montepremi che la Fed già possiede legalmente. A differenza della svalutazione del dollaro a cui si accennava pochi paragrafi sopra, è sufficiente prendere il 50% dei risparmi per raggiungere lo stesso scopo in maniera molto più semplice.

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In arrivo un attacco di false flag

Circa una settimana fa, 13 giugno 2010, ho chiamato l’uomo della costa occidentale e gli ho chiesto che cosa sapeva riguardo gli avvenimenti di là da venire. Mi ha detto che i poteri starebbero progettando un’altro attacco di false flag simile all’11 Settembre 2001, e che la data prevista sarebbe l’8 luglio 2010 o comunque un qualsiasi momento durante la corrente estate. Ha aggiunto che l’attacco risulterebbe di uguale portata – se non maggiore –  rispetto a quello del 2001, e che potrebbero essere uccisi migliaia di americani. Ha poi concluso che l’evento sarebbe poi utilizzato come pretesto per chiudere definitivamente un gran numero di banche. Questo evento dovrebbe porre le basi per il crollo del dollaro ed il passaggio allo amero, nel novembre di quest’anno.

Gli ho posto numerose domande in merito alla transazione dal dollaro all’amero. Mi ha detto che il governo avrebbe bisogno di scambiare denaro corrente per ameri. Ho ribattuto che una cosa del genere non è praticabile in quanto in questo periodo circola poco denaro nelle mani di molta gente, e le banche non sono in possesso di molta cassa. Ha risposto che il punto in effetti è proprio questo. Vorrebbero effettuare il passaggio di valuta nel modo più drastico possibile. Il loro intento è quello di decimare il popolo, non aiutarli finanziariamente. Se il governo avesse voluto agire con democraticità sarebbe bastato sostituire al dollaro lo amero nei conti bancari e gli investimenti, e sarebbe stato un processo regolare.

Non è così. Questi individui del New World Order (io li chiamo i demoni) vogliono eliminare l’85% di noi “mangiatori inutili”, e solo dopo il collasso della valuta effettuare la transazione alla nuova moneta. L’uomo ha poi aggiunto che il tasso di cambio amero – dollaro sarebbe iniziato da un rapporto uno a uno in un primo momento, ma che non sarebbe durato a lungo. Poi sarebbe andato a 2-1, 5-1, 10-1, e così via. Così più si   attenderà ad effettuare la conversione, meno si otterrà.

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Ovviamente, non appena si scatenerà il panico, si avranno massicce ripercussioni sulle banche e su Wall Street, con persone in preda alla disperazione che tenteranno di liquidare i propri investimenti. E, naturalmente, la forte reazione del governo sarà quella di chiudere le valvole degli istituiti di credito e finanziari con la scusa di non potere fornire tutta la liquidità che il pubblico richiederà. Tutto ciò comporterà una forte reazione da parte della cittadinanza, che probabilmente sfocerà in una rivolta, succeduta da un intervento del governo che istituirà la legge marziale.

Non ho la possibilità di provare le informazioni comunicatemi da costui negli ultimi due anni. Tuttavia, egli non è il solo a parlare in questi termini. Molte altre persone vanno paventando sostanzialmente le stesse possibilità: Gerald Celente, Peter Schiff, Richard Russell, solo per citarne alcuni. Non si tratta di pigre  scempiaggini da ciarlatani.

Altri due elementi sono rilevanti nella formula del caos imminente: la catastrofe del Golfo e le visite del presidente messicano e del primo ministro canadese presso Obama, avvenute nel mese scorso.

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Procedure di evacuazione veloce pronte ad operare

Come ho già detto, secondo un articolo di Shepard Ambellas intitolato “Mezzi USA Northcom in guardia per un potenziale attacco agli Stati Uniti”, nel mese di maggio 2010, la USA Northcom ha eseguito una  esercitazione  di evacuazione veloce (ORI) nell’area del Golfo con tre unità di US Air Force.

