Crack finito? Comincia solo ora.. (con conseguenze pure per noi)

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ISLANDA: QUANDO ‘FALLISCE’ UNO STATO

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Ecco le index linked congelate dall’Islanda

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di Marco lo Conte

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14 Ottobre 2008

L’ultimo avviso è di ieri sera: due polizze index linked di Ergo Previdenza, «Pura Energia» e «Swing per Te», si aggiungono alle altre che non riescono più ad indicare il valore della quota sottostante. La causa? Il crack finanziario dell’Islanda e in particolare di Glitnir .

La recente decisione del governo islandese e dell’autorità di vigilanza sui mercati di mettere sotto amministrazione controllata le principali banche del Paese si ripercuote ora sugli assicurati italiani che hanno sottoscritto polizze di Carige Vita , Quadrifoglio Vita (gruppo Mps ), Sasa Vita (gruppo Fondiaria-Sai ), Ubi Vita e, come detto di Ergo Previdenza. Trascinandoli – per ora – in un tunnel analogo a quello che sta vivendo chi ha sottoscritto le polizze agganciate ai titoli Lehman: un tunnel fatto di quote non pubblicate e di attesa per le decisioni delle compagnia nei confronti dei clienti: che in rarissimi casi avevano sottoscritto quei prodotti consci del valore e dei rischi dei titoli sottostanti.

Le polizze index linked sono, infatti, contratti di assicurazione sulla vita il cui valore delle prestazioni è collegato all’andamento di un paniere o ad un solo titolo; offrendo talvolta un rendimento minimo oppure la garanzia (talvolta parziale) del capitale. Un’ingegneria che per i prodotti in tabella è stata declinata in vario modo: nel caso di Quadrifoglio Vita, si era scelto Islandinbank (ora Glitnir Banki HF) come emittente dell’obbligazione, su cui poggia un’opzione di Credit Suisse First Boston International per «migliorare la redditività dei prodotti index-linked» di quattro polizze, tra cui «Memory Coupon». Diverso il discorso per le due polizze di Ubi Vita: sono contratti strutturati nell’ottobre del 2007 da Aviva , che oggi detiene la maggioranza dei Ubi Vita e distribuito in gran parte presso gli sportelli Bpu tra poco meno di 4mila sottoscrittori per un totale di alcune decine di milioni di euro; al momento del lancio Moody’s giudicava la banca islandese Kaupting Bank Aa3. La compagnia sta ancora svolgendo i controlli per definire l’ammontare del collocato e definire eventualmente una strategia con Aviva.

Sasa Vita, compagnia del gruppo Fondiaria-Sai, aveva scelto a fine 2005 (quando il Pil viaggiava a +7,5% e il rating pubblico era tripla A) la già citata Glitnir come broker della index «Metal & Oil», agganciata ad un paniere di titoli energetici. Sollecitata da Consob, la compagnia è chiamata ad emettere oggi un comunicato sulla polizza. Chi si è già mosso sul fronte legale è Carige Vita, che ha dato incarico allo studio Clifford Chance di tutelare nelle sedi internazionali i suoi interessi (e di conseguenza quelli dei suoi clienti).

Anche in questo caso il contratto è collegato al valore del titolo della banca islandese Glitnir ed è stato strutturato in una fase in cui l’Islanda era considerato tra i Paesi più virtuosi dal punto di visto finanziario. Il contratto originariamente doveva scadere nell’aprile 2012 e portare a scadenza circa 20 milioni di euro. Come negli altri casi anche la compagnia genovese sta effettuando le sue valutazioni sulle mosse da prendere nel prossimo futuro. I sottoscrittori di tutti questi prodotti saranno innanzitutto informati dalle loro compagnie, come accaduto nel caso Lehman. Ma rispetto a loro possono contare su un’opportunità in più: l’intervento del Fmi e la possibile garanzia dello Stato islandese sulle proprie banche e sulle loro obbligazioni potrebbe dare certezze anche all’assicurato italiano. Per chi ha scelto gli strumenti penalizzati dalle agenzie di rating (vedi tabella), si registrano invece ribassi che superano anche l’80%.

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fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/10/index-liked-Islanda.shtml?uuid=28d4d314-99bb-11dd-8785-67fee42ff026&DocRulesView=Libero

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14 ottobre 2008 | 15:09

Dopo l’Islanda tocca all’Ungheria?

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Dopo gli islandesi, toccherà ai magiari subire i disastrosi effetti della crisi finanziaria?
La situazione è meno grave che a Reykjavik, ma anche a Budapest servono aiuti dall’estero per evitare fallimenti che potrebbero avere effetti devastanti.
L’indice della borsa di Budapest ha perso il 24 % in una settimana, mentre il fiorino si è svalutato del 10% nei confronti dell’euro.
Secondo gli analisti, l’Ungheria sarebbe stata colpita pesantemente dalla crisi a causa del forte passivo nel commercio estero.
Ieri, il governo ungherese ha ritirato la legge di bilancio 2009, che prevedeva un taglio delle tasse, proprio a causa della crisi finanziaria mentre ha chiesto a Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale di intervenire per contrastare la caduta del fiorino.
Ue e Fmi hanno risposto positivamente alla richiesta e si sono detti disponibili a fornire la necessaria assistenza tecnica e finanziaria per sostenere la fiducia e la stabilità dell’economia ungherese.
Intanto, per il prossimo 18 ottobre, è fissato a Budapest un vertice di emergenza che dovrebbe riunire tutti i deputati e i membri del governo per cercare di trovare le misure necessarie per fronteggiare la crisi.

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fonte: http://www.sabatoseraonline.it/home_ssol.php?site=1&n=articles&category_id=16&article_id=112871&l=it

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Crisi mutui: Fmi, verso aiuti a Islanda, Ungheria e Ucraina

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WASHINGTON, 14 ott (AWP/ats/ansa) Il Fondo Monetario Internazionale potrebbe essere chiamato a breve a sostenere finanziariamente, tramite prestiti di emergenza, paesi quali Islanda, Ungheria, Ucraina e altri.

Una missione del Fondo è a Reykjavik in questi giorni per analizzare la situazione del settore finanziario in caduta libera, una richiesta ufficiale del governo islandese non è ancora giunta all’Istituzione internazionale con sede a Washington che resta però pronta ad intervenire.

Per l’Ungheria, lo stesso direttore dell’Fmi, Dominique Strauss-Kahn ha fatto sapere che il Fondo “è in dialogo con le autorità di Budapest e dell’Ue per verificare la necessità di supporto tecnico e finanziario in risposta alle turbolenze in corso in Ungheria”.

Secondo fonti dell’Fmi, inoltre, sul punto di richiedere sostegno finanziario al Fondo sarebbero l’Ucraina e la Serbia. E molti esperti stimano che un’altra serie di economie emergenti dell’Est – che includerebbero Lettonia, Romania, Bulgaria – potrebbero finire con il sollecitare aiuti al Fondo.

Strauss-Kahn d’altronde ha ribadito più volte negli ultimi giorni che “l’Fmi ha le risorse per aiutare, ed è pronto a farlo velocemente”.

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fonte: http://www.swissinfo.ch/ita/rubriche/notizie_d_agenzia/Crisi_mutui_Fmi_verso_aiuti_a_Islanda_Ungheria_e_Ucraina.html?siteSect=146&sid=9847232&cKey=1224006612000&ty=ti&positionT=1

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