Archivio | dicembre 5, 2008

Contagiatemi di felicità

Daniela Ovadia

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Dallo studio Framingham, uno dei caposaldi della moderna epidemiologia, abbiamo imparato quasi tutto quello che oggi sappiamo sulla relazione tra stili di vita e malattie cardiovascolari. Ora dobbiamo agli abitanti di questa famosa cittadina statunitense anche il segreto della felicità: circondarsi di persone felici.

Oggi è uscito, sul British Medical Journal, uno studio longitudinale su quasi 5.000 soggetti seguiti per oltre 20 anni in modo indiretto (ovvero attraverso le loro cartelle cliniche che contengono anche una valutazione psicologica periodica con scale per la depressione). Obiettivo: scoprire se la felicità può diffondersi da persona a persona e, soprattutto, come si formano i cluster di persone felici. Una sintesi dello studio la trovate su questo stesso sito.

Gli studi sulla felicità, dicono gli autori, si sono finora concentrati sugli aspetti socioeconomici e genetici, ma non sugli aspetti relazionali. Inoltre diverse ricerche hanno dimostrato che le emozioni sono contagiose, ma nessuno si è chiesto se esiste un “network della felicità”, ovvero se questa emozione (e il suo inverso, ovvero l’infelicità) si possono trasmettere anche in modo indiretto (per esempio se la mia felicità può contagiare l’amico di un mio amico).

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Le conclusioni sono curiose e, soprattutto, importanti anche dal punto di vista sociale, perché affermano che la felicità è un’emozione che si distribuisce secondo la logica del network, e che si presenta in cluster di individui legati tra loro fino a tre gradi di separazione. Se guardate l’immagine che ho caricato dal BMJ, l’idea risulterà più chiara. Il grafico in alto rappresenta la situazione del gruppo esaminato nel 1996 e quello in basso l’evoluzione nel 2000. Ogni nodo rappresenta un individuo (tondo per le donne, quadrato per gli uomini). Le linee tra i nodi indicano la relazione (nere per i familiari, rosse per amici e partner). Il colore del nodo indica il grado di felicità (blu i più tristi, verde tendente al giallo i più felici).

Quindi un determinante chiave della nostra felicità è la felicità di chi ci sta vicino. Gli stati emotivi si trasferirebbero da un individuo all’altro attraverso la mimica, specie quella facciale. In gioco ci sono i soliti neuroni specchio, non a caso coinvolti nelle percezioni delle emozioni degli altri veicolate attraverso il movimento .

Quel che colpisce del modello messo a punto sugli abitanti di Framinghan è che in base a un algoritmo e conoscendo il mondo relazionale di un individuo è possibile predire chi sarà felice negli anni a venire e chi no.

Inoltre le persone felici tendono a essere naturalmente il centro del loro cluster relazionale, e questo, dicono gli autori, confermerebbe il ruolo dell’evoluzione in tutta la faccenda (dato che siamo animali sociali, mettiamo al centro della nostra rete chi ci può apportare benessere). Inquietante, invece, il fatto che la felicità non è solo funzione dell’esperienza individuale o delle nostre scelte, ma è una proprietà del gruppo. Se a questo fatto sommiamo i risultati di tutti gli studi sui determinanti genetici del benessere psicologico, non ci rimane molto nelle mani…

Poiché la felicità è un elemento che influenza in modo sostanziale lo stato di salute (anche secondo l’OMS), il British Medical Journal si chiede se non debba essere un dovere sociale quello di favorire questo contagio (che farebbe risparmiare un sacco di soldi ai sistemi sanitari nazionali -) ) .

A mio avviso, il punto critico di questa analisi è proprio la definizione di felicità: se fosse così semplice da misurare (ovvero solo come assenza di depressione o comunque di umore sottotono), sarebbe falice farci tutti felici (magari con un pillolone!). Inoltre la significatività statistica è un tantino bassa (vedi più sotto gli intervalli di confidenza).

