Archivio | agosto 21, 2007

Scontri in Canada tra no global e polizia per il summit con Bush

Canada manifestazioni no global contro il summit di Montebello, foto Epa

Scontri sono avvenuti lunedì in Canada tra centinaia di dimostranti, molti vestiti di nero, e la polizia, con lancio di oggetti contundenti e gas lacrimogeno, in occasione del vertice nel Quebec tra i leaders di Stati Uniti, Messico e Canada. I dimostranti hanno tentato di raggiungere il Castello di Montebello, in Quebec, protetto da una recinzione alta tre metri ed un cordone di sicurezza, dove anche martedì e mercoledì sono in programma i colloqui tra il presidente americano George W. Bush, il presidente messicano Felipe Calderon e il premier canadese Stephen Harper.

I dimostranti sostengono che il vertice a tre dei paesi nordamericani equivale alla creazione di un organismo sovranazionale che – attraverso il Trattato di libero commercio del Nord-America (Nafta) -aggira i parlamenti dei tre paesi. I no global che si sono dati convegno nella località del summit – un hotel extralusso a una settantina di chilometri dalla capitale Ottawa -contestano poi in particolare George Bush come «criminale di guerra». Il premier conservatore canadese Stephen Harper ha concesso a Bush un contributo di truppe canadesi in Afghanistan (circa 2500 soldati schierati nella regione di Kandahar) che Ottawa si è impegnata a mantenere nel quadro della missione Isaf almeno fino al febbraio 2009 nonostante le proteste di molti canadesi. Nell’ultimo anno il tributo di vittime canadesi in Afghanistan è stato di 23 soldati morti.

Si calcola che i contestatori del summit siano 2-3mila (ma secondo altre fonti i no global in piazza non sarebbero più di 800). Negli scontri di lunedì pomeriggio ci sono stati due poliziotti feriti e un dimostrante arrestato per lancio di sassi.

Nel corso dei vari incontri bilaterali tra Harper e Bush a Montebello in discussione è in particolare tutta la problematica legata al cosiddetto «passaggio a nordoverst» attraverso l’Artico. Il Canada non intende rinunciare ai propri diritti di navigazione e di sfruttamento delle riserve di idrocarburi ancora sepolte nel fondo del mare della regione artica. La questione è stata sollevata da Harper lo scorso 2 agosto quando una spedizione russa, partita con lo scopo di rivendicare una porzione dell’Artico per la Federazione russa, ha permesso a due batiscafi di raggiungere il fondo marino a oltre 4.000 metri di profondità, in corrispondenza del Polo Nord. Il 10 agosto durante una visita di Harper nel “Grande nord” ha annunciato la creazione di un porto in acque profonde e di una istallazione militare nell’estremo nord canadse. Non solo. Proprio al confine con il Polo Nord il Canada ha annunciato la più grande esercitazione militare mai organizzata. Ciò ha cerato frizioni con gli Usa. «D’altra parte non possiamo mica andare d’accordo proprio su tutto», ha rilevato Harper, insistendo sull’importanza strategica «in un periodo di terrorismo come questo» del controllo militare del Passaggio a Nordovest.

Pubblicato il: 21.08.07
Modificato il: 21.08.07 alle ore 19.25

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68262

Montebello: August 19th coverage

Ottawa IMC Editorial, 20.08.2007 12:07

On August 20-21, 2007, President George W. Bush travelled to Montebello, Que., Canada to meet with Prime Minister Stephen Harper of Canada and President Felipe Calderón of Mexico at the North American Leaders’ Summit.


A collective of media makers from across Ontario and Quebec prepared an Independent Media Center (IMC) in late August to cover the popular mobilization around the Summit for the Security and Prosperity Partnership (SPP) and the state visits to Quebec of Bush, Harper, and Calderón.
Below are links to various articles and photos from events and protests that took place in Ottawa and Montebello on Aug. 19.

ARTICLES RELATING TO PROTESTS & ACTIONS:

Ottawa Protest Coverage – Photos & Slide Show
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5157.shtml

Joining in solidarity, differing in ideology
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5174.shtml

Anarchists Attack Bell Canada Enterprises!!
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5143.shtml

No SPP – CN’s sabotage in Mtl.
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5137.shtml

Ottawa – Scotiabank hit by Anarchists!!
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5107.shtml

Photos from Montebello – August 19
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5159.shtml

Manif pré-Montebello
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5153.shtml

GENERAL INFORMATION:

Camping for Social Change
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5164.shtml

19 août: Critique rigoureuse du PSP
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5161.shtml

Montebello is Fortress North America
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5156.shtml

Bike caravan arrives in Montebello
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5155.shtml

Des manifestants retenus à Hawkesbury
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5146.shtml

Photos! Montebello before the storm
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5135.shtml

Montebello Pre-demo security
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5130.shtml

Prospects for Filipinos in Canada under the SPP
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5126.shtml

Communiqué du campement autogéré
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5092.shtml

CKUT: Jaggi Singh explique le PSP
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5093.shtml

Bush lands in Montebello tomorrow!
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5094.shtml

Using NASPI to Fight the SPP
http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5084.shtml

fonte: http://ottawa.indymedia.org/en/2007/08/5188.shtml


Musulmano mura edicola della Madonna

SCONSOLANTE. ANCHE PERCHE’ E’ SOLO RICCO MATERIALE PER PENNIVENDOLI, QUALUNQUISTI, LEGHISTI E FASCI DELL’ULTIMA ORA..

