Archivio | luglio 17, 2011

USA – Proposta choc: togliere ai genitori i bambini obesi / Ma criminali sono i Fast-Food: ingrassano i bambini con il cibo-spazzatura

Se sono i bambini americani delle classi più disagiate a comporre la maggioranza di quel 17% di obesi è facile capire come la colpa non possa essere della cattiva educazione alimentare (o non solo) dei genitori, quanto dell’economia povera delle famiglie che costringono la frequentazione sempre più assidua dei fast-food. Mega-panini a prezzi sempre più stracciati dovrebbero, obbligatoriamente innanzitutto per le autorità preposte alla salute pubblica, far porre delle domande sulla qualità del cibo spacciato nelle catene.

Noi non stiamo molto meglio. Anzi. Secondo l’indagine di Altroconsumo, risalente a quasi due anni fa, ben il 36% dei bambini italiani soffre di una qualche forma di obesità, accentuata o meno. Io vi invito solo a ‘buttare l’occhio’, come si dice, su chi frequenta tali posti in Italia, guardare attentamente che tipo di famiglie o singole persone vi si recano a mangiare. Senza darvi l’imbeccata, facilmente scoprirete che per la maggioranza i clienti dei fast-food nostrani provengono anch’essi dalle fasce più deboli.

Quindi, se proprio si vuole criminalizzare qualcuno è ad altri che bisogna rivolgersi. Non ai disperati del cibo.

mauro

«Troppo cibo è un abuso sui minori»


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Proposta choc: togliere ai genitori i bambini obesi

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New York – Togliere la patria potestà ai genitori di figli obesi. Una proposta che richiama l’educazione dell’antica Sparta, quella avanzata da alcuni ricercatori dell’Università di Harvard, che chiedono il ricorso al pugno di ferro contro un fenomeno che negli Usa dilaga sempre di più.

I dati ufficiali, quelli del Centro di prevenzione e controllo delle malattie, parlano chiaro: negli ultimi vent’anni negli Stati Uniti il numero delle persone obese è aumentato drammaticamente. E a soffrire di questa patologia è oramai il 17% dei bambini, appartenente in prevalenza alle classi sociali più disagiate.

Per questo nell’articolo pubblicato sull’American Medical Association, due autorevoli professori dell’ateneo più antico degli Usa auspicano che l’obesità venga considerata per legge alla stessa stregua di un abuso sui minori, togliendo ai genitori la custodia dei propri figli quando sia dimostrata la loro incapacità ad affrontare la situazione.

Una proposta drastica che fa discutere, ma che i due ricercatori giustificano sottolineando i gravi rischi legati alla salute cui vanno incontro i bambini sovrappeso, dalle malattie del cuore al diabete, al tumore intestinale, oltre a problemi di carattere psicologico. «L’intervento dello Stato per controllare e reprimere i comportamenti più nocivi – spiegano – è l’unica via realistica per salvare milioni di bimbi dalla minaccia di una vita condizionata dall’obesita»`.

Molti Stati negli Usa (dalla California al Texas, dalla Pensylvania allo Stato di New York) hanno gia´ introdotto norme molto severe per combattere il fenomeno dell’obesità dei minori. Ma le leggi sulla patria potestà finora prevedono che questa sia ritirata solo in presenza di imminente rischio di gravi malattie o di morte.

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16 luglio 2011

fonte: http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/07/16/AO7EOjl-proposta_genitori_togliere.shtml

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Fast food ingrassa bambini

Ecco come la malsana cucina americana fa breccia tra i più piccoli. Favorendo l’obesità. I siti delle multinazionali fungono da esca per gli adolescenti