Rimane il fatto che, qualsiasi cosa abbiano valutato, chi ci sta intorno influenza la nostra vita,: un amico che abita a 1,5 Km da noi ed è felice aumenta la nostra probabilità di felicità del 25 per cento (con un intervallo di confidenza al 95% un tantino elevato, da 1 a 57 per cento). I partner felici la incrementano dell’8 per cento (ma con un IC 95 da 0,2 a 16 per cento), i nostri allegrissimi vicini di casa del 34 per cento (IC 95 tra 7 e 70 per cento!). Vabbé, accontentiamoci, anche perché un dato scientificamente sicuro c’è: i nostri colleghi non ci infleunzano per niente, anche se passiamo otto ore al giorno con loro. Magia del posto di lavoro, che funziona da schermo antifelicità meglio dello scudo spaziale.

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5 dicembre 2008

fonte: http://ovadia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/12/05/contagiatemi-di-felicita/

Censis: è panico da crisi, 81mila famiglie a rischio insolvenza mutuo

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Sarebbero almeno 81mila le famiglie a forte rischio di insolvenza per il pagamento del mutuo. Una situazione di disagio che coinvolgerebbe almeno il 3% delle famiglie che attualmente sono gravate da un mutuo ma che costituiscono un’area di vera emergenza ai quali servirebbero “strumenti idonei”, a partire da una “dilazione delle scadenze di pagamento senza innalzare in modo spropositato i tassi di interesse sulle rate residue, fenomeno gia’ ampiamente verificatosi nell’arco degli ultimi due anni”.
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Panico da crisi

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Un anno fa era “mucillagine”, quest’anno la società italiana – sempre piu’ impaurita, addirittura “in preda al panico” in seguito alla crisi finanziaria – rischia un vero e proprio “collasso da implosione”.

A riportare la situazione, tra il 2007 e i primi mesi del 2008, e’ il Censis nell’edizione 2008 del suo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, analizzando il livello di indebitamento delle famiglie alla luce della crisi economica in corso. Un indebitamento che negli ultimi tre anni è schizzato al 48,5% del reddito disponibile (contro il 40% del 2004). Circa il 12% degli oltre 24 milioni di famiglie attualmente risulta gravato da un mutuo immobiliare.

Di queste, dice ancora il Censis, sulla base di rilevazioni campionarie effettuate assieme a Confcommercio quasi il 60% (2.800.000) “non ha difficolta’ nella sua restituzione e nel pagamento delle rate”. Il 29,1% (circa 838mila famiglie) ha dichiarato “qualche difficolta’ ma non tale da rappresentare un vero problema o rischio insolvenza”. Un’ulteriore quota del 9,7% delle famiglie, invece, “ha indicato notevoli difficolta’ rispettando tuttavia le scadenze”. Ma la “vera area a rischio” e’ rappresentata dal restante 2,8% di famiglie (circa 81mila) che “ha dichiarato di non aver rispettato le scadenze di pagamento delle rate”.

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Pil centro-nord vince su Europa, ma sud frena Italia

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L’Italia a due velocita’ si consolida: ed e’ questa la principale vulnerabilita’ del sistema italiano, rileva il Censis nel rapporto 2008 presentato oggi. Un dato e’ emblematico: il Pil pro-capite delle regioni del centro nord (29.445 euro) e’ piu’ elevato di quello del Regno Unito (29.140), della Germania (28.068), della Francia (27.593) e della Spagna (26.519). Se si considera invece il Pil nazionale (17.046) il valore scende in modo significativo proprio per via dello “scarso apporto meridionale”. Nell’export di beni, sempre pro-capite, siamo gia’ secondi solo alla Germania ma l’
Italia del Centro-Nord supererebbe la media europea a 27 con 7.835 euro per abitante.

Ed ancora. Nel Mezzogiorno i diplomati sono il 44% della popolazione di 25-64 anni (al Centro-Nord il 54,3%), 39 punti in meno della Germania (83,2%) e 23 in meno della Francia (67,4%).
Il Centro-Nord, poi, registra un 2,4% di laureati in piu’; se si considerano i residenti di eta’ 25-34 anni, il divario nord-sud sale al 4,7%.