INTOLLERANZA RELIGIOSA

Non sopporta la statua della Madonna
Immigrato musulmano mura l’edicola

Per l’uomo l’immagine sacra, che si trova davanti alla sua abitazione, era un’offesa alla sua coscienza religiosa. L’episodio è accaduto in un paesino in provincia di Lecco, il sindaco: “Iniziativa arbitraria e incivile”

Un'edicola con una statua della Madonna Milano, 21 agosto 2007Non la sopportava proprio quella statua della Madonna davanti alla sua abitazione, perchè offendeva la sua coscienza religiosa. Per questo, con cemento, mattoni e cazzuola, l’ha murata sperando di porre fine una volta per tutte a quell’affronto.

È quando accaduto nella corte della vecchia Cascina Rimoldo a Valaperta di Casatenovo, un paesotto della provincia di Lecco quasi al confine con quella di Milano. Protagonista del gesto, reso noto dal quotidiano telematico ‘Merateonline’, un extracomunitario musulmano giunto da poco e sistematosi in quella cascina con alcuni suoi connazionali. Da subito aveva manifestato la sua intolleranza verso quella statua con le braccia aperte come ad accogliere i suoi figli. Solo il pronto intervento di due donne ha impedito che il simulacro della Vergine venisse murato definitivamente, mentre nulla hanno potuto per salvare da questo infame destino i due angioletti che vegliavano accanto.
È alla metà dell’Ottocento che si può far risalire la nicchia, una fra le più antiche, dove era custodita la Vergine. Un piccolo tabernacolo di proprietà dell’intera corte, trattato con grande devozione e rispetto, anche dai non credenti.

L’uomo dapprima aveva cominciato a manifestare la sua contrarietà solo con male parole rivolte alla statua per poi passare alle vie di fatto. Quando è stato sorpreso dalle due fedeli che gli hanno chiesto conto del suo agire, l’uomo ha risposto stizzito che lui non credeva per nulla a quella statua, che non aveva alcun valore e che non voleva più incrociare il suo sguardo ogni volta che faceva il suo ingresso in casa. Solo l’insistenza di una delle due anziane ha permesso che restituisse almeno la Madonna, togliendola dalla ‘tomba’ nella quale la stava murando.

Sul gesto dell’extracomunitario musulmano è intervenuto il sindaco di Casatenovo, Antonio Colombo, con una nota i cui precisa che “siamo di fronte ad un’iniziativa individuale arbitraria ed incivile”. “Tuttavia – ha aggiunto Colombo – questo gesto inqualificabile ed intollerante non deve pregiudicare gli sforzi che tutti dobbiamo compiere per una convivenza veramente civile, fondata sul rispetto reciproco delle idee, delle tradizioni e delle convinzioni religiose di ciascuno”.

Lo stesso primo cittadino ha disposto un sopralluogo da parte della Vigilanza urbana e del Settore Urbanistica per accertare i fatti e le responsabilità, prevendendo che “in relazione agli elementi di cui disponiamo, è presumibile che si giunga immediatamente all’emissione di un’Ordinanza di ripristino dell’edicola votiva di Cascina Rimoldo”.

fonte: http://qn.quotidiano.net/2007/08/21/31951-sopporta_statua_della_madonna.shtml

La Madonna secondo L’Islam

Maria assume un ruolo privilegiato anche nel Corano.
Il testo sacro dell’Islam la presenta come la figlia di ‘Imrân, considerato il Gioachino della tradizione cristiana. Sua moglie, alla notizia della maternità, consacra il futuro bambino ad Allah perché lo serva fedelmente nel Tempio. Presa da grande sconforto al parto quando scopre di aver dato alla luce una femmina, è consolata da Dio che prende sotto la Sua protezione la bimba e tutta la sua discendenza.

Durante la sua infanzia, Maria è benvoluta da Dio che la protegge e le concede doni particolari come il cibo sempre fresco che Zaccaria, suo zio e tutore, trova presso di lei tutte le mattine e che le proviene direttamente dal cielo.

Procedendo negli anni, Maria riceve dagli angeli particolari comunicazioni grazie alle quali apprende di essere prediletta da Allah tanto da essere scelta come procreatrice del Messia, l’unto, il purificato che avrà la missione di portare agli uomini un messaggio di Dio.

La sua maternità è misteriosa, è opera speciale di Allah che tutto può creare con un semplice “Sii” della Sua parola e il brano coranico che racconta il concepimento di Gesù (III, 45-47) ricalca ampiamente il vangelo di san Luca (1,32-38) e soprattutto i Vangeli apocrifi della nascita e dell’infanzia di Gesù.

La figura di Maria è intrinsecamente legata a quella di Cristo che, per il Corano, è uomo prediletto da Allah, inviato agli Ebrei per confermare la Legge e perfezionarla, ma sempre solo uomo anche se santo.

Maria, quindi, è vergine per la sua maternità, ma non è certo madre di Dio, anzi tale affermazione rappresenta una terribile bestemmia. L’immagine di Maria tuttavia emerge tanto che gli Ebrei sono maledetti perché hanno osato calunniarla e non hanno creduto al concepimento e alla nascita misteriosa di Gesù (IV, 156-57).

Sulla misteriosa gravidanza di Maria non c’è pieno accordo: secondo alcuni, seguendo l’affermazione di Ibn ‘Abbâs, fu miracoloso non solo il concepimento ma anche la durata, di una sola ora, della gravidanza; secondo altri invece avrebbe avuto un decorso normale di nove mesi.
Giunta l’ora del parto, Maria si isola sotto una palma da datteri e soffre atrocemente tanto da desiderare di essere morta prima di quel momento. Una voce la consola esortandola a cibarsi di datteri freschi e a rinfrescarsi con l’acqua del vicino ruscello. Alcuni interpretano questa voce come angelica, altri come quella del neonato Gesù che evidenzia così la sua straordinarietà, ribadita poco dopo quando, appena entrati in casa, difende la madre dalle accuse dei parenti di aver disonorato se stessa e la famiglia dando alla luce un figlio illegittimo.

