Archivio | luglio 20, 2010

TUTTI UGUALI, TUTTI DIVERSI (e il video ‘Distrofichetto’, very very good..)

Video diversità

progetto diversi da chi

Ladridicarrozzelle | 22 gennaio 2009

video realizzato dagli studenti di patti in occasione del concerto dei ladri di carrozzelle

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DIVERSI DA CHI?

marranza | 30 settembre 2007

Il brano è dedicato alle pesone disabili, le quali hanno grandi potenzialità per poter essere integrate nella nostra società, visto che svolgono attività di ogni tipo. Dedicato con il cuore!.
Associazione La Goccia Onlus – Via Cadorna 23, Vimodrone (MI) – tel: 02 27402036 – Palmiro Gattella – “Settore Servizi alla Persona” – Servizi Sociali – A.S. Coord. Cristina Cucchi referente Area Handicap – Tel. 0225077230 – e-mail: c.cucchi@comune

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Diversità

SabinoNitti | 29 marzo 2009

Video di presentazione prodotto da Sabino Nitti del Liceo Scientifico “G. Galilei” di Bitonto (BA) e presentato in occasione della XI edizione del Mediashow di Melfi (PZ).

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D.VERSO – uno sguardo sulla diversità

thewhaledreamer | 11 ottobre 2008

Performance teatrale sulla diversità. Di e con Matteo Lanfranchi, in collaborazione con ESPZ, sound design Roberto Rettura.

Maggiori info su http://www.effettolarsen.it

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DIVERSI DA CHI???

dverso | 16 aprile 2007

Video promozionale spettacolo diversità Ladri di carrozzelle

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Distrofichetto, ladri di carrozzelle

DIVERSI DA CHI? – Giulia e la dura vita del credente gay / LIBRI – Fede e omosessualità, le risposte di Don Franco Barbero

diversi da chi?

https://solleviamoci.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/07/gay_rights.jpg?w=300

Giulia e la dura vita del credente gay

«Emarginata in parrocchia e osteggiata dai genitori»

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MILANO – Le difficoltà a farsi accettare dagli amici e dai genitori, la diffidenza di un’intera comunità che non riesce a superare i conflitti tra fede e omossessualità. E’ questo il dramma che ha vissuto Giulia, 20 anni, una delle protagoniste del progetto «Diversi da chi?» promosso da Mtv. Ai microfoni dell’emittente impegnata in un viaggio tra i giovani gay italiani, Giulia ha raccontato cosa significa dichiararsi lesbica in una delle città più cattoliche della cattolicissima Italia, Assisi. Prima osteggiata dal padre, che per un mese non le ha rivolto la parola, quindi, anche grazie al suo aiuto, finalmente compresa e riabbracciata dalla madre. Infine, costretta a cambiare città e vita, trasferendosi a Bologna dove ora frequenta il Dams, per superare la diffidenza e i silenzi della sua città e persino della sua parrocchia, luogo fondamentale per lei così credente.

ESSERE GAY L’iniziativa di Mtv punta a dare risposte ad alcuni quesiti prima di tutto: cosa vuol dire per un adolescente e per un giovane italiano essere omosessuale? Come si fa a dirlo alla famiglia? Agli amici? Alla società? Secondo i dati dell’Eurispes, più del 15% della popolazione italiana si rifiuta di riconoscere l’omosessualità come un semplice orientamento sessuale. Il risultato sono i continui episodi di violenza omofobica registrati dalla cronaca. Sulla base dei dati raccolti dall’Arcigay tra il 2006 e il 2009 in Italia ci sono stati quasi 300 episodi di violenza grave contro gli omosessuali: 37 omicidi, 189 violenze e aggressioni, 21 estorsioni, 14 atti di bullismo e 29 atti vandalici. Una recrudescenza spaventosa, aggravata dal fatto che la nostra legislazione, a contrario di quella di Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Svezia, Danimarca e altri paesi europei non prevede pene più severe per i colpevoli di violenze o offese a carattere omofobico. La storia di Giulia verrà raccontata da Mtv martedì 20 luglio.

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Redazione online
16 luglio 2010(ultima modifica: 20 luglio 2010)

fonte:  http://www.corriere.it/spettacoli/10_luglio_16/giulia_mtv_621ef858-90e4-11df-8665-00144f02aabe.shtml

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Fede e omosessualità, le risposte di Don Franco Barbero

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Nella chiesa cristiana gay e lesbiche credenti sono protagonisti di una grande novità: dicono apertamente che tra omosessualità e fede cristiana non esiste alcuna inconciliabilità. La loro è una rivoluzione d’amore e quindi non violenta.

Dalla donna “che si sente sporca” perché ama un’altra donna al sacerdote gay che ha scoperto l’amore e non sa cosa fare fino all’uomo che convive da diciassette anni con il suo compagno.

Sono alcune delle persone che si sono rivolte, via lettera, a Don Franco Barbero (ex sacerdote, ridotto allo stato laicale nel 2003). A tutti loro Don Barbero risponde con toni pacati, ma fermamente, auspicando una visione della chiesa in cui il punto di riferimento sia il Vangelo e non i precetti Vaticani.

Le risposte sono raccolte in un libro pubblicato da Gabrielli Editore (disponibile da ieri presso le librerie fiduciarie): Omosessualità e Vangelo. Franco Barbero risponde curato dal giornalista salernitano Pasquale Quaranta. Proprio da una lettera del giornalista all’ex-sacerdote nasce l’idea del libro.

Gli interrogativi sono tanti e sono tutti sentiti, vivi, autentici. Tra le pagine, che raccolgono una selezione delle migliaia di lettere ricevute da Don Franco (attulamente “anima” della comunità di base “Viottoli” di Pinerolo), scorrono le storie di tanti credenti spesso messi ai margini dalle loro chiese.

