Archivio | luglio 16, 2011

PERCHE’? – L’omicidio di Vittorio: Hamas rifiuta di consegnare il fascicolo delle indagini alla famiglia

VITTORIO, UN TIMBRO PER LA VERITA’

Il governo di Hamas non mantiene la promessa fatta a giugno e si rifiuta di consegnare alla famiglia dell’attivista italiano ucciso tre mesi fa a Gaza il fascicolo con il risultato delle indagini

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di MICHELE GIORGIO

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Roma, 15 luglio 2011, Nena News – Niente da fare, siamo fermi allo stesso punto. Il governo di Hamas non ha mantenuto la promessa fatta a giugno alla famiglia di Vittorio Arrigoni di consegnare il fascicolo con i risultati delle indagini svolte in questi mesi. L’inchiesta condotta dalla Procura militare di Hamas sul sequestro e l’assassinio dell’attivista e giornalista italiano – compiuti da un (presunto) gruppo salafita esattamente tre mesi fa a Gaza – si è chiusa nella seconda metà di giugno, come le autorità avevano annunciato il mese scorso e riportato dal manifesto. Il file è stato consegnato ai giudici militari che lo stanno esaminando e si preparano a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per due palestinesi (al momento in carcere) coinvolti nell’omicidio (altri due sono rimasti uccisi in un conflitto a fuoco con reparti scelti di Hamas poco dopo l’assassinio di Vik, un quinto indagato è in libertà vigilata). Tuttavia l’assicurazione data da più parti all’avvocato italiano Davide Tundo, che per mesi è stato consulente a Gaza city del “Centro per i Diritti Umani” e costante punto di riferimento della famiglia Arrigoni, che il fascicolo sarebbe stato messo a sua disposizione in modo da essere portato in Italia e tradotto, non è stata sino ad oggi realizzata. E’ chiaro da tempo che solo la diffusione dei verbali degli interrogatori degli imputati potranno chiarire i motivi che hanno spinto i rapitori a prendere in ostaggio Vittorio, il perché del suo assassinio e se è esistita una regia esterna.

La speranza si è trasformata nell’ennesima delusione. A riferire al manifesto questo passaggio dall’entusiamo allo scoraggiamento è lo stesso Tundo, rientrato da qualche giorno in Italia. «Il fascicolo relativo alle indagini è stato depositato il 23 giugno – racconta l’avvocato -, quel giorno con un collega del Centro per i Diritti Umani ci siamo recati in Procura (a Gaza city, ndr). Era l’occasione che aspettavamo da tempo: io ero in partenza pochi giorni dopo e avevamo insistito con le autorità locali affinché il deposito del fascicolo avvenisse in tempo utile da permettermi di ottenere tutte le copie necessarie da consegnare alla famiglia Arrigoni». Sembrava fatta, e invece. «Seduto e trepidante in Procura – prosegue Tundo – osservavo l’impiegato fare copia del fascicolo, nonostante le bizze della fotocopiatrice. Ma all’improvviso è arrivato il colpo di scena. Ci viene detto che la procura che avevamo ottenuto (dalla famiglia Arrigoni) di seguire le indagini e portare in Italia quel prezioso file non andava più bene». «Si trattava solo di apporre i timbri di “conformità” e pagare il dovuto – aggiunge il legale  – ma il procuratore capo ha bloccato tutto. A suo dire la traduzione in arabo della procura doveva avvenire da parte della Delegazione Palestinese in Italia, con apposizione del relativo timbro, più un altro timbro non meglio specificato del Ministero degli Esteri italiano». Una carenza legale mai rilevata prima. «Da quel giorno – conclude l’avvocato italiano – è iniziato un tira e molla che non ha portato risultati: le copie sono rimaste lì (a Gaza) e con esse la verità nella vicenda di Vittorio, secondo gli inquirenti di Hamas».

Questo atteggiamento ostruzionistico delle autorità di Hamas non nasce dall’irrazionalità, ma punta evidentemente ad obiettivi molto  concreti. E non si tratta in ogni caso di paura della verità. Chi scrive, alla luce degli elementi a sua disposizione, esclude che Hamas, come organizzazione politica e militare, sia coinvolta nella pianificazione ed esecuzione del sequestro di Vittorio (così come tende ad escludere la «regia esterna»). E’ possibile invece che il governo di Hamas voglia usare la tragica vicenda di Vittorio Arrigoni per conquistare riconoscimenti politici. Ma se quello della Delegazione Palestinese in Italia (quindi dell’Anp di Abu Mazen) è relativamente facile da ottenere, quello del Ministero degli esteri italiano potrebbe rivelarsi un ostacolo insuperabile. L’Italia di Silvio Berlusconi rifiuta qualsiasi rapporto con Hamas e alla luce dei suoi stretti rapporti di amicizia e di alleanza con Israele, è assai improbabile che accetti di ufficializzare, con un timbro del ministero degli esteri, un documento destinato al movimento islamico. Non vorremmo perciò che i desideri nascosti di Hamas e l’intransigenza del governo di Roma neghino la possibilità di poter apprendere informazioni decisive ai famigliari di Vittorio su quanto è accaduto tra il 14 e il 15 aprile scorsi. I genitori, Egidia Beretta ed Ettore Arrigoni, la sorella Alessandra, la compagna di Vik, hanno il diritto di sapere e con essi tutti coloro che in Italia e in vari paesi amavano e stimavano Vittorio e il suo lavoro a sostegno dei diritti dei palestinesi di Gaza. Nena News

questo articolo e’ stato pubblicato il 15 luglio 2011 dal quotidiano Il Manifesto

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fonte:  http://www.nena-news.com/?p=11524

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Pomigliano: il giudice , no a ricorso Fiom ma comportamento Fiat è antisindacale

La società automobilistica deve permettere l’attività sindacale della Cgil in fabbrica

Pomigliano: il giudice , no a ricorso Fiom ma comportamento Fiat è antisindacale


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Il verdetto del giudice del lavoro di Torino: legittimo il contratto firmato per la newco da Cisl e Uil