Maria è donna devota per tutta la sua vita; attesta la veridicità della parola del suo Signore e per questo è posta fra le predilette di Allah insieme ad Asiya, moglie del faraone, che salvò Mosè dalle acque del Nilo, alla moglie di Zaccaria e a Fatima. Inoltre è l’unica donna inserita nella serie dei Profeti, come discendente di Adamo, Abramo, Noè, ‘Imrân. In tutto il Corano è quindi citata con grande rispetto ma nello stesso tempo sono frequenti i passi in cui si tende a ribadire l’errore dei cristiani che le attribuiscono qualità soprannaturali.

L’Islam, preoccupato di non intaccare l’assolutezza di Allah, non tributa a Maria atti devozionali e non le conferisce alcun ruolo di intercessione o di intermediazione fra l’uomo e il suo Signore. Tali atteggiamenti sono riscontrabili solo in alcuni gruppi marginali facenti capo all’Islam sciita, ove Maria viene inserita in pratiche devozionali accanto a Fatima, la figlia prediletta di Muhammad, e ai due figli di questa.

In ambito sunnita i modelli femminili sono piuttosto le due mogli del Profeta, ‘A’isha e Khadîja. Tuttavia Maria conosce la venerazione popolare anche in certe regioni, ad esempio nei santuari di Algeri e di Efeso i musulmani si recano a venerare l’immagine della Vergine accanto ai cristiani.

Perù: Emergenza acqua e riparo ai senzatetto

Gli impegni Cesvi per il dopo-terremoto

Cesvi si è impegnato a fronteggiare l’emergenza dopo-terremoto in un’area di 35.000 persone dove si stima che il sisma abbia distrutto il 55 % delle abitazioni. Gli interventi riguardano l’acqua, la sicurezza igienica, il freddo (in Perù è inverno), la mancanza di energia elettrica e l’alimentazione dei bambini. I quattro municipi interessati (Tambo de Mora, Chincha Baja, Sunampe e Grocio Prado) sono nella provincia di Chincha, la seconda più colpita dopo Pisco, ma non ancora raggiunta dagli aiuti internazionali. Obiettivo del Cesvi è dare riparo e assistenza ad almeno 2.000 famiglie attraverso la distribuzione di aiuti.

Ecco come con una donazione ciascuno può aiutare una famiglia senzatetto di cinque persone:

10 € acqua e latte per un giorno;
10 € kit igienico per la famiglia;
20 € tre lanterne;
50 € kit di coperte per cinque persone;
150 € tenda familiare;
750 € generatore elettrico.

Oltre ai fondi per aiutare almeno 10.000 senzatetto, Cesvi dovrà raccogliere altri 7.000 € per riparare i danni agli edifici di tre imprese sociali avviate con successo a Lima per dare impiego alle ragazze sottratte alla prostituzione grazie all’attività della Casa del Sorriso.

“E’ stato un terremoto spaventoso e il numero di morti è incredibilmente basso rispetto ai danni materiali” dice Andrea Ferrari Bravo, responsabile del Cesvi in Perù. Forse l’orario della prima scossa (alle 18,41 ora locale), la durata delle scosse e il loro movimento ondulatorio hanno dato il tempo alla fuga prima di sbriciolare le abitazioni. “Purtroppo – continua Andrea – anche gli edifici delle imprese sociali sostenute dal Cesvi a Lima hanno subito dei danni; per fortuna nessun ferito”. Oltre che per i seri guasti alle infrastrutture elettriche, ai ponti e alle strade, si teme per l’intero settore artigianale direttamente colpito dal terremoto. “Un’area vastissima è stata sconvolta dal sisma – prosegue Andrea – e siamo seriamente preoccupati per la continuazione delle nostre attività. Ma per il momento la nostra attenzione è tutta per l’opera di soccorso immediato, per la quale stiamo cooperando con i nostri partner locali e le altre Ong italiane presenti in Perù”.

Sostieni subito l’azione del Cesvi in Perù. Serve un aiuto urgente:

  • online, selezionando la voce “Dove c’è più bisogno”
  • in posta: c/c n. 882233 intestato a Cesvi Emergenza Onlus, causale “Terremoto Perù”
  • in banca: Credito Bergamasco – Gruppo Banco Popolare ha aperto un conto corrente dedicato, intestato a CESVI, n. 40000, ABI 03336, CAB 01600, CIN U. Zero costi di commissione per Cesvi e per i clienti della Banca.

Per informazioni: donatori@cesvi.org

fonte : www.cesvi.org

Escombros en el barrio La Siberia, una de las zonas afectadas (Foto: Agencias)
Luto en Perú; suman más de 500 muertos por sismo
16 Agosto 2007
Actualizado: 11:43 PM hora de Cd. Juárez

AP/EFE

Pisco, Perú—Los peruanos iniciaron ayer un duelo nacional de tres días por el terremoto de 8.0 grados en la escala de Richter que sacudió el miércoles al país, mientras el número de muertos y heridos crece a medida que pasan las horas.

Según nuevos reportes del Cuerpo de Bomberos, al menos 510 personas han muerto y otras mil 200 resultaron heridas tras el terremoto que estremeció el sureste del país.

Hasta el momento se ha confirmado que entre los fallecidos en el terremoto se encuentra un ciudadano estadounidense y que aún no ha sido identificado.

Las zonas más afectadas fueron las ciudades de Ica, Chincha y Pisco, en el departamento de Ica, y Cañete, en el de Lima, declaradas en emergencia y a donde las autoridades hacen llegar a la mayor brevedad la ayuda humanitaria.