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Il libro, arricchito da una postfazione dello psichiatra Paolo Rigliano, può essere richiesto a: Il segno dei Gabrielli editori | Via Cengia, 67 – 37029 S. Pietro in Cariano (Verona) | tel. 045 772 55 43 | fax 045 685 85 95 | gabriellieditori.it

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fonte:  http://www.napoligaypress.it/?p=2557

Inail, 750mila infortuni e 1050 morti sul lavoro

Inail, 750mila infortuni e 1050 morti sul lavoro

https://i0.wp.com/www.busnagosoccorso.it/photo/Mission/CIMG3117.JPG

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Calo di quasi il 10% per gli infortuni sul lavoro. Il dato, relativo al 2009, è comunicato oggi dall’Inail: sono 790 mila gli infortuni l’anno scorso, con un calo del 9,7% rispetto al 2008. I casi mortali sono stati 1.050, per una flessione del 6,3% (70 decessi in meno). L’istituto rileva che si tratta della flessione più alta dal 1993.

Gli infortuni verificatisi durante lo svolgimento delle attività lavorative calano del 10,2% a fronte di un calo del 6,1% di quelli ‘in itinere’, avvenuti cioè durante il tragitto casa/lavoro e viceversa. Analoga, anche se meno sostenuta, la flessione dei casi mortali: quelli in occasione di lavoro sono passati dagli 829 del 2008 ai 767 del 2009 (-7,5%), quelli in itinere da 291 a 283 (-2,7%). «E’ dal 1993, quando vi fu un calo dell’11,7% degli incidenti che non si registrava una flessione di questo livello», afferma Marco Sartori, presidente dell’Inail.

«Nel 2008 la riduzione si era attestata invece intorno al 4,1%. E’ importante sottolineare come parte sensibile della riduzione abbia riguardato gli infortuni nell’attività lavorativa: 79.064 casi in meno». per quanto riguarda i casi mortali «è un ambito dove il margine di contenimento è minore, trattandosi di cifre già sensibilmente ridotte nel corso di questi ultimi anni: basti pensare che, nel 2001, i decessi erano stati 1.546». I dati, rileva l’Inail, risentono della crisi che, si stima, riduce del 3% l’esposizione al rischio. Una percentuale che fa ragionevolmente ritenere che la riduzione reale degli infortuni si possa stimare pari a -7% per gli infortuni in generale e a -3,4% per quelli mortali.

MALATTIE PROFESSIONALI
il 2009 è anno record per le malattie professionali. lo rileva l’inail, che comunica che le denunce sono state 34.646, il valore più alto degli ultimi 15 anni, per un aumento del 15,7% rispetto ai 30 mila casi del 2008 e di circa il 30% in 5 anni. l’agricoltura è il comparto più interessato con segnalazioni più che raddoppiate in un solo anno (da 1.834 del 2008 a 3.914 del 2009, +113,4%) e triplicate nell’ultimo quinquennio. impennata per le malattie dell’apparato muscolo-scheletrico (tendiniti, affezioni dei dischi intervertebrali, sindrome del tunnel carpale, ecc.) dovute a sovraccarico biomeccanico: con quasi 18 mila casi denunciati (per un aumento del 36% rispetto al 2008) e raddoppiate in cinque anni (erano poco meno di 9 mila nel 2005) sono emerse prepotentemente come le vere protagoniste. «questo boom è dovuto a fattori diversi – commenta marco sartori, presidente dell’inail – che stanno contribuendo all’emersione di quelle che gli esperti definiscono ‘malattie nascoste’. Non a caso, anche l’Inail da tempo segnala come questo fenomeno soffra di una cronica forma di sottodenuncia». A tutto ciò si aggiunge l’entrata a regime delle nuove tabelle, in base al decreto ministeriale del 9 aprile 2008 che ha incluso nuove malattie. iIfine un effetto tecnico: le tabelle, elencate ora per specifica patologia piuttosto che per agente patogeno, hanno fatto aumentare le denunce «plurime» (più tipi di malattia denunciati contemporaneamente dalla stessa persona) che, nel 2009, hanno raggiunto la quota del 20% del totale delle denunce.

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20 luglio 2010

fonte:  http://www.unita.it/news/economia/101457/inail_mila_infortuni_e_morti_sul_lavoro

AUDIZIONE IN COMMISSIONE ANTIMAFIA – «Stragi, la politica non reggerà la verità»

AUDIZIONE IN COMMISSIONE ANTIMAFIA

«Stragi, la politica non reggerà la verità»

I pm di Caltanissetta: su via D’Amelio vicini a una svolta Il presidente Pisanu: «Mai pronunciate quelle parole»

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I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in  un'immagine  del 1997  (Ansa)
I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in un’immagine del 1997 (Ansa)

MILANO – «Siamo ad un passo dalla verità sulla strage di via d’Amelio. Una verità clamorosa di cui la politica potrebbe non reggere il peso». Lo avrebbero detto, alla commissione Antimafia, il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari e il suo aggiunto Nico Gozzo che hanno riaperto le indagini sull’eccidio di via D’Amelio, ricostruendo le complesse trame che legano insieme l’arresto di Totò Riina e la latitanza di Bernardo Provenzano, la posizione intransigente di Salvatore Borsellino, e le manovre messe in atto per sventare ulteriori e più drammatiche offensive della mafia corleonese. «La magistratura sarà capace di reggere le verità che vanno emergendo sulle stragi. Anche lo Stato sarà in grado di sostenerle. Non so, invece, se altrettanto saprà fare la politica». Ma il Presidente dell’Antimafia, Beppe Pisanu, s’affretta con una nota a smentire la dichiarazione. Non solo, con una nota della presidenza della commissione antimafia, ribadisce che «non si può riferire alcunché’ dello svolgimento dei lavori della Commissione in seduta segreta». E «nega decisamente che i magistrati di Caltanissetta abbiano dichiarato di essere ad un passo dalla verità sulla strage di Via d’Amelio e che la politica non sarebbe in grado di reggere il peso di tale verità».

