Archivio | dicembre 30, 2008

Gaza e dintorni: aggiornamenti sulla Dignity

FOR IMMEDIATE RELEASE (dal Free Gaza Movement)

Israeli Gunboats Came out of the Darkness and Rammed us Three Times

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For more information, please contact:
(Gaza) Ewa Jasiewicz, +972 598 700 497 / freelance@mailworks.org
(Cyprus) Lubna Masarwa +357 99 081 767 / lubnna@gmail.com
(Lebanon) Caoimhe Butterly +961 70 875 727 / sahara78@hotmail.co.uk
http://www.FreeGaza.org

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(Lebanon, Tuesday 30 December) – Today the Free Gaza ship “Dignity” carefully made its way to safe harbor in Tyre, Lebanon’s southern-most port city, after receiving serious structural damage when Israeli warships rammed its bow and the port side. Waiting to greet the passengers and crew were thousands of Lebanese who came out to show their solidarity with this attempt to deliver volunteer doctors and desperately needed medical supplies to war-ravaged Gaza. The Lebanese government has pledged to provide a forensic analysis of what happened in the dark morning, when Israel rammed the civilian ship in international waters, and put the people on board in danger of losing their lives.

The Dignity, on a mission of mercy to besieged Gaza, was attacked by the
Israeli Navy at approximately 6am (UST) in international waters, roughly 90 miles off the coast of Gaza. Several Israeli warships surrounded the small, human rights boat, firing live ammunition around it, then
intentionally ramming it three times. According to ship’s captain Denis Healy, the Israeli attack came, “”without any warning, or any provocation.”

Caoimhe Butterly, an organizer with the Free Gaza Movement, stated that, “The gunboats gave us no warning. They came up out of the darkness firing
flares and flashing huge flood lights into our faces. We were so shocked that at first we didn’t react. We knew we were well within international waters and supposedly safe from attack. They rammed us three times,
hitting the side of the boat hard. We began taking on water and, for a few minutes, we all feared for our lives. After they rammed us, they started screaming at us as we were frantically getting the life boats ready and
putting on our life jackets. They kept yelling that if we didn’t turn back they would shoot us.”

Cynthia McKinney, former U.S. congresswoman and Green Party presidential candidate, was traveling to Gaza aboard the Dignity in order to assess the
impact of Israel’s military onslaught against the civilian population of the Gaza Strip. According to McKinney, “Israeli patrol boats…tracked us for about 30 minutes…and then all of a sudden they rammed us
approximately three times, twice in the front and once in the side…the Israelis indicated that [they felt] we were involved in terrorist activities.”

The Dignity departed from Larnaca Port in Cyprus at 7pm (UST) on Monday 29 December with a cargo of over 3 tons of desperately needed medical supplies donated to Gaza by the people of Cyprus. Three surgeons were also aboard, traveling to Gaza to volunteer in overwhelmed hospitals and clinics. The ship was searched by Cypriot Port authorities prior to
departure, and its passenger list was made public.

Israel’s deplorable attack on the unarmed Dignity is a violation of both international maritime law and the UN Convention on the Law of the Sea, which states that “the high seas should be reserved for peaceful purposes.”

Delivering doctors and urgently needed medical supplies to civilians is a just such a “peaceful purpose.” Deliberately ramming a mercy ship and
endangering its passengers is an act of terrorism.

CALL the Israeli Government and demand that it immediately STOP attacking the civilian population of Gaza and STOP using violence to prevent human
rights and humanitarian assistance to the Palestinian people.

Mark Regev in the Prime Minister’s office at:
+972 2670 5354 or +972 5 0620 3264
mark.regev@it.pmo.gov.il

Shlomo Dror in the Ministry of Defence at:
+972 3697 5339 or +972 50629 8148
mediasar@mod.gov.il

Major Liebovitz from the Israeli Navy at:
+ 972 5 781 86248

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The Free Gaza Movement, a human rights group, sent two boats to Gaza in August 2008. These were the first international boats to land in the port in 41 years. Since August, four more voyages were successful, taking
Parliamentarians, human rights workers, and other dignitaries to witness the effects of Israel’s draconian policies on the civilians of Gaza.
http://www.FreeGaza.org

Le immagini dell’arrivo in Libano della Dignity sono qui:

Mentre qui c’è il racconto di Vik (ma io non sono riuscita a scaricarlo… grazie comunque a Il Sonno della Ragione):

http://www.radiopopolare.it/fileadmin/notiziario/notiziario_10_26.mp3

e questa è la notizia Reuters

(in italiano…)