Los equipos de rescate trabajan contra reloj en las diversas regiones afectadas, si bien buena parte de los esfuerzos están concentrados en Pisco, localidad situada a más de 200 kilómetros al sur de Lima y que quedó destruida en un 70 por ciento.

Los servicios de emergencia trabajaban en la remoción de escombros de la iglesia de San Clemente (Pisco), que se derrumbó por completo mientras se celebraba un oficio religioso al que asistían 200 de feligreses, en la búsqueda de sobrevivientes.

Al final de la jornada, los rescatistas sacaron de entre pedazos de vigas y restos de paredes gruesas a dos hombres, que salvaron su vida por estar cerca de lo que fue la puerta del atrio.

En Ica, 300 kilómetros al sur de Lima, se improvisaron desde la noche del miércoles hospitales de campaña para atender a los heridos en medio de la oscuridad, ya que el movimiento telúrico acabó con el fluido eléctrico.

Además, ante la necesidad de atender a los miles de heridos, el Buque de Investigación Científica Humboldt se convertirá en una sala de operaciones de emergencia, pues la capacidad de los hospitales ha sido superada.

La ayuda internacional llovió para los damnificados. Italia, París, Rusia, Estados Unidos, Brasil, México, Ecuador, Colombia, y Chile, entre tantos otros, empezaron a entregar dinero y a impulsar planes de acción para tratar de mitigar la tragedia que dejó al menos a 80 mil 000 personas sin casas, según la Defensa Civil.

Ayer a primeras horas de la mañana, el presidente de Perú, Alan García, se desplazó a la zona de Pisco para verificar las labores de rescate y de ayuda a los damnificados.

Posteriormente, García pidió a las empresas y ciudadanos que presten camiones cisternas y grupos electrógenos para abastecer de agua y electricidad a los barrios más afectados por el terremoto.

García también aprovechó de destacar el llamado que le hizo la presidenta de Chile, Michelle Bachelet, con quien dijo haber conversado temprano el jueves y que la mandataria le expresó “toda su solidaridad con el pueblo peruano”. Las relaciones entre los dos países se han visto deterioradas en los últimos días por la publicación de un reciente mapa limítrofe marítimo del Perú que afectaría la soberanía chilena.

Por otro lado, las emisoras radiales se convirtieron en un medio de enlace entre los peruanos que buscan conocer la suerte de sus familiares, debido a la gran congestión de las líneas telefónicas.

La Bolsa de Valores de Lima fue una víctima más del sismo, al sufrir hoy una fuerte caída del 6.89 por ciento, al igual que piezas arqueológicas y monumentos naturales del departamento sureño de Ica, las cuales sufrieron daños “irreparables”.

Alfredo Gonzalez Barahona, director regional del Instituto Nacional de Cultura (INC) en Ica, dijo que más de 100 piezas arqueológicas y momias de varias de las culturas más importantes del Perú antiguo, entre ellas Paracas y Nazca, con más de mil 500 años de antigüedad, sufrieron rajaduras, mientras otras se rompieron.

fonte: www.diario.com.mx/nota.php?notaid=d33404fdef3…


Sacco e Vanzetti, 80 anni non invano

di Massimo Franchi

Sacco e Vanzetti - Foto Unità - 220*200 - 21-08-07

Il boia abbassò l’interruttore alle ore 0,19 per Nicola Sacco. Sette minuti dopo per Bartolomeo Vanzetti. Nella prigione di Charlestown (Massachusetts) la sedia elettrica funzionò perfettamente e i due italiani (Sacco era nato nel foggiano, Vanzetti nel cuneese) furono giustiziati il 23 agosto 1927.

Sono passati 80 anni e il ricordo di quella esecuzione di due innocenti colpevoli solo di essere anarchici è ancora viva. Sacco e Vanzetti sono diventati il simbolo della lotta alle ingiustizie, prima fra tutte la pena capitale.

I due emigrati italiani erano accusati di aver preso parte ad una rapina uccidendo un cassiere e una guardia del calzaturificio “Slater and Morrill” a South Baintree, sobborgo di Boston. Nonostante le prove evidenti della loro innocenza e la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due non si chiudeva con la loro esecuzione.

Bartolomeo Vanzetti era nato nel 1888 a Villafalletto, in provincia di Cuneo. Figlio di un agricoltore, a vent’anni entra in contatto con le idee socialiste e, dopo la morte della madre Giovanna, decide di partire per il “Nuovomondo”, a caccia di una vita migliore come tanti italiani all’alba del Novecento.

Come Nicola Sacco, più vecchio di Vanzetti di tre anni, nato il 27 aprile 1891a Torremaggiore (Foggia), che arrivato in America nel 1908 fece l’operaio alla Slatter.

I due si conosco nel maggio 1916 a Boston in una riunione di anarchici. Insieme ad altri militanti scappano in Messico per evitare di essere arruolati. Tornano nel Massachusets a settembre e iniziano a scrivere per “Cronaca sovversiva”, giornale anarchico. Da allora, Nick e Bart, come vengono soprannominati oltreoceano, diventano inseparabili.

La lotta agli anarchici da parte della polizia è fortissima. Molti amici di Sacco e Vanzetti vengono arrestati e i due pensano anche di tornare in Italia per fuggire alla persecuzione. Il 5 maggio 1920 vengono arrestati perché nei loro cappotti nascondevano volantini anarchici e alcune armi. Tre giorni dopo i due vengono accusati anche della rapina al calzaturificio, avvenuta, poche settimane prima.

Dopo tre processi pieni di errori e incongruenze, Sacco e Vanzetti vengono condannati a morte nel 1921. A nulla valsero neppure la mobilitazione della stampa, la creazione di comitati per la liberazione degli innocenti e gli appelli più volte lanciati dall’Italia.