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E’ sotto gli occhi di tutti: i fast food sono frequentati soprattutto da bambini e adolescenti. E non per caso. I giovanissimi sono oggetto di un marketing estremamente aggressivo, che per attirare i piccoli clienti ricorre a ogni arma e astuzia: dai personaggi dei cartoon più popolari, che ammiccano dalle vetrine, ai molteplici giocattolini e gadget, che a volte sono il vero motivo per cui il bambino trascina la mamma nel locale, alle promozioni veicolate attraverso siti appositi, studiati per attirare in ogni modo i giovani internauti e indirizzarli poi verso i punti vendita delle catene. Anche la presenza di sale per organizzare feste di compleanno è un sistema per attirare i bambini: ed è particolarmente dannoso, perché in questo caso si lega il consumo nel fast food all’idea di spuntino o merenda, proprio l’abitudine più dannosa. Se infatti pranzare o cenare con un hamburger e patatine, una volta ogni tanto, si può far passare, un robusto panino farcito di carne e salse come merenda, dal punto di vista nutrizionale è davvero diseducativo. In un contesto in cui l’obesità è considerata una vera e propria epidemia, che colpisce, soprattutto in Italia, anche i bambini, non si tratta di un problema da poco. Con questa inchiesta abbiamo voluto mettere in luce quanto è pressante il bombardamento pubblicitario nelle grandi catene americane, McDonald’s e Burger King, ma anche da Spizzico, la versione nostrana del fast food. Una politica aggressiva che funziona, visto che le tre catene insieme realizzano un giro d’affari che si avvicina al miliardo di euro, anche se il grosso delle vendite riguarda McDonald’s: 760 milioni di euro l’anno. Attraverso sopralluoghi nei negozi e visite online dei siti di queste tre importanti catene di fast food abbiamo capito perché, già solo adocchiando la vetrina, come in una sorta di ipnosi sensoriale, scatta l’acquolina in bocca Insieme ai costi contenuti e alle dosi sempre più grandi, si tratta di una causa importante del dilagare dell’obesità. Spingere verso l’abbondanza è una strategia di marketing che le multinazionali di settore sfruttano bene: aumentare le dosi costa pochissimo, in cambio si attira e fidelizza il consumatore.
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Chi non ricorda a questo proposito Super Size Me, il film che denunciò quanto la dieta del fast food crei dipendenza? Ma è corretto che, mentre le massime autorità alimentari in tutto il mondo denunciano i rischi dell’obesità, queste grandi catene siano libere di utilizzare ogni sistema per attirare i bambini verso abitudini alimentari poco sane? Una voglia irresistibile La tentazione inizia sul marciapiede, davanti alla vetrina. I vetri dei negozi sono tappezzati di immagini che ritraggono non solo succosi panini, strabordanti di carne, affiancati da foto di adolescenti (come non immedesimarsi?), ma anche personaggi dei cartoon: irresistibili per i bambini. Una volta entrati, ci si muove tra vetrinette ricolme di giochini abbinati ai menu per i più piccini, sagome di cartone che ritraggono personaggi dei fumetti (idoli degli adolescenti), ma anche sale per organizzare feste di compleanno e zone gioco per bambini, che sono un invito per l’intera famiglia. L’influenza del web Per raggiungere gli adolescenti, internet è un mezzo molto efficace. E infatti anche online appare subito chiaro che il target privilegiato dalle multinazionali americane sono i giovani.
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Nel periodo dell’inchiesta, nell’home page mcdonalds.it si da grande spazio ai regali abbinati all’Happy Meal, il menu per bambini, che propone cartoon famosi come Hello Kitty o Spiderman. Il sito funge da trampolino di lancio anche per le nuove proposte gastronomiche. La scorsa primavera il panino più reclamizzato era Cbo (Chicken, bacon e onions), infatti onnipresente in tutti i punti vendita che abbiamo visitato. E sempre abbinato a un gioco online, che serve proprio per attrarre la clientela più giovane.
Su burgerking.it troviamo la promozione di nuovi panini (è il momento di Barbeque Tendercrisp), studiata per attirare i giovani internauti con tanto di scambio di cartoline elettroniche. Ci sono anche giochi dati in omaggio con i menu.
II sito spizzico.it è meno spregiudicato e non si presenta come un canale per raggiungere i ragazzi. E lo dimostra anche il fatto che l’azienda italiana non figura nel chiacchiericcio virtuale per eccellenza, Facebook, dove invece McDondald’s e Burger King si trasformano in un motivo per messaggiarsi tra ragazzi. Tv: in Italia pesa meno
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Secondo un recente studio condotto dai ricercatori del National Bureau of Economie Research (NBER), pubblicato dal Journal ofLaw and Economics dell’Università di Chicago, che ha analizzato il legame tra la pubblicità dei fast food e l’obesità, se si vietassero gli spot di hamburger e patatine nei programmi tv per bambini e ragazzi statunitensi si ridurrebbe del 18% il tasso di obesità nei primi e del 14% nei secondi. In Italia per fortuna il problema è meno grave, perché sulle nostre reti i fast food sembrano per ora meno interessati a investire in pubblicità. Tuttavia durante la nostra inchiesta abbiamo trovato nel piccolo schermo la pubblicità di McDonald’s, per un totale di 51 passaggi in una settimana di monitoraggio sulle principali reti italiane. Più regole sul cibo II problema dell’obesità infantile affligge anche l’Europa, Italia in testa, non solo gli Stati Uniti. Qualche Paese ha già pensato a porvi rimedio: gli spot pubblicitari nei programmi per bambini sono vietati in Svezia, Norvegia e Finlandia. L’obesità, infatti, non è solo una questione estetica: un bambino grasso ha alte probabilità di diventare un adulto obeso, con il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete e tumori. Ecco perché bisogna fare prevenzione, a partire già da piccoli. I genitori hanno un ruolo fondamentale nell’educare i figli a una sana cultura alimentare. La campagna di Consumers International contro il cibo spazzatura (ne parliamo nel riquadro in fondo a questa pagina), che anche Altroconsumo sostiene da tempo, ha proprio l’obiettivo di dare maggiori regole al mercato selvaggio della pubblicità alimentare. Non si tratta di bandire i fast food. Ma neanche di consentire che si faccia di tutto per farli diventare un’abitudine. Una cattiva abitudine.
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POSTER, WEB, GIOCHI: LE ESCHE PER ATTIRARE LA CLIENTELA
Spesso i fast food sono in posizione strategica per il target più giovane: vicino alle scuole, nelle aree di passeggio più centrali della città, vicino ai centri commerciali. Ma si punta anche molto sui siti web. • Nelle catene si sfrutta di frequente l’abbinamento di giochi collezionabili ai menu per bambini: una classica tecnica per fidelizzare i clienti più piccini, spinti a tornare la settimana dopo se vogliono completare la raccolta. • Anche le confezioni attirano con personaggi e colori accattivanti. • Sui siti online, sono proposti giochi al computer: per chi partecipa, buoni sconto. • II piccolo utente è spinto a coinvolgere altri amici, per esempio con l’invio di email o cartoline virtuali : è il “marketing virale”.
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LA NOSTRA INCHIESTA
L’inchiesta analizza le tecniche di marketing utilizzate dalle catene di fast food per attrarre bambini e adolescenti. In pratica, la pubblicità e le promozioni diffuse nei negozi, via web e in televisione.
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VISITE Al NEGOZI
Le catene prese in esame sono: McDonald’s e Burger King, più Spizzico, la versione italiana del fast food. In totale abbiamo visitato 6 ristoranti per catena.
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DOVE E QUANDO
I sopralluoghi sono stati fatti in incognito a Roma e a Milano tra aprile e maggio, sia nei giorni feriali sia nel week end.
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UN’INDAGINE ALLARGATA
L’inchiesta è stata fatta in Paesi di tutto il mondo, coordinata da Consumer International, organizzazione mondiale delle associazioni di consumatori, all’interno di una più ampia campagna contro il marketing del “cibo spazzatura”.
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Una bomba se il menu è un fuoripasto Le calorie ingerite da adolescenti e adulti sono elevate. Soprattutto se hamburger e patatine sostituiscono lo spuntino quotidiano. Troppo salato (colpa soprattutto delle patatine), ricco di zuccheri (per le bevande gassate) e pieno di grassi (quindi ipercalorico). Date un’occhiata qui sotto al menu per bambini offerto nei fast food e vi renderete conto che un solo pasto di questo tipo fa assumere a vostro figlio anche più del 40% del fabbisogno giornaliero (GDA) di sale, il 55% di zuccheri (se si prende anche uno snack dolce) e il 70% di acidi grassi saturi mangiando pizza, patatine e coca cola. Il menu per adulti, acquistato anche dagli adolescenti, è molto più squilibrato soprattutto pasteggiando da Spizzico. Insomma, se volete concedervi lo sfizio, è bene che sia uno sgarro occasionale. Soprattutto se hamburger e patatine sono un fuoripasto, si rischia di superare di 3-4 volte le calorie consigliate dai nutrizionisti per la merenda dei ragazzi.
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NUOVE TENDENZE: IL MENU SALUTISTA
La filosofia dei fast food negli ultimi anni si è orientata verso scelte più salutari. Sono nati menu di stampo mediterraneo, che propongono frutta e verdura. Ciò permette di abbracciare un pubblico più ampio, come le donne attente alla linea e al benessere. Inoltre l’immagine complessiva del fast food si ripulisce almeno in parte della cattiva reputazione di cibo malsano e calorico. Ecco allora che da McDonald’s carote, mela e uva diventano un’alternativa alle patatine fritte e agli snack, sostituibili con una macedonia anche da Spizzico, magari con acqua al posto delle bevande gassate.
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PATATINE FRITTE: UNO SFIZIO CHE PESA
Ce lo chiediamo tutti: l’olio utilizzato per la frittura viene cambiato con regolarità? Nessuno dei campioni di patatine analizzati da segno di deterioramento. In compenso, il contenuto in grassi è elevato. Una porzione piccola apporta circa un quarto dei grassi da assumere in una giornata. Troppo, visto che le patatine rappresentano una parte del menu spesso consumata fuori pasto. Peso e calorie dipendono dal formato scelto.
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OLIO NON SEMPRE DA FRITTURA
Le patatine in genere sono fritte in una miscela di oli idonea alle alte temperature, come il mix di girasole e palma utilizzato da Burger King, mentre è meno adatto l’olio di mais sfruttato da Spizzico.
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TROPPO SALE
Le patatine di Burger King sono le più salate: una porzione media apporta circa il 20% della quantità di sale che dovremmo consumare in un’intera giornata (diventa il 30% se si sceglie la porzione più grande).
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La nostra voceAltroconsumo da tempo è impegnata nella lotta contro l’obesità infantile, favorita dalla pubblicità alimentare aggressiva (vedi il logo della nostra campagna