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Il leader della Fiom Maurizio Landini (Imagoeconomica)
Il leader della Fiom Maurizio Landini (Imagoeconomica)

MILANO – L’accordo fatto a Pomigliano tra Fiat e Cisl e Uil è perfettamente legittimo, ma il comportamento dell’azienda automobilistica è stato antisindacale. Respinte quindi tutte le richieste contrattuali della Fiom ma, al tempo stesso, dichiarazione di comportamento antisindacale da parte della Fiat. È questo il senso della sentenza del tribunale di Torino sulla newcom di Pomigliano. Nel dispositivo della sentenza il giudice Vincenzo Ciocchetti dichiara antisindacale la condotta posta in essere da Fiat Spa, Fiat Group Automobiles Spa, Fabbrica Italia Pomigliano Spa poichè determina, quale effetto conseguente, l’estromissione di Fiom Cgil dal sito produttivo di Pomigliano d’Arco. Il giudice inoltre ordina a Fabbrica Italia Pomigliano Spa di riconoscere in favore di Fiom Cgil la disciplina giuridica come regolato dal titolo terzo (dell’attività sindacale).
Ciocchetti a Torino doveva valutare sul ricorso proposto dalla Fiom contro il contratto collettivo di primo livello per lo stabilimento di Pomigliano, siglato il 29 dicembre 2010, che fissa nuove regole di gestione dello stabilimento campano dove la Fiat ha investito 700 milioni di euro per la produzione della nuova Panda, prevista per il prossimo autunno, in tema, tra l’altro, di turni, organizzazione del lavoro, assenteismo e malattia, straordinario. Nel dispositivo il giudice del tribunale del lavoro ha respinto le domande formulate da Fiom Cgil dirette ad ottenere l’illegittimità dei contratti collettivi relativi al sito produttivo di Pomigliano d’Arco. In particolare, il contratto collettivo di lavoro di primo livello stipulato il 29 dicembre scorso da Fiat Spa con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Associazione quadri e capi Fiat e il contratto collettivo aziendale di secondo livello stipulato il 17 febbraio da Fabbrica Italia Pomigliano Spa con le organizzazioni sindacali territoriali di Napoli di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione quadri e capi Fiat.

LA VICENDA – La resa dei conti era cominciata il 18 aprile scorso quando i metalmeccanici della Cgil hanno presentato un’azione legale per contestare la costituzione di una nuova societá, la Fip, Fabbrica Italia Pomigliano. Secondo i legali del sindacato, la newco sarebbe stata voluta dalla Fiat per aggirare l’articolo 2112 del codice civile che vieta di creare nuove aziende con l’obiettivo di modificare i contratti. In più, sempre secondo la Fiom, l’intesa avrebbe avuto anche carattere antisindacale in quanto con il passaggio dalle Rsu alle Rsa, avrebbe permesso solo ai sindacati firmatari dell’accordo, e cioè Fim, Uilm, Fsmic e Ugl, di svolgere attività sindacali, mentre quelli dissenzienti non avrebbero alcuna rappresentanza in fabbrica. La decisione della Fiom di utilizzare la via giudiziaria è stata, però, contestata dalle altre sigle sindacali: Fim e Uilm, qualche giorno prima che si aprisse il dibattimento, lo scorso 18 giugno, hanno depositato un autonomo atto di intervento, spiegando che si trattava di «un atto dovuto per difendere le importanti ragioni sindacali di un accordo che ha assicurato lavoro e prospettive industriali allo stabilimento di Pomigliano». Fismic, invece si è costituita in giudizio con intervento volontario «a tutela esclusiva degli interessi dei lavoratori e degli accordi che sono stati approvati dalla maggioranza dei lavoratori attraverso i referendum», mentre l’Ugl ha depositato una memoria difensiva. Dal canto suo, Fiat ha sempre sostenuto la necessitá di nuove regole per garantire la competitivitá degli stabilimenti italiani, nuove regole in termini di flessibilitá, saturazione degli impianti, volumi prodotti, che richiedono alcune modifiche al contratto nazionale di categoria. Una necessità ribadita anche oggi da Raffaele De Luca, legale del Lingotto, secondo cui «è suggestione dire che la più grande organizzazione sindacale italiana non goda di diritti, quelli non sono in discussione. Quello che qui stiamo discutendo è altro, è il futuro dell’industria italiana per la quale senza quelle poche regole modificate non c’è storia».

I LEGALI FIAT – «La sentenza ci soddisfa a metà»: questo il primo commento degli avvocati Raffaele De Luca De Majo e Diego di Rutigliano, legali della Fiat, dopo la sentenza.

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Redazione online
16 luglio 2011 22:31
fonte:  http://www.corriere.it/economia/11_luglio_16/fiat-fiom-pomigliano-sentenza_248fe51a-afe7-11e0-8215-204269b1beec.shtml

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Manovra, Regioni in rivolta: Domenica scattano i ticket sulla sanità

Manovra, domenica scattano i ticket
Da agosto via al prelievo su pensioni alte


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Ma le Regioni sono in rivolta: Emilia, Toscana, Sardegna e Valle d’Aosta dicono no al nuovo balzello. Polverini: sgarbo istituzionale

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ROMA – Scattano da domenica i nuovi balzelli previsti dalla manovra, approvata in tempi ultrarapidi dal Parlamento e pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale: i nuovi ticket sulla sanità, i rincari del bollo sul deposito titoli, il superbollo per le auto di lusso, la stretta sulle stock option. ll prelievo sulle pensioni d’oro parte invece dal primo agosto. Molti governatori sono però in rivolta contro l’introduzione dei nuovi balzelli sulla sanità: Toscana, Emilia, Sardegna e Val d’Aosta: non lo applicheremo, molte altre regoni invece l’hanno per ora congelato in attesa di decidere cosa fare. Il governatore del Lazio, Renata Polverini: la misura è iniqua.

