Archivio | luglio 10, 2011

Decennale G8: Genova e il vizio della memoria / Il calendario delle iniziative

Decennale G8: Genova e il vizio della memoria

https://i0.wp.com/static.genova24.it/photogallery/albums/userpics/10001/Genova-G8_2001-Carica_della_polizia.jpg

.

Genova. Sarà il caldo, come quei giorni là. Sarà la calma apparente e l’asfalto che brucia. Sarà perché tutti, da troppi lati, aspettano risposte e tutte le risposte che sono state fornite, ovunque, sono farraginose. Precarie. Frammentate.

Sarà perché Genova è una città che ha il vizio di non aprirsi mai al futuro, ma ha anche il vizio di coltivare la memoria, come direbbe Gherardo Colombo.

Saranno tutti questi motivi, forse, ma la febbre (ci permettiamo di usare un brutto termine che spesso circola nei media) in questi giorni del ricordo del decennale del G8 è sempre più alta.

Intendiamoci: di ricordare il G8, inseguirlo, raccontarlo, cercarlo di capire, questa città non ha mai smesso. Dal meraviglioso libro su Bolzaneto di Massimo Calandri agli applausi a Don Gallo ogni volta che lo evoca nei suoi incontri pubblici, dagli sforzi dei Giuliani alle aperture (poche e circoscritte) delle forze dell’ordine. I manifestanti. Mai.

Ieri questo rinnovo della memoria nel genovese ha trovato collocazione nella settimana dei diritti (e come non poteva mancare), con la presentazione del libro “Cittadinanza ferita e trauma psicopolitico” scritto da Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto: una ricerca sugli effetti sui manifestanti di quei giorni. Il libro sarà discusso nuovamente il 21 luglio, a Palazzo Ducale, alle ore 18.

Ricordiamo, sommariamente, con l’aiuto della ricostruzione dell’Ansa, la cronaca di quei giorni: il 19 luglio sfila, pacificamente, il primo corteo degli anti global e dei migranti: 50 mila persone, una festa. Il 20 luglio tutto cambia. E’ venerdì: Berlusconi riceve a Palazzo Ducale i leader del G8. In contemporanea iniziano gli incidenti. Dentro la cittadella blindata i Grandi parlano di economia mentre fuori é il caos.

I militanti del Genoa social forum marciano verso la zona rossa lungo strade devastate dal passaggio dei Black bloc. La tensione é alta, la situazione fuori controllo.

Via Tolemaide. Carabinieri e polizia attaccano il fronte del corteo. I ragazzi rispondono lanciando sassi e facendo piccole barricate con i bidoni per la raccolta differenziata. Tra loro c’é Carlo Giuliani. Sarà ucciso alle 17:27.

Il 21 torna la guerriglia. Nella notte la polizia fa irruzione nella scuola Diaz dove dormono alcuni manifestanti. Il blitz trasforma la scuola in una ‘macelleria messicana’. Un massacro. Molti ragazzi sottoposti a fermo saranno portati alla caserma di Bolzaneto, dove è istituito un centro di prima detenzione e dove si verificheranno episodi di vera e propria tortura psicologica e fisica.

La città di Genova si prenderà un mese intero, ancora, a distanza di dieci anni per dibattere e ricordare. Ancora, ricordare.

Seminari, tavole rotonde, dibattiti ma anche mostre, film e concerti, recital e infine manifestazioni e cortei. Un programma complesso che ha preso il via alla fine di giugno e si concluderà il 24 luglio. Tra le iniziative più importanti, oltre al concerto di Lolli e Moni Ovadia e la tavola rotonda sulla cooperazione con Emergency, Libera e Freedom Flotilla, la mostra ‘Cassandra’ al Sottoporticato del Ducale che percorrerà tutto il mese delle iniziative per ricordare, fotograficamente. Giornata clou il 20 luglio. In piazza Alimonda è prevista una serie di iniziative organizzate dal Comitato piazza Carlo Giuliani che prenderanno il via alle 15 per concludersi alle 19.30.

Il 21 luglio, tra le decine di iniziative, il ‘Seminario scuola promosso dai Cobas con la partecipazione di Piero Bernocchi nell’aula magna di Scienze della formazione (ore 16). Poco dopo nella Sala del minor consiglio il Forum ambientalista presenta il rapporto sui diritti globali 2011. E’ prevista la partecipazione tra gi altri di don Luigi Ciotti, Maurizio Gubbiotti, Vittorio Agnoletto. Le manifestazioni si concluderanno domenica 24 luglio con una iniziativa collettiva del movimento alteromondista.

.