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nell’immagine a fianco). Insieme a Consumers International, l’organizzazione mondiale delle associazioni di consumatori, sosteniamo da tempo l’adozione di un Codice di autoregolamentazione sul marketing di alimenti e bevande destinate ai più piccoli. Il codice, che auspichiamo venga adottato dall’Organizzazione mondiale della sanità, punta a prevenire i danni alla salute legati al consumo di cibi e bevande ipercalorici. Per combattere l’obesità bisogna frenare il bombardamento pubblicitario imposto dalle aziende alimentari. Ecco alcune regole per proteggere i più giovani. • Regali, giocattoli collezionabili, personaggi famosi, cartoni animati, che attirano l’attenzione dei bimbi, non devono essere sfruttati per pubblicizzare alimenti poco salutari. • Deve essere ridotta la pubblicità televisiva di cibi troppo ricchi di grassi, zucchero o sale nelle ore di programmazione pomeridiane, ma anche quella via internet. • L’educazione alimentare va insegnata nelle scuole, dove bisogna promuovere il consumo di frutta e verdura. II sito junkfoodgeneration.org presenta la campagna di Consumers International contro il “cibo spazzatura”. Su altroconsumo.lt la campagna di Altroconsumo per la lotta all’obesità infantile.

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01/10/2009
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TERREMOTO – Una forte scossa nella Pianura padana, epicentro nel Mantovano, nessun danno

Una forte scossa nella Pianura padana
epicentro nel Mantovano, nessun danno

Le Ferrovie hanno sospeso a titolo precauzionale la circolazione dei treni fra Bologna e Verona


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Una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.6 è stata registrata poco fa tra la Lombardia, il Veneto e l’Emilia. La scossa si è verificata a 15 chilometri di profondità ed è stata avvertita nettamente dalla popolazione. Al momento non risultano danni. L’epicentro è segnalato fra le province di Mantova e Rovigo. Per ora l’unica conseguenza è l’intasamento che i cittadini allarmati hanno provocato ai telefoni dei vigili del fuoco: numerose le chiamate anche a Milano.

Siete sul posto? Inviate foto, video e segnalazioni

Treni cancellati e ritardi da 40 minuti a oltre un’ora si registrano allo snodo ferroviario di Verona. Le Ferrovie hanno comunicato che dalle 20.45 è stata sospesa per accertamenti la circolazione ferroviaria sulla linea tra Bologna e Verona. Squadre di tecnici sono al lavoro per le verifiche sull’integrità della struttura e degli impianti di circolazione: le verifiche servono per capire se c’è bisogno di interventi o meno.

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17 luglio 2011

fonte:  http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/07/17/news/lieve_scossa_di_terremoto_in_lombardia_epicentro_nel_mantovano_nessun_danno-19254205/?rss

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ABERRANTE E CRIMINALE – Il Governo ITALIANO finanzia la sperimentazione di psicofarmaci. Bambini usati come cavie


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COMUNICATO STAMPA DELL’11/07/11

 QUESTION TIME ALLA CAMERA, FAZIO CONFERMA: “UN NUOVO PSICOFARMACO PER BAMBINI IN ITALIA”. IL DOSSIER ARRIVA IN DISCUSSIONE ANCHE A BRUXELLES

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Fazio risponde a Binetti nel “Question-Time”: “La sperimentazione sui bambini per lo psicofarmaco che migliora l’attenzione dei più piccoli è effettivamente in corso a Pisa”. Binetti: “Bene per la promessa di incremento di fondi per la vigilanza, peccato che in Finanziaria non ve ne sia traccia”. Interrogazione sul dossier al Parlamento Europeo, On. Muscardini “Operazione di marketing assai disinvolta, perché prima devono venire i bambini e solo dopo il business”. Poma (Giù le Mani dai Bambini): “La nostra denuncia era fondata, la strategia è chiara: medicalizzare bambini distratti e vivaci in sempre maggior numero”

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Risposta a tempo record quella del Ministro per la Salute On. Ferruccio Fazio, che nel question-time alla Camera dei Deputati ha confermato l’esistenza presso lo “Stella Maris” di Pisa di una sperimentazione in corso su bambini, con somministrazione di una molecola psicoattiva per migliorarne le performance attentive(1).“Si tratta di un vecchia molecola anti-ipertensiva (2) che si sta cercando di riciclare come psicofarmaco pediatrico, cosa assai discutibile, dal momento che neppure se ne conoscono i meccanismi d’azione sul cervello dei bimbi”, ha commentato Emilia Costa, Psichiatra e già 1^ Cattedra di Psichiatria alla Sapienza di Roma e Primario di Psicofarmacologia all’Umberto I°.

La nostra denuncia – dichiara Luca Poma, giornalista e Portavoce di Giù le Mani dai Bambini, il più rappresentativo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica (www.giulemanidaibambini.org) – era circostanziata e corretta: c’è una strategia in corso per medicalizzare i comportamenti di sempre più ampie fasce di bambini italiani. La Guanfacina di Shire è una molecola apolide, che non rendeva più: cosa c’è di meglio che inventare da zero una nuova applicazione terapeutica per guadagnare altri soldi a spese della salute dei più piccoli? Neanche si conoscono le modalità di azione di questo psicofarmaco e già lo si vuole autorizzare per l’uso sui nostri bambini”.

L’On. Paola Binetti ha preso atto della risposta del Ministro Fazio, commentando: “I fondi che il Ministro ha promesso nella Sua riposta per incrementare la vigilanza anti-abuso e iscrivere sul registro di controllo anche le somministrazioni di anti-depressivi ai bimbi, che vengono somministrati in misura 15 volte maggiore degli psicofarmaci per l’iperattività, sono un’ottima cosa, peccato che in questa Finanziaria non ve ne sia traccia, speriamo non sia l’ennesima azione di propaganda. E per la ‘pubblicità’ fatta dalla casa farmaceutica, della quale il Ministro chiede notizie, vorrei segnalare che nel XXI° secolo le campagne di marketing non si muovono solo sulle gambe dell’advertising diretto ai pazienti, bensì sulla base di articolate campagne di relazioni pubbliche, proprio come quella a cui stiamo assistendo: si crea artificialmente il bisogno di un farmaco mediante congressi scientifici (3) che chiedono più diagnosi di iperattività, e articoli sui giornali firmati da specialisti che indicano la strada (4), poi compare la soluzione, guarda caso uno psicofarmaco (5). Ma la scienza – lo dico da Neuropsichiatria Infantile, prima che da Parlamentare –ha molto da dire prima di dover somministrare uno psicofarmaco a un bambino di 6 anni”.

Nel frattempo, il dossier è arrivato nell’Aula del Parlamento Europeo, dove l’On. Cristiana Muscardini ha presentato un’interrogazione alla Commissione (6). La Parlamentare dichiara che “la Guanfacina è un vecchio brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato. In genere succede il contrario, di fronte ad una malattia si fa della ricerca per trovare antidoti e terapie. Che un’agenzia di relazioni pubbliche si presti a simili tentativi è un problema di etica professionale che non vogliamo affrontare, ma che una casa farmaceutica operi cercando ipotetici clienti per una molecola esistente e non più usata per il primitivo scopo, ci sembra un’operazione assai disinvolta, che rovescia la scala di valori alla quale ci si dovrebbe attenere quando si tratta di salute: prima i bambini e poi il business”.