LA DICHIARAZIONE DEL PM – Secondo quanto riferisce l’Ansa il procuratore aggiunto Gozzo avrebbe detto ai giornalisti che gli chiedevano se mai si fossero stati così vicini alla verità sulle stragi Gozzo: «Dal punto di vista investigativo ci sono dei precedenti ma non a questo livello. Speriamo che questa stagione ci consenta di raggiungere la verità». Dalle dichiarazioni del magistrato traspare anche qualche preoccupazione: «Dopo due anni mi sento di dire che siamo in un momento di svolta delle indagini. Certo seppure le inchieste si trovano in una fase felice, io non posso dire di essere felice delle cose che mano a mano si vanno scoprendo».

L’AUDIZIONE La commissione Antimafia, in questi giorni a Palermo, ha già ascoltato il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, gli aggiunti Antonio Ingroia e Ignazio De Francisci, e Maurizio De Lucia della Dna, cercando di focalizzare soprattutto il tema della trattativa tra mafia e pezzi dello Stato nel periodo delle stragi. Sono quindi state vagliate le risultanze dibattimentali e probatorie dei vari procedimenti in corso, a cominciare dalle dichiarazioni ai pm di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito, e del pentito Gaspare Spatuzza. I magistrati palermitani hanno inoltre delineato il nuovo organigramma dei mandamenti mafiosi palermitani, dopo gli arresti degli ultimi anni che hanno decimato i capi, e il grado di pericolosità della mafia nel capoluogo siciliano.

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Redazione online
20 luglio 2010

fonte:  http://www.corriere.it/cronache/10_luglio_20/mafia_stragi_dfd0f376-9424-11df-8c86-00144f02aabe.shtml

P3, il pg della Cassazione avvia azione contro Marra

L’INCHIESTA

P3, il pg della Cassazione avvia azione contro Marra

Iniziativa del procuratore generale Esposito nei riguardi del presidente della Corte d’Appello di MIlano il cui nome compare nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla cosiddetta P3. Marra sarà inoltre ascoltato lunedì prossimo dalla prima commissione del Csm che ha avviato nei suoi confronti la procedura di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale

P3, il pg della Cassazione avvia azione contro Marra Alfonso Marra

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ROMA – Il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito ha avviato l’azione disciplinare nei riguardi del presidente della Corte di Appello di Milano, Alfonso Marra, il cui nome compare nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla cosiddetta P3. Esposito – titolare, così come il ministro della Giustizia, dell’azione disciplinare – ha informato oggi il Csm della sua iniziativa. Marra, inoltre, sarà ascoltato lunedì prossimo dalla prima commissione del Csm che ha avviato nei suoi confronti la procedura di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale dopo gli sviluppi dell’ inchiesta sulla P3. Lo accompagnerà, nella veste di assistente tecnico, Piercamillo Davigo, ex pm del pool di Mani Pulite, oggi consigliere di Cassazione.

Ma l’avvio dell’azione disciplinare è una nuova tegola che si abbatte sull’alto magistrato milanese. Due gli addebiti che gli vengono mossi: il primo, di essersi rivolto all’ex giudice tributario Pasquale Lombardi per esercitare pressioni su componenti del Csm al fine di favorire la sua nomina alla presidenza della Corte di Appello di Milano; il secondo, il suo presunto intervento, sollecitato da amici di Lombardi, a valutare con attenzione particolare il ricorso del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni contro l’esclusione della sua lista dalle elezioni regionali.

Il sovrapporsi della procedura
amministrativa e di quella disciplinare potrebbe essere oggetto di valutazione già nei prossimi giorni da parte della Prima Commissione, dal momento che i fatti contestati sono gli stessi. Nella comunicazione delle contestazioni approvata oggi a larga maggioranza con cui ha deciso la convocazione, la Prima Commissione ipotizza che Marra “non possa più esercitare con la dovuta imparzialità e indipendenza la sua attività giurisdizionale”. Il motivo va ricercato proprio nelle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta condotta dalla procura di Roma dalle quale risulta che Marra si sarebbe rivolto a Lombardi, uno degli arrestati, perché intercedesse su componenti del Csm per facilitare la sua nomina, e il fatto che, una volta nominato, amici di Lombardi gli abbiano chiesto il favore di verificare al meglio il ricorso del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni sull’ esclusione della sua lista dalle elezioni regionali.
Marra nei giorni scorsi ha detto di essere contento della iniziativa del Csm: “Così si chiarirà la sua posizione”.

Marra è solo la toga principale su cui si sta concentrando l’attenzione della Commissione: all’autorità giudiziaria sono stati chiesti gli atti che riguardano altri magistrati citati nell’ordinanza del Gip. Uno di questi è il presidente della corte di Appello di Salerno, Umberto Marconi, che ha chiesto al Csm di essere trasferito perché non più sereno nel suo ruolo per le notizie che lo coinvolgono nell’attività di dossieraggio ai danni dell’attuale presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Accertamenti potrebbero riguardare anche il sostituto procuratore generale di Milano Gaetano Santamaria Amato, il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato; i procuratori Giovanni Francesco Izzo (Nocera Inferiore) e Paolo Albano (Isernia).

