ISRAELE E USA TRA GLI AUTORI? – La strage di Oslo e le sue stranezze

Devo dire che sono davvero contento che questo post sia stato letto da centinaia di voi. E commentato anche, seppure a distanza. Ad esempio, nel sito Distanti Saluti (completamente scemi) (non si capisce se quel completamente scemi sia riferito a noi o a loro…), dicevo, nel sito Distanti Saluti si fa notare un nostro errore riferito alla distanza Oslo e isola di Utoya, e il gentile commentatore lamenta il fatto che bastava andare su Google Maps per verificarlo.. Ora, quanto scritto nel post è ciò che ho trovato riportato nei vari articoli. Vero, la distanza non è così grande, anche se, a leggere la stampa nostrana, la confusione sembri comunque regnare sovrana visto che si parla di 30, 40, 50 km… Certo, non 150. Ma la sostanza cambia forse? E, ad ogni modo, prima di accusare noi di ‘gomblottismo’ (sono anche divertenti oltre che divertiti, i giovanotti) chicchessia provatevi a leggere con più attenzione tutto il testo. Anzi, l’incipit: Immagino già diversi lettori esclamare: “Ci risiamo, le solite tesi complottiste!”
Mi spiace, purtroppo non sono tra quelli che a ogni piè sospinto gridano al complotto. Però questa ‘strage’ sembra troppo ben fabbricata per essere opera di un uomo solo.
E questo, non so a voi, ma a me sembra un modo per invitare le persone a riflettere sulla questione e, se possibile, contribuire, per come si può, a capirci qualcosa di più.

Ma il gentile commentatore insiste: “A questo punto mi è lecito almeno sospettare che il testo (che non ho letto, non posso perdere tempo) sia pieno di errori e mistificazioni, se hanno cambiato perfino una distanza.
Il problema è il solito: per sparare minchiate bastano due minuti, per fare ricerche e mostrare che son falsità serve molto più lavoro.”
Ecco, caro amico, per un errore (per quanto deplorevole) non è comunque giustificabile la tua dichiarazione del ‘non aver letto’ perché non si ha tempo da perdere. E ancora, ‘minchiate’, come dici tu se ne possono scrivere (prima o poi capita a tutti), ma il termine ‘mistificazioni’ di cui sembri accusarci non lo accetto proprio. Vuol dire sostenere una tesi preconcetta costruendo falsi ad hoc.
E questo, credimi, non è una cultura che ci appartiene. Non so tu.

mauro

ISRAELE E USA TRA GLI AUTORI? – La strage di Oslo e le sue stranezze

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Il killer in azione ripreso da un fotoreporter – fonte immagine

Anders Behring Breivik
Anders Behring Breivik, left, leaves the courthouse in a police car in Oslo. AFP – fonte immagine

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Immagino già diversi lettori esclamare: “Ci risiamo, le solite tesi complottiste!”
Mi spiace, purtroppo non sono tra quelli che a ogni piè sospinto gridano al complotto. Però questa ‘strage’ sembra troppo ben fabbricata per essere opera di un uomo solo.

Vediamo alcuni punti.