In conclusione, Poma ha ringraziato i Parlamentari per l’attenzione dimostrata in quest’importante azione di denuncia e vigilanza, ed è tornato anche sulla polemica salita agli onori delle cronache la scorsa settimana (7) sulle campagne di pubbliche relazioni in corso per agevolare Shire nell’introduzione di questo psicofarmaco nel nostro paese (8): “Come ha ben ricordato Toni Muzi Falconi (9), la vicenda ha destato non poche perplessità per com’è stata gestita. Non abbiamo emesso una condanna senza appello per Ketchum, l’agenzia di relazioni pubbliche di Shire, ma di una cosa siamo certi: mentre a Milano negavano di avere rapporti con divisioni farmaceutiche produttrici di psicofarmaci, a Roma organizzavano conferenze stampa in cui si auspicava l’aumento del numero di bambini iperattivi in terapia farmacologica. Possiamo pensare ad una sfortunata serie di ‘combinazioni’, ma allora facciamo appello ad Andrea Cornelli, il loro amministratore delegato, un professionista di indubbia caratura: che si dissoci dalle aziende farmaceutiche quando fanno business miliardari a spese della salute dei bambini”.

Link di approfondimento:

(1)  il testo della risposta del Ministro Fazio è integralmente pubblicato all’indirizzo internet http://www.giulemanidaibambini.org/lettere/lettera132.pdf

(2)  è la Guanfacina (nome commerciale in USA “Intuniv”®), un anti-ipertensivo di vecchia generazione, introdotto sul mercato nel lontano 1980. Determina una riduzione degli impulsi nervosi del cervello al cuore, alle arterie ed ai reni. Tra gli effetti collaterali troviamo vertigini, impotenza, dolore toracico, mancanza di respiro, eruzioni cutanee, visione offuscata e ingiallimento della pelle o degli occhi (http://www.rss-to-javascript.com/it/author-article/guanfacine-cloridrato-informazione-sui-farmaci/22f5a79d88) nonchè confusione e depressione delle funzioni mentali (http://medicinasalute.com/curare/farmaci/farmaco/guanfacina-tx/). A fronte di questi potenziali rischi, uno studio ha confermato che “la Guanfacina, un farmaco comunemente prescritto per alleviare i sintomi del disturbo da stress post-traumatico, non è più efficace di un placebo” (studio scientifico condotto da ricercatori del Medical Center di San Francisco (http://www.newsmedical.net/news/2006/12/02/37/Italian.aspx). Tuttavia, il marketing fa la sua strada, e sebbene il meccanismo del farmaco non sia completamente noto, si ritiene che esso abbia a che fare con i recettori della corteccia prefrontale, un’area cerebrale studiata nei pazienti con iperattività, e quindi l’idea ora è di utilizzarla sui bambini per rafforzare la memoria, migliorare l’attenzione e la capacità di concentrarsi e migliorare il controllo degli impulsi (http://www.pharmastar.it/index.html?cat=4&id=2447). La Guanfacina è quindi alla Sua terza destinazione d’uso: prima anti-ipertensivo, poi disturbo da stress post-traumatico, ora Sindrome da Deficit di Attenzione nei bambini.

(3)  Vedi: http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__163.pdf, e          http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__160.pdf

(4)  http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__161.pdf

(5)  la fine della sperimentazione della Guanfacina è prevista a dicembre 2011

(6)  http://www.giulemanidaibambini.org/lettere/lettera133.pdf

(7)  http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/gravidanza-parto-pediatria/articolo/lstp/410252/

(8)  http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__168.pdf

(9)  uno dei più noti consulenti di settore a livello internazionale, PastPresident e Fondatore della Global Alliance for Public Relations and Communication Management, PastPresident della Ferpi, Docente di Public Affairs e di Global Relations and InterculturalCommunication alla New York University, Docente di Relazioni Pubbliche alla LUMSA di Roma ed alla Facoltà di Sociologia dell’Università “La Sapienza”, Docenti di Public Affairs alla “School of Government” della LUISS di Roma

Per media-relation: 337/415305 oppure 338/7478239 – portavoce@giulemanidaibambini.org

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fonte:  http://www.disinformazione.it/nuovo_psicofarmaco_bambini2.htm

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ROMA, Teatro Valle Occupato. Selezione dei migliori video pubblicati sull’occupazione

Teatro Valle Occupato

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Video

Selezione dei migliori video pubblicati sull’occupazione

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MiniaturaRoma – 14 giugno 2011. Il teatro Valle è stato occupato dalle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo. Chi siamo e perchè abbiamo occupato. MiniaturaIl Maestro Franco Piersanti con l’orchestra Roma Sinfonietta esegue il Tema di 8 e 1/2. All’interno del video un piccolo omaggio al Teatro Valle. MiniaturaGrande serata al Valle occupato, da vedere! Tra i vari: Maddalena Crippa, Pierfrancesco Favino, Frankie HI-NRG. Imperdibili
Miniatura
Mitico concerto gratuito di Lorenzo Cherubini alias Jovanotti al Teatro Valle Occupato. Riadatta la sua “Temporale” per il Valle. Incontro con gli occupanti
MiniaturaAlessandro Bergonzoni in collegamento skype omaggia il Teatro Valle Occupato di Roma MiniaturaSul palco del Teatro Valle Occupato Nanni moretti legge il finale de “Il Caimano”. Accompagnato dal maestro Franco Piersanti.
MiniaturaMargherita Vicario canta per il Valle Occupato “My favourite Theatre” MiniaturaBellisimo Intervento del Giurista e docente di diritto civile Ugo mattei, durante l’assemblea cittadina, al Teatro Valle Occupato. MiniaturaContinua..
MiniaturaGli occupanti del Teatro Valle se ne vanno in giro per Roma ad invitare la cittadinanza. MiniaturaTeatro Valle Occupato – Il curriculum MiniaturaMaria legge un documento che dimostra l’effettivo incremento del pil del quartiere da quando il teatro Valle è Occupato.
MiniaturaMargherita canta il bilancio del Valle MiniaturaAl teatro Valle occupato Monsieur David, Miguel Montalban, e tanti altri. MiniaturaAnteprima! Filippo Timi ci da un’anticipazione di un paio di capitoli del suo ultimo romanzo

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fonte:  http://www.teatrovalleoccupato.it/video-2

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Cassandra Crossing/ La licenza del cavolo

Cassandra Crossing/ La licenza del cavolo

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Un cavo è solo un cavo. O forse è qualcosa di più. È un pezzo di filo che strozza la circolazione delle idee. Nel nome della proprietà intellettuale di un pezzo di rame e gomma

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Roma – Sapete, avevo la netta sensazione che il titolo originale non avrebbe avuto la stessa attenzione. Si, perché in effetti “La licenza del cavo” poteva essere non compresa, o magari giudicata una battuta, assurda, incredibile. Eppure proprio di questo si tratta, ed in effetti aggiungendo una sillaba è possibile inglobare nel titolo anche il finale.

Criptico eh? Vabbè, un passo indietro ed andiamo con ordine.

È da poco apparsa nelle pagine interne delle notizie di tecnologia una news che comunica il probabile ritiro di un tipo di cavi prodotti da Belkin per motivi di licenza (sì, avete letto bene: “cavi” e licenza”).