Regioni in ordine sparso. In sette regioni il ticket da 10 euro sulle visite specialistiche e quello da 25 euro per i codici bianchi al pronto soccorso entrerà a regime, da lunedì (si tratta di Basilicata, Sicilia, Veneto, Liguria, Lombardia, Calabria e Lazio). In varie altre regioni, invece, il balzello resterà congelato in attesa di ulteriori valutazioni dei tecnici. La giunta dell’Umbria si riunirà lunedì per decidere il da farsi. Per il momento, il ticket non si pagherà, in vista di ulteriori valutazioni, anche in Piemonte, Campania (nella Regione è già previsto un ticket di 50 euro per i codici bianchi al Pronto soccorso e i timori nutriti dall’utenza è che possa aumentare a 75 per effetto della manovra) e Friuli Venezia Giulia.

I governatori della Toscana, dell’Emilia Romagna, della Sardegna e della Val d’Aosta non hanno tentennato nemmeno un secondo. I ticket sanitari previsti dalla manovra economica appena varata non verranno applicati. Almeno per ora.

Diverso il discorso del Lazio dove Renata Polverini ritiene i due balzelli uno «sgarbo istituzionale» ma non può fare molto, imbrigliata dal piano di rientro dal deficit sanitario. Da chiarire però un aspetto piuttosto delicato. I cittadini di Roma e del Lazio da un paio d’anni pagano il ticket ai pronto soccorso per i codici bianchi introdotti dall’allora governatore Piero Marrazzo e quindi quelli “nuovi” verranno sommati ai “vecchi” oppure si sostituiranno? E i soldi incassati dalle Asl resteranno alla Regione Lazio o finiranno nel calderone del ministero delle Finanze?

Rossi: ticket ingiusto, non lo applicheremo in Toscana. E’ soprattutto il ticket sulle visite specialistiche che non piace a Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana: «E’ profondamente ingiusto ma anche improprio per la tutela stessa della salute. Ho deciso di prendermi una pausa di riflessione di due settimane e quindi lunedì, come previsto dalla manovra del governo, non sarà introdotto nessun ticket». La Toscana ha comunque bisogno di trovate altre soluzioni per recuperare circa 35 milioni di euro per quest’anno e 80 milioni per il 2012. «Potremmo intervenire sull’evasione del ticket, che è molto alta. Cercheremo soluzioni comuni con l’Emilia Romagna».

L’Emilia Romagna ha già detto di no al ticket da ieri e oggi è partita una circolare della Regione indirizzata ai Direttori generali delle Aziende sanitarie locali firmata dal presidente Vasco Errani e dall’assessore alle politiche per la salute Carlo Lusenti con la quale si precisa di sospendere l’introduzione del ticket. «Questa scelta – ha detto l’assessore – è sbagliata e ingiusta. La manovra sottrarrà all’Emilia-Romagna per il 2011 circa 30 milioni dei 482 del Fondo sanitario nazionale, che diventeranno 60 per ogni anno dal 2012. Questa scelta del Governo non è accettabile ed è un danno per il Servizio sanitario regionale».

«La Sardegna ha già dato. Non si possono chiedere ticket aggiuntivi
ad una Regione che si paga da sola la sanità. I ticket sono iniqui e vanno a colpire le fasce più deboli». Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, sulla manovra finanziaria varata ieri. «La prossima settimana è in programma un incontro con l’assessore al bilancio per decidere come scongiurare l’introduzione di questa misura nella nostra Isola, che paga già la tariffa più alta».

Appare al momento difficile che la Regione Lazio possa evitare l’arrivo, dalla prossima settimana, dei ticket sanitari. Polverini, a quanto pare, si è riservata di valutare a breve la situazione, sotto tutti gli aspetti, con i suoi tecnici. «È impossibile scongiurare i pagamenti – ha spiegato -. Non lo possono fare le Regioni virtuose, figuriamoci noi che siamo soggetti a Piano di Rientro». La situazione dei conti del Lazio non permetterebbe di approfittare della possibilità che il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha lasciato comunque aperta per le Regioni «di non applicare il ticket sulla specialistica di 10 euro purchè adottino altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie equivalenti sotto il profilo del mantenimento dell’equilibrio economico.

Robilotta: ticket anche per i codici verdi. Controcorrente Donato Robilotta, ex assessore della giunta Storace e coordinatore dei Socialisti riformisti del Pdl. «L’introduzione del ticket al pronto soccorso per i codici bianchi è giusta e sacrosanta perché oltre il settanta per cento sono accessi inappropriati. Dunque il ticket potrebbe essere un valido deterrente per evitare accessi inappropriati e consentire che il pronto soccorso sia usato solo dai casi gravi. Il ticket andrebbe esteso anche ai codici verdi per evitare la trasformazione sbagliata dei bianchi in verdi».

Sabato 16 Luglio 2011 – 15:59    Ultimo aggiornamento: 21:17

fonte:  http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=156389&sez=HOME_ECONOMIA

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Crisi del debito Usa, Obama: “Rischiamo un Armageddon economico”

Crisi del debito Usa, Obama: “Rischiamo un Armageddon economico”


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Per repubblicani e democratici sono ore decisive per mettere a punto le misure per scongiurare il fallimento degli Stati Uniti. Ma sulle iniziative da adottare l’intesa è ancora lontana. I conservatori chiedono una manovra basata prevalentemente sui tagl e non vogliono sentir parlare di nuove tasse per imprese e cittadini abbienti

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di Roberto Festa16 luglio 2011
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“Un Armageddon economico”. Barack Obama arriva a citare l’Apocalisse per definire il mancato accordo sulla riduzione del debito e del deficit americano. Nel tradizionale discorso del sabato, il presidente ha ancora una volta detto che è arrivato il momento di “sacrifici condivisi e di scelte impopolari”. Questo significa, secondo Obama, “spendere meno nei programmi sociali. Spendere meno per la difesa… Ma significa anche affrontare il sistema fiscale, tagliando agevolazioni e deduzioni fiscali per gli americani più ricchi”.