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20 luglio 2010

fonte:  http://www.repubblica.it/politica/2010/07/20/news/marra_azione_disciplinare-5717948/?rss

L’isola dei cassintegrati oggi sbarca a Roma: «Solo vuoto attorno»

L’isola dei cassintegrati a Roma: «Solo vuoto attorno»

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di Silvia Sanna

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Per parafrasare una vecchia pubblicità di caramelle alla menta, potrei dire che gli operai che occupano l’Asinara, sono Cassintegrati col vuoto attorno. Mare, hanno solo mare, attorno: sono isole nell’isola. Un mare a volte agitato, come il loro stato d’animo da 146 giorni a questa parte. Un mare a volte piatto, come l’elettroencefalogramma di chi li ha ridotti a rinchiudersi, con famiglie a seguito, in un vecchio carcere. Ma i cassintegrati dell’Asinara sono circondati anche da un mare di solidarietà popolare, fatta di braccia che portano cibo, mani che accarezzano volti e parole che rinfrescano l’aria rovente dei 40° all’ombra, nel cortile del carcere. Se solo ci fosse ombra, nel cortile del carcere.

I cassintegrati col vuoto attorno. Un vuoto fatto di silenzi e attese, di risposte rinviate e riunioni assolutamente inutili di cui si conosce già l’esito e alle quali gli operai, i diretti interessati, non possono partecipare. Per un principio di democrazia (che ormai, si sa, è il sinonimo di libertà nonché il contrario di Italia) secondo il quale libertà è partecipazione, loro, i cassintegrati col vuoto attorno, scendono in piazza. Sotto gli stessi palazzi di cui conoscono solo il portone. Chiuso. Chissà se oggi, dalle 15 alle 17, ci sarà almeno un usciere a guardarli di sghimbescio dal buco della serratura di Palazzo Chigi. Loro resteranno lì fuori, ospiti indesiderati del Cesare de noartri.

Certo, se oggi a manifestare
pacificamente fuori da quel portone, con gli operai, la Cgil e la Filctem, ci fosse anche tale Ugo, forse il portone si spalancherebbe. Ugo chi? Cappellacci. Scandire bene le letterine a favore dei Tg che lo chiamano Castellacci, non sia mai che si capisca che è proprio lui, quello coinvolto nello scandalo eolico in Sardegna. Se ci fosse Ugo, con gli operai sardi della Vinyls e i loro colleghi di Porto Marghera e Ravenna, forse gli operai si sentirebbero meno soli. O forse no. Forse sarebbero ancor di più Cassintegrati col vuoto attorno. Come vuote erano le parole di Ugo che risuonarono il 30 marzo in una cella dell’ex supercarcere. La parola data Si trattava della promessa, sancita da una stretta di mano davanti alle telecamere: una mano era la sua, di Ugo Ponzio Cappellacci.

L’altra era di Andrea Spanu, 31 anni, cassintegrato Vinyls autorecluso all’Asinara dal 24 febbraio scorso, con moglie e bimbo di due anni a seguito, in galera da innocenti. “La sfido davanti ai giornalisti presenti a mantenere la parola data”, aveva detto Andrea, dopo la promessa di Ugo di farsi da tramite con il governo, per cercare di risolvere qualcosa. Almeno qualcosa. Della mano di Andrea, all’Asinara, è stato fatto il calco, appeso nella cella umida in cui dorme: Mani pulite, dice la didascalia. Usa solo la sinistra, il giovane operaio sassarese, perché è sempre la destra che dà problemi. E le mani dei cassintegrati, nel frattempo, non stanno ferme. Nessun lavoro retribuito, in nero, sennò si perde anche la cassa integrazione. Si lavora per mantenersi vivi, anche senza stipendio.

All’Asinara le giornate, soprattutto dopo l’esplosione dell’estate, sono devastanti: o fai qualcosa o muori. Di caldo, di sete, di noia, di tristezza. E allora i cassintegrati si sono improvvisati falegnami e bibliotecari, dispensatori di trucioli e belle lettere. Hanno costruito, con pezzi di legno arrivati sull’isola, una libreria da far invidia al signor Ikea. Catalogheranno, sistemeranno e daranno in prestito i libri che la solita catena umana di solidarietà sta già inviando sull’isola. “Biblioteca Cassintegrata”, si chiama quel piccolo atollo di cultura che sta nascendo in una cella e che a fine vertenza verrà donato alle biblioteche carcerarie e all’Ente Parco dell’Asinara. Tra i primi testi pervenuti, ce ne sono alcuni dai titoli simbolici: “L’Italia che resiste” (storie e ritratti di cittadini controcorrente), “Il mondo deve sapere” (cronache precarie da un call center), “I quaderni dal carcere” (una sorta di Bibbia, per i cassintegrati) e “Un ultimo giro di giostra”, nella speranza che arrivi ben presto l’ultimo giro di questa giostra di promesse, finzioni, ballerine, nani e saltimbanchi. Esiste una giostra, appunto, che sia chiama Ballerina. In Sardegna la chiamiamo, però, Calcinculo. Ecco, questo è il gioco che Eni e Governo, da mesi, stanno facendo provare ai Cassintegrati. Quelli col vuoto, ma proprio vuoto, attorno.

