MEDICINE ALTERNATIVE – La casa della sciatica / Il guaritore di sciatiche (con formula)

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La casa della sciatica

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Oltre due secoli fa il borgo di Cassano d’Adda balzò alle cronache per una vicenda che implicò diverse persone, anche note. Si trattava di un’autentica casa di cura la cui fondatrice fu una donna: Clotilde Lecchi.

L’antica sapienza popolare l’aveva insegnato: c’è anche la sapienza del guarire. Al Signur l’è indà in ciel, ma i rimedi i ha lassà in tèra. Basta cercarli per trovare i rimedi per ogni malattia. Tüti i erbi ca vardan in su gh’an la sò virtù; Al foss e al prà e al spisié l’è bèl e fa.

Le erbe medicinali sono moltissime: Curtelana, slavas, cassia, tili, genziana, orzo, gramigna, urtis, malva, salvia, camomilla,, linusa, ranuncolo d’oro, si trovavano con facilità da parte di mani esperte. Esse crescevano spontaneamente e certamente non costavano particolare sacrificio monetario; erano semplicemente specifico frutto di quella sapienza contadina che veniva applicata tra il religioso e il superstizioso in una società sostanzialmente semplice, ma attenta ai fenomeni nuovi che caratterizzavano il suo quotidiano svolgersi.

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Clotilde Lecchi, fondatrice della clinica per la cura della sciatica

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“La famosa Curatrice della sciatica, all’età di circa 73  anni è deceduta” così, nel 1856, annunciava tale avvenimento la Gazzetta Ufficiale, testata a larga tiratura e diffusa praticamente a livello nazionale; era l’annuncio della morte di Orsola De Vecchi. Si trattava pertanto di un evento di considerevole entità e di indubbia importanza per tutto il territorio nazionale, come poi dimostreranno le testimonianza che di seguito saranno riportate.

Due missionari di fede cattolica, rientrati per alcuni giorni di riposo dall’India, chiesero ospitalità nella casa di Orsola De Vecchi. Le attenzioni premurose delle  donne ospitanti furono tali da meritare un dono prezioso, la ricetta medicamentosa, a base di ranuncolo malefico1 , in grado di curare, quasi miracolosamente, il dolore per infezioni e irritazioni del nervo sciatico.

Fatto notevole è la notizia dell’ esistenza di una formula che curava la sciatica che si era diffusa ben oltre il borgo di Cassano d’Adda: una dimostrazione ulteriore della validità del metodo curativo, che veniva esercitato nelle varie sedi, frutto dell’antica sapienza popolare, erano le erbe che venivano usate per la cura dei vari malanni delle persone viventi in un paesaggio sostanzialmente agricolo, frutto della civiltà contadina ove notevole era il divario tra ceto, censo e casta.

Fortunatamente il segreto non si è estinto con la morte di Orsola De Vecchi, ma fu ereditato dalla famiglia Lecchi che continuò a metterlo in pratica a vantaggio dell’Umana sofferenza.

Da quel momento si alternarono le esponenti delle famiglie Lecchi, Maridati, Amati e Locatelli; migliaia furono coloro che decisero di affidare i malati arti e ossa alle cure pressoché infallibili delle curatrici cassanesi e, dalla vecchia Casa Mauri situata nelle immediate vicinanze del ponte, si passò in via Monte Grappa, successivamente in Villa Frigerio, che si trovava alle quattro strade e, da ultimo, presso la stazione ferroviaria: un percorso che ben dimostra l’ efficacia e la notorietà che andava col tempo assumendo tale cura medicamentosa col conseguente e costante aumento di quanti avevano in animo di servirsi di quella formula che quelle poche persone cassanesi, conoscevano.

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Le leggi sanitarie diventate più esigenti richiesero nel 1892  l’apertura di una Casa di Salute dove continuare la cura radicale della sciatica  col Metodo e coll’assistenza della “Donna di Cassano d’Adda” signora Teresa Lecchi Maridati Amati. A garantire la validità e la preziosità del Rimedio, seguì la sentenza del 27 novembre 1906 della Regia Corte d’Appello di Milano, confermante l’altra del febbraio dello stesso anno del Tribunale di Milano.

Va tuttavia specificato che senza la, genialità e la determinazione di Clotilde Lecchi non sarebbe stato possibile l’avverarsi di quell’iniziale sogno divenuto poi realtà.

Addirittura giunsero alla casa di cura ospiti illustri fin dall’Egitto e dalle Americhe. Tra i famosi restituiti in piena salute troviamo S. Giovanni Bosco, Antonio Stoppani, il prof. Rizzoli di Bologna.