Si tratta di un cavo HDMI maschio/MiniDisplayPort, che rende possibile connettere un portatile Macintosh ad un televisore digitale. Ma come è possibile che un cavo violi una licenza? Qualcuno si è preso la briga di brevettare un cavo?

In effetti sì, e questo tra le altre cose è una misura di quanto i veri meccanismi di funzionamento dell’elettronica di consumo siano ormai lontani dalla conoscenza e dalla mente dei consumatori. Il problema non è però la complessità di certi argomenti, ma il menefreghismo che porta a non voler nemmeno conoscere alla lontana cosa c’è nel proprio salotto o nel proprio portatile.

Cominciamo a dire che alle due estremità del suddetto cavo non ci sono due apparecchiature elettroniche, ma due entità giuridiche: da un lato l’HDMI Licensing LLC, e dall’altro Apple, che sono proprietarie dei brevetti relativi ai due connettori sopraddetti.

“Ecco, dirà qualcuno, le solite angherie tipiche del gigante di Cupertino”.

Non proprio: diceva il Manzoni nei “Promessi Sposi”, parlando di Renzo e Don Rodrigo, che “(…) a giudicar per induzione, e senza la necessaria cognizione dè fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti”.

Facciamo quindi tesoro delle raccomandazioni del Nostro, e traiamo anche spunto dalla frase successiva: “Ma noi, co’ fatti alla mano, come si suol dire, possiamo affermare che, se colui non aveva avuto parte nella sciagura di Renzo, se ne compiacque però, come se fosse opera sua”.

Infatti pur essendo da sempre Apple una grande sostenitrice e praticante della cosiddetta “proprietà intellettuale”, in questo caso l’azione viene dall’altra estremità del cavolo cavo, cioè dalla HDMI Licensing LLC, azienda fondata dai maggiori produttori di televisori e proprietaria delle specifiche tecniche e del marchio HDMI.

La suddetta azienda sostiene che il cavo oggetto del contendere, pur conforme alle specifiche fisiche, elettriche ed elettroniche e perfettamente funzionante (oltre che assai utile), viola le specifiche tecniche non rientrando tra i casi previsti di ciò che può essere definito “cavo HDMI”.

Il nocciolo della contestazione, secondo appunto i detentori della cosiddetta “proprietà intellettuale” della specifica HDMI, è che un cavo HDMI deve per forza avere due connettori HDMI: se non li ha, come in questo caso, non solo è fuori specifica e non può chiamarsi “cavo HDMI”, ma essendo la specifica proprietà della HDMI Licensing LLC è addirittura illegale e passibile di richiesta di ritiro dalla vendita.

Ora è evidente che quello che è successo è qualcosa di imprevisto, troppo stupido per aziende che in fondo guadagnano ambedue vendendo ai consumatori, e che probabilmente alla fine una soluzione di convenienza verrà trovata. Certo che un cavo come quello in oggetto frutta solo una royalty invece di due (l’altra probabilmente va ad Apple), mentre un cavo HDMI normale più un adattatore attivo HDMI/Minidisplayport frutta 3 royalties + 1 alla Apple ed obbliga il consumatore ad acquistare due prodotti al posto di uno. Tutto business in più dunque.

Ma decodifichiamo la vicenda dal punto di vista del consumatore e ne vedremo delle belle. Un cavo HDMI non è solo la versione digitale di un cavo SCART, ma è una componente attiva e importante di un sistema che nasce per implementare DRM nella maniera più standard ma contemporaneamente più chiusa possibile. Ecco il perché di specifiche chiuse, proprietarie e gestite da gruppi ristretti di aziende. In questo quadro sono indispensabili: è grazie a queste che le aziende acquistano un ruolo simile a quello dei “Cartelli” dell’800 e primo ‘900, di quasi monopolisti e controllori di un mercato.

Quindi niente standard aperti, niente concorrenza, niente competizione in un ecosistema digitale competitivo. Soliti tristi monopoli, prezzi alti, poca circolazione delle informazioni. Cavi, anzi cavoli amari per i consumatori disattenti o menefreghisti, che non si pongono domande e non si interessano di come va il mondo in cui vivono.

E di conseguenza cavoli amari per tutti.

Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari

Tutte le release di Cassandra Crossing sono disponibili a questo indirizzo

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15 luglio 2011

fonte:  http://punto-informatico.it/3217117/PI/Commenti/cassandra-crossing-licenza-del-cavolo.aspx

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“I TAGLIAGOLE” – Gheddafi non è ancora morto

“I TAGLIAGOLE”

Caricato da in data 17/lug/2011

Gheddafi non è ancora morto

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Ci siamo dimenticati, tra una cosa e l’altra, che stiamo bombardando la Libia. Sembra una gita fuori porta che si è prolungata un po’ troppo. Gheddafi è sempre saldo nonostante la guerra duri da sei mesi e, a questo punto, si deve ammettere che dispone di un forte consenso popolare, altrimenti sarebbe già stato impiccato a un palo. L’Italia ha dichiarato guerra a un suo alleato, ma nessuno ha questo diritto, come spiega in modo chiarissimo la Costituzione. Gheddafi è accusato di crimini contro il suo popolo, e per questo è stato condannato dal tribunale dell’Aia, ma, secondo molte fonti, lo sarebbero anche i ribelli (li denunceranno al tribunale dell’Aia?). Tripoli ha dichiarato che gli Alleati hanno causato la morte di 1.110 civili (li denunceranno al tribunale dell’Aia?). Chi vince ha sempre ragione. Se Gheddafi dovesse vincere la guerra ce lo ritroveremo con il tendone a Roma e la fila di ministri pronti ad abbracciarlo.

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17 luglio 2011

fonte:  http://www.beppegrillo.it/2011/07/gheddafi_non_e_ancora_morto/index.html

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L’ASSANGE DE’ NOANTRI – Precario sul web sfonda quota 100mila fan. In 24 ore

Precario sul web sfonda quota 100mila

Spunta un ‘Julian Assange’, che spiffera i ‘segreti’ della Camera su facebook

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17 luglio, 18:15
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ROMA  –  Il ritmo e’ impressionante, da vero recordman. L’Assange italiano, l’ex precario della Camera che su facebook ha messo in piedi la comunita’ ”I segreti della casta di Montecitorio”, ha gia’ sfondato in 24 ore quota 100 mila fan. La sua crescita e’ di circa 10-15 mila fan all’ora ed e’ ormai diventato un fenomeno che spopola su tutti i siti d’informazione.

I COSTI DELLA CASTA SU FACEBOOK – Spunta sul web un ”Julian Assange” anti casta italiana. “Licenziato dopo 15 anni di precariato in quel palazzo, ho deciso di svelare pian piano tutti i segreti della casta”: si presenta così l’anonimo che su Facebook ha creato la comunità ‘I segreti della casta di Montecitorio’. Pur essendo in piedi da pochissimo, la pagina ha già raggiunto oltre 36 mila fan – forse spinta anche dalla notizia che è riportata oggi da la Repubblica -, in crescita costante. Del resto, l’autore spesso documenta le sue denunce inserendo a corredo le fotocopie dei contratti di miglior favore di cui godono i deputati. C’é un po’ di tutto, dai biglietti aerei nazionali gratis anche per gli amici dei parlamentari alle classiche auto blu, dalla scorta armata per fare la spesa ai ‘pianisti’ che votano anche per i vicini di banco, dai sospetti sui criteri di assunzione dei barbieri a quelli sui frequenti furti denunciati dai parlamentari, dagli sconti sull’acquisto delle auto a quelli sulle bollette telefoniche.