Oggi Obama deciderà se invitare i leader del Congresso ancora una volta alla Casa Bianca, per un ennesimo round di negoziati. L’ostacolo più pesante al raggiungimento di un’intesa riguarda proprio la cancellazione di una serie di agevolazioni fiscali per corporations e più ricchi (“gente come me – ha detto più di una volta Obama -, gente che può permettersi di contribuire un po’ di più all’economia americana”). I democratici sono disposti a tagli consistenti alla spesa sociale, soprattutto quella sanitaria, ma vogliono anche la fine dei benefici impositivi per i più ricchi. I repubblicani chiedono invece una manovra finanziaria basata prevalentemente sui tagli, e non vogliono sentir parlare di nuove tasse, che a loro giudizio avvilirebbero gli investimenti in una fase difficile, con la disoccupazione che resta al 9,2%.

Nonostante il richiamo all’Apocalisse di Obama, e la sua richiesta di arrivare a un accordo nel giro di 24-36 ore, non sembra che le parti siano vicine a chiudere la partita. L’impressione è che né i repubblicani, né i democratici, vogliano restare col “cerino in mano”, additati all’opinione pubblica come responsabili del default. Proposte con scarsa possibilità di riuscita si rincorrono in queste ore. Martedì i repubblicani della Camera dei Rappresentanti porteranno al voto una misura che prevede l’innalzamento del tetto del debito, chiesto da Obama, ma anche un emendamento alla Costituzione che preveda limiti di spesa per il Congresso. Una misura popolare tra i vari Tea Parties, ma che non ha alcuna possibilità di passare al Senato, a maggioranza democratica.

A questo punto il vero compromesso è affidato alla proposta che il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell, sta negoziando col suo collega Harry Reid. Le parti si accorderebbero su una serie di tagli alla spesa per 1500 miliardi di dollari. La responsabilità legale di innalzare il tetto del debito verrebbe affidata ad Obama stesso. E solo “una proposta di riserva”, come l’ha definita ieri il presidente, ma è l’unica al momento concretizzabile prima dell’Armageddon finale. Il prossimo 2 agosto gli Stati Uniti raggiungeranno il tetto massimo di spesa. Moody’s, Standard & Poor’s, JP Morgan Chase, la Federal Reserve e lo stesso governo cinese, il maggior creditore degli Stati Uniti, hanno messo in guardia contro le “ondate di shock” che un fallimento del governo americano porterebbe all’economia mondiale.

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17/18/19 LUGLIO – Palermo, le Agende Rosse ricordano Paolo Borsellino

Palermo, le Agende Rosse ricordano Paolo Borsellino


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Tre giorni di manifestazioni, incontri e dibattiti per commemorare il diciannovesimo anniversario della strage di via D’Amelio. Quest’anno il presidio nella strada dell’attentato durerà l’intera giornata del 19 luglio accanto all’ulivo del giudice. Il fratello Salvatore: “Niente corone di Stato per una strage di Stato”

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Tre giorni per “fare memoria del sacrificio di Paolo, di Agostino, di Claudio, di Emanuela, di Vincenzo e di Eddie Walter, uccisi per mano della mafia e di schegge deviate di quello Stato che con la mafia aveva scelto di venire a patti piuttosto che combatterla”. Così, il sito “19luglio1992 lancia la tre giorni  – 17, 18 e il 19 luglio 2011 – di manifestazioni, incontri e dibattiti per commemorare il diciannovesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta (Aderisci all’evento su Facebook). Solo due mesi prima, il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29 che da Capaci porta a Palermo, era stato ucciso il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro).

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Ora, come tutti gli anni, tutti gli appartenenti al Movimento delle Agende Rosse e tutti quelli che “vogliono fare memoria del sacrificio” sono chiamati a Palermo per partecipare a quella che gli organizzatori  – Agende Rosse, Rita Borsellino, AntimafiaDuemila e il Comitato Cittadinanza per la Magistratura – chiamano “la nostra lotta”. Perché quest’anno, oltreché “ricordare e lottare per i giudici morti”, è necessario “stringersi attorno a quei magistrati che a Palermo, a Caltanissetta e a Firenze, stanno cercando di togliere quel pesante velo nero che fino a oggi, grazie a depistaggi, archiviazioni forzate, leggi studiate per scoraggiare i collaboratori di giustizia, hanno impedito di arrivare ai mandanti occulte di quelle stragi”.

Il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, animatore del sito “19luglio1992″ denuncia “l’atmosfera attuale, troppo simile a quella degli anni che precedettero le stragi di Capaci e di via D’Amelio”. Perché troppe sono “le manovre di delegittimazione e le aggressioni di ogni tipo verso magistrati come Antonio Ingroia e Nino di Matteo“, manovre pericolose come “la riforma della giustizia che è in realtà un vero e proprio sovvertimento di quel principio fondamentale della Costituzione che sancisce l’indipendenza della magistratura”.

Quest’anno il presidio in Via D’Amelio durerà l’intera giornata del 19 accanto all’ulivo di Paolo Borsellino e dei suoi ragazzi. Gli organizzatori chiedono che non ci siano “corone di Stato per una strage di Stato”: “Vorremmo che al centro di questa giornata – scrive ancora il fratello Salvatore nella presentazione dell’evento – ci fossero i familiari dei ragazzi morti insieme a Paolo. Gli stessi che lo hanno difeso fino all’ultimo con il loro stesso corpo e che, come il giudice, sono stati fatti a pezzi”.

Ecco il programma completo

Domenica 17 luglio
16.30 – Via D’Amelio: Marcia simbolica delle Agende Rosse al Castello Utveggio (solo per Resistenti Doc)
21.00 – Casa Professa: “Legami di memoria” evento organizzato dall’ARCI Sicilia nell’atrio della biblioteca comunale a Casa Professa.