1 – Anders Behring Breivik, il neo-crociato, autore di un delirante ‘manifesto’, massone, aderente ad ali della destra ultra-conservatrice norvegese, simpatizzante neo-nazista, avrebbe confezionato (e posizionato) non una, ma diverse bombe nel centro di Oslo, le avrebbe fatte brillare e, in MENO DI DUE ORE (e a molti km di distanza; qualcuno mi dica ESATTAMENTE quanti, per favore), sarebbe corso sull’isolotto sede del campeggio, armato di tutto punto (e vestito da poliziotto) per compiere la strage? Scusatemi, mi sembra poco credibile, non ci siamo coi tempi. Come mi sembra poco credibile la tesi accreditata delle autobombe (prima una, poi quattro) fatte saltare (in che modo? non si sa) nei pressi della sede del Primo Ministro.
Intanto delle autobombe non vi è traccia. Mentre, nei filmati si vede chiaramente una massa quasi sterminata di documenti cartacei che, dopo le esplosioni, volano per ogni dove in una grande piazza; negli stessi filmati si vede chiaramente come, per centinaia di metri, infissi e finestre sono saltati e rotti; dove si vedono chiaramente fiamme divampare in un appartamento ai piani alti di un palazzo (come può una bomba all’interno di una macchina parcheggiata in strada fare questo?) senza una causa apparente; in fotografie e filmati si vedono soccorrere persone ferite, o morte, soccorse e trasportate e che ESCONO da edifici…
E perché le bombe nei pressi di un ufficio dove il Primo Ministro NON C’ERA? E perché un pazzoide come l’autore della strage non è rimasto a ‘godersi’ gli effetti del suo folle gesto? Sarebbe stato più in sintonia con la sua mente malata, non credete?
E, comunque, stona questa sua scelta: perché colpire alla cieca sapendo di mandare a morte certa persone che non c’entravano nulla con le sue deliranti teorie? Ha molto più senso la strage del campeggio, almeno lì c’erano giovani militanti di un partito che era dichiaratamente suo nemico (almeno nella sua testa).
No, c’è decisamente qualcosa di stonato.
Come è stonato il silenzio su quelle bombe, di potenza così distruttiva che un semplice neo-nazista come lui non poteva confezionare tutto da solo pur avendo fertilizzante in abbondanza. Perché il fertilizzante NON BASTA a confezionare una bomba. Ci vuol ben altro. Fabbricarle in modo artigiano richiede attrezzature particolari (che peraltro sembrano ‘scomparse’) e diversi elementi chimici ed esplosivi (come il C4). E ci vuole una perizia da vero esperto nel confezionarle se non si vuole saltare mentre le si fabbrica, tanto sono instabili. Chiedere in merito ai militanti dell’IRA, se non ci credete. La fanno sembrare tutta una barzelletta, ma fabbricare bombe di quella potenza è qualcosa che fa tremare i polsi qualsiasi artificiere, ammesso che abbia il sangue freddo per farlo.

2 – Dunque, arriva sull’isolotto (in che modo? non si sa), armato di tutto punto e comincia la carneficina. 76 persone. Che si sparpagliano per ogni dove terrorrizate dai primi spari. E lui le rincorre, le stana, le ammazza una per una, soffermandosi tra i caduti (secondo testimonianze di sopravissuti) per controllare se ve n’erano di ancora vivi e sparargli il colpo di grazia. 76, ricordiamoci. Vogliamo dargli un minuto a persona per compiere il suo macabro rito? Ma fanno 76 minuti! Difatti alcuni hanno parlato di un’ora e mezza nel giudicare il tempo della strage. Un’ora e mezza con la canna che bruciava per il tanto lavoro, con lui che doveva ricaricare le armi, scegliere il bersaglio e sparare. Una faticaccia, ammettiamolo.
Tutto da solo? Pare di no. Sempre secondo la testimonianza di alcuni sopravissuti vi era almeno UN ALTRO killer all’opera, che sparava riparato dalle piante. Un killer senza volto, ma che c’era. I ragazzi cadevano sotto il fuoco incrociato delle pallottole a espansione usate per la strage. Si, proprio quelle pallottole dum-dum vietate persino in operazioni di guerra. Dove se le è procurate? O è andato dal suo armaiolo di fiducia a prenderne un paio di chili come se fossero salami? Poco credibile, vi pare?

3 – Un elicottero, nel frattempo, sorvola la scena. Un fotoreporter (o supposto tale), di passaggio su quel luogo ameno, non si fa scappare lo scoop e filma (in modo maldestro) il killer in azione (un fotogramma lo vedete sotto il titolo del post). Bel colpo. La polizia? No, quella non c’era. Era impegnata nel centro di Oslo (le bombe, ricordate?) e, sebbene avvisata del compimento della strage per via delle telefonate terrorrizzate dei ragazzi ai propri familiari che a loro volta avevano telefonato alle autorità, non è potuta intervenire perché NON SI TROVAVA UN ELICOTTERO DISPONIBILE. Ma vi pare serio? Ma credete veramente che possa essere successa una cosa del genere? In un campeggio dove erano OSPITI I FIGLI DEL PRIMO MINISTRO? Ma andiamo, nemmeno nel Burundi potrebbe succedere, figuriamoci nella moderna e super-tecnologica Norvegia.