Per chi non ha troppa familiarità con l’inglese: la rappresentante israeliana sostiene che la Dignity è stata cortesemente invitata ad allontanarsi, trovandosi in un teatro di azioni di guerra, ma che ha proseguito imperterrita il suo cammino – senza nemmeno identificarsi, quantomeno inizialmente – e che poi è andata a cozzare contro una nave israeliana, pure danneggiata. Qualcun altro (notizia ricevuta via mail) sostiene che Israele non sapeva che la Dignity fosse un’imbarcazione umanitaria… mah! Si vede che oltre a noi, che non abbiamo l’ADSL, altri soffrono di pessimi collegamenti alla rete.

PS: stamattina ho inviato questa mail ai due indirizzi qui nuovamente indicati:

“Dear Sirs,
I would greatly appreciate your strong effort to look for Peace in Palestine by immediately STOP attacking the Dignity and endangering the lives of its passengers!

Let the Dignity approach Gaza and carry there the medical supplies so desperately needed.

If the State of Israel has the right to exist, this right can no way be based on destroying innocent lifes and ignore any international law.

Did history teach you nothing?
Pls cease any attack right now.

Regards,
elena gaetti – mother
italy”

Risultato: il primo l’ha quantomeno aperta (Your message
To: mark.regev; Mediasar
Subject: PLS STOP FIRING THE DIGNITY – RIGHT NOW!
Sent: Tue, 30 Dec 2008 07:59:15 +0200

was read on Tue, 30 Dec 2008 11:42:50 +0200),

mentre il secondo l’ha cancellata senza nemmeno aprirla… (tra l’altro, la notifica specifica anche che il messaggio è destinato solo a me e che non posso divulgarlo!): capisco che ricevano – soprattutto di questi tempi, chissà mai perché… – un sacco di posta e che comunque già dal titolo era evidente il tenore del contenuto, però non è bello vedere in che considerazione sono tenuti i pareri del mondo (di cui, per quanto microbica, faccio parte).

Fatevi sentire pure voi… è decisamente ora di dire BASTA! alla violenza insensata di Israele (ussignur, temo che in realtà il suo bel senso ce l’abbia…)

Precari, scade il contratto. E il lavoro / Cassazione, assunto come precario? Resti un disoccupato

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Gli «atipici» sono 4 milioni. Il 43% lo è da più di tre anni Oltre 300 mila rischiano il posto con la fine dell’anno

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«Precario» è una parola generica. Il termine tecnico è «lavoratore atipico ». Che già contiene qualcosa di poco accattivante. Discriminante, quasi. Gli atipici esistono in Italia dal ’96, da quando si è cominciato a parlare di «flessibilità». Sono oltre 4 milioni gli atipici attualmente o recentemente occupati. E sono nei guai. Parliamo di circa 800 mila collaboratori a progetto, 600 mila lavoratori «a somministrazione» (una volta si chiamavano interinali), 2 milioni e 250 mila lavoratori a tempo determinato, 125 mila collaboratori occasionali, 190 mila professionisti con partita Iva, che spesso svolgono attività in una sola azienda, in modo esclusivo, tanto da essere chiamati «finti autonomi ». Totale, 15 per cento della forza lavoro. Un’ampia rassegna stampa dell’ultimo mese dimostra che la tempesta della crisi incrocerà per primo il mondo «atipico». Semplicemente, i contratti che finiscono potranno non essere rinnovati. Nella pubblica amministrazione è stato stabilito che dal 1˚ luglio 2009 chi ha oltre tre anni di precariato alle spalle non potrà più essere «stabilizzato». L’economista Tito Boeri calcola che vadano a scadenza 350 mila contratti atipici ogni mese, per Francesco Giavazzi sono un po’ di meno, 200 mila al mese. Secondo la Cgil, entro la fine dell’anno, ovvero tra 48 ore, non saranno rinnovati 400 mila contratti a tempo determinato. Secondo Giavazzi, entro il 2009 svaniranno almeno un milione di posti di lavoro atipici. Per ora, effetto della crisi, il governo ha messo in campo una piccola rete di protezione per circa 80 mila collaboratori a progetto, che riceveranno fra i 700 e i 1.200 euro. Una tantum. E una forma di estensione della cassa integrazione per i contratti a tempo determinato. Emiliano Mandrone, ricercatore Isfol, il Centro studi del ministero del Lavoro, ha da poco ultimato un approfondito esame sul settore. Mandrone ha scritto: «Il lavoratore atipico sale su una scala mobile che scende: fa molta fatica di solito senza raggiungere alcun obiettivo. Questo sforzo determina un presente di rinunce (casa, figli, indipendenza) e un futuro incerto sia come carriera sia come guadagni. Il percorso verso il contratto a tempo determinato spesso è un viaggio troppo lungo con lunghe soste in contratti inferiori per qualità».