10 luglio 2011

fonte:  http://www.genova24.it/2011/07/decennale-g8-genova-e-il-vizio-della-memoria-16244

____________________________________

GENOVA 2011

SCARICA IL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE IN PDF

CALENDARIO EVENTI (clicca sulle date)

Mese Giugno
Lun Mar Mer 1 Gio 2 Ven 3 Sab 4 Dom 5
Lun 6 Mar 7 Mer 8 Gio 9 Ven 10 Sab 11 Dom 12
Lun 13 Mar 14 Mer 15 Gio 16 Ven 17 Sab 18 Dom 19
Lun 20 Mar 21 Mer 22 Gio 23 Ven 24 Sab 25 Dom 26
Lun 27 Mar 28 Mer 29 Gio 30

Mese Luglio
Ven 1 Sab 2 Dom 3
Lun 4 Mar 5 Mer 6 Gio 7 Ven 8 Sab 9 Dom 10
Lun 11 Mar 12 Mer 13 Gio 14 Ven 15 Sab 16 Dom 17
Lun 18 Mar 19 Mer 20 Gio 21 Ven 22 Sab 23 Dom 24
Lun 25 Mar 26 Mer 27 Gio 28 Ven 29 Sab 30 Dom 31

_________________________________________________

Freedom Flottilla, la protesta degli attivisti. Con le barchette di cartone a Villa borghese

Freedom Flottilla, la protesta degli attivisti
Con le barchette di cartone a Villa borghese

.

Contro la decisione del governo israeliano di bloccare le azioni di solidarietà internazionale verso i cittadini della Striscia di Gaza, nei confronti dei quali esiste un blocco impenetrabile dal 2007 da parte dell’esercito di Gerusalemme. Due cargo umanitari sono bloccati. Sit in anche sulla Terrazza del Pincio


fonte immagine

.

ROMA – Un gruppo di attivisti ha inscenato un’azione di protesta contro le azioni del governo israeliano per bloccare la solidarietà internazionale verso la Palestina. Con dieci barche di cartone, i rappresentanti della Freedom Flotilla 1, che ha lo scopo di rompere l’assedio israeliano di Gaza, in atto dal 2007, portando ai palestinesi solidarietà e riaffermando il loro diritto a disporre della propria terra e delle proprie coste, si sono recati al laghetto di Villa Borghese di Roma, riempiendolo di barche per protestare contro la decisione della Grecia, su ordini di Israele, di bloccare le navi della Freedom Flotilla Stay Human 2 impedendo loro di raggiungere il porto di Gaza.

I cargo umanitari.
Attualmente le navi della Freedom Flotilla, compresi due cargo di aiuti umanitari, sono bloccate in base all’applicazione, da molti giudicato pretestuoso, di un articolo del codice di navigazione, valido in caso di guerra o di emergenza interna. Gli attivisti si sono recati anche alla Terrazza del Pincio dove hanno lanciato aerei di carta per protestare contro il blocco israeliano degli aeroporti europei avvenuto ieri quando, nell’ambito dell’iniziativa “Welcome to Palestine”, centinaia di attivisti si sono dati appuntamento, l’8 luglio scorso, all’aeroporto di Tel Aviv al solo scopo di poter entrare apertamente nei Territori Palestinesi Occupati.

Vietato volare verso Tel Aviv. Da ieri, infatti, in Belgio, Germania, Francia, Svizzera e Italia, le compagnie aeree hanno impedito con un atto giudicato assai discutibile, l’imbarco sui propri aerei ai passeggeri regolarmente muniti di biglietto e di passaporto diretti a Tel Aviv. Alcuni di coloro che invece, sono arrivati a Tel Aviv sono stati immediatamente rispediti indietro ed altri addirittura arrestati e attualmente, a quanto pare, ancora in carcere.

.

10 luglio 2011

fonte:  http://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2011/07/10/news/freedom_flottilla_la_protesta_degli_attivisti_con_le_barchette_di_cartone_villa_borghese-18932813/

_______________________________________

I No Tav tentano l’assedio bis al cantiere di Chiomonte / GUARDATE IL DOCUMENTARIO: Fratelli di Tav

I No Tav tentano l’assedio bis al cantiere di Chiomonte

.

In ottanta hanno tentato di tagliare le reti dell’area recintata. Poi dopo mezz’ora hanno desistito: “Una provocazione, per dimostrare che non potranno stare tranquilli mai”

.

di ERICA DI BLASI
.

I No Tav tentano l'assedio bis al cantiere di Chiomonte Un momento delle proteste NoTav di questi mesi

.

Un’ottantina di “No Tav” oggi pomeriggio ha di nuovo tentato di entrare nel cantiere della Maddalena. Finita l’assemblea al presidio del Clarea, cui hanno preso parte circa 150 persone, un gruppo di manifestanti si è diretto verso la recinzione che difende il sito. Con delle cesoie e delle pinze hanno iniziato a tagliare le reti, la parte più esterna che costeggia il cantiere. Un danneggiamento che si è però risolto in una mera provocazione. Dopo una mezz’oretta infatti i manifestanti hanno desistito e si sono allontanati dal sito.
In contemporanea due “No Tav” si trovavano all’interno del cantiere con un furgone: erano però stati autorizzati in precedenza dalle forze dell’ordine per portar via i sacchi di immondizia che avevano raccolto ieri.

.

10 luglio 2011

fonte:  http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/07/10/news/i_no_tav_tentano_l_assedio_bis_al_cantiere_di_chiomonte-18944899/?rss

___________________________________________

Fratelli di TAV

by Fratelli No Tav

Effetti collaterali del “treno ad alta velocità” (documentario, colore, 2008).
Una video-inchiesta sull’impatto della TAV lungo la penisola italiana. Lo scenario che si dipana analizzando l’impatto che questa “Grande Opera” esercita sui territori che attraversa – in termini ambientali, sociali ed economico/finanziari – è sorprendente.
Altrettanto sorprendenti ed esemplari le proteste delle popolazioni che quell’impatto, inevitabilmente, subiscono. “Fratelli di Tav” combina il racconto di queste lotte ad una spinosa inchiesta sui rapporti tra criminalità organizzata, imprese e corruzione politica – rapporti anch’essi ad “Alta Velocità” – intercorsi nella realizzazione della Tav.
Un’analisi scomoda che svela quali inquietanti dettagli siano sepolti tra cemento e binari sotto ogni tratto della ferrovia che, lentamente ed a costi esorbitanti, viene portato a termine.