Lunedì 18 luglio
9.00 – P.zza Ve. E. Orlando: Presidio di solidarietà ai Magistrati
18.00 – via M. D’Amelio: partenza del corteo attraverso le vie principali della città fino alla Facoltà di Giurisprudenza (via Maqueda n° 172)
20.30 – Facoltà di Giursprudenza: Incontro alla Facoltà di Giurisprudenza organizzato da Antimafia Duemila (Guarda la locandina)
22.00: Via M. D’Amelio – Veglia laica e momenti di riflessione a cura di Agesci
24.00: Via M. D’Amelio – Santa Messa

Martedì 19 luglio
8.00: Via Mariano D’Amelio: Presidio delle Agende Rosse – Iniziative della società civile
9.00: Aula Magna del Palazzo di Giustizia: Commemorazione Paolo Borsellino (a cura della sezione Anm di Palermo)
9.30: Via Mariano D’Amelio: Animazione e Percorsi di Legalità per bambini (a cura del circolo Arci Blow up e di Agesci)
14.30: Lettura brani da parte di giovani
16.00: Lettere dei familiari degli Agenti di Polizia della Scorta
16.58: Minuto di silenzio – Marilena Monti recita “Giudice Paolo”
17.15: ‘Lettere a Paolo’ con Antonino Di Matteo, Leonardo Guarnotta, Antonio Ingroia e Vittorio Teresi
21.00: ‘Quel fresco Profumo di Libertà’ (Laboratorio Novamusica) con Alberto Collodel (clarinetto basso), Ilich Fenzi (tromba), Giovanni Mancuso (sintetizzatore) e Peter Gallo (batteria).
Proiezione del documentario ‘Palermo, via D’Amelio’ con regia di Emanuele Varone

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16 luglio 2011
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Quanto catrame c’è nella tua sigaretta? Scoprilo qui

Ecco quanto catrame c’è nella tua sigaretta, marca per marca

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di Enrico Marro

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D’accordo, magari se sei un tabagista accanito non hai tanta voglia di sapere quanta nicotina, catrame o monossido di carbonio ci sono nella tua marca preferita di sigarette. Però se vuoi andare fino in fondo oggi puoi sapere esattamente quali sono i «tenori delle sostanze» di ogni marca, grazie a un provvedimento del ministero dell’Economia, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che riassume la situazione.

Qualche curiosità? Tra le sigarette più “pesanti”, quelle con 10 milligrammi di catrame, 10 di monossido e 1 di nicotina (pari ai limiti massimi consentiti dalle direttive europee) ci sono per esempio le Nazionali Filtro e le Esportazione Filtro dei Monopoli di Stato, ma anche le Davidoff Magnum e le Yesmoke 1.0. Le più leggere? Le Jps White (non a caso “super-light”) e le Kent Nanotech Titanium, entrambe inglesi, con appena 1 milligrammo di catrame, 1 di monossido di carbonio e 0,1 di nicotina.

Guarda cosa contiene la tua sigaretta (Pdf)

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15 luglio 2011

fonte:  http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-15/ecco-quanto-catrame-sigaretta-144902.shtml?uuid=AaNMFLoD

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VENERDI’ 22 LUGLIO – Trasporti, sciopero di 24 ore sui treni e il 22 si fermano anche tram, bus e metrò

ESODO DIFFICILE

Trasporti, sciopero di 24 ore sui treni
e il 22 si fermano anche tram, bus e metrò

Rischio caos traffico sulle autostrade. Possibili disagi a Roma e Milano per i disservizi nei collegamenti locali. Agitazione dei macchinisti anche il 17 settembre

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Ferrovie: possibili cancellazioni per lo sciopero del 22
Ferrovie: possibili cancellazioni per lo sciopero del 22

ROMA – Nuovo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico venerdì 22 luglio. La protesta – indetta dalle organizzazioni sindacali Filt, Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, Fast Confsal e Faisa Cisal – promette di provocare pesanti disagi per milioni di italiani in viaggio verso le vacanze nel terzo weekend di grande esodo. Su strade e autostrade il traffico – già segnalato con il «bollino rosso» delle giornate più caotiche – potrebbe intensificarsi.

 

Tram in sciopero a Milano (Milestone)
Tram in sciopero a Milano (Milestone)

REVOCA POSSIBILE – Si spera ancora nella possibile revoca, ma al momento l’agitazione di 24 ore nel trasporto ferroviario nazionale è prevista a partire dalle 21 del 21 luglio alle 20,59 del 22 luglio; mentre quella degli addetti al trasporto pubblico locale (bus, tram e pullman) si terrà venerdì 22 con rispetto delle fasce di garanzia al mattino e la sera. Un ulteriore sciopero coinvolgerà il personale di macchina e di bordo di Trenitalia a settembre, per 24 ore, dalle 21 del 17 alle 20,59 del 18.
A Milano si attendono dettagli sulle modalità di svolgimento per quanto riguarda i mezzi di Atm (tram, bus e metropolitane), mentre i treni locali si fermeranno dalle 21 del 21 luglio alle 21 del 22.

 

Un bus romano durante un recente sciopero
Un bus romano durante un recente sciopero

CAPITALE A PIEDI – A Roma l’agitazione coinvolgerà i lavoratori Atac, Roma Servizi per la Mobilità e Roma Tpl: il 22 luglio, quindi, dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio saranno a rischio bus, tram, metrò, ma anche le ferrovie urbane Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Civita Castellana-Viterbo, le linee periferiche gestite da Roma Tpl e i servizi gestiti dall’Agenzia per la Mobilità. Nella protesta è coinvolto il personale viaggiante e interno, compresi addetti alla verifica dei biglietti, addetti ai parcheggi, ausiliari del traffico e lavoratori delle biglietterie. Previsti disagi, per chi utilizza i mezzi pubblici, anche nella notte tra giovedì 21 e venerdì 22 luglio.

SPORTELLI CHIUSI – Possibili anche ripercussioni agli sportelli dell’Agenzia per la Mobilità, in piazzale degli Archivi 40, nei servizi del contact center, e al numero verde per le persone con disabilità 800154451. Potrebbero essere chiusi anche i box informazioni di Termini e Fiumicino e i check-point dei bus turistici. Sono esclusi dallo sciopero portieri, guardiani, addetti ai centralini telefonici e ai servizi di sicurezza compresi quelli delle metropolitane.