Stesso andamento anche in tema di criminalita’: al sud gli omicidi per 100 mila abitanti sono doppi rispetto al centro-Nord (1,6 contro 0,8) ma superiori anche a tutti i dati europei, in media 1,4 (Francia 1,4, Spagna 1,1, Regno Unito 1,5). Le regioni del centro-nord hanno invece il primato dei decessi sulle strade: 9,4 morti in incidenti stradali ogni 100 mila abitanti contro i 7,2 del sud, gli 8,4 della Spagna, i 7,2 della Francia, i 6 della Germania.

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fonte: http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=89105

Usa, disoccupazione record. Obama: «Misure urgenti»

Il dato di 553mila impieghi perduti rappresenta un picco negativo da oltre trent’anni. La disoccupazione sale al 6,7%, massimo dal 1993


5 dicembre 2008

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La disoccupazione inizia a fare paura, dopo la diffusione dei dati sull’occupazione di novembre negli Stati Uniti. E le Borse subiscono il colpo. Solo a novembre sono stati bruciati 533mila posti di lavoro. E’ la peggior performance dal dicembre 1974. Gli analisti si aspettavano una perdita più contenuta, pari a 325mila impieghi. Nel mese il tasso di disoccupazione si è invece assestato al 6,7% contro il 6,5% di ottobre. In questo caso si tratta del massimo dall’ottobre del 1993.

Obama: «Misure urgenti». La recessione attuale è già costata quasi 2 milioni di posti di lavoro, «è per questo che abbiamo bisogno di un piano di ripresa economica che crei almeno 2,5 milioni di posti di lavoro nei prossimi due anni», ha detto il presidente eletto Barack Obama commentando i dati. «È il momento di rispondere con urgenza» alla crisi che «ci offre anche la possibilità di trasformare la nostra economia e migliorare la vita» degli americani.

Disoccupazione verso l’8%. I dati resi noti dal dipartimento del Lavoro americano confermano come la crisi in atto sia ormai di gravità simile quanto meno a quella del 1981-1982 e avallano le attese di chi prevede un nuovo drastico taglio del costo del denaro nella prossima riunione da parte della Fed. Secondo gli economisti, il tasso di disoccupazione è destinato a salire almeno fino all’8% prima che si registri un miglioramento della congiuntura. Nell’arco degli ultimi 3 mesi, l’economia Usa ha perso oltre 1,2 milioni di posti di lavoro e il totale sale a oltre 1,7 milioni per i primi undici mesi del 2008. L’entità della perdita di posti di lavoro accusata in novembre lascia inoltre prevedere una pesante riduzione della crescita nel quarto trimestre: gli analisti si aspettano una riduzione del Pil compresa tra il 4 e il 5 per cento.

I posti persi per settore. A livello di settori, in novembre il settore manifatturiero ha perso 85mila impieghi con un meno 13mila per l’industria dell’auto. Le costruzioni hanno ridotto i ranghi di 82.000 unità mentre il settore retail ha diminuito gli addetti di 91.000 unità. Male anche il turismo che ha perso 76mila posti di lavoro. In calo, di 78mila impieghi anche il lavoro interinale. In controtendenza nel mese solo i settori della sanità e dell’istruzione (+52mila complessivamente) con un contributo positivo in arrivo anche dal governo (+7mila assunzioni). I salari orari infine sono cresciuti nel mese dello 0,4% a 18,30 dollari.

Petrolio in calo. L’euro è balzato sopra 1,27 dollari dopo il dato sulla disoccupazione americana. A New York il prezzo del petrolio Wti scende sotto 43 dollari, mentre a Londra il Brent è sceso sotto la soglia di 41 dollari al barile Per il greggio si tratta dei livelli più bassi da inizio gennaio 2005.

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fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/12/Usa-posti-lavoro-disoccupazione.shtml?uuid=c0086b4e-c2d1-11dd-a95c-4823ee0bdf9d&DocRulesView=Libero

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LATTE E SALUTE – Allarme batteri / Perché bere il latte crudo?