Un documentario di Manolo Luppichini e Claudio Metallo
info: fratelliditav.noblogs.org/​

In vacanza solo 2 italiani su 10

Estate nera per il turismo

In vacanza solo 2 italiani su 10

.

Solo il 20% degli italiani quest’anno andra’ in vacanza e il 62% per una sola settimana, con un aumento medio della spesa per famiglia di 200 euro. Lo rileva una indagine dell’Associazione per la Difesa e Orientamento Consumatori


fonte immagine

.

Roma, 10-07-2011

Solo il 20% degli italiani quest’anno andra’ in vacanza e il 62% per una sola settimana, con un aumento medio della spesa per famiglia di 200 euro. Lo rileva una indagine dell’Associazione per la Difesa e Orientamento Consumatori secondo cui il budget per il 56% dei vacanzieri e’ mediamente di 700 euro e le mete piu’ gettonate sono agriturismi e terme.

Secondo l’Associazione, dunque, “sarà un’estate nera per il turismo: solo un quinto degli italiani andrà in vacanza e la maggior parte di questi opterà per viaggi brevi e economici – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – secondo i risultati dell’indagine sei italiani su dieci soggiorneranno al massimo per una settimana, mentre solo l’1% potrà permettersi quasi un mese di relax. Anche perché‚ per spostarsi e alloggiare quest’anno si spenderanno in media 200 euro in più che nel 2010”.

L’Adoc sottolinea come il costo di un traghetto quest’anno è aumentato del 70%, pari a circa 230 euro di aggravio rispetto allo scorso anno e per un biglietto aereo di andata e ritorno si spendono in media 112 euro in più, un rialzo del 25%, un biglietto del treno costa il 7% in più. Prendere l’auto  comporterà un esborso maggiore di oltre 20 euro per due pieni.

In rialzo dell’1,6% anche i pacchetti vacanza “tutto compreso”, mentre l’alloggio in un albergo a mezza pensione per una settimana costa lo 0,8% in più. La spesa media di una singola persona, per viaggio e alloggio, si aggira sui 700 euro, solo il 2% ha preventivato un budget superiore a 1000 euro per le proprie vacanze. Inoltre, il carovita ha costretto a ridurre drasticamente il soggiorno fuori casa. Dunque crescono i viaggi low cost, scelti dal 39% dei vacanzieri e quelli pagati a rate, circa l’11%.

Secondo l’Aduc, infatti, l’indebitamento per le vacanze sta divenendo una pratica diffusa, in crescita di circa il 2% rispetto allo scorso anno, per un importo medio tra i 1500 e i 2000 euro, sia i viaggi, che i gli alberghi e i ristoranti oggi vengono pagati a rate. “Con il rischio, elevato – si sottolinea – che il relax di una settimana si tramuti in un sacrifico economico troppo oneroso da sostenere durante il resto dell’anno, visto che gli interessi arrivano anche fino al 24%”.

Anche i tour operator stessi offrono prodotti finanziari ad hoc, che vanno ad aggiungersi agli altri tipi d’indebitamento. “Il 58% sceglierà l’Italia e in particolare le località marittime come meta del proprio viaggio – continua Pileri – per chi andrà all’estero la meta preferita è l’Europa, in particolare le città d’arte, solo il 23% si sposterà oltreoceano. Il 62% acquisterà un biglietto low-cost o si organizzerà in completa autonomia, magari in camper. I campeggi hanno registrato un aumento del prenotazioni del 2%, diventando la meta preferita dal 5% dei vacanzieri”.

Infine Adoc segnala come un nuovo fenomeno che sta prendendo sempre pi- piede è il couch surfing, letteralmente “saltare da un divano all’altro”. E’ un programma che permette di mettere in contatto persone da ogni parte del mondo. C’è chi mette a disposizione una stanza della sua casa e c’è chi parte e cerca un posto in cui poter sostare per qualche giorno. “E’ un sistema che offre la possibilità  di viaggiare a costi molto bassi, una sorta di tour operator fai-da-te. Solo in Italia sono oltre 33mila i “praticanti”, che crescono alla media del 2% l’anno. L’età media è molto bassa, intorno ai 28 anni ma ci sono casi in cui viaggiare in questo modo sono persone ultra sessantenni”.

.

fonte:  http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=154507

______________________________________

P4, ESCLUSIVO L’ESPRESSO – Quella donna dietro Bisignani

Esclusivo l’Espresso

Quella donna dietro Bisignani

.

Si chiama Stefania Tucci, è stata moglie di De Michelis, poi consulente molto stretta del faccendiere al centro dell’inchiesta P4. Esperta di paradisi fiscali off shore, si ritrova in decine di vicende italiane. E di indagini penali

Stefania Tucci ai tempi del matrimonio con De Michelis

Stefania Tucci ai tempi del matrimonio con De Michelis

.

di Gianfrancesco Turano

.