Nel 1903 e precisamente il 20 marzo, come riportato dagli annali della Parrocchia di Cassano d’Adda, muore a 69 anni, Clotilde Lecchi guaritrice della sciatica. Giungono numerose attestazioni di condoglianze da P. Spiridione carmelitano largamente beneficiato per la costruzione della chiesa del Corpus Domini di Milano, da Carlo Bazzi direttore de “La cronaca di Treviglio” da padre Spinelli fondatore delle Suore Adoratrici.

L’erba utilizzata per due secoli nella Casa di Cura della Sciatica è il ranuncolo dei prati, da alcuni qualificato maleficus perché contiene succhi velenosi per la presenza di anemonina (succhi acri e spesso dannosi alla salute ed è particolarmente tossica. Il ranunculus ficaria è la sola specie commestibile se raccolta prima della fioritura, in questa fase è ricca di vitamina C e le giovani foglie possono essere utilizzate cotte, insieme alla bietola e spinaci; è durante e dopo la fioritura che si sviluppa l’anemonina tossica per l’uomo. Questo alcaloide perde parte della tossicità durante la fienagione. Anche se il fiore è così appariscente non viene bottinato dalle api. Anche le radici sono commestibili se lessate e condite con olio e sale. La pianta è nell’elenco delle alimurgiche (utilizzate nei casi di carestia o di guerra).

È numerosissima nei nostri prati. Ha foglia palmata composta e fiorisce dall’aprile a settembre Si raccoglieva la radice di quest’erba e si componeva una polpetta da applicare al calcagno dell’infermo di sciatica. Si formava una vescica piena di liquido che si svuotava con piccolo foro, si formava una piaga, guarita la quale, l’ospite ritornava alla sua casa. Ma non sappiamo altri ingredienti e quantità del medicamento.

A garantire la professionalità dell’Istituto, era direttore il dott. Telò; per tre anni garantirono assistenza anche le suore Adoratrici del Beato Spinelli di Rivolta.

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Casa di Cura della Sciatica a Cassano, nella sua collocazione sul viale delle Rimembranze

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La Casa di Cura della Sciatica continuò la gloriosa tradizione fino alla guerra 1940-45. I bombardamenti della stazione non risparmiarono la storica Istituzione sanitaria. Ma anche il cammino della scienza con le nuove terapie e successi della medicina, e la sfiducia degli antichi rimedi naturali, condannarono al fine della celebratissima Casa di cura.

Il segreto del miracoloso medicamento è sceso nella tomba nell’anno 1970 circa con la morte della Signora Locatelli, ultima custode del miracoloso farmaco.

Stranamente quella formula si affermò, stranamente quelle donne eccelsero, logicamente il borgo balzò agli onori della cronaca, e vi rimase per decenni, quelli necessari affinché la medicamentosa formula potesse far sentire i propri effetti. Se gli effetti che ne conseguirono furono tali, certamente notevole è il merito e se diverse furono le donne della sciatica, Clotilde Lecchi, soggetto di tale trattazione, rimane tra le protagoniste e tale deve essere considerata, proprio per questo a lei è stato dedicato questa trattazione e lei risulta essere l’artefice indiscussa di un evento storico, meritevole di evocazione. Ora i suoi echi potranno essere spenti, scarsi i luoghi che si possono identificare come sede di un evento che per molto tempo non passò inosservato. Sta ai documenti conferire un senso di verità e certezza, quella che merita l’episodio cassanese.

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Tratto da “Un Borgo e la sua Gente” Volume III di Carlo Valli

Commentato per il sito:  www.vivicassano.it dal prof. Fausto Gilli.

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fonte:  http://sirena.interfree.it/Casa%20della%20sciatica/casa_della_sciatica.html

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Il guaritore di sciatiche

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Più di vent’anni fa ho avuto modo d’incontrare un curioso personaggio:era un arzillo vecchietto sull’ottantina che mi si presentò come “guaritore di sciatiche”.

  • Nell’800 – mi raccontava – mio bisnonno si trasferì per lavoro in America e fece ritorno a casa molti anni dopo. Non si era arricchito ma aveva portato con sé una ricetta, popolare in quelle terre, per curare le sciatalgie. Da allora questo segreto è stato gelosamente tramandato al primo figlio maschio, di ogni generazione. Io sono l’ultimo depositario di questo sapere. Posso dire che, in tutti questi anni, nonostante le guerre e la carenza di lavoro, sia io che i miei antenati, abbiamo potuto campare grazie ai proventi ricavati dall’utilizzo di questa ricetta, come il mio avo aveva preannunciato. Chi soffre, infatti, è disposto a sborsare qualsiasi cifra pur di liberarsi dai suoi dolori, e la mia formula è assolutamente infallibile-

Volendo metterlo alla prova gli proposi di trattare con il suo metodo un mio amico, affetto da sciatica da oltre un mese, al quale nessuna terapia fino allora praticata aveva dato sollievo, al punto da essersi ridotto a non poter più dormire nel proprio letto ma su di una sedia, in cucina, in una posizione innaturale.