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Prima pagina: Ansa.it

fonte:  http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/07/17/visualizza_new.html_785033680.html

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TRAVAGLIO: Lodo Mondadori: la storia vera


‘cavemo provato..

Lodo Mondadori: la storia vera

Lodo Mondadori: la storia vera

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di Marco Travaglio

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Strillano all’esproprio e parlano di sentenza politica. Ma i fatti sono lineari, chiari e certificati: Berlusconi si prese la casa editrice di Segrate corrompendo un giudice con i soldi di un conto estero. Tutto il resto è chiacchiera

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Da sinistra: Cesare Previti, la signora Leccisi, Silvio Berlusconi, Veronica Lario, la signora Previti, Stefania Ariosto,... Da sinistra: Cesare Previti, la signora Leccisi, Silvio Berlusconi, Veronica Lario, la signora Previti, Stefania Ariosto, Vittorio Dotti
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E’ piuttosto complicato spacciare la sentenza Mondadori per un caso politico. Perché tutti i fatti alla base del risarcimento di 560 milioni inflitto alla Fininvest dalla Corte d’appello di Milano risalgono a oltre vent’anni fa. Dunque ben prima che il Cavaliere entrasse in politica: tra il 1988 e il 1991.
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Tutto comincia nel 1988, quando Silvio Berlusconi, piccolo azionista del gruppo editoriale, ne tenta la scalata. Carlo De Benedetti, che con la Cir controlla il pacchetto di maggioranza, resiste all’assalto e si accorda con gli eredi Mondadori-Formenton per acquistare il loro pacchetto azionario entro il 30 gennaio 1991. Poi però questi cambiano cavallo e nel novembre 1989 si alleano col Cavaliere. Il quale, il 25 gennaio 1990, diventa presidente del gruppo, assommando alle sue tre tv e al “Giornale” di Montanelli anche “Repubblica”, “Panorama”, “L’Espresso”, “Epoca” e una dozzina di giornali locali Finegil, oltre al ramo libri. Sia l’Ingegnere sia il Cavaliere rivendicano il controllo del gruppo: così la “guerra di Segrate” viene affidata a un collegio di tre arbitri, scelti da De Benedetti, dai Formenton e dalla Cassazione.
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Questi, il 20 giugno 1990, depositano il lodo che dà ragione alla Cir: la Mondadori è dell’Ingegnere e il Cavaliere deve lasciare la presidenza ai manager debenedettiani. Ma Berlusconi e i Formenton non si danno per vinti e impugnano il lodo davanti alla Corte d’appello civile di Roma, noto feudo di Cesare Previti.
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La causa finisce alla I sezione civile, presieduta da Arnaldo Valente (che, secondo Stefania Ariosto, frequentava casa Previti). E, come giudice relatore ed estensore della sentenza, viene designato Vittorio Metta, anche lui intimo di Previti. La camera di consiglio si chiude il 14 gennaio 1991: mancano due settimane allo scadere del patto Berlusconi-Formenton. Dieci giorni dopo, il 24, la sentenza Metta viene resa pubblica: il Lodo è annullato, la Mondadori torna per sempre a Berlusconi. Ma è un segreto di Pulcinella: già un mese prima Bruno Pazzi, presidente andreottiano della Consob, l’aveva anticipata al legale dell’Ingegnere, Vittorio Ripa di Meana. Lo testimonierà De Benedetti al processo di Milano: “Correva voce che la sentenza era stata scritta a macchina nello studio dell’avvocato Acampora ed era costata 10 miliardi… Fu allora che sentii per la prima volta il nome di Previti, come persona vicina a Berlusconi e notoriamente molto introdotta negli uffici giudiziari romani”.
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A quel punto, però, interviene la politica. Preoccupato dallo strapotere mediatico di Berlusconi, dunque di Craxi, Giulio Andreotti impone ai duellanti una transazione dinanzi al suo fedelissimo Giuseppe Ciarrapico. Risultato: per chiudere la partita, il Cavaliere deve restituire “Repubblica”, “l’Espresso” e i giornali Finegil alla Cir, mentre “Panorama”, “Epoca” e il resto di Mondadori rimangono Fininvest.
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Fin qui la storia pubblica della guerra di Segrate. Ma c’è anche un “dietro le quinte”, scoperto dalla Procura di Milano durante le indagini bancarie nate dalle rivelazioni della Ariosto. Un mese dopo la sentenza che annulla il lodo, si mette in moto un fiume di denaro dai conti svizzeri della Fininvest a quelli di Previti e di altri due avvocati occulti del gruppo: Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. Il 14 febbraio 1991 All Iberian (società offshore del comparto occulto della Fininvest) bonifica 2.732.868 dollari (3 miliardi di lire) sul conto svizzero “Mercier” di Previti. Di qui, il 26 febbraio, metà della somma (1 miliardo e mezzo) viene bonificata al conto “Careliza Trade” di Acampora. Il quale, il 1 ottobre, rigira 425 milioni a Previti, che li dirotta in due tranche (11 e 16 ottobre) sul conto “Pavoncella” di Pacifico. Questi, il 15 e 17 ottobre, preleva 400 milioni in contanti e li fa recapitare in Italia a un misterioso destinatario: secondo l’accusa, è il giudice Metta. Il quale, nei mesi successivi, spende altrettanti contanti per acquistare e ristrutturare un appartamento per la figlia Sabrina e comprare una Bmw nuova. Poi lascia la magistratura, diventa avvocato e, insieme a Sabrina, va a lavorare allo studio Previti.
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Dopo varie sentenze altalenanti, nel 2007 la Cassazione condannerà Metta, Previti, Pacifico e Acampora per corruzione giudiziaria (Berlusconi invece s’è salvato grazie alla prescrizione, abbreviata dalla generosa concessione delle attenuanti generiche). Al processo di Milano, infatti, gli imputati raccontano un sacco di bugie, nel disperato tentativo di giustificare quell’enorme e tortuoso giro di denaro. Previti parla di “normali parcelle”, ma in quel periodo non risulta aver svolto incarichi professionali che le spieghino. Metta estrae dal cilindro una fantomatica eredità, ma anche nel suo caso i conti e le date non tornano.
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L’ex giudice aggiunge di aver conosciuto Previti solo nel ’94, ma la Procura scopre dai tabulati che i due si telefonavano già nel 1992-93. La goccia che fa traboccare il vaso è l’incredibile tempistica della sentenza incriminata: dai registri della Corte d’appello di Roma si scopre che Metta depositò la motivazione dell’anti-lodo (168 pagine) il 15 gennaio 1991: appena un giorno dopo la camera di consiglio. Lui che, per sentenze molto più brevi, era noto per impiegare due-tre mesi di tempo. E’ chiaro che il verdetto è stato scritto prima, e anche altrove: nella sentenza definitiva si legge che fu “dattiloscritto presso terzi estranei sconosciuti” e al di “fuori degli ambienti istituzionali”, tant’è che al processo ne sono emerse “copie diverse dall’originale”.
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I giudici, oltre alle pene detentive per i condannati, stabiliscono anche il diritto della Cir a essere risarcita dalla Fininvest in sede civile per il “lucro cessante” e il “danno emergente” dello scippo Mondadori. Anche perché la Cassazione, pur prendendo atto della prescrizione per Berlusconi, sostiene che è “ragionevole” e “logico” che il mandante della tangente a Metta fosse lui: “La retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”. Cioè l’attuale presidente del Consiglio, che aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”.