Secondo l’articolo, il colonnello Dan Dagher dell’unità del Texas ha affermato che “la sopravvivenza stessa di migliaia di americani si basa sulla nostra ormai collaudata capacità di agire prontamente nell’eseguire evcuazioni di massa dopo eventuali attacchi chimici. Migliaia di furgoni dell’ONU sono attualmente in attesa presso una base aeronautica in Florida, pronte alla mobilitazione non appena sarà il momento.”

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Non permettere mai che una crisi vada sprecata

Non è una coincidenza che la Northcom abbia effettuato la ORI proprio nell’area del Golfo, dove il pozzo petrolifero della BP è ormai fuori controllo. Scienziati veri e insider BP hanno rivelato che la situazione non può essere risolta. La pressione esercitata dal getto va dalle 20.000 alle 70.000 libbre per pollice quadrato, secondo Lindsey Williams che ha parlato con due addetti BP. Il vero pericolo non è il petrolio esplulso dal pozzo ma l’enorme volume di gas letali biotici. E’ solo una questione di tempo prima che questi gas esplodano, con il serio pericolo di vita per migliaia o milioni di persone lungo la costa.

Attualmente vi è un enorme blocco mediatico sulle informazioni provenienti dal Golfo; tutta questa storia si presterebbe comodamente alla creazione di un evento di false flag. Come disse una volta Rahm Emmanuel, “Mai lasciare che una buona crisi vada sprecata.” Non mi è difficile immaginare un bel pò di aerei che sorvolano alcune grandi città lungo la costa del Golfo, spargendo antrace o qualche altro prodotto chimico letale, la stessa Air Force che dovrebbe svolgere evacuazioni di massa ed evitare stragi di massa. Non è grande vivere in America?

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Prepara la tua uscita

Gli Stati Uniti si trovano nel bel mezzo di una gravissima depressione, con una massiccia disoccupazione, pignoramenti, fallimenti, 40 milioni di buoni pasto, e questa sembra essere solo la punta dell’iceberg. A mio parere presto giungerà il crollo totale del dollaro, e poi negli Stati Uniti privi di una moneta sarà inaugurata la società senza contanti, con il marchio della bestia. Suona apocalittico. Spero di sbagliarmi.

Ma c’è ancora speranza per gli individui se finché sarà ancora possibile agiranno per fare qualcosa al riguardo.   In uno dei miei ultimi articoli ho parlato di uscire dalla trappola finanziaria. Ecco alcuni suggerimenti su cosa fare per riuscire in tale intento.

Rifornirsi con almeno sei mesi o un anno di cibo per voi e la vostra famiglia. Ritirare tutti i vostri soldi elettronici dalle banche e liquidare gli investimenti nei mercati. Basta ottenere tutto il più presto possibile, anche a costo di pagare qualche penale. Per preservare la vostra ricchezza comprate monete d’oro ed argento. Tenete a mente il vecchio adagio: se non lo hai materialmente in mano, non è del tutto tuo.

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Tratto da un articolo in lingua inglese pubblicato sul sito: Before It’s News
Link diretto all’articolo:

http://beforeitsnews.com/news/84/972/Prepare_for_a_false_flag_attack_-_get_ready_for_the_Amero.html
Traduzione a cura di Anticorpi.
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fonte: http://www.anticorpi.info/2010/06/preparatevi-ad-una-false-flag-e.html


FEDERALISMO – Case, arriva l’imposta municipale, Emilia e Liguria le più tartassate

DOSSIER

Case, arriva l’imposta municipale
Emilia e Liguria le più tartassate

Parte con 30 miliardi il federalismo comunale: 400 euro a testa. Agli attuali tributi si aggiungono Tarsu, cedolare secca e il gettito delle case fantasma. I sindaci potranno manovrare elevando la tassa attraverso una addizionale

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di VALENTINA CONTE

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Case, arriva l'imposta municipale Emilia e Liguria le più  tartassate Il ministro Tremonti