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20 luglio 2010

fonte:  http://www.unita.it/news/economia/101459/lisola_dei_cassintegrati_a_roma_solo_vuoto_attorno

ADDIO BAVAGLIO? – Intercettazioni, la resa del governo: “Saranno pubblicabili se rilevanti”

20/7/2010 (15:0) – LA LEGGE-BAVAGLIO

Intercettazioni, la resa del governo
“Saranno pubblicabili se rilevanti”

L’emendamento dell’esecutivo: “Nell’udienza filtro il gip dovrà escludere gli ascolti «estranei»”. L’ira di Berlusconi: “Così il testo non cambia le cose, non è civile”
I finiani esultano: addio bavaglio

La presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno

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ROMA
Il governo si arrende sulle modifiche da apportare al ddl intercettazioni.
A sbloccare l’impasse arriva un emendamento del governo che di fatto rende più agevole la pubblicazione delle intercettazioni, introducendo il principio per cui «l’obbligo del segreto cade ogniqualvolta ne sia stata valutata la rilevanza».
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Con questa modifica, per il Pdl, non solo si va incontro alle osservazioni del Quirinale, ma si raggiunge un buon compromesso che consentirà di rispettare i tempi stabiliti e non far slittare il voto a dopo l’estate. La mediazione nella maggioranza non convince però Berlusconi. Lo sfogo del premier è durissimo: «Con le modifiche di oggi la legge sulle intercettazioni lascerà pressappoco la situazione come è adesso, e cioè non lascerà gli italiani parlare liberamente al telefono e l’Italia non sarà un Paese davvero civile».
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Soddisfatta invece la presidente e relatrice del provvedimento, la finiana Giulia Bongiorno: «È innegabile che l’emendamento presentato dal governo va incontro alle istanze rappresentate dal mondo dell’informazione. Sicuramente si tratta di qualcosa di molto positivo. La direzione verso la quale ci muoviamo mi sembra non solo un passo avanti ma un balzo in avanti». Per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, l’emendamento presentato dal sottosegretario Giacomo Caliendo e le ultime modifiche apportate al testo del ddl «lasceranno pressappoco la situazione com’è adesso, ovvero non lascerà agli italiani la libertà di parlare al telefono».
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Dunque, le intercettazioni sono pubblicabili se ne viene valutata la rilevanza. Rilevanza che, prevede l’emendamento, può essere stabilita dalla cosiddetta “udienza filtro” durante la fase delle indagini preliminari, oppure può essere valutata dal giudice o dal Pm in caso sia necessaria una ordinanza cautelare o altre ordinanze di ispezione, come ad esempio un decreto di perquisizione. Esultano i finiani, che giudicano l’emendamento del governo una vittoria («cade così il bavaglio per la stampa – commenta Annamaria Siliquini – è una vittoria del Parlamento», un «passo avanti» per la Bongiorno). Per l’opposizione, invece, non c’è da esultare: la maggioranza fa «sempre passi indietro e tenta di salvare capre e cavoli». È il giudizio della capogruppo del Pd in Commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, ad una prima lettura dell’emendamento presentato dal Governo.
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Con le modifiche che il Governo apporta al Ddl intercettazioni, spiega Ferranti, «rimane il black out informativo fino alla chiusura delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare. È una mezza via che non risolve i problemi cruciali» che pone il provvedimento, «è un compromesso». Al contrario, Renato Brunetta esprime «tutta la sua soddisfazione per il paziente lavoro di sintesi svolto in queste ore dal collega Alfano», a proposito della riforma delle intercettazioni. «L’emendamento che ha presentato in commissione Giustizia – dice il miinistro per la Pa – è infatti improntato a grande ragionevolezza, assicura il maggior consenso politico possibile e crea finalmente le premesse per l’approvazione entro l’estate, senza più alcun indugio, di un provvedimento giusto ed equilibrato in materia di intercettazioni».
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Psicologia della generazione perduta: I giovani dall’età indefinita

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Alfio Catania, Generazione perduta . chorus 5 . la crisi . acrilico e tecniche miste su carta – gallery

LA RICERCA

Psicologia della generazione perduta
i giovani dall’età indefinita

Sempre più acute le difficoltà di consolidamento dei progetti personali e professionali dei giovani. Solo la metà possiede caratteristiche di personalità per i compiti di sviluppo. Più forti quelli che lasciano la città di origine. I risultati nell’anticipazione dell’indagine dell’università di Napoli sulle storie raccolte dalla nostra testata

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di FEDERICO PACE

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Psicologia della generazione perduta i giovani dall'età  indefinita

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NON sono più giovani. E neppure adulti. I protagonisti della “generazione perduta” anche se passano attraverso la tempesta di diverse esperienze, spesso caratterizzate dal disagio, non riescono con il tempo a trasformare se stessi in qualcosa che li porti oltre le possibilità inespresse e li faccia uscire dall’ombra di un’identità indefinita. Per colpa del lavoro che non c’è, di una società sempre più “instabile” che gli sottrae opportunità, ma anche per caratteristiche proprie. E per la responsabilità di chi non gli offre gli strumenti di supporto che sembrano sempre più necessari. E’ questo uno dei risultati emersi dall’indagine realizzata dal dipartimento di scienze relazionali “G. Iacono” dell’università di Napoli “Federico II”. A confessarlo, in qualche modo, sono stati proprio loro. Sì, perché per scavare nelle profondità del disagio di un arcipelago di generazioni, la professoressa Laura Aleni Sestito, docente di psicologia dello sviluppo e coordinatrice della ricerca condotta insieme a Luigia Sica e Maria Nasti, ha analizzato le testimonianze raccolte dalla nostra testata a novembre del 2009.

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LEGGI TUTTE LE STORIE 1/ GUARDA LE TABELLE 2
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I compiti mancati dello sviluppo. Dall’analisi che qui anticipiamo emerge che solo metà dei giovani, coinvolti nella ricerca, mostra di possedere quelle caratteristiche di personalità utili a fronteggiare i compiti di sviluppo. I giovani, seppure chiamati a operare in un contesto molto complesso, o forse proprio per questo, solo in piccola parte mostrano di “muoversi a partire da spinte profonde, di avere capacità di controllo sulla realtà interna ed esterna e di percepire se stessi come protagonisti rispetto all’esperienze di adattamento alla realtà lavorativa”.