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Latte crudo, allarme batteri

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Il latte torna a far parlar di sé. Nel modo peggiore. Sono 9 i casi sospetti (negli ultimi due anni) di sindrome emolitico-uremica, un’infezione grave ai reni causata da un batterio, l’Escherichia coli 0157. Il problema è di quelli da prendere molto sul serio: l’infezione ha colpito i bambini, compromettendo la funzionalità dei reni, fino alla dialisi. Quale la causa? Si sospetta che i contagi siano stati provocati dal latte non pastorizzato e dalla carne cruda, anche se non è ancora possibile collegarli a una causa precisa. A oggi l’unica certezza è che i casi segnalati sono distribuiti in tutta Italia, con maggiore frequenza nelle regioni padane, attorno a Roma, in Campania e Puglia.

Le precisazioni del Ministero
Il latte crudo resta il principale indiziato: il suo consumo è, infatti, a rischio di infezioni provocate dall’Escherichia coli 0157. Lo ha segnalato anche una circolare del ministero del Welfare. Dopo le recenti denunce le autorità si muovono e lo stesso ministero annuncia l’obbligo di inserire la dicitura “bollire” sui distributori alla spina, minacciando la sospensione della vendita fino a quando la misura non sarà applicata su tutti i distributori. Quello che manca – a nostro parere – sono indicazioni chiare e maggiore trasparenza nella comunicazione fatta ai consumatori. La gente ha iniziato a comprare il latte crudo, senza avere le idee chiare sul prodotto: ha dato troppe cose per scontate e lo ha consumato come un qualsiasi latte acquistato al supermercato.

La nostra inchiesta
Negli ultimi tempi il latte alla spina è diventato piuttosto di moda: ricorda il gusto perduto di una volta, conciliando la voglia di cibi naturali con l’attenzione al portafoglio. In Italia sono oltre duemila i distributori ed è in aumento il numero di consumatori che preferiscono il latte crudo a quello pastorizzato o a lunga conservazione. L’interesse crescente ci ha spinto, non molto tempo fa, ad approfondire l’argomento con un’inchiesta sul latte alla spina. Lo abbiamo ribadito già in quell’occasione: il latte crudo si può considerare un alimento interessante dal punto di vista nutrizionale se rispetta tutti i criteri stabiliti dalla legge. La legislazione italiana e comunitaria permettere la sua vendita, esclusivamente tra il produttore e il consumatore, solo se l’allevamento di provenienza presenta condizioni igienico-sanitarie adeguate. I recenti casi, però, fanno sorgere forti dubbi sul prodotto.

Che cosa fare per evitare rischi?
Le autorità suggeriscono di far bollire il latte con un trattamento a 100° che uccida i batteri patogeni. La cara vecchia bollitura del latte (lo mettevano sul fuoco anche le nostre nonne) modifica però le proprietà nutritive e il gusto caratteristici di questo latte. In poche parole: la cottura casalinga rende il latte crudo piuttosto simile a quello trattato termicamente. A questo punto ci chiediamo noi: vale la pena comprarlo? Certo questo prodotto costa meno rispetto a quello confezionato e industriale, ma spesso i distributori non sono alla portata di tutti. Compratelo, dunque, se è sotto casa, ma ricordate che il latte crudo è un alimento molto delicato e va consumato seguendo alcune importanti, seppur semplici, precauzioni: cuocetelo bene (soprattutto se è destinato ai bambini) e non lasciatelo in frigorifero per più di un giorno.

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fonte: http://www.altroconsumo.it/latte-latticini-uova/latte-crudo-allarme-batteri-s227883/salute-p12670.htm

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Perché bere il latte crudo?

23 Settembre 2008

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latte_fresco_crudo Perché bere il latte crudo?Il latte è da sempre uno degli alimenti principali della dieta umana, specialmente nel mondo occidentale. Le ragioni sono molteplici: è un alimento pressoché completo, ricco in carboidrati, proteine, grassi, e minerali; è facilmente disponibile in molti paesi di tradizione agro-pastorale; ed infine perché ha un ottimo sapore.