Il verdetto fu fortemente condizionato dal clima da caccia alle streghe contro gli anarchici che in quel momenti caratterizzava gli Stati uniti e da un evidente sentimento razzista nei confronti degli immigrati italiani. Contro l’esecuzione di Sacco e Vanzetti si mobilitarono non solo gli italiani d’America, ma anche intellettuali in tutto il mondo, tra i quali Bertrand Russel, George Bernard Shaw e John Dos Passos.

«Mai vivendo l’intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini». Così Bartolomeo Vanzetti si rivolse alla giuria che lo condannò alla pena di morte. La stessa frase sarà detta da Gian Maria Volontà in uno dei momenti più toccanti del film “Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montalto del 1971. Una pellicola divenuta presto un cult grazie anche alla colonna sonora di Ennio Morricone e interpretata da Joan Baez, autrice dei testi. «Voi restate nella nostra memoria con la vostra agonia che diventa vittoria»: sono le parole di «Here’s to you» che, insieme alla «Ballata per Sacco e Vanzetti», è entrata nel repertorio internazionale della canzone d’autore sollevando le coscienze negli Usa su un caso da molti dimenticato.

Il loro caso non solo smosse le coscienze degli uomini dell’epoca, ma come un fantasma continuò ad agitare l’America per decenni. Finché nel 1977, cinquant’anni dopo la loro morte, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis (riparando parzialmente all’errore del suo predecessore Fuller, che nonostante gli appelli non fermo il boia) riconobbe in un documento ufficiale gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.

La loro figura, anche alla luce del rinnovato impegno italiano nella campagna contro la pena capitale, torna alla ribalta. L’ottantesimo anniversario dell’esecuzione verrà ricordato il 23 agosto a Torremaggiore (Foggia), la città d’origine di Sacco nel cui cimitero sono custodite le ceneri dei due italiani, attraverso una serie di manifestazioni e la costituzione di un’associazione che porta il loro nome.

L’associazione sarà animata da Fernanda Sacco, nipote di Nicola Sacco, che da anni è impegnata nella valorizzazione del messaggio contro la pena di morte lanciato dal sacrificio dei due anarchici. Nonostante i 75 anni, Fernanda è arzilla e continua a girare le scuole per tramandare la storia di quel suo famigliare così particolare e impegnarsi nella battaglia contro la pena di morte.

Il Quirinale, in una lettera indirizzata all’associazione Sacco e Vanzetti e da essa resa nota, ha trasmesso «l’apprezzamento» del presidente della repubblica Giorgio Napolitano per l’iniziativa che, «nel tenere viva la memoria dei due emigranti italiani, intende contribuire al movimento per l’abolizione della pena di morte, tappa fondamentale per la difesa dei diritti umani, sulla quale si è di recente registrato l’unanime consenso dell’Unione europea».

A San Biagio della Cima, paese in provincia di Imperia, giovedì 23 alle 17 intitolerà la nuova piazza del Comune a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Al termine della cerimonia seguirà il dibattito: “Pena di morte, a quando la moratoria Internazionale?” al quale parteciperanno membri di associazioni e del mondo della cultura.

Pubblicato il: 21.08.07
Modificato il: 21.08.07 alle ore 17.03

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68271

Sacco e Vanzetti

Immagini e canzoni

(Lawrence Ferlinghetti: “Sacco e Vanzetti”)

Guarda l’animazione in Flash Clicca qui

SACCO & VANZETTI 1972

Colonna sonora del film di Giuliano Montaldo “Sacco e Vanzetti” intertpretato da Gian Maria Volonté (Bartolomeo Vanzetti) e Riccardo Cucciolla (Nicola Sacco). Musiche di Ennio Morricone e testi di Joan Baez. Part 2 è ispirato dalla lettera dal carcere di Vanzetti al padre, mentre Part 3 è ispirato dalla lettera dal carcere di Sacco al figlio.

THE BALLAD OF SACCO AND VANZETTI, PART ONE

Play Play midi file

(Lyrics by Joan Baez, Music by Ennio Morricone)

“Give to me your tired and your poor
Your huddled masses yearning to breathe free
The wretched refuse of your teeming shore
Send these, the homeless, tempest-tossed to me.”

Blessed are the persecuted
And blessed are the pure in heart
Blessed are the merciful
And blessed are the ones who mourn

The step is hard that tears away the roots
And says goodbye to friends and family
The fathers and the mothers weep
The children cannot comprehend
But when there is a promised land
The brave will go and others follow
The beauty of the human spirit
Is the will to try our dreams
And so the masses teemed across the ocean
To a land of peace and hope
But no one heard a voice or saw a light
As they were tumbled onto shore
And none was welcomed by the echo of the phrase
“I lift my lamp beside the golden door.”

Blessed are the persecuted
And blessed are the pure in heart
Blessed are the merciful
And blessed are the ones who mourn

© 1971, 1978 Edizioni Musicali RCA, S.p.A. (ASCAP)

THE BALLAD OF SACCO & VANZETTI, PART 1
(Baez-Morricone)

“Portatemi i vostri stanchi e i vostri poveri
le vostre masse riunite per respirare libere
i rifiuti scartati delle vostre rive affollate
mandateli, i senzacasa, quelli colpiti da tempesta, da me”

Benedetti siano i perseguitati
e benedetti siano i puri di cuore
benedetti siano i misericordiosi
e benedetti siano i portatori di lutto