Del resto “l’episodio delittuoso si svolse all’interno della “guerra di Segrate”, combattuta per il controllo di noti ed influenti mezzi di informazione”. Il solito utilizzatore finale.

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15 luglio 2011
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Ecco gli angeli della monnezza: “Ora basta, Napoli la puliamo noi”

CLEANAP – PIAZZA PULITA

Caricato da in data 11/giu/2011

CLEANAP – PIAZZA PULITA è l’incontro civile tenutosi a Napoli, in data 11 giugno 2011, al fine di pulire una delle più note piazze napoletane: piazza Bellini. Giovani, adulti e anziani, si son così trovati uniti dal senso di civiltà e di appartenenza ad una nuova rinascita cittadina. Il video è stato girato dal giovane regista Emanuele Arciprete.

Ecco gli angeli della monnezza
“Ora basta, Napoli la puliamo noi”

CleaNAP
fonte immagine

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Tam tam sul web e patti condominiali, si mobilitano i cittadini. Con scope e palette raccolgono rifiuti nelle piazze. E parte il riciclaggio “fai-da-te”. Ogni 10 giorni i ragazzi si autoconvocano su Facebook e scelgono una piazza cittadina da ripulire

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di CONCHITA SANNINO

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Ecco gli angeli della monnezza "Ora basta, Napoli la puliamo noi" Una volontaria al lavoro nei vicoli di Napoli

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NAPOLI – Hanno messo le braccia al posto delle parole, quello che fa un piccolo risorgimento al suo primo varco. Hanno cominciato con una piazza, due scope e guanti spaiati da chirurgo. Ora sono duecento alle assemblee pubbliche e tremila soltanto su uno dei social network coinvolti, e hanno adottato quattro aree della città. A volte basta che sia uno a indicare: “La città è nuda”. Succede che, allo sbando, si trovino le forze.

Le forze si trovano non per un altro grido, ma per fare un passo e guadagnare ossigeno. Capita quasi sempre mentre stai per arrenderti o affogare. È un clic che stavolta muove Napoli, capitale incline alla sorda indolenza quando l’onda della crisi – si chiami rifiuti o degrado – diventa compagno promiscuo, intima violazione. E infine morso quotidiano a cui non si vuole offrire altra carne.

La cura diventa ripartire dal basso. Pulire prima una strada, poi una piazza, poi un’altra. Tirare le erbacce dagli interstizi insieme alle carte dai marciapiedi. Ridarsi appuntamento e fare un altro pezzo di “pulizia”. Da soli. “Senza partiti, senza padroni”. Quando finiscono, si passano la parola. Che poi è diventata un programma e una sigla felice, in due sillabe, buona per bambini, laureati e nonni: CleaNap.

Un’idea forte dietro la quale c’è la tenacia di un anziano libraio, Rino De Martino, custode ormai di Piazza del Plebiscito abbandonata. E, dopo, l’intuizione di una 27enne, Emiliana Pellone, una laurea in Organizzazione e gestione del patrimonio culturale, una faccia alla Audrey Tatou, a cui piace ignorare che Napoli non sia il mondo di Amelie. E che dal suo blog, il 4 giugno lancia un appello: “Facciamolo noi, facciamo piazza pulita”. “Credo che ce la possiamo fare, solo se ci impegniamo tutti in prima persona – spiega Emiliana – . Alla fine basta poco, mi sono detta: una scopa, una paletta, un paio di guanti e tanta acqua pubblica, e si lava la faccia a un frammento di città. Avevo scritto ai miei amici di Facebook: “Perché non cominciamo con una forma di flash mob? Una performance, filmata e ripresa, iniziando da piazza Bellini, un posto fantastico che se fosse in altre zone del mondo sarebbe gremito di turisti. Se andasse in porto, potremmo “adottare” un luogo ogni 10 giorni. Jamme bell'”. Tipico preziosismo gergale, sta per: diamoci una mossa.

È nato così, in Rete, il fenomeno CleaNap. In 28 giorni, i primi 2800 iscritti. Poi, dopo le prime operazioni di decoro collettive, la pagina viaggia al ritmo di cento iscritti al giorno (vedi alla voce http://www.fanpage.it/cleanap-l-emergenza-rifiuti-di-napoli-la-risolvono-i-cittadini-grazie-a-facebook/). Continua Raffaella: ” “Ho pensato a una crasi – ebbene sì, ho fatto il classico – tra il verbo to clean e NAP(oli). Se lo andate a pronunciare diventa “Clean up”, i cui svariati significati anglofoni rimandano a moralizzare, pulire, regolare. Anche il sottotitolo Piazza Pulita ha una valenza didascalica e insieme metaforica”.

Capita, proprio in mezzo alle stagioni dell’emergenza cronica, che si alzi la voce: “Cominciamo da noi”. Nella città delle 2300 tonnellate di immondizia che sta foderando di nuovo gli angoli cittadini, per non parlare delle 15mila spalmate in tutta la provincia, cresce la voglia di dimostrare. Capita che scendano in piazza giovani e anziani con detersivi e pannopelle. E che mettano le mani, appunto, invece delle parole degli altri. Ai primi di maggio comincia De Martino con la pulizia del colonnato di San Francesco di Paola, il 4 giugno Emiliana parte con la sua proposta. L’11 giugno viene ripulita piazza Bellini, il 26 tocca al Largo Banchi Nuovi, l’8 luglio ai giardinetti di Porta Capuana. Prossima tappa il 24 luglio: appuntamento alle 17 in piazza Santa Maria La Nova.

CleaNap ha trovato sia sulla Rete sia in strada, alleati convinti. I “Friarielli ribelli”, squadre di giovani che, con la loro guerrilla gardening, si incaricano di far risorgere le aiuole inaridite e i giardini dimenticati. E poi il libero attivismo di quei cittadini che da soli stanno diffondendo la moda virtuosa di autotassarsi e mettere la compostiera per l’umido in cortile: aiutati dall’intraprendenza di Francesco Emilio Borrelli, ex assessore dei verdi in Provincia. È bastato che si partisse con Aniello Morra, un commercialista del Parco della Madonnina, che ormai offre sul tema consulenza gratuita (anche su infoverdicampania. it o agmorraibero. it). Riferimenti a cui chiamano da tutta Napoli per chiedere consiglio. Come fosse un call center. “Scusi, noi siamo 50 famiglie, abbiamo bisogno di quale compostiera, con quali batteri da inserire? E dove si acquista”. Perfino nella più sofferente Forcella c’è il padre di Annalisa Durante (uccisa per errore in un conflitto a fuoco) che si è mobilitato per una differenziata spontanea.