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Redazione online
16 luglio 2011 12:41

fonte:  http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_luglio_16/sciopero-trasporti-venerdi22luglio-1901102841101.shtml

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LA RIVOLTA DI PARMA – INCHIESTA

LE INCHIESTE DI REPUBBLICA

LA RIVOLTA DI PARMA

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Questa inchiesta racconta una vicenda che è cominciata da oltre un mese, ha radici oltre un anno e fa e, probabilmente, continuerà ancora per un bel po’. Almeno finché i cittadini di Parma profondamente “indignati”, non riusciranno a cacciare il loro sindaco, Pietro Vignali, che hanno eletto nel 2007 per poi pentirsene amaramente o, ma è molto improbabile, finché Vignali riuscirà a convincere la sua città che non è il caso di mandarlo via. Difficile che riesca a convincere i parmensi i quali non ne possono più del malaffare, delle illegalità e degli sprechi che questa amministrazione ha saputo mettere insieme fino a costruire un deficit di 600 milioni di euro, superiore a quello di Milano.

Così, Antonio Mascolo ha fornito un pezzo che fa da “guida” al lettore in questa storia che solo chi vive a Parma conosce e  capisce in tutte le sue sfaccettature; così, Giacomo Talignani, Francesco Nani, Benedetta Pintus e Marco Severo, hanno fornito i dati, le immagini, i video e la cronaca di questa storia di provincia che rischia, però, di diventare paradigmatica per il Paese: altri comuni (anche importanti) sono, più o meno, nelle stesse condizioni di Parma e non è detto che l’indignazione non finisca per dilagare. Marco Marozzi e lo scrittore Beppe Sebaste (dal Venerdì di Repubblica) hanno analizzato perché e percome si è arrivati a questo punto. Sebaste, in particolare, con la sua sensibilità narrativa tutta parmense, ci fornisce un’interessante chiave di lettura. Vignali, purissimo rappresentante del peggiore berlusconismo e dei modelli fatti di immagine vuota e di rampantismo è riuscito nell’impresa di cancellare l’etica pubblica della sua città. E questo, i parmensi non glielo hanno perdonato.

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LA RIVOLTA MORALE

Un uomo solo contro una città
Parma ha deciso: via il sindaco sbagliato

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La gente ha sopportato a lungo gli errori e gli illeciti dell’amministrazione guidata dall’ex Pr e animatore della “movida”. Poi è esplosa la protesta: in forme nuove, civili, ma durissime. E adesso nessuno vuole mollare

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di ANTONIO MASCOLO

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PARMA – Un uomo solo contro un’intera città. L’ex Pr (pubbliche relazioni, non la targa automobilistica di Parma) , l’uomo della notte, il protagonista e coinventore della movida parmigiana, si fa vedere meno in giro. Annullate tutte le uscite pubbliche. Ogni volta che va a “casa” , il Municipio è la casa di tutti i parmigiani, ci sono alcune decine di persone che lo inseguono e gli urlano dietro “dimissioni”.

Dura la vita di Pietro Vignali, sindaco di Parma, proprio  nel momento in cui stava per assaporare un incarico da sottosegretario a Roma (Gianni Letta stravedeva per lui) si trova al centro di una rivolta morale che porta in piazza centinaia di persone ogni volta che vengono convocati giunta e consiglio comunale.

Tutto con civiltà  ma anche con estrema determinazione, gli indignati  parmigiani non mollano. Hanno eretto una barricata tra lui e la città, la “petite capitale”. Le urla e le proteste degli indignados si sono portati dietro anche la Parma borghese, gli industriali, i settori che hanno di fatto eletto Pietro Vignali a primo cittadino. E nonostante le interviste, le apparenze, le sicurezza di facciata, difficilmente Vignali arriverà a fine del mandato nella primavera  2012.

Due assessori si sono già dimessi ( Sommi, indipendente, alla Cultura;  Pellacini, Udc  alla casa), quello allo sport Roberto Ghiretti lascerà a fine luglio e non è escluso che altrettanto faccia Cristina Sassi responsabili all’ambiente. L’uomo eletto per un discutibile civismo è ormai tenuto in vita solo e soltanto, ostinatamente, dal Pdl.

La città verdiana si è fatta loggione e fischia. Come faceva a teatro con le opere, come ha fatto con  l’ascesa e caduta di Calisto Tanzi, come sta facendo ora con Banca Monte alle prese con debiti ed azioni di respionsabilità nei confronti dei propri dirigenti, Parma è paciosa ma anche anarchica. Tollera ma se superi il limite non ti perdone. E quando la giunta Vignali ha fatto apriure una sede a Casa Pound e i fascisti hanno subito messo una lapide alla Repubblica sociale, la questione è diventata un ingrediente della protesta. Parma ama contestare i simboli: nel 1968 venne occupato il Duomo,  nel 1975 lo scandalo urbanistico venne appeso con alcune lenzuole davanti al Partigiano, oggi si occupano i portici del municpio.

La scintilla che ha trasformato Pietro Vignali da rampante della nuova politica a politico in picchiata è stata semplice semplice. Un anno fa – e poi un mese fa – sono finite in galera per mazzette persone a lui legate, persone da lui  volute nell’amministrazione. In un attimo il comune che si indebitava per lo sviluppo della città (oltre 600 milioni di euro, 4 volte il debito di Milano per le società partecipate col compito di avviare lavori edili a non finire) si è trasformato agli occhi di troppi parmigiani nel comune che” rubava” e la gente è scesa in piazza infuriata nera. Ha iniziato a rinfacciare la politica d’immagine, le spese inutili, il film finanziato al regista Vincenzo Salemme per difendere l’immagine dei vigili urbani dopo la vicenda  del ragazzo nero Emnmanuel Bonsu, segregato e picchiato nel comando della polizia municipale di Parma. Gli arresti sono la goccia che hanno fatto esplodere la rivolta: una città in piena è ormai fisicamente schierata (ogni giorno a urlare davanti al municipio) contro l’amministrazione.