Gli esseri umani rappresentano una eccezione nel mondo animale nel senso che continuano a consumare il latte anche in età adulta. Ciò puó contribuire a problemi di digeribilità in quanto molti esseri umani perdono progressivamente la capacità di digerire il lattosio, lo zucchero del latte.

Per digerire il lattosio è infatti necessario l’enzima lattase, il quale è presente ai suoi livelli piú elevati nel piccolo intestino dei neonati e diminuisce progressivamente a meno che non si consumi latte in modo regolare.

Per gran parte della storia umana, il latte è stato consumato crudo. Nel 1862 il chimico e microbiologo francese Louis Pasteur introdusse il processo di riscaldamento dei liquidi con lo scopo di distruggere batteri, protozoi, muffa, ed altri microrganismi patogeni. Il processo è da allora noto col nome di pastorizzazione, la quale fu suggerita per il latte dal chimico tedesco Franz von Soxhlet nel 1886.

Il processo della pastorizzazione del latte è diventato una pratica comune nel mondo occidentale, tanto da far sparire per qualche tempo il latte crudo dalla circolazione. In America ed in Italia, però, è ora possibile comprare il latte crudo, il quale ha un piccolo seguito di consumatori fedeli.

Ad ascoltare la Food and Drug Administration (FDA) — l’agenzia governativa statunitense che regola i prodotti alimentari e farmaceutici disponibili sul mercato americano — il latte crudo andrebbe assolutamente evitato. Il sito web della FDA avverte che il latte crudo può contenere microrganismi pericolosi; avverte inoltre che, secondo il Center for Disease Control and Prevention, oltre 800 persone negli Stati Uniti sono state ricoverate dal 1998 ad oggi dopo aver bevuto latte crudo o formaggi fatti con latte crudo. l’FDA conclude avvisando che il latte crudo contiene batteri pericolosi quali salmonella, E. coli e listeria.

L’FDA avverte inoltre che il latte crudo può essere particolarmente dannoso per donne in gravidanza, bambini, anziani, e persone con un sistema immunitario indebolito.

L’FDA non è esente da critiche tuttavia. Da anni viene accusata da associazioni di consumo americane di andare a letto con Big Pharma, vale a dire le grandi multinazionali farmaceutiche e, in combutta con tali multinazionali, di aver approvato cibi, coloranti, e conservanti che si sono poi rivelati deleteri per la salute dei consumatori. Un numero di gran lunga superiore ad ottocento dal 1998 ad oggi.

I benefici del latte crudo

Il latte crudo, vale a dire non pastorizzato, ha un sapore incredibile, ricco e cremoso. Il latte pastorizzato, in particolare il latte magro e parzialmente scremato, hanno un sapore paragonabile ad acqua sporca in confronto al latte crudo.

Il latte crudo viene inoltre considerato da molti un alimento superiore. A differenza del latte pastorizzato, il latte crudo è ricchissimo in batteri che aiutano la digestione ed il sistema immunitario; contiene inoltre acido folico, vitamine B, vitamina C, acidi grassi omega-3, ed altri nutrienti che vengono quasi totalmente distrutti con la pastorizzazione; contiene inoltre minerali essenziali quali calcio e magnesio, utili per la salute di ossa e denti; contiene composti che aiutano a combattere artrite, colesterolo e indurimento delle arterie; il latte crudo contiene infine lo spettro completo di amino acidi ed è un alimento proteico completo.

Uno dei benefici principali del latte crudo è il suo ruolo contro l’asma e le allergie nei bambini. Piú di una volta ho sentito persone in coda alla cassa del supermercato (San Diego, California) spiegare a coloro che chiedevano a proposito del latte crudo nel loro carrello che il proprio figlio era guarito dalle sue allergie una volta che aveva cominciato a bere latte crudo. Questi benefici anti-allergie sono stati confermati da uno studio dell’Internet Journal of Asthma, Allergy and Immunology, il quale ha affermato che il latte crudo contribuisce a ridurre l’incidenza di condizioni allergiche nei bambini fino al 40 per cento.