Il passo è difficile che strappa le radici
e dice addio ad amici e famiglia
i padri e le madri piangono
i bambini non possono capire
ma quando c’è una terra promessa
i coraggiosi andranno e gli altri seguiranno
la bellezza dello spirito umano
è la volontà di provare i nostri sogni
e così le masse si affollano attraverso l’oceano
in una terra di pace e speranza
ma nessuno udì una voce o vide una luce
e furono sbattuti contro la riva
e nessuno fu accolto dall’eco della frase
“alzo la mia lampada dietro la porta d’oro”

Benedetti siano i perseguitati
e benedetti siano i puri di cuore
benedetti siano i misericordiosi
e benedetti siano i portatori di lutto


THE BALLAD OF SACCO AND VANZETTI, PART TWO
(Lyrics by Joan Baez, Music by Ennio Morricone)

Father, yes, I am a prisoner
Fear not to relay my crime
The crime is loving the forsaken
Only silence is shame

And now I’ll tell you what’s against us
An art that’s lived for centuries
Go through the years and you will find
What’s blackened all of history
Against us is the law
With its immensity of strength and power
Against us is the law!
Police know how to make a man
A guilty or an innocent
Against us is the power of police!
The shameless lies that men have told
Will ever more be paid in gold
Against us is the power of the gold!
Against us is racial hatred
And the simple fact that we are poor

My father dear, I am a prisoner
Don’t be ashamed to tell my crime
The crime of love and brotherhood
And only silence is shame

With me I have my love, my innocence,
The workers, and the poor
For all of this I’m safe and strong
And hope is mine
Rebellion, revolution don’t need dollars
They need this instead
Imagination, suffering, light and love
And care for every human being
You never steal, you never kill
You are a part of hope and life
The revolution goes from man to man
And heart to heart
And I sense when I look at the stars
That we are children of life
Death is small

© 1971, 1978 Edizioni Musicali RCA, S.p.A. (ASCAP)

THE BALLAD OF SACCO & VANZETTI, PART 2
(Baez-Morricone)

Sì Padre, son carcerato
Non aver paura di parlare del mio reato
Crimine di amare i dimenticati
Solo il silenzio è vergogna.

Ed ora ti dirò cosa abbiamo contro di noi
Un’arte che è stata viva per secoli
Percorri gli anni e troverai
cosa ha imbrattato tutta la storia.

Contro di noi è la legge con la sua immensa forza e potere
Contro di noi è la legge!
La Polizia sa come fare di un uomo un colpevole od un innocente
Contro di noi è il potere della Polizia!
Le menzogne senza vergogna dette da alcuni uomini
saranno sempre ripagate in denari.
Contro di noi è il potere del denaro
Contro di noi è l’odio razziale ed il semplice fatto
Che siamo poveri.

Mio caro padre, son carcerato
Non vergognarti di divulgare il mio reato
Crimine d’amore e fratellanza
E solo il silenzio è vergogna.

Con me ho il mio amore, la mia innocenza, i lavoratori ed i poveri
Per tutto questo sono integro, forte e pieno di speranze.
Ribellione, rivoluzione non han bisogno di dollari,
Ma di immaginazione, sofferenza, luce ed amore e rispetto
Per ogni essere umano.
Non rubare mai, non uccidere mai, sei parte della forza e della vita
La Rivoluzione si tramanda da uomo ad uomo e da cuore a cuore
E percepisco quando guardo le stelle che siamo figli della vita
… La morte è poca cosa.


THE BALLAD OF SACCO AND VANZETTI, PART THREE
(Lyrics by Joan Baez, Music by Ennio Morricone)

My son, instead of crying be strong
Be brave and comfort your mother
Don’t cry for the tears are wasted
Let not also the years be wasted

Forgive me, son, for this unjust death
Which takes your father from your side
Forgive me all who are my friends
I am with you, so do not cry

If mother wants to be distracted
From the sadness and the soulness
You take her for a walk
Along the quiet country
And rest beneath the shade of trees
Where here and there you gather flowers
Beside the music and the water
Is the peacefulness of nature
She will enjoy it very much
And surely you’ll enjoy it too
But son, you must remember
Do not use it all yourself
But down yourself one little step
To help the weak ones by your side

Forgive me, son, for this unjust death
Which takes your father from your side
Forgive me all who are my friends
I am with you, so do not cry

The weaker ones that cry for help
The persecuted and the victim
They are your friends
And comrades in the fight
And yes, they sometimes fall
Just like your father
Yes, your father and Bartolo
They have fallen
And yesterday they fought and fell
But in the quest for joy and freedom
And in the struggle of this life you’ll find
That there is love and sometimes more
Yes, in the struggle you will find
That you can love and be loved also

Forgive me all who are my friends
I am with you
I beg of you, do not cry

© 1971, 1978 Edizioni Musicali RCA, S.p.A. (ASCAP)

THE BALLAD OF SACCO & VANZETTI, PART 3
(Baez-Morricone)

Figlio mio, invece di piangere sii forte
sii coraggioso e conforta tua madre
non piangere perché le lacrime sono sprecate
non lasciare che anche gli anni siano sprecati

Perdonami figlio, per questa morte ingiusta
che ti porta via tuo padre
perdona tutti coloro che sono miei amici
io sono con te, quindi non piangere

Se tua madre cerca di essere distratta
dalla tristezza e dalla depressione
portala a camminare
lungo la campagna tranquilla
e riposa sotto l’ombra degli alberi
dove qua e là raccogli fiori
oltre la musica e l’acqua
è la pace della natura
che lei apprezzerà molto
e sicuramente anche tu l’apprezzerai
ma figlio, devi ricordarti
non agire tutto da solo
ma abbassati solo un passo
per aiutare i deboli al tuo fianco

Perdonami figlio, per questa morte ingiusta
che ti porta via tuo padre
perdona tutti coloro che sono miei amici
io sono con te, quindi non piangere

I più deboli che piangono per un aiuto
il perseguitato e la vittima
sono tuoi amici
e compagni nella lotta
e sì, qualche volta cadono
proprio come tuo padre
sì, tuo padre e Bartolo
sono caduti
e ieri combatterono e caddero
ma nella ricerca di gioia e libertà
e nella lotta di questa vita troverai
che c’è amore e a volte di più
sì, nella lotta troverai
che puoi amare e anche essere amato

Perdona tutti coloro che sono miei amici
io sono con te,
ti prego non piangere


HERE’S TO YOU
(joanBaez / Ennio Morricone)

Play Play midi file


Here’s to you Nicola and Bart

Rest forever here in our hearts

The last and final moment is yours

That agony is your triumph!