Nel 40 per cento dei casi l’occupazione atipica perdura per oltre 3 anni. Stiamo parlando di oltre un milione e mezzo di persone. Continua Mandrone: «Per chi resta atipico oltre i tre anni, questa condizione di lavoro si configura come una sorta di trappola». Il 13% lavora «a scadenza» da oltre 10 anni. Gli atipici di lunga durata hanno fra i 30 e i 40 anni, ma ci sono anche alcuni over 50 fuoriusciti da imprese in crisi. Più donne che uomini. Più meridionali che settentrionali. Occupati in media sei mesi l’anno. Per dire: i collaboratori sono il 4,1% degli occupati, l’incidenza tra le donne è del 5,7%. Il lavoro a termine riguarda 10 persone su 100, queste diventano 24 su 100 tra i giovani, 12 su 100 tra i residenti nel Mezzogiorno e 13 ogni 100 fra le donne. Più atipici nelle imprese fra gli 11 e i 15 addetti e fra i laureati. In realtà, la parola «precario», secondo gran parte degli addetti, è l’atipico con oltre dodici mesi di atipicità sulle spalle e un solo datore di lavoro. In questo senso (dati Inps) il record del precariato spetta a Reggio Calabria, con l’82,2% di precari sul totale dei lavoratori «instabili». A Roma siamo al 74,1%, mentre a Sondrio i precari sono il 25,91% e a Bolzano il 26,94%. Il reddito lordo annuo di un co.co.copro, lavoratore a progetto, è stato nel 2007 di 8.809,58 euro, qualcosa come 734 euro al mese. Lordi. Un venditore porta a porta ne guadagna 9.720 all’anno, un collaboratore occasionale 3.897. Quanto ai diritti, per fare qualche esempio, un co.co.co. in caso di malattia ha diritto a un’indennità fra i 9 e i 18 euro al giorno fino a un massimo di 60 giorni a partire dal quarto giorno, mentre i lavoratori a tempo determinato hanno le stesse tutele degli assunti in pianta stabile su malattia, maternità, infortuni. Se andate a chiedere a un interinale perché fa quel tipo di lavo ro, il 76% (ricerca Isfol 2006) risponde: «Impossibilità di trovare un lavoro fisso».

E un altro 18% dice: «È una buona opportunità per trovare un lavoro stabile». Solo il 3,5% parla di «esigenze personali di flessibilità per motivi di studio» e il 2,3% di «esigenze personali di flessibilità per motivi familiari ». Fra le motivazioni dell’assunzione a termine ce ne sono alcune che rientrano pienamente nella logica «atipica», come «sostituzione di personale temporaneamente assente » (10%), «lavoro stagionale o picchi di produttività» (17%), «il contratto è legato a un progetto o a una commessa» (12%). Ma c’è anche un 24% che dice: «Nessun motivo particolare», o «periodo di prova in vista di un’assunzione a tempo determinato» (29%). «Va fatto ordine nella sfera dell’atipicità. La flessibilità ha senso quando ha motivazioni legate al ciclo economico o alle stagionalità. In molti casi invece serve soltanto a far risparmiare l’impresa o a creare un esercito di riserva, utile a tenere bassi il costo del lavoro e le rivendicazioni salariali (l’Italia ha i salari più bassi d’Europa)», dice Mandrone. Le ricerche Isfol, che finiscono sul tavolo del ministro, offrono alcuni suggerimenti: meglio far pagare la flessibilità a chi la usa, con una maggiorazione economica per le imprese, in cambio dei costi fissi che non sostengono; meglio spendere soldi pubblici per incentivare la stabilizzazione dei contratti temporanei piuttosto che pagare sussidi. Non si tratta di tornare indietro ma di fare un passo verso quella che in Europa si chiama flexicurity, la flessibilità coniugata a forme di sicurezza. Pietro Ichino, sul Corriere, ha fatto una proposta per superare i lavori di serie B o C: contratti a tempo indeterminato per tutti, ma non «ingessati»; indennizzi; agevolazioni per la ricollocazione. Mandrone propone di «passare (tornare) a principi universalistici ed assicurativi invece di continuare a segmentare il mondo del lavoro», dice. La crisi, tuttavia, non aiuta a veleggiare verso tali lidi.