4 – Finalmente arrivano i nostri. L’assassino visibilmente stanco (ne ha ben donde) si consegna mite come un agnello alle forze dell’ordine finalmente intervenute. Ora, sappiamo che c’è una strage in corso, sappiamo che accorrono (finalmente) in massa sull’isolotto. E non certo vigili urbani, ma come minimo reparti addestrati (teste di cuoio) ad intervenire in queste situazioni di crisi. Lo vedono armato, con un mucchio di ragazzi sventrati dalle pallottole intorno a lui. A decine. Cosa fanno? Gli chiedono i documenti? (Scusi, lei è..?) Ma andiamo! Bisogna essere del tutto imbecilli. Quelli sono addestrati in modo che prima sparano e poi si chiedono (forse) chi è…

No, c’è decisamente qualcosa che non torna.
Ah, ma non è mica finita qui.

Allora, il nostro (il mostro, meglio) si da un gran daffare da tempo (infatti, pare da almeno due anni) per organizzare la sua gita. E mentre l’organizza estende il suo, come dicevamo, delirante manifesto che, PRIMA della strage, invia ad un deputato dell’ultradestra. Non solo, fa conoscere i suoi pensieri da demente sia su Facebook che su Twitter. Non contento (per paura di essere bannato, evidentemente) apre un sito tutto suo. E si fotografa, anche. Armato. E non con armi qualunque. ma con moderne armi da guerra. Nessuno lo nota? Ma come, in tempi da grande fratello, di ECHELON, i vari organi spionistici non lo individuano come probabile terrorista? Mmmm…. potrebbe essere. Sennonché

Sennonché, prima di questo orrore, sono successi alcuni fatti ben precisi.

1 – Appena il giorno prima, giovedì, della strage, il ministro degli esteri norvegese, Jonas Gahr Støre, aveva visitato il campo estivo e, riferendosi alla situazione israelo-palestinese, aveva detto: “L’occupazione deve finire, il muro deve essere demolito e bisogna farlo subito!” .
Ahi, brutta affermazione.

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https://i0.wp.com/italian.irib.ir/media/k2/items/cache/248d4ac9ddae815a9c54054298a46960_L.jpgJonas Gahr Støre in visita al campeggio

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2 – L’attuale premier norvegese aveva elogiato, ai tempi di ‘Piombo Fuso’, il lavoro di due giornalisti, sempre norvegesi, che avevano pubblicato in un libro la terribile esperienza vissuta dei bombardamenti israeliani e le conseguenti stragi di uomini donne e bambini (tanti bambini) innocenti a Gaza. A quanto pare ad Israele non è piaciuto (ma ci vuole molto meno di questo, per non piacere agli israeliani).

3 – Ricordiamo che i figli del Premier erano al campeggio della strage. Di loro si sa soltanto che sono vivi. Come hanno fatto a sfuggire al (ai) killer? Non si sa. Dove sono? Non si sa.

4 – Il governo norvegese aveva già annunciato il suo disimpegno per la guerra in Libia dal primo di agosto, dopo che aveva perorato per un intervento (perorazione non ascoltata) più pacifico ed essersi rifiutata di fornire armi alla NATO; cosa che non è decisamente piaciuta agli ‘osservatori’ americani (lo si deduce dalle rimostranze ufficiali da parte del Governo USA al Governo di Oslo).

5 – Non basta. Da sempre il governo norvegese è stato contrario alla costruzione del MURO che ingabbia il popolo palestinese, e, almeno in una occasione, ha preso provvedimenti nei confronti delle aziende norvegesi coinvolte in speculazioni con altre aziende israeliane implicate nella fornitura di sistemi di sorveglianza usati nel perimetro fortificato (‘sistemi’, ricordiamolo, basati su software apllicati ad altri sistemi di puntamento per l’eliminazione fisica a distanza dei malcapitati palestinesi che fossero nei paraggi. Magari a coltivar patate, come è successo).