Tra realtà e aspirazioni. Le ricercatrici dell’università di Napoli hanno cercato di fornire una chiave di lettura complementare a quelle in ambito sociologico, antropologico e socio-economico. Al centro, la convinzione che l’identità sia un processo dinamico, una continua negoziazione tra realtà e aspirazioni. Contingenze e progettualità. A prevalere però, nella generazione “senza lavoro”, è una frapposizione di entità non integrate. “L’identità personale e l’identità professionale, spiega Sestito, sembrano non potersi integrare l’una con l’altra anche in soggetti di un’età in cui questo deve accadere. Si persegue una senza riuscire a perseguire l’altra. Indipendentemente dal tipo di attività”. Paradossalmente è valido anche per chi ha un contratto a tempo indeterminato. Nel loro caso, per una buona parte, il processo di definizione dell’identità, è compiuto sulla base di fattori esterni, di timori e preoccupazioni, più che speranze e aspirazioni personali.

Quelli che ce la fanno
. “Risultano essere maggiormente risolti – racconta Sestito, da anni attenta studiosa della transizione all’età adulta – quelli che sono riusciti ad andare fuori dalla propria città. Anche se poi, denunciano pure loro disagio e stress. Ma con differenze cruciali: ripercorrendo la propria storia hanno mostrato maggiore progettualità a lungo termine e, al momento delle scelte, hanno avuto fiducia nella possibilità di influire sugli eventi. Sono stati capaci di tracciare una traiettoria e di percorrerla nonostante le difficoltà” .

La ricerca del senso. La specificità di un’indagine di questo tipo sta proprio nella decisione di analizzare le storie. “Attraverso le narrazioni – spiega la coordinatrice – attingiamo a quello che è un vissuto non cristallizzato, così come emerge mentre il soggetto lo sta ricostruendo per l’interlocutore”. Il racconto svela qualcosa che altrimenti sarebbe inaccessibile anche all’autore, perché si costruisce nel momento in cui viene creato, stimolato dall’esigenza del doverlo raccontare. Ed è anche un modo di agganciarsi a una collettività e a un contesto.

La complessità e le responsabilità. La sensazione è che oggi, alle prese con una società più “instabile”, ci sia bisogno di un “capitale di identità” maggiore di quanto ne fosse necessario in passato. “Oggi è più difficile diventare adulti. Il fatto di avere più chance – dice Sestito – rende tutto ancora più complicato. Dopo avere individuato una scelta, ci si deve assumere le responsabilità, in senso psicologico, dell’identificarsi con le cose che si sono scelte e di assumersele come personale traiettoria di sviluppo. Quanto più la società diventa complessa, tanto più è difficile assolvere a questi compiti”.

Le scelte senza indagare se stessi. Molti nodi finiscono per venire al pettine al momento delle scelte da compiere dopo avere terminato le superiori. “Molto spesso all’università – osserva Luigia Sica – arrivano ragazzi che non hanno una percezione realistica delle aree in cui possono essere bravi. Al momento delle scelte su cosa fare, sembra quasi che si pongano il quesito ‘ora quale facoltà faccio?’ invece di ‘cosa voglio fare e cosa sono adatto a fare?’ e questo crea delle aspettative che quasi sempre vengono disilluse. Si sceglie quello che è più attraente e non il più adatto”. Ma forse c’è anche qualcosa di più profondo. “L’indagine sui sé possibili, l’esplorazione delle possibilità future, si è un po’ affievolita. Forse il futuro a cui si pensa è più breve. Si sceglie cosa fare l’anno prossimo e non si va oltre”.

Le soluzioni possibili. Quali sono allora, in questo ambito, le strade da percorrere per non lasciare che molti giovani siano costretti ad arenarsi in un limbo identitario? Le autrici dell’indagine indicano alcuni strumenti. “I giovani dovrebbero essere aiutati prima a capire le proprie capacità e limiti. E’ necessario – suggerisce la Sestito – puntare su un orientamento formativo di accompagnamento negli ultimi due anni della scuola superiore e nei primi due anni dell’università. Ma non l’orientamento di tipo informativo che si fa spesso e rischia di essere disorientante. Pensiamo piuttosto a un training complesso che preveda il riconoscimento di quelle che sono le proprie risorse e i propri vincoli e favorire nei giovani lo sviluppo della capacità di porsi obiettivi realistici appena al di sopra delle proprie possibilità”.

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20 luglio 2010

fonte:  http://www.repubblica.it/cronaca/2010/07/20/news/generazione_perduta-5682547/?rss

Terremoto, Jovanotti scrive al ministro Bondi: «Dove sono finiti i soldi per L’Aquila?» / Il video di ‘Domani’

Terremoto, Jovanotti scrive al ministro Bondi: «Dove sono finiti i soldi per L’Aquila?»

https://i0.wp.com/www.ilmessaggero.it/MsgrNews/HIGH/20100720_aquila56.jpg

Con il brano “Domani” raccolti oltre un milione di euro
«Utilizzare subito queste risorse». Bondi. risponderò subito

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ROMA (20 luglio) – Il ministero dei beni culturali trovi il modo di investire subito all’Aquila i soldi raccolti con la vendita del brano Domani, 21/04/2009. Lo chiede dalle pagine del quotidiano La Stampa, Jovanotti, che nei giorni scorsi ha inviato al ministro Bondi una lettera appello – di cui il quotidiano pubblica l’intero testo – firmata da tutti gli artisti del progetto Domani, tra gli altri da Sangiorgi a Baglioni, da Venditti a Zucchero, Morgan, Morandi, Elisa, Giorgia, Pausini.