Bella donna con orecchini di brillanti o filo di perle grosse come biglie. Nelle poche foto in circolazione, Stefania Tucci sembra vestire in divisa. Il suo ambiente professionale impone regole di abbigliamento molto formali. Napoletana, 46 anni, ex amica e consulente di Luigi Bisignani, Tucci è esperta di sistemi fiscali internazionali. Mette a disposizione dei clienti reti societarie nei paradisi offshore e buone conoscenze nelle principali piazze finanziarie del mondo.

Eleganza e discrezione hanno fatto di lei un riferimento per quel mondo di affari e politica sfidato dalla Procura di Napoli ancora prima che Henry John Woodcock lanciasse il fenomeno P4. Al momento, per la verità, la sfida è stata quasi sempre favorevole alla signora dagli orecchini di brillanti. “Sono sotto indagine dal 2003”, dice Tucci, indicata erroneamente come commercialista: “Il pm è Vincenzo Piscitelli, che si dedica a me da otto anni, salvo una parentesi con un interrogatorio a Roma da Giancarlo Capaldo. Finora ho subito cinque procedimenti. Tre sono stati archiviati o prescritti. Uno è in corso. Uno si è concluso con una condanna a tre anni e tre mesi in primo grado per truffa. Ho chiuso i rapporti con Bisignani nel 2001. Dopo non l’ho mai più incontrato, né sentito. Fra me e lui non c’è una sola intercettazione. Né ho mai avuto a che fare con ufficiali della Finanza”.

Niente P4, insomma, per Stefania Tucci. Lo conferma il suo avvocato Grazia Volo, il legale di Cesare Previti, Calogero Mannino, Raffaele Lombardo, Bianca Berlinguer, solo per citarne alcuni: “La mia cliente non è implicata nel processo di Woodcock e non ha ricevuto avvisi di garanzia”.

Dal racconto di Bisignani ai giudici napoletani emerge una realtà diversa. Il faccendiere con la tessera P2 e una condanna per Enimont afferma di essersi interessato all’amica per tramite di Alfonso Papa, magistrato napoletano poi passato nei ranghi del Pdl a Montecitorio. La Procura di Nola voleva arrestare Tucci nel quadro del processo Italian Brakes, la società di Palma Campania amministrata da Giuseppe De Martino, partecipata dallo stesso Bisignani e interessata agli appalti delle Fs. Secondo Tucci, l’interessamento di Bisignani non era concordato. In realtà, la liaison affaristica fra i due è durata almeno fino al 2006. Ma procediamo con ordine.

A inizio carriera Stefania Tucci si occupa di consulenza e intermediazione finanziaria e immobiliare con le società del gruppo Finservice. A metà degli anni Novanta incontra Gianni De Michelis, maggiore di lei di 24 anni. L’ex ministro socialista delle Partecipazioni Statali mette da parte le discoteche e sposa la giovane consulente nel 1997. L’anno dopo lei fonda la Regent Promotions con sede londinese a Haymarket e filiale romana in via Montevideo.

Nel 1999 Tucci conosce Bisignani. L’ex dirigente del gruppo Ferruzzi si affida a lei per completare un’operazione immobiliare avviata anni prima, nel 1991. Con i 4 miliardi di lire della liquidazione Enimont, Bisignani rileva una società da Simone Salini. Gli appartamenti, in via Trionfale, sono dentro la Antey, una società schermo. Tucci acquista un’altra scatola vuota in Belgio, la Codepamo, e compra Antey. Poi la società regolarizza gli appartamenti partecipando al primo scudo fiscale del 2001.

L’operazione consente a Tucci di investire parte dei guadagni professionali in quote della Motori Mentali-Incentive. La società di marketing è una creatura di Antonio De Martini, ex seguace del politico repubblicano Randolfo Pacciardi. Fra i soci figura anche Luca Danese, nipote di Giulio Andreotti. “La signora Tucci”, dice De Martini, “non ha mai partecipato alla gestione. E’ un puro investimento finanziario”. “Se potessi, venderei”, aggiunge lei.

I rapporti fra Bisignani e Tucci, a quanto lascia intendere lo stesso Bisignani, non si fermano all’aspetto professionale. Fatto sta che il matrimonio della consulente con De Michelis finisce nel 2000, a pochi mesi dal primo incontro con Bisi e a tre anni dalle nozze. L’operazione Codepamo dura il doppio. Al lavoro dal 2000, la società belga viene liquidata soltanto nel dicembre del 2006 al termine dell’operazione sul tesoretto di via Trionfale pagato con i soldi del gruppo Ferruzzi. Secondo Tucci, dopo la fase iniziale Codepamo opera sotto il controllo esclusivo di Bisignani. Lei è già parecchio impegnata dalla raffica di inchieste della Procura di Napoli.