  • L’unico caso in cui la mia formula può risultare poco efficace è quando il malato ha assunto troppi antinfiammatori. In questa evenienza bisognerà attendere qualche giorno in assenza di tali terapie, bere molta acqua ed avere un’alimentazione parca e vegetariana, prima di applicare il mio medicamento. –

Il mio amico ovviamente accettò. Al giorno stabilito c’incontrammo in ambulatorio per l’esperimento. Il guaritore si presentò con una capiente borsa dalla quale estrasse gelosamente un fagottino avvolto in un tovagliolo.

  • Lei se ne deve stare alla larga! – mi minacciò- perchè questo è un segreto ed io ho già visto che me lo vuole fregare!-

Intimidito mi ritrassi e lo osservai da lontano.

Fece spogliare il paziente e gli applicò una specie di polentina sulla parte dolente, vale a dire la natica e la coscia, dopo avere prima strofinato per bene la parte con dell’alcool. Coprì quindi l’impiastro con della pellicola trasparente e vi pose sopra una coperta.

  • E’ meglio se beve un po’ di grappa – gli disse offrendogli una fiaschetta che aveva estratto da una tasca interna della giacca. Quello bevve senza discutere.

Poi, rispondendo al mio sguardo interrogativo – E’ per la circolazione! – mi spiegò

– Lei deve tenere questa pasta per quattro ore anche se sentirà forti dolori – raccomandava al mio amico – ma io resterò qui a sorvegliarla !-

Avevo capito benissimo che il suo timore era quello di lasciare me da solo con il suo prezioso segreto. Ma la fortuna mi venne in aiuto. Dopo un paio d’ore mi chiese di poter usare il bagno perchè aveva problemi di prostata. Gli dissi di fare con comodo ed ovviamente approfittai di quel momento per prelevare un po’ della preziosa polentina in modo da studiarmela in seguito in tutta tranquillità.

Il mio amico sudava ed aveva cominciato a contorcersi.

  • Non ce la faccio più! – si lamentava – mi brucia come se fossi all’inferno! –
  • Cerca di resistere se no il vecchio si arrabbia..-

Verso la terza ora tuttavia la sua capacità di sopportazione cedette, lanciò via la coperta, si strappò l’impacco e corse in bagno per bagnarsi con l’acqua fredda della doccia. Quando si fu calmato ritornò guardandosi preoccupato l’impronta arrossata sulla pelle.

  • Come va? – Gli chiesi.
  • Non lo so. Prima sentivo il dolore della sciatica ora il bruciore sulla pelle!
  • Potrà succedere che le compaia una bolla come quello di una scottatura – lo tranquillizzò il vecchio – niente paura. Se vuole può utilizzare il metodo americano del mio bisnonno, infallibile per risolvere le bolle delle scottature o le vesciche ai piedi dopo una lunga camminata …
  • Pure questo?!-
  • Deve prendere un ago in cui ha infilato un filo da cucire e con questo passare la bolla da parte a parte. Ovviamente poi deve togliere l’ago ma lasciare il filo sul posto dopo che il liquido è uscito. Vedrà con quale rapidità guarisce!

Quindi dopo essersi fatto pagare, raccolse con estrema cura tutto il materiale, facendo attenzione a non lasciarvi nemmeno una briciola, salutò cordialmente e da quella volta non lo vidi più.

Una volta a casa ebbi modo di studiarmi attentamente il reperto che mi ero procurato cercando di individuarne i componenti: farina di polenta, qualcosa che assomigliava alla polpa dei fichi secchi, del vino forse a giudicare dall’odore…

Solo successivamente dopo qualche anno, sfogliando un vecchio libro di erboristeria di un autore nordico (suppongo, a giudicare dal cognome), tale Hans Langenskiold, mi sono imbattuto in una ricetta per la cura delle sciatiche che, in base ai miei ricordi, ritengo sia quella dell’anonimo guaritore.

Così ve la svelo, pari pari, come l’ho trovata.