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Andrea Garibaldi
30 dicembre 2008

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fonte: http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_30/precari_focus_andrea_garibaldi_f30eb62e-d640-11dd-894c-00144f02aabc.shtml

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Cassazione, assunto come precario?
Resti un disoccupato

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ROMA (30 dicembre) – Se il contratto di lavoro non è a tempo indeterminato, lavorare in modo saltuario mantiene lo status di disoccupato. L’impiego «temporaneo», infatti, non cancella lo «stato di disoccupazione». Lo sottolinea la Cassazione per la quale «un rapporto di impiego precario e temporaneo non può essere ritenuto sufficiente a fare venire meno il requisito dello stato di disoccupazione». Ha così avuto ragione un pugliese ultrasessantenne che era stato denunciato dalla Asl per aver particpato a un concorso pubblico senza aver dichiarato di aver avuto degli incarichi saltuari.

Ne era scaturita una denuncia
da parte della Asl che si era costituita parte civile nel processo contro il precario. Sia il Tribunale di Taranto che la Corte d’appello di Lecce, 7 gennaio 2008, avevano riconosciuto Donato D. C. colpevole di falsità ideologica in atto pubblico per induzione in errore dei pubblici funzionari, condannandolo pure al risarcimento dei danni in favore della Asl.

Contro la doppia condanna Donato si è rivolto alla Cassazione, richiamandosi alla giurisprudenza del Consiglio di Stato secondo la quale un impiego precario non fa venire meno lo stato di disoccupazione. Piazza Cavour ha accolto il ricorso e ha annullato la sentenza impugnata «perchè il fatto non sussiste». In questo modo la Quinta sezione penale con la sentenza 48361, depositata oggi, ha annullato la doppia condanna per il reato di falsità ideologica inflitta nei due precedenti gradi di giudizio a Donato D.C..

In particolare, i supremi giudici, facendo propria la giurisprudenza di Palazzo Spada, hanno ricordato che «un rapporto di impiego precario non può essere ritenuto sufficiente a fare venire meno il requisito dello stato di disoccupazione, necessario ai sensi dell’art. 12 L. 482 del ’78 per la partecipazione privilegiata ai pubblici concorsi». In ogni caso, la Suprema Corte rileva che quand’anche Donato D.C. «avesse correttamente segnalato la propria condizione di assegnatario in via provvisoria del posto di coadiutore sanitario presso la Asl, ciò non avrebbe comportato la sua cancellazione dall’elenco di disoccupati tenuto dall’ufficio provinciale del lavoro».

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fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=40145&sez=HOME_INITALIA


Immigrazione, scontro Maroni-La Russa. Il Viminale: “Adesso partono i reimpatri”

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Sulle coste delle isole minori della Sicilia continuano gli sbarchi. Il centro di accoglienza è al collasso.

La Russa: “No alla linea dura” e Maroni: “Io penso all’emergenza, lui sta ai tropici”

Da gennaio al via anche ai pattugliamenti delle coste libiche

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"Adesso partono i reimpatri"Il centro di accoglienza di Lampedusa

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ROMA – Gli sbarchi a Lampedusa infiammano il clima politico. Un secco botta e risposta tra il ministro degli Interni Roberto Maroni, favorevole a una linea dura contro gli immigrati e la Libia, e quello della Difesa Ignazio La Russa, che invita ad aspettare.

La linea dura con la Libia “non serve a niente”, aveva detto il ministro di An invitando il collega leghista ad “avere pazienza” con Tripoli, perchè “Gheddafi rispetterà gli accordi: solo che i suoi sono tempi libici, un pò levantini”.

Secca la replica di Maroni: “Non sono tanto d’accordo che bisogna mettersi nella mentalità di qualcun’altro”. “Lui è più fortunato di me – ha aggiunto riferendosi a La Russa -. Io non sono in qualche spiaggia nei mari tropicali, ma sono in Padania. Ho voluto rimanere qui proprio per affrontare le eventuali emergenze e quella di Lampedusa è una emergenza”.