I magistrati cercano informazioni sulle attività estere della consulente nei vari paesi europei dove esistono società o disponibilità bancarie riferibili a Stefania Tucci. Una decina di rogatorie spedite in Svizzera porta all’apertura di un’inchiesta per riciclaggio affidata al procuratore pubblico ticinese Andrea Maria Balerna e chiusa in nulla nel 2005. Stesso esito ha l’ispezione del Serious fraud office inglese negli uffici della Regent Promotions. Ma dato che prevenire è meglio che reprimere, Tucci anticipa eventuali problemi cedendo nel 2006 la sua quota in Regent a Mario Cannizzaro, ex direttore finanziario del Banco di Santo Spirito, l’istituto più amato dal Vaticano al di qua del Tevere, poi incorporato nella Banca di Roma dal duo Pellegrino Capaldo-Cesare Geronzi, con Andreotti regista. Tucci continua a lavorare per Regent. Non da azionista, dice, ma da semplice dipendente. Per colmo di prudenza anche la proprietà della sede di Regent a Roma viene trasferita a un altro soggetto estero, il Langtry Trust dell’isola di Jersey.

Il tentativo seguente di affondare Stefania Tucci è l’inchiesta sulle conversazioni del 2007 fra Silvio Berlusconi che raccomandava alcune attrici all’allora direttore di Raifiction Agostino Saccà. Di quell’indagine rimarrà indimenticabile quel “Lei è amato nel Paese, glielo dico senza piaggeria” di Saccà al premier. Ma l’accordo corruttivo del manager pubblico con Tucci non viene dimostrato.

Niente da fare neppure qualche mese dopo. Nel marzo del 2008, e sempre da Napoli, scoppia il caso dei conti segreti nel Liechtenstein. Ci sono quasi 400 nomi di italiani che hanno nascosto soldi nel Principato “offshore” stretto fra Austria e Svizzera. Il nome di Tucci emerge a proposito del conto di Vito Bonsignore. L’europarlamentare migrato dall’Udc al Pdl è anche imprenditore. La sua Mec puntava a realizzare l’autostrada Orte-Venezia, un affaruccio da 9,5 miliardi di euro. La Regent è consulente di Bonsignore. Tucci è consigliere di amministrazione della Ili (gruppo Mec), incaricata dell’opera. Ma non ha soldi suoi a Vaduz. Di nuovo, ha solo fornito strutture societarie e riferimenti bancari. Quindi, archiviazione.

L’indagine più consistente, e anche l’unica che finora si sia conclusa con una condanna, riguarda gli appalti della Regione Campania, guidata al tempo da Antonio Bassolino. In ballo c’erano 2,5 milioni di finanziamento pubblico a una società di marketing turistico (Cosmofilm) che doveva lanciare il Man (Museo aperto Napoli) e che era stata coinvolta nello scandalo sulle spese pazze della sede regionale a New York: 500 mila euro buttati nell’affitto di un piano del Kiton Building, l’edificio dello stilista Ciro Paone a sei isolati da Central park. L’appello per questo procedimento non è stato ancora fissato a distanza di oltre due anni dal primo grado. Del resto, serve a poco. La prescrizione è sicura.

Dato, però, che la costanza non difetta ai magistrati napoletani, ecco arrivare un nuovo avviso di garanzia alla fine del 2010. Come sempre, si parla di problemi fiscali, fatture false per milioni, società e conti esteri. Qui i clienti di Tucci sono più glamour dei soliti politici e burattinai di politici. L’inchiesta riguarda i fratelli Fiacchini. Uno dei due è conosciuto con il nome d’arte di Renato Zero. In memoria del glorioso hit-single “il Triangolo”, il suo conto alla Monégasque de Banque si chiamava Scaleno.
Riusciranno stavolta i magistrati a incastrare la dama di brillanti? C’è da dubitarne. La geometria non è un reato.

.

07 luglio 2011

fonte:  http://espresso.repubblica.it/dettaglio/quella-donna-dietro-bisignani/2155644

__________________________________________________________________________________________________________________________________

LEGGI ANCHE

Sorcini verdi per Renato Zero

Indagato per frode ed evasione fiscale. Un conto a Montecarlo denominato ‘scaleno’ come il triangolo della canzone. Coinvolta l’ex moglie di De Michelis

La passione per il triangolo gli ha dato la gloria ma stavolta è stata fatale a Renato Zero. Il cantante è accusato di evasione e frode fiscale per un giro di fatture false per due milioni e 311 mila euro. Secondo il Pm di Napoli Vincenzo Piscitelli proprio attraverso una serie di triangolazioni tra la società del fratello Giampiero che cura le sue produzioni e una serie di società estere gestite da Stefania Tucci, nota alle cronache come ex moglie di Gianni De Michelis, il cantante evadeva le tasse e portava i soldi all’estero. La Procura contesta a Renato Zero e ai suoi consulenti 31 fatture false emesse tra il 2001 e il 2004 per un totale di 2,3 milioni di euro. CONTINUA

__________________________________________________________________________________________________________________________________

I precari assediano le nozze di Brunetta

Il matrimonio a Villa Rufolo


fonte immagine

I precari assediano le nozze di Brunetta

A Ravello una cinquantina di manifestanti arrivati da Napoli e Salerno: cori e striscioni contro il ministro

.


La protesta del Sindacato di Polizia Coisp – fonte immagine

.