Fin qui, sembra tutto abbastanza interessante.
Ma vi sono ancora un paio di cose, se non inspiegabili, quantomeno sorprendenti.

1 – Agli inizi di novembre del 2010, il canale televisivo TV2 Oslo ha messo in luce l’esistenza di una vasta rete di informatori segreti a libro paga dell’intelligence USA. Costoro venivano reclutati tra le fila dei poliziotti in pensione e altri funzionari, anche dell’anti-terrorismo di alto livello, come l’ex capo della polizia di Oslo. Pare che l’obiettivo di questo programma (il Surveillance Detection Unit) fosse la sorveglianza dei norvegesi che stavano prendendo parte a manifestazioni e altre attività critiche nei confronti degli Stati Uniti e delle loro politiche.  Tale programma era inserito nel nel quadro del Security Incident Management Analysis System, che si occupava decisamente di spionaggio.
Ora, questa rete non comprendeva unicamente la Norvegia ma tutti gli Stati nordici. Il ministro della Giustizia ha dichiarato “Noi non ne sapevamo nulla”. La Clinton ribatte che loro (gli americani) li avevano informati. Tant’é.
Ciò che è interessante sapere è che questa rete, di fatto, fosse informata dell’esistenza non solo di questo individuo sopetto, il Breivik, ma anche di un appartamento che ospitava il macchinario per la costruzione delle bombe. Appartamento dapprima messo sotto sorveglianza, incaricandone un agente che fu poi dirottato altrove, col risultato che PER 14 GIORNI chi voleva entrarci ci entrò senza essere visto e fece ciò che voleva fare. Quando ritornò la sorveglianza si scoprì che il macchinario ERA SPARITO.

2 – La chicca. Era in corso, già dal martedì concludendosi il mercoledì sera, una serie di esercitazioni a simulazione di un attentato terroristico nel centro Oslo, con scoppio di bombe, e mitragliate dalle finestre ESATTAMENTE lì dove è avvenuto, a due passi dell’ufficio del Premier. La popolazione non era stata avvertita, ma vedendo che, in fondo, era solo una questione di ‘rumore’ non se ne è preoccupata. Il martedì e mercoledì si ‘esercitano’, il giovedì il killer recapita il suo memoriale, il venerdì… la strage.

A voi le conclusioni.

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FONTI PRINCIPALI USATE PER L’ARTICOLO

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/94750-ecco-la-verita-nascosta-norvegia-vittima-del-terrorismo-israeliano

http://www.heraldsun.com.au/news/world/father-shocked-at-sons-norway-rampage/story-e6frf7lf-1226100946751

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8676

“http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/norway/8655964/WikiLeaks-files-show-Norway-unprepared-for-terror-attack.html

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25 luglio 2011

redazione solleviamoci

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8 risposte a “ISRAELE E USA TRA GLI AUTORI? – La strage di Oslo e le sue stranezze”

  1. GiulioL dice :

    Interessante.Tutti dati interessanti. Mi viene da pensare pero’ che e’ curioso che Borghezio dica contemporanemente che e’ un complotto mondialista per demonizzare (come se ci fosse bisogno) chi ha certe idee razziste,antislamiche. Chi parla di “terrorismo cristiano”. Ora e’ il turno del complotto imperialista e sionista contro la norvegia perche difende i palestinesi. Non e’ che stiamo diventando paranoici?

    • solleviamoci dice :

      La tua domanda è pertinente, caro Giulio. Anch’io ho molte resistenze mentali quando si parla di ‘complottismo’, di qualsiasi genere sia. Certo che tutta la disgraziata vicenda dà da pensare, e non poco. L’ultimo dettaglio, certo non trascurabile e che abbiamo pubblicato proprio oggi:
      Durante la sua trasmissione Channel 4 News trasmessa venerdì sera, il conduttore Jon Snow ha chiesto «perché la polizia conosceva il nome del killer nel momento in cui era arrivata sull’isola?», ha riferito il live blog del Telegraph.
      «Si è arreso al momento in cui la polizia ha chiamato il suo nome tre minuti dopo essere arrivata. Quel che non sappiamo è come la polizia conoscesse il nome del terrorista, prima che lo arrestasse»