Intanto il capo del Viminale ha annunciato che gli immigrati saranno rimpatriati il prima possibile. “Si deve sapere che chi sbarca a Lampedusa sarà rimpatriato entro pochi giorni direttamente da Lampedusa”, ha detto Maroni in un’intervista a radio Padania. Quella di Lampedusa è una vera e propria “emergenza” e “all’emergenza si risponde con l’emergenza”, ha aggiunto. Dunque, chi arriva sull’isola non sarà poi trasferito in altri centri d’Italia ma resterà lì per essere rimandato a casa nel giro di pochi giorni. “Domani o al massimo dopodomani ci saranno i primi voli di rimpatrio”.

Ma non è tutto. Entro gennaio partiranno anche i pattugliamenti delle coste libiche decisi con l’accordo dell’anno scorso fra il ministero dell’Interno di Tripoli e quello di Roma. “In queste ore – ha detto il ministro – una delegazione del governo italiano sta discutendo con i libici”. Il problema dello sbarco dei clandestini non riguarda solo l’Italia ma anche altri Paesi come Cipro, Malta e la Grecia, con i quali è stato fissato un incontro per il 13 gennaio “per trovare una strategia comune”. E anche “per portare le nostre rivendicazioni a livello europeo il 15 gennaio – ha aggiunto – al Consiglio europeo che si terrà a Praga”.

Negli ultimi giorni, grazie anche alle buone condizioni meteo-marine nel Canale di Sicilia, sull’isola pelagia sono approdati oltre 2.000 extracomunitari, ricreando quelle condizioni di emergenza, tipiche del periodo estivo, nel centro d’accoglienza che puo’ contenere 800 persone. Anche oggi, nonostante le condizioni meteo-marine sono in progressivo peggioramento, un altro barcone e’ in viaggio verso Lampedusa. Sul natante dovrebbero esserci circa 150 migranti.

Stamane un altro natante di legno, lungo circa 18 metri, era stato soccorso a Sud di Lampedusa. A bordo vi erano 253 persone. Ieri sera, dopo il trasferimento di 540 persone verso altre strutture, nel centro di accoglienza di Lampedusa rimanevano 1.560 migranti.

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29 dicembre 2008

EMERGENZE – Zimbabwe, il colera da agosto ha fatto 1500 morti

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Lo chiamavano il granaio d’Africa, perché aveva una delle agricolture più floride del continente. Ora, nello Zimbabwe, si contano a centinaia e centinaia i morti di colera. Mille e cinquecento da agosto. Non si possono curare, non hanno medicine né cibo. E insieme ai morti, si contano a migliaia i casi sospetti: 29.131 secondo le stime delle Nazioni Unite.

https://i0.wp.com/www.repubblica.it/2008/12/sezioni/esteri/zimbabwe/zimbabwe-colera/ap_14528512_34080.jpg

Un’epidemia scatenata dal collasso del sistema sanitario nazionale e che sarà difficile arginare: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ci vorranno almeno sei mesi. A preoccupare, oltre al numero di casi, è il tasso di mortalità della malattia, che ha toccato il 5,7% di media e addirittura il 50% in alcune aree rurali. Solitamente, per avere un’idea, le epidemie di colera presentano decessi pari all’1 per cento dei contagi.

Le agenzie umanitarie dell’Onu si preparano a uno scenario catastrofico: i contagiati potrebbero arrivare a 60 mila, dicono, perché il colera «continua a diffondersi nel paese senza controllo».

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29 dicembre 2008

fonte: http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74661

Gaza: Israele attacca la Dignity

Ricevo dal Free Gaza Movement e pubblico immediatamente. Scusate ma adesso non ho tempo per la traduzione… il sunto è che la Dignity, nave del FGM, è salpata da Cipro dopo esser stata controllata dai Ciprioti per garantire che non vi fossero a bordo materiali “pericolosi” ma solo medicine e generi di aiuto alla popolazione di Gaza, così ferocemente massacrata in questi giorni. La marina israeliana sta ora impedendo alla Dignity di approdare a Gaza e pretende che l’imbarcazione torni a Cipro (anche se il carburante a bordo è insufficiente). Stanno sparando… non solo i medicinali, ma anche i 15 civili internazionali a bordo sono in serio pericolo.

Israele deve smetterla! Esprimiamo tutto il nostro sdegno al governo israeliano!

URGENT! Israeli Navy Attacking Civilian Mercy Ship! TAKE ACTION IMMEDIATELY!