Protesta dei precari a Ravello (Ansa)
Protesta dei precari a Ravello (Ansa)

RAVELLO (SALERNO) – Una rumorosa rappresentanza di precari, circa una cinquantina, aderenti ai Cobas e provenienti da Napoli e Salerno, ha raggiunto Villa Rufolo a Ravello, dove è in programma il matrimonio del ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. I manifestanti, tutti con magliette arancioni con le scritte «Indignati» e «Jatevenne» (in napoletano: «Andatevene») e muniti di bandiere rosse e sacchi neri della spazzatura con sopra le foto di Brunetta, Berlusconi, Gelmini e altri ministri, hanno fatto ingresso nella piazza del Duomo urlando cori di scherno nei confronti del ministro: «Siamo l’Italia peggiore, abbiamo un sogno nel cuore, Brunetta a San Vittore». Tra gli slogan «Cretino, cretino» e «Fuori la mafia dallo Stato». Numerosi gli striscioni con le scritte «Brunetta fannullone» e «L’Italia peggiore siete voi», che riprendono note frasi provocatorie pronunciate dal ministro. I manifestanti, guardati a vista dalla polizia, hanno tenuto un comizio per spiegare le ragioni della loro protesta.

 

La protesta dei poliziotti (Ansa)
La protesta dei poliziotti (Ansa)

I POLIZIOTTIUna quindicina di agenti aderenti campani al sindacato Coisp ha esposto striscioni tra i tavolini dei bar della piazza antistante villa Ruffolo e sagome di agenti feriti con la scritta «ci avete pugnalato alle spalle» per manifestare contro i tagli di risorse alle forze dell’ordine. C’è stato un momento di tensione quando il presidente della Provincia di Salerno, il deputato del Pdl Edmondo Cirielli, stava attraversando la piazza di Ravello: è stato raggiunto dalle invettive di un precario che lo ha invitato ad andarsene e ha risposto con un gestaccio eloquente, suscitando la reazione di tutti gli altri manifestanti che a quel punto hanno urlato contro di lui. L’episodio non ha avuto altre conseguenze. Cirielli, infatti, ha lasciato la piazza per imboccare una strada adiacente.

IL RICEVIMENTO – Il matrimonio tra Renato Brunetta (61 anni) e Tommasa (Titti) Giovannoni (48 anni) è previsto alle 19.30 a villa Rufolo, gioiello di architettura medioevale con uno dei più bei giardini d’Italia. Il matrimonio sarà celebrato dal sindaco di Ravello, Secondo Amalfitano. Cena a base di pesce al belvedere a picco sul mare di villa Ruffolo, con 200 invitati. Blindatissimo tutto il centro di Ravello, chiuso al traffico dalle 8 di sabato mattina. Al matrimonio partecipano i ministri Angelino Alfano, Maurizio Sacconi e Maria Stella Gelmini, arrivati venerdì sera a Ravello con gli sposi e con il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Atteso anche il presidente del Senato Renato Schifani.

.

Redazione online
10 luglio 2011 18:46

fonte:  http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_10/rovello-matrimonio-brunetta-contestato-precari_5bf5aedc-ab0e-11e0-a2e7-98abda3c461e.shtml

________________________________________

Brasile: la nuova sfida della pasionaria verde Marina Silva

Brasile: la nuova sfida della pasionaria verde

Marina Silva lascia il partito per fondarne uno nuovo contro la corruzione, per la trasparenza e la vera democrazia, in nome dell’ambiente

https://i0.wp.com/it.peacereporter.net/upload/5/52/527/5275/52756.jpg

.

Non è ora di essere pragrmatici. È ora di essere sognatori, di agire per i nostri sogni”. È così che Marina Silva, la pasionaria leader ecologista, si è congedata dal partito Verde fra le fila del quale sbaragliò ogni pronostico nelle presidenziali del 2010, ottenendo 20 milioni di preferenze. Ha deciso: la ex ministro dell’Ambiente di Lula, che lasciò il governo e il Partito dei Lavoratori dopo 30 anni di militanza in segno di protesta contro la debole politica ambientalista e le idee di colei che è adesso il presidente, Dilma Rousseff, rimette ancora una volta tutto in discussione, dimostrando di non scendere a patti con i suoi principi. Se ne va, dunque, e formerà un altro movimento che punterà a riformare la politica seguendo l’onda degli indignati, coloro che si sono dichiarati stanchi della corruzione, delle mazzette, dei soliti metodi della politica tradizionale. Che gli ultimi scandali confermano. Sarà la leader di coloro che vogliono riformare la democrazia, affinché sia realmente rappresentativa, costruendo anche un modello nuovo in cui “l’economia e il preservare le risorse umani siano integrati in favore dello sviluppo”.
La spinta finale al grande passo è stato il no del presidente dei Verdi, José Luiz Penna, da 12 anni a capo del partito, a convocare gli stati generali per rinnovare la direzione, primo passo verso un rinnovamento generale. Che non avverrà. Di qui l’attacco contro una democrazia che non c’è.

Con un discorso commosso davanti a trecento persone nel quartiere Vila Madalena, San Paolo, ha spiegato che molti dei suoi compagni di lotta la seguiranno in questa nuova avventura verso un mondo sostenibile e verso una democrazia reale. Con lei, il coordinatore della sua campagna elettorale João Paulo Capobianco, il suo candidato a vice nel 2010, Guilherme Leal, l’ex candidato al Senato di San Paolo, Ricardo Young, lo storico presidente del partito paulista, Maurício Brusadin e Sérgio Xavier, il segretario statale dell’Ambiente del Pernambuco.
Fra coloro che sono intervenuti al fianco di Marina Silva, il più duro nell’attaccare il Pv è stato il deputado federal Alfredo Sirkis che ha definito il partito “un ufficio in bancarotta con un presidente che vuole diventare ereditario”.