«Nessuna volontà polemica»,
sottolineano i musicisti al ministro, e «nessun tono inquisitorio» ma «la decisa intenzione di ottenere una risposta chiara». Perché in tutto questo tempo, sottolineano, «alle nostre ripetute domande sui tempi e i modi relativi all’utilizzo dei soldi raccolti il suo ministero non ha mai risposto in modo chiaro». Gli artisti ricordano che il ricavato del disco inciso con questo scopo all’indomani del terremoto che sconvolse l’Aquila e l’Abruzzo (fu il più venduto del 2009 e fruttò 1.183.377,35 euro) era stato all’inizio destinato ai lavori di ristrutturazione del conservatorio e del teatro stabile d’Abruzzo. Poi il ministero ha precisato che l’unica destinazione è il Conservatorio, «che però è nella zona rossa», sottolineano Jovanotti e gli altri, «e dunque a tutti è chiaro che chissà quando e se cominceranno i lavori».

Da qui l’appello: vista la situazione «drammatica in cui versa la popolazione abruzzese, continuano, «crediamo che sarebbe più sensato individuare insieme una destinazione più prossima e tangibile che consenta ai cittadini d’Abruzzo di utilizzare subito queste risorse che, seppur poche e di certo inadeguate alle dimensioni delle loro grandi difficoltà potrebbero almeno contribuire a risolvere qualcosa e soprattutto nell’immediato».

Il ministro dei beni culturali Sandro Bondi risponderà in giornata alla lettera appello dei big della canzone. «Jovanotti ha ragione – ha detto il ministro – stiamo già rispondendo alla lettera, che ha contenuti e toni gentili e garbati». Agli artisti, precisa Bondi verrà chiesto di esprimere la loro preferenza su come investire la cifra.

LEGGI – Ieri nuove scosse nell’Aquilano, torna la paura

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fonte:  http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=111409&sez=HOME_INITALIA

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Jovanotti & Friends : Domani – 21 -04-09 – Terremoto dell abruzzo – Raccolta Fondi

malgio2000 | 06 maggio 2009

Segue l’elenco, con testo, degli artisti che hanno partecipato a

Domani 21.04.09

Tra le nuvole e i sassi/ passano i sogni di tutti (Ligabue)
passa il sole ogni giorno/ senza mai tardare. (Tiziano Ferro)
Dove sarò domani? (Enrico Ruggeri)
Dove sarò? (Gianni Morandi)
Tra le nuvole e il mare/ c’è una stazione di posta (Franco Battiato)
uno straccio di stella messa lì a consolare (Massimo Ranieri)
sul sentiero infinito (Max Pezzali)
del maestrale (Eugenio Finardi)
Day by day (Zucchero)
Day by day (Cesare Cremonini)
hold me/ shine on me. (Zucchero)
shine on me (Cesare Cremonini)
Day by day save me shine on me (Zucchero, Carmen Consoli, Mauro Pagani, Cesare Cremonini, Eugenio Finardi)
Ma domani, domani,/ domani, lo so (Francesco Renga)
Lo so che si passa il confine, (Roberto Vecchioni)
E di nuovo la vita (Mauro Pagani)
sembra fatta per te (Giuliano Palma)
e comincia (Elio)
domani (Elio e Le Storie Tese, Vittorio Cosma)
domani è già qui (Jovanotti)

rap 1 Estraggo un foglio nella risma nascosto
scrivo e non riesco forse perché il sisma mha scosso (Caparezza)

rap 2 Ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi, fa pensare a domani ma puoi farlo solo oggi (Frankie Hi NRG)

e la vita la vita si fa grande così (Gianluca Grignani)
e comincia domani (Giuliano Sangiorgi)
Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare (Claudio Baglioni)
con un pò di fortuna (Ron)
si può dimenticare. (Luca Carboni)
Dove sarò (Baustelle)
domani? Dove sarò? (Samuele Bersani e Baustelle)
oh oh oh (coro: Carmen Consoli, Antonella Ruggiero, Alioscia, Pacifico, Mango, Massimo Ranieri, Bluvertigo, Nek, Giuliano Palma, Antonello Venditti, Roberto Vecchioni, Albano)

rap 3 Dove sarò domani che ne sarà dei miei sogni infranti, dei miei piani/ Dove sarò domani, tendimi le mani, tendimi le mani (Marracash)

Tra le nuvole e il mare
si può andare e andare (Laura Pausini)
sulla scia delle navi
di là del temporale (Carmen Consoli)
e qualche volta si vede (Nek)
domani (Antonello Venditti)
una luce di prua (Nek)
e qualcuno grida: Domani (Antonello Venditti)

rap 4 Come laquila che vola
libera tra il cielo e i sassi siamo sempre diversi e siamo sempre gli stessi
hai fatto il massimo e il massimo non è bastato e non sapevi piangere e adesso
che hai imparato non bastano le lacrime ad impastare il calcestruzzo
eccoci qua cittadini dAbruzzo
e aumentano dintensità le lampadine una frazione di
secondo prima della finee la tua mamma,
la tua patria da ricostruire,
comu le scole, le case e specialmente lu core
e puru nu postu cu facimu lamore (Jovanotti, J Ax, Fabri Fibra e in chiusura Sud Sound System)

non siamo così soli (Giuliano Sangiorgi)
a fare castelli in aria (J Ax e Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giuliano Sangiorgi)
sulla stessa barca (J Ax , Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giorgia)
a fare castelli in aria (J Ax e Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giorgia)
a stare bene in Italia (J Ax e Fabri Fibra)
sulla stessa barca (J Ax)
a immaginare un nuovo giorno in Italia (Giorgia, Giusy Ferreri, Dolcenera, Mario Venuti, Jovanotti, J Ax, Fabri Fibra)
Tra le nuvole e il mare si può andare, andare
Sulla scia delle navi di là dal temporale (Piero Pelù)
Qualche volta si vede una luce di prua e qualcuno grida, domani (Morgan)
Non siamo così soli (Giorgia, Mario Venuti, Giusy Ferreri, Dolcenera, Giuliano Sangiorgi)

