SCANDALOSO A ROMA – Roma, ex della banda della Magliana, ex Nar, consulente per le politiche sociali in Campidoglio


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Roma, ex della banda della Magliana
consulente per le politiche sociali

“Era il braccio destro di De Pedis”. Nel passato di Lattarulo anche la militanza nei Nar. Bufera su Alemanno, isorgono le opposizioni

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di FEDERICA ANGELI

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ROMA Dalla banda della Magliana al Campidoglio. Tra gli uomini di fiducia che il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha voluto nella sua avventura, c’è anche Maurizio Lattarulo, ex Nar, già braccio destro del boss De Pedis e luogotenente dell’estremista nero Massimo Carminati. Condannato con sentenza definitiva il 6 ottobre del 2000 “in quanto membro dell’associazione a delinquere banda della Magliana», ‘Provolino’, così lo chiamavano gli altri della gang, nel luglio del 2008 viene arruolato dal primo cittadino della Capitale come consulente esterno per le Politiche Sociali. «Sarebbe curioso capire con quali competenze in materia”, si domanda Giovanni Barbera, presidente del consiglio del XVII Municipio di Roma, che domani invierà alla commissione trasparenza del Comune un’interrogazione urgente.

Prima ancora di nominare nel 2009 l’amico Stefano Andrini, pure lui estremista di destra, come ad di Ama Servizi, e di sistemare con l’infornata di Parentopoli, nel 2010, il Nar Francesco Bianco come operaio all’Atac, Lattarulo ottiene un posticino nel cuore del potere. Con delibera della giunta comunale entra nello staff dell’assessorato alle Politiche sociali. Contratto a termine, articolo 90, che con “riserva di accertamento dei requisiti per l’accesso allo stesso” inizia il 23 luglio 2008 e cessa con la fine del mandato di Alemanno. Da luglio a dicembre 2008 riceve dal Comune 13mila euro e rotti, nei due anni successivi 30.670 euro e 65 centesimi. E oggi è segretario particolare dell’attuale presidente della Commissione politiche sociali, Giordano Tredicine.

“Non sappiamo con quale tipo di contratto sia rimasto », dicono fonti interne del Campidoglio. Ma nella seduta in consiglio comunale di fine giugno, in cui si discuteva del bilancio Acea, lui c’era. Nell’ordinanza di rinvio a giudizio firmata dal giudice Otello Lupacchini, il magistrato che istruì il processo contro i componenti della Banda della Magliana, viene citato novanta volte il suo nome. “Provolino” è in prima linea al fianco di personaggi del calibro di De Pedis, Massimo Carminati, del cassiere della banda Nicoletti, di Paolo Frau e di Giuseppe de Tomasi. «Stava con i ‘testaccini’ — ricorda Lupacchini, oggi sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello — e le riunioni per decidere gli affari della banda avvenivano in via di Villa Celimontana 38». Insomma non era un personaggio di poco spessore Maurizio Lattarulo, tanto che nell’ordinanza di rinvio a giudizio viene indicato più volte come “braccio destro di De Pedis” e ‘tirapiedi’ di Carminati. Il suo ruolo, raccontano le carte, insieme agli altri boss, era quello di gestire i circoli scommesse e le sale giochi della città, “aperti dalla banda per riciclare il denaro sporco provento di usura e spaccio”.

Racket e gioco d’azzardo erano il suo settore di competenza, fino al salto di qualità: l’usura. C’è un passaggio dell’ordinanza in cui Enrico Boldrini, pentito della gang e negli anni ‘80 gestore di un negozio di noleggio di videogiochi finito nelle maglie della Banda, sostiene che Lattarulo (con Carminati e Maragnoli) andava da lui a riscuotere il pizzo (20 milioni di lire ogni fine mese) per conto di De Pedis. Ridotto in miseria, Boldrini si diede alla latitanza e quando tornò, per ricominciare bussò alla porta di Provolino: «Mi rivolsi a Lattarulo, il quale, in più occasioni, mi erogò finanziamenti per qualche decina di milioni di lire, al tasso del 4 o 5% mensile». E ancora: “Confermo di aver indirizzato al Lattarulo dei gestori di circoli in difficoltà economiche: si trattava di persone che versavano nelle mie stesse situazioni di vessazione”. Forse tutto questo deve essere sfuggito ad Alemanno quando ha deciso di affidargli la consulenza per le Politiche sociali.

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fonte repubblica.it

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Sig. MAURIZIO LATTARULO, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I

La nuova amministrazione del Comune di Roma non può non ripartire dalla valorizzazione dei dipendenti e dei dirigenti comunali assunti per concorso e non può non offrire una chiara prospettiva di stabilizzazione alle centinaia di lavoratori precari che si sono accumulati in questi anni nell’Amministrazione comunale. Cancelleremo le consulenze, le nomine e le integrazioni economiche dettate da logiche politiche e ridimensioneremo il peso e le funzioni della holding Comune di Roma. Da questa radicale opera di disboscamento trarremo le risorse necessarie per valorizzare i dipendenti pubblici comunali e per stabilizzare il precariato attraverso un apposito concorso, così come anche per i vigili urbani occorre un’iniziativa forte che ridia alla polizia locale l’orgoglio di rappresentare l’amministrazione capitolina. Il cambiamento profondo che noi dobbiamo innescare nel Comune di Roma si vedrà innanzitutto nel cambio di rotta che daremo al rapporto tra la Giunta comunale e i dipendenti, in cui il rispetto dei diritti, della professionalità e della dignità dei lavoratori sarà il punto di riferimento per ogni scelta.”

   (G.Alemanno – 24/05/2006)

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fonte liberthalia.wordpress.com

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