Un metodo nuovo, civile, senza grande disordine. Al punto che alla prossima contestazione dovrebbero essere i cittadini  a sedersi con tanto si sedie al centro della piazza Garibaldi, a rappresentare il “loro” consiglio comunale. una sorta di processo pubblico alla Giunta Vignali. Un processo che prosegue ogni giorno: già sulla bocca dei parmigiani circolano i nomi dei prossimni arrestati, esattamente come avvenne un anno fa. Quelle che erano semplicemnte chiacchiere di provincia  si sono trasformate in manette. Da lì la rivolta morale, da lì la riconquista dell’agorà, della piazza e dell’onestà come ti dicono, con calma parmigiana, i promotori della protesta degli indignati.

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16 luglio 2011

fonte:  http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-parma/2011/07/16/news/un_uomo_solo_contro_una_citt_parma_ha_deciso_via_il_sindaco_sbagliato-19209790/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-parma%2F2011%2F07%2F16%2Fnews%2Fla_rivolta_di_parma-19206930%2F

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LO SCRITTORE 2

Così il modello berlusconiano
ha cancellato l’etica pubblica

Così il modello berlusconiano ha cancellato l'etica pubblicaDal Venerdì di Repubblica, l’analisi del romanziere parmigiano. Uno stile amministrativo che puntava alla modernizzazione s’è rivelato un disastro. E il sindaco si rifiuta di lasciare. Allora, una città di “indignati” reagisce e parte una protesta che, adesso, è impossibile fermare di BEPPE SEBASTE

GLI SCANDALI 3

Dai debiti alle inchieste per corruzione
Ecco la “mani pulite” alla parmigiana

Dai debiti alle inchieste per corruzione Ecco la "mani pulite" alla parmigianaDalle inchieste della Finanza su dirigenti comunali corrotti a un debito di 600milioni di euro da parte del Comune. E poi il processo per il pestaggio dei vigili di uno studente ghanese, le fatture gonfiate per le rose del lungo fiume, i buchi di bilancio. Ma dopo 11 arresti, il sindaco non accenna a mollare. E a settembre in arrivo nuovi guai di GIACOMO TALIGNANI

IN PIAZZA 4

Tangenti e biscotti
La rivolta delle pentole

Tangenti e biscotti La rivolta delle pentoleLa rumorosa protesta davanti al Comune. Molto organizzati i movimenti, come Insurgent city che ha letto al microfono le domande utilizzate per la selezione del personale dalla Sws, la cooperativa finita nel giro di mazzette: “Che scarpe compri? Chi voti? Vai a messa?”. Non mancano le critiche al Pd: “Perché non viene con noi?”

IL VIDEO 5

Green Money 2
scambio di mazzette

Green Money 2  scambio di mazzetteLa telecamera nascosta riprende uno scambio di mazzette tra Gianluca Facini – uno degli imprenditori parmigiani arrestati – e Nunzio Tannoia, funzionario Enìa. Nelle immagini anche gli appalti gonfiati: le “pink roses” sul Lungo Parma, costate 180 mila euro e il canile dove per lavori di toelettatura mai compiuti sono stati spesi 40mila euro

LE FOTO 6

Sotto i portici
contro le tangenti

Sotto i portici  contro le tangentiNella galleria le immagini delle manifestazioni del popolo di Parma contro l’amministrazione comunale. La serata di contestazione sotti i Portici del rano e le rivolte di via D’Azeglio e piazza Garibaldi, la fiaccolata anti-corrotti dopo lo scandalo Green Money

VIDEOINTERVISTE 7

I cittadini duri:
“Il sindaco sapeva”

I cittadini duri:  "Il sindaco sapeva"Il giorno dopo lo scandalo corruzione che ha colpito il Comune, i parmigiani riflettono sull’accaduto. Pur dichiarandosi “ancora poco informati”, non si dicono sorpresi di fronte a quello che definiscono l’ennesimo esempio del “sistema Italia”. L’unica certezza è che il sindaco, Pietro Vignali, sapesse tutto

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LIBIA – Gli insorti entrano a Brega, conquistato l’importante centro petrolifero / VIDEO: RAW, Libya, VERY intense battle for Rebels fighting Gaddafi`s forces in Brega, July 2011

RAW, Libya, VERY intense battle for Rebels fighting Gaddafi`s forces in Brega, July 2011

Caricato da in data 16/lug/2011

LIBIA

Gli insorti entrano a Brega
conquistato l’importante centro petrolifero

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Dopo un giorno di combattimenti, presa la città della Cirenaica. Le truppe di Gheddafi ripiegano verso ovest, su Bishr. Scontri ad appena 80 chilometri da Tripoli. La Nato: “Superata quota 15 mila missioni aeree in Libia”

Gli insorti entrano a Brega conquistato l'importante centro petrolifero

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ROMA – Le forze del Consiglio Nazionale di Transizione 1 (Cnt) conquistano Marsa el-Braga e la truppe fedeli a Muammar Gheddafi 2 ripiegano più a ovest verso verso Bishr. I ribelli, dopo la presa della zona di Bab al-Arbayn, che si trova a metà strada tra Ajdabiya e Brega, da ieri si sono fatti largo verso la città portuale che alla fine è caduta. Sono in corso anche scontri a 80 chilometri da Tripoli: il Cnt starebbe cercando di entrare nella località di Bir al-Ghenum, la zona delle montagne occidentali. E di prendere anche Gheryan, una cittadina che si trova sull’autostrada che conduce ai quartieri sud della capitale.

L’offensiva per espugnare il centro petrolifero di Marsa el-Braga è costato molto in termini di vite umane. Non tanto in combattimento, quanto a causa della cintura di campi minati che le forze fedeli al regime 3 hanno creato intorno alla città. Secondo fonti ospedaliere raggiunte telefonicamente ad Agedabia, la roccaforte insurrezionale più vicina, solo nelle ultime ore si sono contati dieci ulteriori morti e ben 172 feriti, per lo più proprio a causa dello scoppio degli ordigni. Nella notte un commando di rivoltosi è comunque riuscito a entrare nella città, eludendo le difese nemiche, ma per una semplice ricognizione. Aveva poi ripiegato, a quanto appreso anche su istruzioni della Nato. Ovviamente si ignora invece il bilancio delle vittime nelle file dei lealisti.