Vi rendo omaggio Nicola e Bart

Per sempre restino qui nei nostri cuori

Il vostro estremo e finale momento

Quell’agonia è il vostro trionfo!

fonte: www.torremaggiore.com/…/immcanti.html


PdL, nome e simbolo già depositati a nome Brambilla


La Berluscona in “Ritratto di famiglia”

E il centro-destra si divide

Il notaio, a questo punto, non servirebbe più. La registrazione del nome e del logo del “Partito della libertà” è già stata avanzata da Michela Vittoria Brambilla in data 6 agosto 2007. Lo si evince dal sito dell’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno. La richiesta di registrazione del marchio comunitario ha valore in tutto il territorio europeo e quindi anche in Italia. Alla voce “titolare” del marchio registrato figura «Brambilla Michela Vittoria» come «persona fisica», della quale compare anche l’indirizzo per la corrispondenza: in via Torino, a Milano, dove si trova la sede dell’Associazione “Circolo della libertà”. E’ anche indicato graficamente il simbolo: un logo rotondo con la scritta Partito delle libertà e un arcobaleno con i colori della bandiera italiana.
Inoltre, abbiamo personalmente verificato (controllate voi stessi) che il dominio http://www.partitodelleliberta.it è stato registrato dal deputato Antonio Palmieri, responsabile nazionale della comunicazione elettorale e Internet di Forza Italia.
Ma l’ipotesi di un “Partito delle Libertà” continua a non convincere il centro-destra, diviso fra dure critiche, prudenza e curiosità.
Molto duro, ad esempio, è Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, per il quale il partito delle Libertà «non è una cosa seria», ma solo «un’operazione di marketing politico-elettorale». Berlusconi, per Cesa, «ha un’idea padronale del centrodestra, crede di potere vincere le elezioni con il partito dei Corona…qualsiasi cosa pur di raccattare consensi». D’altra parte, lo sguardo dell’Udc è ora rivolto all’Udeur di Clemente Mastella e a Savino Pezzotta, legato al popolo del Family Day, con i quali si potrebbe dar vita a un nuovo grande centro ispirato al Partito popolare europeo. A Cesa fa eco il presidente del partito Rocco Buttiglione: «Ricucinando sempre gli stessi avanzi non viene fuori una buona minestra. Se vogliamo veramente innovare, dobbiamo dare spazio alle leve nuove, portare in politica forza nuova e attingerla dalla società civile», continua il filosofo, facendo intendere il suo appoggio alla creazione di un nuovo partito di centro.
«Questa storia del Partito delle libertá – dice Buttiglione – convince poco. Se Berlusconi lo fa, per me va benissimo. Siamo contenti, perchè vuol dire che si diverte a farlo e noi gli vogliamo bene. E siamo contenti anche per un altro motivo: perchè se fa il partito unitario, vuol dire che l’esperienza di Forza Italia entra in crisi. E allora è molto probabile che tanti di Forza Italia, soprattutto ex Dc, vengano con noi».
Un altro secco “no” arriva dalla Lega Nord: «La nostra posizione è chiara. Noi siamo sempre stati, e lo saremo anche adesso, contrari al partito unitario del centro-destra. Se Fi e An vogliono, se lo facciano loro». Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega, non vuole neppure sentir parlare di partito unico della Cdl.

In effetti è Alleanza Nazionale il partito dall’opinione più articolata in merito: «La necessità di fare un partito unitario del centrodestra c’è. Ma bisogna vedere se c’è anche la volontà politica di realizzarlo». E’ Altero Matteoli, capogruppo al Senato, a dirsi favorevole al partito unitario della Cdl, ma a patto che venga rispettata la par condicio al suo interno. E riguardo alla posizione contraria del Carroccio, Matteoli afferma che non si tratta di una novità. «C’è bisogno di par condicio – avverte – solo a questa condizione siamo disposti a sederci attorno allo stesso tavolo per discutere del progetto voluto da Berlusconi. E’ chiaro che se il 14 ottobre ci sarà l’ufficializzazione della nascita del Pd, anche noi dobbiamo muoverci in questo senso e dar vita a un soggetto unico che raccolga tutte le anime del centrodestra».
Ignazio La Russa si professa sostenitore dell’idea di un partito unico nel centro-destra e dice che «Berlusconi ha fatto bene a registrare il marchio del Pdl per evitare che lo facessero altri, estranei alla Cdl, prima di lui: è un primo piccolo passo verso il nostro obiettivo che è la federazione del centrodestra. Del resto – aggiunge – da anni An punta a un partito unitario». E propone addirittura di far esordire il Partito delle Libertà già alle prossime amministrative: «In quelle realtà dove è più facile fare accordi si può sperimentare questo nuovo logo».
D’accordo con l’idea di Berlusconi è anche Alessandra Mussolini, segretario di Azione Sociale, che loda il coraggio che spinge più partiti ad unirsi: «Bisogna prendere coraggio come hanno fatto nel centro-sinistra dove si sono uniti i due principali partiti, Ds e Margherita. Un primo passo potrebbe essere l’unione di Fi e An, poi gli altri che vogliono unirsi, ognuno con le proprie diversità, come nel Pd».

fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Attualita%20ed%20Esteri/Attualita/2007/08/pdl-brambilla-reazioni.shtml?uuid=6ed6b51a-4ff4-11dc-9094-00000e251029&type=Libero

Silvio dal notaio: pronto il "partito delle libertà"

A QUANDO LA NUOVA SCONFESSIONE?

di Luca Sebastiani

Silvio Berlusconi, 220, foto Ansa, 15/6/2007

Il notaio è pronto. Manca solo la firma del Cavaliere in calce al nome e al logo e a breve il Partito della Libertà vedrà la luce. Smentendo se stesso, dunque, il nuovo soggetto che aveva scompigliato le carte nella Casa della Libertà, Berlusconi lo farà lo stesso anche se, dicono le fonti, solo formalmente, per sventare l’eventualità che qualcuno gli rubi l’idea insieme al logo. Poi, magari, in un futuro, si vedrà. Si chiude con un colpo di scena “notarile” l’ultimo capitolo sulla misteriosa creature politica del Cavaliere che finora ha avuto come effetto solo quello di fare imbufalire gli alleati e i dirigenti di Forza Italia.

La diretta interessata, intanto, si è trincerata in un impenetrabile silenzio stampa. Del Partito della Libertà Maria Vittoria Brambilla non vuole proprio parlare. Eppure fino a due giorni fa, dicevano le indiscrezioni, era lei, con i suoi Circoli della Libertà, la segretaria designata dell’ultima trovata di Berlusconi per ridare fiato alla propria leadership e magari, contestualmente, asfissiare quella dei suoi alleati. Poi è arrivata la secca smentita del manovratore di Arcore e la parlantina della sua pupilla si è arrestata. Chi non ha smesso di parlare sono stati invece gli alleati che, seccati per gli scenari delineati della stampa, hanno levato un coro di no, anche da Forza Italia. «Ad ognuno il suo ruolo», ha detto Fabrizio Cicchitto preoccupato di difendere quello del partito di cui è vicecoordinatore. Nella Cdl ci sono già una serie di «partiti consolidati» e al limite, in prospettiva, concede all’Unità, «i Circoli possono essere un partito in più nella Cdl che tenga insieme quelli che percepiscono le altre organizzazioni come troppo burocratizzate». Ma Brambilla dice che i circoli che dovrebbero formare il Pdl sono ormai cinquemila. «Mi sembra una cifra molto larga».

E se Umberto Bossi fa sapere che «per la libertà c’è solo la Lega», i più infuriati all’idea del Pdl sono però quelli di An. C’è da capirlo. Era stato Fini a lanciare l’idea del partito unico del centrodestra e a incassare la contrarietà del Cavaliere. «Il Pdl non è solo di Berlusconi e non può essere una costola di Fi», ha dichiarato Adolfo Urso deputato di Alleanza nazionale a cui non va giù neanche l’idea del partito in più: «Ridurre il Pdl a uno dei tanti partiti della cdl o peggio uno strumento da utilizzare contro qualcuno significa snaturare il lavoro di molti». Insomma il Pdl sarebbe solo una creatura giornalistica, un equivoco? «Berlusconi è troppo intelligente per fare il Pdl – dice a l’Unità Francesco D’Onofrio dell’Udc – ma ho troppa stima per i giornali per credere che inventino tutto». Semmai il Cavaliere dovrebbe pensare di passare dal cartello elettorale «all’alleanza politica del centrodestra. Altrimenti il Pdl sarebbe solo una ripetizione del movimento populista del ’94». Senatore, i Circoli della Libertà della Brambilla sono omai cinquemila: «Non conosco nessuno che ne faccia parte».

Pubblicato il: 21.08.07
Modificato il: 21.08.07 alle ore 14.27

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68265


«La Chiesa paghi giuste tasse, troppi privilegi»


Il sottosegretario all’Economia: «Se ne parli dalla prossima Finanziaria»

Cento: «Nel corso degli anni sono stati accumulati dei privilegi. Non sarebbe sbagliato aprire una discussione su questo»

ROMA «Anche la Chiesa paghi tasse giuste. Il sottosegretario al ministero dell’Economia, il verde Paolo Cento, afferma che «nel corso degli anni la Chiesa ha accumulato dei privilegi. Non sarebbe sbagliato aprire una discussione su questo». Cento, nel ricordare che ci sono dei principi concordatari che regolano il rapporto con lo Stato, rileva che anche le attività commerciali dovrebbero essere sottoposte a un trattamento fiscale «al pari di quello a cui vengono sottoposti gli altri contribuenti nel nostro paese».

DISCUSSIONE – Per il sottosegretario occorre da una parte «riconoscere le funzioni che vengono svolte dalle attività religiose» e mantenere il particolare regime fiscale per quelle attività che sono strettamente connesse. Dall’altra parte, però, bisogna «rivedere le forme di agevolazioni di attività che hanno un contenuto economico e commerciale. In questo caso è legittimo che queste vengano sottoposte a un rapporto fiscale alla pari di tutti gli altri contribuenti». Il discorso era già stato affrontato in passato, ricorda Cento. In particolare nella scorsa finanziaria. «Non è un tabù riprendere la discussione sull’Ici e sugli immobili della Chiesa, come delle altre istituzioni religiose, che sarebbe giusto sottoporre al regime di imposizione fiscale quando hanno una funzione economica». Per il sottosegretario è quindi evidente che «se viene svolta una funzione economica l’attività deve essere assoggettata alle norme fiscali». Bisogna, dice, «riaprire la discussione su questi temi» già a partire dalla prossima Finanziaria.