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ROMA – La domanda è: i cittadini pagheranno di meno o di più? E ai Comuni basterà o dovranno potenziarla in futuro? La “municipale”, l’ultima nata della categoria, la nuova imposta unica sugli immobili, detta anche “Service tax”, fa già discutere. Anche perché i conti non tornano e ogni giorno si aggiunge l’ingrediente a sorpresa, a nutrire una torta da 30 miliardi di euro. Denari che i sindaci, gongolanti, potranno gestire dal 2012 in autonomia, 20 miliardi in più di quanto oggi incassano con l’Ici. Ma che impoveriranno un equivalente gettito “centrale”, fatto anche di trasferimenti agli stessi Comuni. Una coperta troppo corta?

La nuova tassa locale, pilastro di esordio del federalismo, è comunque in dirittura d’arrivo. Potrebbe essere varata già il 31 luglio, con l’approvazione del decreto attuativo, uno dei cinque “federali”. Soddisfatto Tremonti (“Il federalismo municipale porterà più trasparenza, più democrazia e poi verranno fuori bei soldi dal recupero dell’evasione”). Molto soddisfatta la Lega, ministro Calderoli in testa, che si attribuisce il merito della “politica delle formichine”. Recupera di qua, recupera di là fanno, appunto, 30 miliardi.

Ma cosa c’è dentro la “municipale”? Tutte le imposte legate agli immobili (per il possesso o il trasferimento del bene), destinate ora all’accorpamento. All’inizio erano quattro: Ici (sulle seconde case), imposta ipotecaria e catastale, imposta di registro e Irpef riconducibile agli immobili. Poi, proprio Calderoli in un’intervista al Sole 24 Ore di ieri, ne ha aggiunte altre tre: la Tarsu (rifiuti), 4,2 miliardi, un’imposta forfettaria sulle case fantasma, 1,5 miliardi (meno dei 5 miliardi ipotizzati dal ministro), e la cedolare secca sugli affitti al 23% che vale 1,8 miliardi. “I Comuni potranno introdurre o meno la tassa”, dice Calderoli che non esclude un’ulteriore addizionale per riunificare “gli altri tributi comunali come la Tarsu e che i sindaci potranno spostare in su o in giù”. Una leva lasciata nelle mani dei primi cittadini che apre, pericolosamente, l’incognita: si pagherà di più o di meno?

Secondo le previsioni di calcolo della Cgia di Mestre, la “municipale” costerà 432 euro ad ogni italiano. Liguri ed emiliani tra i più tartassati, dovranno rispettivamente 670 e 611 euro. Record per i valdostani, 704 euro. Chiudono la classifica i molisani con 274 euro. Sopra la media nazionale, i marchigiani (586), i toscani (555), i lombardi (498), i piemontesi (472). Ma è solo una stima e per difetto. Il tributo sarà dovuto da tutti i possessori di qualsiasi immobile, situato nel territorio comunale e diverso dalla prima casa.

Le prime critiche alla Service tax arrivano dall’interno della maggioranza. “La cedolare secca sugli affitti non ha niente a che vedere con il federalismo, ma riguarda l’Irpef nazionale”, attacca Mario Baldassari, senatore Pdl, membro della commissione sul federalismo. “Avevo proposto di inserirla nella manovra e avevo trovato anche la sua copertura, visto che la cedolare comporta circa 1,8 miliardi in meno di gettito Irpef: bastava anticipare al 2011 i tagli alla spesa della pubblica amministrazione. E invece l’emendamento è stato bocciato. Ora invece arriva la proposta del 23%, definita come una manna per i comuni. Ma chi paga? I comuni stessi, probabilmente, con meno trasferimenti. I miracoli non esistono”.

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12 luglio 2010

fonte:  http://www.repubblica.it/economia/2010/07/12/news/tassa_comunale-5526327/?rss