La Nato intanto fa sapere che dall’inizio dell’operazione Unified Protector, è stata superata la soglia delle 15 mila missioni aeree. Sono state infatti 15.308 le sortite effettuate dai velivoli che prendono parte alla missione multinazionale dell’Alleanza Atlantica sui cieli libici. Solo ieri ne sono state portate a termine 115, fra le quali i raid contro un carro armato, cinque veicoli blindati, un lanciarazzi e sette veicoli armati proprio nell’area di Brega.

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16 luglio 2011

fonte:  http://www.repubblica.it/esteri/2011/07/16/news/gli_insorti_entrano_a_brega-19212050/?rss

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MANOVRA – Da domani scattano tagli e ticket sanitari Il primo agosto prelievi sulle pensioni d’oro

MANOVRA

Da domani scattano tagli e ticket sanitari
Il primo agosto prelievi sulle pensioni d’oro

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Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Subito i rincari del bollo sul deposito titoli, il superbollo per le auto di lusso, l’applicazione dei ticket sanitari e l’aumento dell’Irap per le concessionarie dello Stato. Dal primo agosto il prelievo sulle pensioni d’oro

Da domani scattano tagli e ticket sanitari Il primo agosto prelievi sulle pensioni d'oro

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ROMA – La manovra economica approvata in tempi ultrarapidi dal Parlamento è stata pubblica oggi in Gazzetta Ufficiale. Entrano così in vigore da domani le norme modificate non previste dal decreto originario.

Maxiemendamento 1

Relazione 2

Allegati 1 3

Allegati 2
4

Da subito scattano i rincari del bollo sul deposito titoli, il superbollo per le auto di lusso sopra i 225 kw, la stretta sulle stock option, l’aumento dell’Irap sulle concessionarie dello Stato e la normativa che potrebbe portare all’applicazione di ticket sanitari.

Per altre norme la concreta attuazione segue un diverso calendario: dal prelievo sulle pensioni d’oro, che parte dal primo agosto, al taglio sulle agevolazioni fiscali che si applicherà dal 2013.

Nuove tasse 5

Giù tutti gli sconti – Il taglio lineare del 5% per il 2013 e del 20% a partire dal 2014 toccherà tutte le 483 agevolazioni fiscali, incluse quelle per le famiglie. Fra le numerose voci vengono colpiti dunque i nuclei familiari con figli a carico, le spese per l’istruzione, quelle mediche e per gli asili nido; ma anche gli studenti universitari e i redditi da lavoro dipendente.

Tagli su casa e onlus
– La riduzione degli sconti fiscali riguarderà inoltre detrazioni e deduzioni esistenti finora in caso di ristrutturazione edilizia e interventi per il risparmio energetico o per le donazioni al terzo settore, a onlus e ancora l’Iva, le accise e i crediti di imposta.

Cresce la pressione fiscale – La stangata arriva subito, ma potrebbe essere rimodulata se entro il 30 settembre 2013 il governo eserciterà la delega con la riforma fiscale. In attesa di eventuali esenzioni, però, si taglia subito con l’obiettivo di recuperare un gettito pari a regime a 20 miliardi (4 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014); si tratta dell’1,2% del Pil, calcolano i tecnici del Senato, che si tradurrà in un pari aumento della pressione fiscale fino a quota 43,7%.

Le correzioni odierne si aggiungono alle misure già note del maxiemendamento, come la reintroduzione immediata dei ticket sanitari e il contributo di solidarietà 6 6 del 5% imposto alle cosiddette pensioni d’oro, quelle che superano i 90 mila euro. La manovra prevede anche una “tassa” contestatissima, superiore ai 200 euro, sui ricorsi al giudice del lavoro 7 7 per vertenze in materia di licenziamenti, contratti o mobbing in azienda.

Ticket sanitari – Per quanto riguarda i ticket, con l’entrata in vigore del decreto, saranno di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco. Il ministro della Sanità, Ferruccio Fazio, ha precisato che dal provvedimento restano escluse le categorie di cittadini già esentate nel 2007.

Imposta sui depositi titoli – La manovra aumenta anche l’imposta sui dossier titoli. Secondo l’ultima versione del relatore, sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000 euro, di 70 euro tra 50.000 e 150.000, di 240 euro da 150.000 a 500.000, di 680 euro per depositi superiori ai 500mila euro. Dal 2013, invece, tra 50.000 e 150.000 si pagheranno 230 euro; tra 150.000 e 500.000, 780 euro e 1.100 euro per i depositi oltre i 500.000 Euro. La norma riguarderà circa 22 milioni di titoli con un recupero di gettito su base annua calcolato in circa 897 milioni per i primi due anni e di circa 2.525 Milioni a partire dal 2013.

Concessioni e IrapCriticato a gran voce da Confidustria 8 8, è saltato anche il tetto dell’1% previsto alla deducibilità degli ammortamenti dei beni devolvibili per tutti i concessionari. In compenso, la manovra stabilisce un aumento dello 0,3% dell’Irap (dal 3,90% al 4,20%) sulle concessionarie non autostradali, mentre per le concessioni di autostrade e trafori resta confermata la riduzione dal 5% all’1% della deducibilità delle somme accantonate nel fondo di ripristino.

Stock option – Aumenta la base imponibile su bonus e stock option sulle quali viene applicata un’aliquota addizionale del 10 per cento. L’aliquota, finora applicata per la quota che supera il triplo della parte fissa della retribuzione, sarà ora applicata per l’intero importo che eccede la parte fissa della retribuzione.

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16 luglio 2011

fonte:  http://www.repubblica.it/economia/2011/07/16/news/da_domani_scattano_tagli_e_ticket_sanitari_il_primo_agosto_prelievi_sulle_pensioni_d_oro-19209196/?rss

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