(tromba solo di Roy Paci)

Domani è già qui
Domani è già qui (Jovanotti, Marracash, FabriFibra, J Ax)

(Assolo violino Mauro Pagani)

Ma domani domani, domani lo so, lo so, che si passa il confine (Gianna Nannini)
E di nuovo la vita sembra fatta per te e comincia (Elisa) domani (Sud Sound System)
Tra le nuvole e il mare, si può fare e rifare
Con un pò di fortuna si può dimenticare (Manuel Agnelli Afterhours)
E di nuovo la vita, sembra fatta per te (Mango)
E comincia (Niccolò Fabi)

(coro finale)
domani
E domani domani, domani lo so
Lo so che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani

(Manuel Agnelli, Dolcenera, Zucchero, Niccolò Fabi, Pacifico, Giusy Ferreri, Alioscia, Pacifico, Max Pezzali, Caparezza, Niccolò Agliardi, Luca Carboni, Roy Paci, Tricarico, Ron, Giuliano Sangiorgi, negramaro, Negrita, Giorgia, Francesco Renga, Malika Ayane, Laura Pausini, Morgan, Jovanotti, Massimo Ranieri, Nek, Enrico Ruggeri, Piero Pelù, Antonello Venditti, Roberto Vecchioni, Carmen Consoli, Mango, Cesare Cremonini, Saturnino)

Domani è già qui, domani è già qui
(Jovanotti)

MILANO – Sequestrata l’area di Santa Giulia, avvelenata anche la falda acquifera

Sequestrata l’area di Santa Giulia
avvelenata anche la falda acquifera

L’intera zona, un milione di metri quadri, è interessata da un cospicuo investimento del Gruppo Zunino
L’Arpa: “Le acque dei milanesi indenni da contaminazione, ma è indispensabile una bonifica urgente”

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Sequestrata l'area di Santa Giulia avvelenata anche la falda  acquifera

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I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Milano, su disposizione del gip Fabrizio D’Arcangelo, hanno eseguito il sequestro preventivo dell’area Montecity-Rogoredo, di proprietà della Milano Santa Giulia spa (Gruppo Zunino.). I reati contestati a vario titolo sono di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e avvelenamento delle acque. Il sequestro riguarda tutta l’area ex Montedison non costruita, ma sulla quale è in programma la costruzione di edifici, e una parte del Parco Trapezio, nei cui pressi c’è una scuola.

Le diverse relazioni presentate hanno evidenziato, fra l’altro, l’inquinamento della falda acquifera sottostante l’area Santa Giulia, con  superamenti dei limiti di legge di alcune sostanze pericolose per l’ambiente e la salute, tra cui alcune cancerogene. Su alcuni terreni dell’area, inoltre, sarebbero stati eseguiti scavi non autorizzati, nei quali sarebbero state poi riportate, senza alcun titolo, scorie di acciaieria da trattare invece come rifiuti. Tra le sostanze trovate dagli esperti nelle falde acquifere ci sono anche il cromo esavalente e il cadmio: “Sostanze a rischio di riduzione della fertilità e di danno ai bambini non ancora nati”, si legge nel decreto di sequestro preventivo firmato dal gip fabrizio d’arcangelo.

Fra gli indagati ci sono l’imprenditore Giuseppe Grossi e l’immobiliarista Luigi Zunino, insieme con altri imprenditori attivi nel settore del movimento terra ed ex amministratori delle società che si sono occupate degli affari nella zona al centro dell’indagine. Oltre a Grossi e Zunino, sono accusati di discarica abusiva, smaltimento illecito dei rifiuti e avvelenamento delle acque anche Claudio Tedesi, Ezio Streri, Silvio Bernabè, Vincenzo Bianchi, Bruno Marini e Alessandro Viol.

L’area Santa Giulia, che ha un’estensione pari a circa un milione di metri quadri e un valore di mercato approssimativo di circa un miliardo di euro, occupa oggi gli spazi che furono un tempo degli stabilimenti chimici della Montedison, nonché dell’acciaieria Redaelli. Nel 2000 il Gruppo Zunino propose il riutilizzo dell’intero complesso urbanistico. Nacque così il futurisico progetto Montecity, elaborato anche dall’architetto britannico Norman Foster, che prevede la realizzazione di un vasto programma di edilizia sociale e convenzionata, con investimenti privati stimati in circa 1,6 miliardi di euro.

Nel corso dell’inchiesta, la polizia giudiziaria delegata ha eseguito anche numerose perquisizioni che hanno portato al sequestro di documenti utili alle indagini, quali per esempio certificati di analisi di laboratorio dei campioni delle acque e dei terreni effettuate nel tempo e documentazione amministrativo-contabile relativa all’esecuzione delle opere di bonifica e di smaltimento dei rifiuti. Riscontrato un livello di triclirometano di 2,80 microgrammi per litro (contro un  limite di legge di 0,15). Contaminato anche il sottosuolo della parte  già abitata. Giuseppe Sgorbati, direttore dell’Arpa, rassicura comunque i milanese: “Le acque dell’acquedotto di Milano sono indenni da contaminazione, ma bisogna intervenire urgentemente con la bonifica”.

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20 luglio 2010

fonte:  http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/20/news/sequestrata_l_area_di_santa_giulia_avvelenata_anche_la_falda_acquifera-5701130/?rss