Succede che un semplice appello via social network faccia saltare un tappo. E squillare la tromba che istituzioni e palazzi hanno tenuto muta. Il sindaco Luigi de Magistris riflette: “Sono sempre stato convinto che i napoletani siano pronti ad essere il perno di una rivoluzione ambientale che finalmente conduca al superamento della piaga storica dei rifiuti. Del resto senza il contributo dei cittadini e delle cittadine non è possibile alcun miglioramento in tal senso. Non a caso, abbiamo delegato ad un consigliere Raffaele Del Giudice il compito di mobilitare e organizzare la cittadinanza. Per questo apprezzo le tante iniziative spontanee. Hanno un importante valore simbolico, oltre che pratico, e alimentano la speranza di quanto sia possibile un cambiamento ambientale e civico”.

Anche Marco Sergio, avvocato e responsabile di una piccola impresa, si è messo in contatto con Emiliana portando in dote altri contatti. Dando disponibilità a organizzare, su pura base volontaristica, “corsi di formazione” per una differenziata responsabile. “Voglio provare a dare una mano, cercando anche di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche. Ma sarebbe importante avviare un vero bombardamento mediatico in grado di stimolare comportamenti etici e virtuosi, e allo stesso tempo un inasprimento delle sanzioni per i trasgressori”.

On line, la mobilitazione cresce. Senza enfasi, anzi. Chiara Amato scrive: “Basta dire “bravi, vi stimo””. Ma dove sono tutti questi fan, tutti questi sostenitori quando si devono alzare le maniche? Mia madre ha 65 anni e con il colpo della strega è andata a pulire, anche solo per un’ora e mezza”. C’è qualcosa di semplice e solenne nell’azione di uscire con una scopa per fare linda la città di tutti. Meno complimenti agli eroi pulitori. E più gente nelle strade, ci vogliono più braccia, più gente che fa”.

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17 luglio 2011

fonte:  http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/17/news/ecco_gli_angeli_della_monnezza_ora_basta_napoli_la_puliamo_noi-19225103/?rss

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La rivolta contro i politici corre sul web. E su Facebook spunta la pagina anti-Casta

La rivolta contro i politici corre sul web
E su Facebook spunta la pagina anti-Casta

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fonte immagine

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L’autore dice di essere un ex assistente di un onorevole “licenziato dopo 15 anni di precariato” a Montecitorio e vuole di svelare “pian piano” tutti i privilegi dei parlamentari. Gola profonda o bufala telematica, in Rete sta già spopolando

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Cento nuovi utenti al minuto. Seimila fan in poche ore che nel giro di una giornata diventano 45mila. E’ la pagina Facebook “I segreti della casta di Montecitorio” curata dal fantomatico Spidertruman. Le uniche informazioni che l’internauta fornisce sulla sua identità riguardano la sua ex professione, “licenziato dopo 15 anni di precariato in quel palazzo” e il suo scopo “ho deciso di svelare pian piano tutti i segreti della Casta”.

Quale sia il vero nome della gola profonda telematica ancora non è dato saperlo, ma in rete è già una star. Che, per il momento, rimane avvolta dal mistero. L’unico strumento per contattarlo è una casella mail rotellinarotta@libero.it. Non si sa nulla neppure del grado di attendibilità delle notizie che Spidertruman sta diffondendo su Internet, ma basta nominare i tanti privilegi dei parlamentari e il successo su Internet (e non solo) è assicurato. Specie in questi giorni in cui l’approvazione della manovra – pesante per i cittadini, ma quasi indolore per i politici – sta scatenando un putiferio di polemiche. Gli argomenti sono sempre quelli: auto blu, viaggi gratis degli onorevoli e tariffe telefoniche scontatissime per deputati e senatori. Solo per citarne alcuni.

Con chi abbiamo a che fare? Con un nostrano Julian Assange deciso a divulgare i tanti privilegi di cui godono i politici o con qualcuno che si diverte a soffiare sul vento dell’indignazione dei cittadini-contribuenti prendendoli per i fondelli?

Ancora non lo sappiamo. Ma il mix di post che Spidertruman pubblica è intelligente: qualche notizia già uscita (e quindi verificata), magari arricchita da nuovi particolari, insieme ad alcune novità assolute. Come la storia dell’agenzia di viaggi dentro a Montecitorio. “La prima volta che sono andato a fare i biglietti, il funzionario parlamentare adibito all’agenzia (7000 euro al mese) mi ha chiesto il codice millemiglia, che con accortezza il deputato-padrone mi aveva fornito – scrive sulla sua bacheca – Cosa ho scoperto: che lor signori non solo si fanno i viaggi gratis, ma con quei viaggi accumulano punti su punti che poi utilizzano per far viaggiare gratis anche mogli, amici e parenti sui voli Alitalia”.

Questo genere di articoli sono mescolati ad altre notizie che avevano già riempito le cronache dei giornali. Come quella dei furti a Montecitorio, dove c’è una polizza assicurativa che copre qualsiasi ladrocinio, di qualsiasi entità, che avviene dentro il palazzo. “Ogni giorno c’è sempre un deputato che denuncia il furto del suo costosissimo computer portatile”, attacca l’internauta chiedendosi come sia possibile, visti i rigidi controlli di polizia ai portoni, che alla Camera continuino ad agire un manipolo di ladri indisturbati: “Forse perché probabilmente i ladri sono coloro i quali entrano ed escono dall’ingresso principale quando vogliono: i deputati infatti sono gli unici esentati dai controlli”.

Pane per i denti dell’indignazione popolare verso una classe dirigente che mentre vara una finanziaria lacrime e sangue, di notte, al riparo da occhi indiscreti, in commissione Bilancio, boccia tutti i tagli ai costi della politica.

Ma la bufala, soprattutto su Internet, è sempre dietro l’angolo. E anche sul sito di Mark Zuckerber gli esempi non mancano. E’ di qualche giorno fa la notizia del falso profilo della Conad di Pomigliano d’Arco. Sulla wall del supermercato campano c’era un post con scritto che se i clienti, una volta in cassa, avessero gridato “viva Berlusconi” avrebbero ottenuto il 10 per cento di sconto sullo scontrino della spesa. Apriti cielo. “Promozione discriminatoria” ha tuonato il movimento 5 Stelle locale. La notizia è uscita addirittura su Liberazione, ma poco dopo è arrivata la secca smentita della catena di distribuzione. Il profilo era falso ed era stato messo online da qualche burlone telematico.

Ancora più clamoroso è il caso di Tommaso Debenedetti, noto alle cronache come “il genio degli articoli truffa” che per anni aveva piazzato sui giornali del nostro paese interviste ai più grandi autori internazionali, da Gore Vidal a Philip Roth. Tutte rigorosamente inventate. Debenedetti aveva messo in rete i falsi profili di Umberto Eco e Abraham B. Yehoshua e, per restare al semiologo di Alessandria, sulla sua finta bacheca era tutto un proliferare di “Onoratissima professore” e “Grazie mille”. Gente che non poteva credere di annoverare Eco fra i propri amici sul social network.

“Ci sono cascati tutti, giornalisti compresi”, aveva raccontato in un’intervista al Fatto Quotidiano. Ma alla fine qualche errore d’ortografia di troppo ha fatto vacillare la fiducia dei suoi fan.

Poi il finto Eco ha deciso di fare outing proprio dalle colonne del nostro giornale: “Ho voluto svelare il confine fra verità e menzogna”. Alla fine l’avvertimento: “Sono già al lavoro su dei progetti simili. Presto, online, ve ne accorgerete”. Che sia proprio lui lo Spidertruman anti-casta di cui la Rete si è innamorata?

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