Un’altro studio su quasi 15.000 bambini, pubblicato nel maggio 2007 dalla rivista Clinical and Experimental Allergy, ha confermato che il latte crudo protegge i bambini da asma e raffreddore da fieno.

In un altro studio del Regno Unito, campioni di sangue sono stati prelevati da 4.700 studenti delle scuole elementari. I bambini che vivevano in fattorie e bevevano latte crudo avenano il 60 per cento in meno di immunoglobulina E — un anticorpo che il nostro sistema immunitario produce in quantità elevate quando viene esposto ad un allergene; i livelli di istamina, un mediatore chimico rilasciato dalle cellule in caso di reazione allergica, erano pure dimezzati.

Il latte crudo, a differenza del latte pastorizzato, è inoltre facilmente digeribile in quanto contiene batteri che aiutano il corpo umano a digerire il lattosio. Tali batteri vengono distrutti dal processo della pastorizzazione. Ecco perché molti adulti trovano difficile digerire il latte pastorizzato. Tale difficoltà di digestione si presenta sotto forma di senso di gonfiore dello stomaco e gas intestinali. Tali problemi spariscono completamente quando passano dal latte pastorizzato al latte crudo.

In generale, le persone che passano dal latte pastorizzato al latte crudo riportano un miglioramento nella propria salute: pelle piú sana e piú pulita, migliore digestione, migliori funzioni respiratorie, sistema immunitario rinforzato, e meno allergie.

Gli effetti della pastorizzazione

Si sostiene che la pastorizzazione — il processo per cui il latte viene ripetutamente riscaldato a 71° C e poi fatto rapidamente raffreddare — distrugga molti degli elementi nutritivi del latte, tra cui i batteri che aiutano il nostro corpo a digerire il lattosio. La pastorizzazione rende inoltre il calcio piú difficile da digerire.

Ma che dire dei benefici della pastorizzazione? Che dire dei batteri nocivi che vengono distrutti da tale processo? In realtà i moderni processi di produzione e distribuzione del latte rendono inutile il processo della pastorizzazione. Inoltre tale processo non dà garanzie sanitarie: molte contaminazioni da salmonella negli ultimi decenni hanno avuto luogo attraverso latte pastorizzato. Le fattorie che vendono latte non pastorizzato sono infatti sottoposte a stringenti norme igieniche, norme che alcune delle fattorie tradizionali che vendono latte pastorizzato non rispettano.

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Prima fonte:  The Dangers Versus the Benefits of Raw Milk

Fonte articolo: http://www.scinico.org/2008/09/perche-bere-il-latte-crudo/

Il giro del mondo del taxi solare si conclude a Poznan

IL VEICOLO PARCHEGGIATO DAVANTI ALLA SEDE DELLA CONFERENZA SUL CLIMA

L’impresa portata a termine da Louis Palmer, svizzero di 36 anni che, partito da Lucerna nel luglio 2007

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Il taxi solare che ha fatto il giro del mondo
Il taxi solare che ha fatto il giro del mondo

POZNAN (POLONIA)- Il giro del mondo con un taxi a energia solare: é l’impresa portata a termine da Louis Palmer, insegnante svizzero di 36 anni che, partito da Lucerna nel luglio del 2007, ha attraversato 4 continenti percorrendo oltre 52 mila chilometri . Come ultima tappa di questo straordinario viaggio il trentaseienne ha scelto un luogo più che simbolico, Poznan, città polacca dove fino al prossimo 12 dicembre sarà di scena la quattordicesima Conferenza dell’Onu sul clima. Lo scopo dell’ impresa era chiaro fin dalla partenza: dimostrare come le auto ecologiche sono ormai una realtà e possono sostituire tranquillamente gli attuali veicoli inquinanti