      ?
      ciao, Mauro

  2. GiulioL dice :

    In effetti ci sono delle stranezze in questo caso. Poi in effetti mi chiedevo anch’io per dire perche non ci fossero poliziotti o guardie sull’isola e cosa ci faceva un fotoreporter li mentre sparavano. Ci sta da dire che l’assassino ha ammesso di aver avuto 2 complici. Poi ci sta il tizio che ha dichiarato di aver salvato 30 ragazzi con la sua barca…ad un certo punto la polizia gli ha detto di smettere che ci pensavano loro. Anche a me non piace il complottismo pero certo sono dubbi legittimi.

  3. emilio de cesare dice :

    effettivamente non ci siamo con i tempi.e chi è costui batman ch’è capace di stare in diversi posto nello stesso momento?c’è il sospetto di collabboratori fantasmi che si son dilequati nel nulla.nesunno da solo avrebbe potuto organizzare un così grande casino.da chi è stato aiutato?bella domanda,la risposta non l’avremo mai.come a Gaza vengono trucidati centinaia di giovani palestinesi,anche in norvegia è capitato la stessa cosa.Poi giovani laburisti che condannavano la politica semita.Ho la convinzione che il mossad è dietro a tutti gli attentati di strage fatte negli ultimi anni in tutto il mondo.

  4. Siete dei mona dice :

    siete dei dementi.
    sarebbe anche interessante mettere in luce alcuni elementi che ancora non sono chiari, ma cosa diavolo c’entrano le dichiarazioni del giorno prima di un ministro laburista norvegese (tanto per fare un esempio). inoltre non vi viene in mente che se la polizia norvegese fa delle indagini non possa informare prima di tutto voi????

    Il mondo è sporco, i servizi segreti ne farebbero di tutti i colori, ma purtroppo per voi non è quel cartone animato che avete visto da bambini in cui c’era il mostro brutto della morte e voi vi siete immedesimati con i buoni. E’ un po’ piu’ complicato, e il Mossa (disgustoso servizio segreto di una potenza militare che fa la guerra etc etc etc…) non è in simpatia dei neonazisti europei (ad esempio), anzi fino a vent’anni fa arrestava i gerarchi in capo al mondo dove si rifugiavano presso atroci dittatori.
    E’ possibile tutto, tranne le cazzate che immaginate qua sopra, e cioe’ che il mondo coincida con i vostri incubi che si tramutano in sogni…

    • solleviamoci dice :

      Caro Roby (perché Roby? Così, un nome che mi piace, tra i tanti ;-). E poi chiamarti Mona non mi sembrava carino).
      A prescindere dal tono e i termini insultanti che abbiamo lasciato passare esclusivamente per poterti rispondere, vorrei fare un paio di precisazioni.

      La dichiarazione del ministro norvegese era soltanto un esempio del clima politico non certo favorevole ad Israele, e da anni ormai. Se accoppiato col disimpegno dichiarato nella guerra a Gaddafi (si scrive così, per la cronaca) si può capire come possa nascere il sospetto di una ‘trama’ ordita, o agevolata nel suo svolgimento, atta a ‘intimidire’ un governo ed un intero Paese. Se poi ci aggiungi che a settembre verrà presentata, ufficialmente, la richiesta del riconoscimento unanime dello stato palestinese con i confini del 1967, prima dell’occupazione da parte di Israele dei nuovi territori, occupazione arbitraria e praticata con metodi violenti (riconoscimento ufficiale che la Norvegia appoggerà), si delinea un quadro che fa nascere più di un sospetto. Di fatto 107 Stati riconoscono la legittimità dello Stato Palestinese entro quei confini (la sovranità è riconosciuta de jure all’Autorità Nazionale Palestinese, a seguito degli Accordi di Oslo del 1993, sottoscritti tra Israele e leader palestinesi, sotto la supervisione di Stati Uniti e ONU; fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Stato_di_Palestina)
      Dirai, ma che c’entra? C’entra, eccome. L’America appoggia, come ha sempre fatto, la politica espansionistica israeliana che nulla ha a che vedere con la sicurezza e la sopravvivenza del popolo ebreo (legittima, peraltro). Israele ha fame di territori per la creazione di uno Stato sempre più ampio e potente, e i territori sottratti indebitamente ai palestinesi non li vuol perdere di sicuro.