La direzione nazionale del Pv ha criticato la dipartita della ex senatrice pupilla di Chico Mendes, classificando la crisi come “una polemica artificialmente montata”. E la cupola del partito ha minimizzato l’impatto dell’uscita di Marina precisando che il Pv è più grande di qualsiasi persona, respingendo anche le accuse di mancanza di democrazia e di aver isolato le posizioni di Marina. A questo proposito nel comunicato di risposta ha elencato tematiche quali aborto, unioni civili fra omosessuali e depenalizzazione delle droghe, tema cari alla passionaria e accettati “con generosità e rispetto per le differenze, inneggiando al principio di libera coscienza”.

Marina Silva nella sua nuova sfida andrà a proporre “una nuova forma di fare politica, trasparente, con spirito repubblicano” e sopratutto che promuova la cittadinanza e i valori della diversità. Parole e azioni quali sfide alla politica tradizionale che, non per coincidenza, arrivano 24 ore dopo lo scoppio del nuovo scandalo di corruzione nel governo Rousseff, che ha portato alle dimissioni il ministro dei Trasporti, Alfredo Nascimento, e l’intera cupola del dicastero.

Intanto il Brasile si divide, fra chi considera la paladina dell’Ambiente una Don Chisciotte ecologista per la quale sarà difficile passare dai sogni alla realtà cruda della politica, e chi, invece, pensa che il suo grande capitale politico, pari a 20 milioni di voti, potrà fruttare a dismisura andando a captare tutti quegli indignati dalla corruzione, dalla mancanza di trasparenza e dall’allontanamento della politica dai movimenti più vivi della società. Tutti, comunque, la danno fra i candidati alle prossime presidenziali. Sia quel che sia.

_______________________________

LEGGI ANCHE
05/07/2011 Rio, la cacciata dei poveri: In vista di Mondiali e Olimpiadi, la capitale carioca demolisce oltre 3000 case delle favelas, costringendo la gente ad andarsene lontano dal cuore cittadino

________________________________________

08 luglio 2011

fonte:  http://it.peacereporter.net/articolo/29369/Brasile%3A+la+nuova+sfida+della+passionaria+verde

___________________________________________

SCONTRI IN MALAYSIA: 1 MORTO RILASCIATI 1.600 FERMATI / VIDEO: PROTESTERS AND POLICE CLASH IN MALAYSIA

PROTESTERS AND POLICE CLASH IN MALAYSIA

Caricato da in data 09/lug/2011

Malaysian police have fired teargas and water cannon, making 1400 arrests during clashes with protesters who defied government warnings to rally in the capital for electoral reform.
Leaders of opposition parties were among those detained during a massive security operation, but it failed to thwart the outlawed demonstration, which saw 50,000 citizens take to the streets of Kuala Lumpur, according to organisers.
Protesters faced baton-wielding riot officers in front of a downtown bus station, retreating at times and regrouping to push back police lines in a cat-and-mouse confrontation that took place in a downpour.
Some demonstrators fought back by picking up teargas canisters, which they lobbed at police, AFP reporters said.
Opposition leader Anwar Ibrahim was injured during the protest when he fell on to the pavement after a teargas attack and was taken to a hospital as he was feeling unwell, an aide said – 9 July 11.

SCONTRI IN MALAYSIA: 1 MORTO RILASCIATI 1.600 FERMATI

.

.

10:55 10 LUG 2011

(AGI) – Kuala Lumpur, 10 lug. – Gli scontri tra polizia e manifestanti a Kuala Lumpur, capitale della Malaysia, sono costati la vita a un tassista, Baharuddin Ahmad DI 59 anni, ricoverato in ospedale dopo l’intervento della polizia per disperdere i cortei. Gli agenti avevano utilizzato gas lacrimogeni e idranti per far desistere le centinaia di oppositori che si erano radunati nella piazza Merdeka, abituale sede di proteste popolari. I manifestanti, che sventolavano la bandiera della Malaysia e scandivano slogan come “Riforme” e “Allah e’ grande”, si sono trasferiti in altre zone della citta’. Oggi il governo ha annunciato che sono stati rilasciati 1.600 fermati.

.

fonte:  http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201107101055-est-rt10006-malaysia_un_morto_negli_scontri_rilasciati_1_600_fermati

_______________________________________________

IL FATTO – Questione morale, D’Alema: io corretto “Ma l’ex premier deve ancora chiarire”

Questione morale, D’Alema: io corretto
“Ma l’ex premier deve ancora chiarire”

.

Giovedì il Fatto pubblica un fondo a firma di Travaglio dal titolo “Cinque Dalemmi”. Si chiede all’ex segretario dei Ds di fare luce sui fondi della sua fondazione Italianieuropei. Venerdì la risposta dell’ex ministro degli Esteri: “Non ho niente da nascondere”. Ma la lista delle domande inevase è lunga

.