The Dignity, a Free Gaza boat on a mission of mercy to besieged Gaza, is being attacked by the Israeli Navy in international waters. The Dignity has been surrounded by at least half-a-dozen Israeli warships. They are
firing live ammunition around the Dignity, and one of the warships has rammed the civilian craft causing an unknown amount of damage.

Contrary to international maritime law, the Israelis are actively preventing the Dignity from approaching Gaza or finding safe haven in either Egypt or
Lebanon. Instead, the Israeli navy is demanding that the Dignity return to Cyprus – despite the fact that the ship does not carry enough fuel to do so. Fortunately, no one aboard the ship has yet been seriously injured.

There are 15 civilian passengers representing 11 different countries (see below for a complete list). At approximately 5am (UST), well out in
international waters, Israeli warships began surrounding the Dignity, threatening the ship. At 6:45am (UST) we were able to establish brief contact with the crew and were told that the ship had been rammed by the
Israeli Navy in international waters, and that the Israelis were preventing the ship from finding safe harbor. We heard heavy gunfire in the background before all contact was lost with the Dignity.

It is urgent that you TAKE IMMEDIATE ACTION!

CALL the Israeli Government
and demand that it immediately STOP attacking the Dignity and endangering the lives of its passengers!

CALL Mark Regev in the Prime Minister’s office at:
+972 2670 5354 or +972 5062 3264
mark.regev@it.pmo.gov.il

CALL Shlomo Dror in the Ministry of Defence at:
+972 33697 5339 or +972 50629 8148
mediasar@mod.gov.il


BACKGROUND INFORMATION

The Dignity departed from Larnaca Port in Cyprus at 7pm (UST) on Monday 29 December, bound for war-devastated Gaza with a cargo of over 3 tons of
desperately needed medical supplies donated by the people of Cyprus. At our request, the ship was searched by Cypriot Port authorities prior to departure, to certify that there was nothing “threatening” aboard – only
emergency medical supplies.

TAKE ACTION IMMEDIATELY TO STOP THE ISRAELI NAVY FROM ENDANGERING THE DIGNITY AND ITS PASSENGERS!

Civilians aboard the Dignity being threatened by the Israeli military:

(UK) Denis Healey, Captain
Captain of the Dignity, Denis has been involved with boats for 45 years,
beginning with small fishing boats in Portsmouth. He learned to sail while
atschool and has been part of the sea ever since. He’s a certified
yachtmaster and has also worked on heavy marine equipment from yachts to
large dredgers. This is his fourth trip to Gaza.

(Greece) Nikolas Bolos, First Mate
Nikolas is a chemical engineer and human rights activist. He has served as
a crewmember on several Free Gaza voyages, including the first one in
August.

(Jordan) Othman Abu Falah
Othman is a senior producer with Al-Jazeera Television. He will remain in
Gaza to report on the ongoing military onslaught.

(Australia) Renee Bowyer
Renee is a schoolteacher and human rights activist. She will remain in
Gaza to do human rights monitoring and reporting.

(Ireland) Caoimhe Butterly
Caoimhe is a reknowned human rights activist and Gaza Coordinator for the
Free Gaza Movement. She will be remaining in Gaza to do human rights
monitoring, assist with relief efforts, and work on project development
with Free Gaza.

(Cyprus) Ekaterini Christodulou
Ekaterini is a well-known and respected freelance journalist in Cyprus.
She is traveling to Gaza to report on the conflict.

(Sudan) Sami El-Haj
Sami is a former detainee at Guantanamo Bay, and head of the human rights
section at Al-Jazeera Television. He will remain in Gaza to report on the
ongoing military onslaught.

(UK) Dr. David Halpin
Dr. Halpin is an experienced orthopaedic surgeon, medical professor, and
ship’s captain. He has organized humanitarian relief efforts in Gaza on
several occasions with the Dove and Dolphin. He is traveling to Gaza to
volunteer in hospitals and clinics.

(Germany) Dr. Mohamed Issa
Dr. Issa is a pediatric surgeon from Germany. He is traveling to Gaza to
volunteer in hospitals and clinics.

(UK/Tunisia) Fathi Jaouadi
Fathi is a television producer and human rights activist. He will remain
in Gaza to do human rights monitoring and reporting.

(USA) Cynthia McKinney
Cynthia is a former U.S. Congresswoman from Georgia, and the 2008 Green
Party presidential candidate. She is traveling to Gaza to assess the
ongoing conflict.

(Cyprus) Martha Paisi
Martha is a senior research fellow and experienced human rights activist.
She is traveling to Gaza to do human rights work and to assist with
humanitarian relief efforts.