      Quel demente (lui si) assassino, di cui si potevano sospettare le attività da lungo tempo, vista la pubblicità sulla sua persona e sulle sue idee che si faceva in rete ho il sospetto che non dico sia stato ‘incoraggiato’ ma di certo ‘agevolato’ nel suo progetto di distruzione di tante vite innocenti.
      Qualcuno gli ha dato una mano, non può aver fatto tutto da solo, non in questo modo.

      E quanto al fatto che abbia simpatie neo-naziste e che abbia scritto tutte quelle scemenze deliranti nel suo memoriale di 1.500 pagine, non è certo la riprova dell’esclusione del Mossad dal quadro d’insieme.
      La domanda, come sempre, che bisogna porsi è: cui prodest? A chi può andare a vantaggio questa orrenda strage di ragazze, ragazzi, uomini e donne che erano lì solo per sognare e discutere di un mondo migliore per tutti? Strage da dove, guarda caso, i figli del Premier ne sono usciti incolumi (e il come non si sa, non se ne parla).
      L’informazione ufficiale si sta già disinteressando della ‘notizia’ in modo piuttosto incredibile, visto il can can che hanno fatto e continuano a fare, per mesi, su ‘delitti’ che in confronto sembrano passeggiate al Luna Park. Ad esempio, oggi su La Stampa ci sono un paio di articoli, ben nascosti al centro del giornale, e di puro ‘colore’. Ti dice nulla questo?

      Col tempo, della strage norvegese, nella mente della gente rimarrà solo un pensiero: ‘E’ stato un neo-nazista? Orrore! Poveri ebrei…’

      Caro Roby, come diceva il povero Pasolini, ‘Io so’.

      Ciao,
      mauro

  5. vincenzodimaio dice :

    In più caro fratello, aggiungici anche il fatto delle dichiarazioni di Wikileaks in merito alla desecretazione dei ‘soliti documenti segreti americani’ che sostengono, secondo i giornali forse era Repubblica, il fatto che gli americani avessero addirittura ‘avvisato’ il governo norvegese di controllare alcune cellule terroristiche all’interno del paese, con ovvio riferimento jihadista implicito, e che è stata tacciata come notizia di rilievo.
    A volte mi chiedo se tutti i media non fanno altro che il doppio gioco delle élites delle strutture corruttive del potere globalista angloamericano a trazione finanziaria israeliana.
    Fra l’altro il fatto che tu hai citato in merito alle esercitazioni dei giorni prima, a me ricorda un’altro evento da controllare, ossia o l’attentato di Madrid oppure di Londra con sempre la stessa dinamica di esercitazioni di emergenza, forse addirittura antiterroristica, sugli stessi scenari dove avvennero poi gli attentati. (Nel caso verifica!)
    Il fatto che anche a Oslo vengono effettuate sulla stessa area e scenario della bomba siano state effettuate presunte ‘esercitazioni antiterroristiche’, mi puzza molto di strategia riciclata.
    Pertanto c’è bisogno che noi controlliamo queste strane aree magari diffondendo volantini in tutti i luoghi in cui avvengono ‘esercitazioni antiterroristiche’ ed ‘esercitazioni di emergenza’ perchè non solo bisogna sospettare di ogni strano movimentazione ordinata dal potere come queste fantomatiche esercitazioni, ma bisogna andare a fare volantinaggio nelle stesse aree per avvertire la gente e magari dire loro che “se accade non diteci che non ve l’avevamo detto”.
    Comunque sia la storia puzza molto, proprio come l’establishment mediatico e giornalistico di destra e di sinistra…
    Ci sarà mai qualcuno che si potrà salvare?
    Mi chiedo.

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