Mettere a macero per due giorni in g 200 di alcool puro e mezzo litro di vino bianco secco:

  • fichi secchi macinati g 300
  • senape nera (semi in polvere) g 300
  • granoturco (farina dei semi) g 150

Mescolare bene il tutto, bagnare abbondantemente tutta la parte dolente con etere solforico e stendervi sopra la pasta. Coprire con un telo e una coperta e lasciarvela per almeno quattro ore (si sentiranno forti dolori). Trascorso il tempo indicato togliere l’impiastro e ungere con olio d’oliva. In generale anche le sciatiche più dolorose guariscono dopo una sola applicazione. Nel caso i dolori dovessero perdurare si può ripetere l’operazione dopo qualche giorno. “

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Per dovere di cronaca vi confesso che ho provato ad utilizzare questa terapia in alcuni pazienti disposti a sottoporvisi. Il risultato è sempre stato positivo. Vi consiglio però di non rispettare il tempo delle quattro ore ma di mantenere il preparato per un periodo minore in relazione al tipo di paziente. Già dopo 15-20 minuti la pelle si arrossa…Fare attenzione inoltre a non praticare i senapismi nei pazienti nefropatici in quanto il principio attivo della senape assorbito attraverso la cute è tossico per i reni.

Per gli appassionati di Medicina antiqua riporto dal “Trattato di Farmacologia e Terapia del Prof Marfori V ediz del 1941.

  • Semi di senape nera (farmacognosia) : provengono dalla Brassica nigra (crucifere) erba spontanea o coltivata. La polvere di senape (farina) è di colore verde-giallastro, untuosa al tatto, di sapore e odore acre. I semi contengono il 30% di olio grasso, il glicoside sinigrina e il fermento mirosina il quale, in presenza di umidità, agisce sulla sinigrina e la decompone in glucosio, solfato acido di potassio e isosolficianato d’allile.

L’olio essenziale di senape e i preparati della senape hanno un’azione fortemente irritante sui tessuti. Applicati sulla cute producono bruciore, rossore, per prolungato contatto, bollicine e vescicole che guariscono solo assai lentamente, contemporaneamente nei luoghi di applicazione si nota diminuzione della sensibilità dolorifica. L’olio essenziale è tossico per via interna . Ha una notevole azione battericida.

Le applicazioni terapeutiche dei preparati della senape si basano esclusivamente sulle loro proprietà irritanti cutanee e vengono adoperati a scopo rivulsivo e derivativo. E’ noto che è possibile eccitare in via riflessa dalla cute il centro respiratorio e ciò spiega l’utilità dell’applicazione dei senapismi in casi di deliquio e di asfissia.

  • L’azione derivativa dei senapismi si esplica in modo evidente in molti casi. Sono da ricordare fra questi i fenomeni di congestione al capo, la coroidite nonché le congestioni dell’utero. Queste forme morbose ricevono spesso un notevole e immediato giovamento da un pediluvio o un maniluvio senapizzato.
  • L’applicazione di preparati di senape sulla cute in casi di nevralgie e di dolori reumatici apporta quasi costantemente un senso di sollievo al malato. Altrettanto si osserva nelle gastralgie e nelle coliche (senapismi all’addome).

I senapismi si preparano aggiungendo alla polvere di senape altrettanta acqua tiepida , ma non bollente, perchè questa ostacola la fermentazione sinapica. Per mitigare l’azione della senape si aggiunge dal 25 al 100% di farina di semilino. Si applica la poltiglia ravvolta in un pezzo di lino o di garza.

  • Per un pediluvio senapizzato occorrono gr 50-100 di farina di senape, la durata del pediluvio è di 5-15 minuti a seconda della tolleranza individuale

NB la senape bianca non viene usata in terapia ma ha solo scopo dietetico

  • Secondo Gilbert il senapismo ha un’azione più efficace quando viene applicato sulla zona della cute corrispondente al metamero dell’organo che si vuole trattare.

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fonte:  belenosfvg.files.wordpress.com/2008/07/il-guaritore-di-sciatiche1.doc

4 risposte a “MEDICINE ALTERNATIVE – La casa della sciatica / Il guaritore di sciatiche (con formula)”

  1. dario dice :

    mi chiamo dario,sono un terapista di bs,devo dire che molti rimedi sono un toccasana x tante persone,dovremmo collaborare con tutti,xche qualsiasi figura medica che ruota intorno al paziente deve pensare al bene di esso,xche ognuno a dei limiti,ma insieme siamo 1 forza.viva la vita viva la collaborazione x il bene di tutti.coraggio che chi cerca trova.

  2. David dice :

    Ma funziona sta roba?

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