(UK) Karl Penhaul
Karl Penhaul is a video correspondent for CNN, based out of Bogotá,
Colombia. Appointed to this position in February 2004, he covers breaking
news around the world utilizing CNN’s new laptop-based ‘Digital
Newsgathering’ system. He is traveling to Gaza to report on the ongoing
conflict.

(Iraq) Thaer Shaker
Thaer is a cameraman with Al-Jazeera television. He will remain in Gaza to
report on the ongoing military onslaught.

(Cyprus) Dr. Elena Theoharous, MP
Dr. Theoharous is a surgeon and a Member of the Cypriot Parliament. She is
traveling to Gaza to assess the ongoing conflict, assist with humanitarian
relief efforts, and volunteer in hospitals.

Modena, la Gelmini nega il patrocinio agli studenti diretti a Auschwitz

di Paola Zanca

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Il treno partirà da Modena il prossimo 27 gennaio. A bordo, seicento studenti delle scuola superiori di Modena. Destinazione Auschwitz. È uno dei tanti “viaggi della memoria”, quelle iniziative destinate alle scuole per insegnare ai giovani a non dimenticare gli orrori dell’Olocausto. La organizzano un po’ in tutta Italia, dalla Lombardia al Lazio, dal Piemonte alla Toscana. In Emilia Romagna a occuparsene è la Fondazione Fossoli. Un’istituzione nata dodici anni fa nel luogo, a sei chilometri da Carpi, dove le SS nel ’44 raccoglievano i deportati da mandare nei lager.

Un fiore all’occhiello della città, Modena, che è già Medaglia d’oro alla Resistenza. E che ora ha subito uno sfregio. «Un Treno per Auschwitz», infatti, quest’anno non avrà il patrocinio del Ministero dell’Istruzione. Lo ha deciso il ministro Mariastella Gelmini, che ha giudicato l’iniziativa troppo «locale» per meritare lo stemma di viale Trastevere.

«Un affronto e una figuraccia di livello nazionale» la definisce Stefano Bonaccini, segretario provinciale del Pd di Modena, che ha pensato bene di lanciare un appello a due suoi illustri concittadini, Carlo Giovanardi e Isabella Bertolini. Uno è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’altra è stata eletta alla Camera nelle liste del Popolo delle Libertà. Bene, provoca Bonaccini, che siano loro, modenesi doc, a dire che quella di Auschwitz è un’iniziativa «locale». Anche perché, questo il clamoroso paradosso, dal 2006, il treno viaggia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e dal 2007 ha il patrocinio dei presidenti di Senato e Camera. Negli ultimi due anni, infine, anche il Ministero della Pubblica Istruzione aveva dato il suo appoggio al progetto didattico.

Oltre a Giovanardi e Bertolini, dovranno rispondere del niet anche gli altri onorevoli del Pdl: la deputata Pd Manuela Ghizzoni, infatti, ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui chiede le ragioni della scelta fatta dal ministero. «“Un treno per Aushwitz” – spiega la Ghizzoni – non è solo un viaggio della memoria, è soprattutto un contenitore di proposte didattiche per studenti e insegnanti e rappresenta il momento più significativo di un intenso percorso di studio, conoscenza e formazione, che si sviluppa lungo l’intero anno scolastico in stretta collaborazione con le autonomie scolastiche. Insieme ai ragazzi viaggiano testimoni, musicisti, scrittori, giornalisti e ricercatori che con la loro presenza arricchiscono e valorizzano ulteriormente il progetto». Niente a cui si possa associare l’aggettivo «locale». Per questo, Manuela Ghizzoni chiede «se, in considerazione del valore etico, delle ricadute didattiche e delle valenze formative dell’iniziativa il ministro Gelmini non intenda rivedere la sua posizione».

In serata, uno scarno comunicato del ministero smentisce: «Il progetto – si legge – anche quest’anno ha ricevuto il patrocino del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. In particolare – aggiungono – in relazione a quanto affermato dall’on Ghizzoni, si precisa che il ministero, ricevuta la richiesta di patrocinio per questa importante iniziativa, ha immediatamente attivato l’Ufficio scolastico regionale competente. Lo scorso novembre – concludono – l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna ha confermato l’avvenuta concessione».