RIMORCHIO A TRE RUOTE Questo taxi ecologico é un’auto con rimorchio a tre ruote coperto da pannelli che si ricaricano con l’energia solare. Secondo quanto afferma il sito della Bbc il veicolo raggiunge i 90 km/h e una volta che le batterie sono state completamente ricaricate può percorrere 300 km senza mai fermarsi. Palmer afferma che quest’auto funziona «come un orologio svizzero» e che solo in due occasioni, durante tutto il massacrante viaggio, ha avuto dei problemi. Naturalmente il veicolo non si muove solo grazie all’energia solare: al suo interno e’ presente una batteria elettrica che puo’ alimentare la vettura di notte o durante le giornate nuvolose

PASSEGGERI FAMOSIDurante i 17 mesi di viaggio, sul taxi ecologico di Palmer, sono saliti diversi personaggi famosi che hanno a cuore il problema del riscaldamento climatico. Tra questi il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, il principe Alberto di Monaco, il regista hollywoodiano James Cameron, il sindaco di New York Michael Bloomberg e il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt. «Le persone amano l’idea di possedere una macchina solare» ha sottolineato Palmer che ha parcheggiato il suo taxi solare proprio davanti alla sede dove si tiene il vertice internazionale sul clima. «Spero che le industrie automobilistiche ascoltino il desiderio della gente e costruiscano in futuro macchine elettriche. Queste nuove tecnologie sono pronte. Sono ecologiche, economiche e assolutamente realizzabili. Possiamo fermare il riscaldamento climatico».

COSTI Tuttavia il problema dei costi rimane centrale. Per costruire questo prototipo ci sono voluti gli stessi soldi che occorrono per due Ferrari. Ma Palmer é convinto che, se il taxi solare fosse prodotto in serie costerebbe solo 14 mila euro. Per adesso l’insegnante svizzero si gode la sua impresa e afferma che l’anno prossimo tenterà un giro del mondo in 80 giorni con 6 automobili alimentate a energia eolica, idrica e geotermica. Però prima della nuova avventura ha un altro importante impegno: «Ho promesso a mia madre che sarei tornato a casa prima di Natale» ha concluso Palmer

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Francesco Tortora
05 dicembre 2008

fonte: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_dicembre_05/taxi_solare_poznan_d7f52998-c2ce-11dd-8440-00144f02aabc.shtml

La Chiesa attacca sui tagli alla scuola cattolica, il Governo fa subito marcia indietro

incazzato

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L’ufficio dei vescovi, parlando di “crisi profonda”, aveva annunciato una mobilitazione
Poi interviene anche il Papa: “Inalienabile dell’educazione religiosa dei figli”

Il sottosegretario Vegas: “I fondi verranno ripristinati con un emendamento”
Ma a decidere come destinare i soldi dovrà essere il ministero dell’Istruzione

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Scuola cattolica, la Chiesa attacca Il governo annulla subito i tagliIl ministro Giulio Tremonti

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CITTA’ DEL VATICANO – Non sono servite manifestazioni, sit-in, o lezioni all’aperto. E’ bastata la minaccia della mobilitazione delle scuole cattoliche per far cambiare idea al governo nel giro di qualche ora. I fondi per le scuole paritarie “vengono ripristinati”, ha assicurato il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato sulla finanziaria. “C’è un emendamento del relatore che ripristina – dice Vegas – il livello originario, vale a dire 120 milioni di euro. Possono stare tranquilli, dormire su quattro cuscini”. Nonostante le rassicurazioni, anche il Papa ha fatto sentire la propria voce: “Gli aiuti per l’educazione religiosa dei figli – ha detto Benedetto XVI – sono un diritto inalienabile”.