Da tempo ormai le inchieste giudiziarie sulla corruzione nella politica viaggiano a 360 gradi. Da destra a sinistra. E guardando a sinistra incrociano importanti dirigenti del Pd. A partire da Franco Pronzato, ex consigliere di Bersani, cda Enac e responsabile trasporti Pd arrestato per aver intascato da Paganelli metà di una tangente per agevolare imprese amiche (leggi articolo Cinque Dalemmi). Contemporaneamente Paganelli, arrestato per mazzette pagate in cambio di favori a Enac, dice di aver finanziato con 30mila euro la fondazione di D’Alema. Stessa storia per Pio Piccini: tangenti pagate in cambio di appalti e versamenti a Italianieuropei. Da qui i cinque punti da chiarire e un invito all’ex presidente del Consiglio per un’intervista chiarificatrice. D’Alema, invece, risponde con una lettera nella quale si difende: “non ho niente da nascondere” (leggi lettera D’Alema). Ma la lista dei punti ancora da chiarire resta ancora lunga (leggi l’articolo di Marco Travaglio)

.

.
10 Luglio 2011
.
__________________________________________________________________________________________________________________________________
.

Rubava ai ricchi per dare agli orfani (ma mica tutto): Arrestato il Robin Hood del Bangladesh

Rubava ai ricchi per dare agli orfani
arrestato il Robin Hood del Bangladesh

.

Badiul Haq Nasir, 45 anni, ha tenuto sotto scacco per due decenni la polizia di Chittagong. “Poteva aprire ogni cassaforte”, dicono gli investigatori. Ma non donava tutto ai poveri: ne riciclava una parte con la criminalità, arricchendosi

Bangladesh children. ©Reuters

Bangladesh children. ©Reuters – fonte immagine

.

di RAIMONDO BULTRINI

.

BANGKOK – Secondo la polizia poteva scassare “ogni porta blindata e cassaforte” del Bangladesh e svuotare senza lasciare tracce gioiellerie, case e uffici di contanti e preziosi. Ma al termine di ogni colpo, tutti condotti senza spargimenti di sangue, Badiul Haq Nasir, 45 anni e di bell’aspetto, si toglieva i vestiti da lavoro e indossava un completo di giacca e pantaloni per andare a donare parte dei proventi a un orfanotrofio da lui fondato.

Questo Robin Hood in chiave moderna devoto all’Islam non viveva però in una capanna sulle cime degli alberi, come nei racconti medievali inglesi, ma in una lussuosa abitazione – “monumentale”, l’ha definita la polizia – frequentata da imam, gente per bene e accattoni alla periferia della caotica città portuale di Chittagong. Robin Badiul devolveva infatti solo una parte seppure consistente – nell’ordine delle “migliaia di dollari” secondo gli inquirenti – alla beneficenza per i bambini e le moschee, ma a sentire i suoi vicini “non si rifiutava mai di aiutare qualcuno che aveva bisogno”.

È stato il capo della polizia locale, Babul Akhter, il primo a comunicare la notizia alla stampa senza celare una certa ammirazione per l’uomo che li aveva tenuti in scacco per quasi vent’anni sotto le mentite spoglie di un onesto uomo d’affari. “L’ultima donazione di due milioni di taka, 20mila euro, l’aveva consegnata alla locale moschea”, ha detto il poliziotto. Aggiungendo: “Non c’era un genio dello scasso come lui in tutta Chittagong. Può rompere qualsiasi lucchetto, aprire ogni cassaforte o gioielleria servendosi di un cacciavite e un grimaldello”.

L’unica macchia della carriera romantica di questo personaggio da romanzo popolare è la sua stretta commistione con il mondo sotterraneo della criminalità organizzata, attraverso la quale riciclava tra l’altro la refurtiva e pianificava i colpi in ogni dettaglio. Ma nessuno dubita – nemmeno tra le forze dell’ordine – che Badiul si era conquistato rubando la devozione di migliaia di persone in una delle regioni più povere del mondo. “Nessuno dei suoi beneficiati ha mai nemmeno lontanamente sospettato che i soldi fossero provento di furti”, ha spiegato il commissario Akhter.

La coincidenza dell’arresto di Badiul Haq Nasir, grazie alle provvidenziali riprese a circuito chiuso del suo ingresso felpato in un negozio del centro, ha portato la figura del ladro gentiluomo di Chittagong sulle prime pagine dei giornali locali al posto di quella del mostro sacro della beneficenza di questa capitale commerciale del Bangladesh, il Banchiere dei poveri e Nobel per la pace Mohammad Yunus. Dopo la caduta in disgrazia di Yunus con l’accusa di aver approfittato dei micro-prestiti ai contadini per arricchire sé stesso e la famiglia, la storia del Robin Hood che sfamava gli orfani del Bangladesh non poteva capitare in un momento migliore.

Molti blogger maliziosi hanno anche avanzato il sospetto che possa trattarsi di un’esagerazione delle autorità per far dimenticare per sempre il banchiere della Grameen e sostituirlo con un altro carattere buono per il cinema e la letteratura. “Un Thomas Crown più che un Robin Hood”, ha commentato uno di loro.

.

10 luglio 2011

fonte:  http://www.repubblica.it/esteri/2011/07/10/news/robin_hood_bangladesh-17775494/?rss

____________________________________________