La palla, comunque, viene rimbalzata al ministero dell’Istruzione: sui 120 milioni di fondi in arrivo per la scuola sarà il dicastero guidato da MariaStella Gelmini, di concerto con quelli degli Affari regionali e dell’Economia, a valutare successivamente, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge finanziaria, la quota da destinare agli istituti scolastici privati. Lo stabiliscono due diversi emendamenti dei relatori al disegno di legge finanziaria e al bilancio approvati oggi dalla commissione Bilancio del Senato. L’emendamento del senatore Saia (Pdl) al ddl Bilancio stanzia 120 milioni per il 2009 all’istruzione scolastica. La proposta del senatore Pichetto Fratin (Pdl) invece stabilisce che “fermo restando il rispetto delle prerogative regionali in materia di istruzione scolastica, con decreto del ministro dell’Istruzione di concerto con il ministro degli Affari regionali e il ministro dell’Economia, sentita la conferenza stato-regioni, sono stabiliti entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri per la distribuzione alle regioni delle risorse finanziarie occorrenti alla realizzazione delle misure relative al programma di interventi in materia di istruzione”.

Dal Pd, Maria Pia Garavaglia chiede chiarimenti al governo: “l’annuncio del ripristino dei fondi per le paritarie rappresenta soltanto un segnale, ma, come il governo sa benissimo, la cifra intera e’ ancora lontana dall’essere ripristinata e mancano all’appello ancora molti dei milioni che il precedente governo aveva assegnato alle scuole paritarie”. ”Il punto centrale della questione – e’ la conclusione della Garavaglia – dovrebbe essere quello di garantire pari diritti agli studenti e alle famiglie. Invece il governo conferma di guardare all’istruzione nient’altro che come a un costo da contenere”.

Secondo il senatore del Pd Antonio Rusconi,
mancano all’appello ancora 14 milioni di euro per le paritarie. “Tutto questo finirà inevitabilmente per penalizzare non solo le scuole cattoliche ma anche i cittadini e le famiglie delle scuole dell’infanzia che si vedono in difficoltà e sono costretti a ricorrere al portafogli per l’inevitabile aumento delle rette. Come sempre, tante rassicurazioni, tante promesse e scarsi risultati”.

Contro il taglio originario di circa 130 milioni di euro aveva tuonato stamane monsignor Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’educazione, annunciando che “le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese”, contro i tagli previsti dal governo Berlusconi.

“Non si tratta di restituzione – aveva lamentato Stenco – a questo punto si è aperta una crisi molto più profonda e le federazioni delle scuole cattoliche presto si mobiliteranno in tutto il Paese”. “Qui – aveva detto ancora – si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici”.

“Nel 2000 – aveva spiegato
ancora Stenco – la legge sulla parità scolastica ha previsto un contributo di 530 milioni di euro per tutto il sistema delle scuole paritarie, mentre la spesa per la scuola statale è di 50 miliardi. Il contributo, dello’1% per cento, è quindi già irrisorio”. “Nel 2004 – ha proseguito – per tre anni consecutivi Tremonti ha tagliato 154 milioni sui 530 di contributo totale, cioè il 33 per cento. La scuola cattolica ha taciuto – ha aggiunto – e li abbiamo recuperati anno per anno con emendamenti, con fatica e con ritardi. Ora, però, il ministro ripete la stessa manovra”. “La Chiesa adesso – aveva concluso – deve tirare le sue conseguenze perché senza contributi le scuole dell’infanzia non vanno avanti e di certo rischiano di chiudere”.

Dopo le parole di Vegas, il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, don Domenico Pompili, ha sfumato i toni della polemica. “I vescovi italiani – ha ricordato – sono preoccupati come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico, per il destino delle scuole pubbliche non statali, tuttavia pur consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente”.

Ma poco dopo arriva la voce del Papa. “Il ventunesimo secolo sta mostrando con sempre maggiore chiarezza la necessità di forgiare la vita personale, familiare e sociale in accordo a quei valori irrinunciabili che esaltano la persona e tutta la comunità”, e fra questi rientra “l’adozione di misure a favore dei genitori che li aiutino nel loro diritto inalienabile di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose, come pure la promozione della gioventù”, ha detto Benedetto XVI questa mattina, ricevendo le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede, Juan Pablo Cafiero.

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5 dicembre 2008

fonte: http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-8/cei-contro-tremonti/cei-contro-tremonti.html?rss