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29 dicembre 2008

donte: http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74665

Crisi, l’allarme di Bagnasco: “La situazione si è aggravata”

Il presidente della Cei traccia un bilancio del 2008: “Incertezza senza precedenti”

“Si è allargata la forbice fra ricchi e poveri, noi mobilitiamo le nostre risorse”

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Crisi, l'allarme di Bagnasco "La situazione si è aggravata"

Angelo Bagnasco

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ROMA – La Chiesa italiana è “preoccupata per il numero crescente di famiglie in difficoltà, per i lavoratori che stanno perdendo il loro posto, per quelli già precari il cui orizzonte occupazionale sembra chiudersi. E ancora per le tante persone anziane che faticano sempre più a vivere dignitosamente”. L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, affronta in un’intervista ad Avvenire il tema della chiusura del 2008, caratterizzato da un quadro di incertezza senza precedenti.

Le parole del cardinale giungono a pochi giorni dal precedente monito, rivolto ai politici alla vigilia di natale, e nel quale aveva sollecitato la classe dirigente a “parlare di più, litigare di meno e confrontarsi su obiettivi unitari”.

“La situazione – afferma Bagnasco – si è decisamente aggravata e non solo nelle ultime settimane. Si è allargata la forbice tra ricchi e poveri, in particolare si è andata impoverendo la fascia di ceto medio. Le parrocchie, attraverso i centri di ascolto, le strutture della Caritas e della San Vincenzo hanno già dovuto incrementare sia i volumi di aiuti alimentari, sia i contributi per far fronte alle spese per le utenze e per l’affitto di un numero crescente di famiglie cadute in povertà. Segno di un impoverimento progressivo, anche antecedente alla recessione”.

Per questo la Chiesa,
che è già vicina alle persone in difficoltà, assicura il porporato, ha intenzione di intensificare ancora “presenza e interventi, mobilitando al massimo le risorse di cui disponiamo secondo la sua missione”.

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29 dicembre 2008

fonte: http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/esteri/benedetto-xvi-28/bagnasco-crisi-sociale/bagnasco-crisi-sociale.html?rss

Il massacro di Gaza raccontato da Vik

Il sonno della ragione mi ha segnalato l’ultimo post di Vik, testimone di quanto sta accadendo realmente a Gaza. Lo riporto integralmente, ma prima ci metto qualcosa di mio: se sono dispostissima a ricordare ed esecrare questo massacro

https://i0.wp.com/jordigalbiati.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/15158/shoah1.jpg

non riesco però a vedere la differenza con le foto che troverete inframmezzate all’angoscia di Vik.

Israele, ricordati da dove arrivi e smetti subito questi bombardamenti infami! Il tuo diritto di esistere come stato non può e non deve basarsi sullo sterminio di innocenti.

29 dicembre, ore 18.05, Marna house, Gaza city.

angeli a pezzi

Nell’aria acre odore di zolfo, nel cielo lampi intermezzano fragorosi boati.

Ormai le mie orecchie sono sorde dalle esplosioni e i miei occhi aridi di lacrime dinnanzi ai cadaveri.

Mi trovo dinnanzi all’ospedale di Al Shifa, il principale di Gaza, ed è appena giunta la terribile minaccia che Israele avrebbe deciso di bombardare la nuova ala in costruzione.

Non sarebbe una novità, ieri è stato bombardato l’ospedale Wea’m.

Insieme ad un deposito di medicinali a Rafah,

l’università islamica (distrutta), e diverse moschee sparse per tutta la striscia.

Oltre a decine di installazioni CIVILI.

Pare che non trovando più obbiettivi “sensibili”,

l’aviazione e la marina militare si diletti nel bersagliare luoghi sacri, scuole e ospedali.

E’ un 11 settembre ad ogni ora, ogni minuto, da queste parti, e il domani è sempre una nuovo giorno di lutto, sempre uguale.

Si avvertono gli elicotteri e gli aerei costantemente in volo, quando vedi il lampo, sei già spacciato, è troppo tardi per mettersi in salvo.

Non ci sono bunker antibombe in tutta la Striscia, nessun posto è al sicuro.

Non riesco a contattare più amici a Rafah, neanche quelli che abitano a  Nord di Gaza city, spero perchè le linee sono intasate.

Ci spero.

Sono 60 ore che non chiudo occhio, come me, tutti i gazawi.

Ieri io e altri 3 compagni dell’ISM abbiamo trascorso tutta la nottata all’ospedale di al Awda del campo profughi di Jabalia. Ci siamo andati perchè temevamo la tanto paventata incursione di terra che poi non si è verificata.

Ma i carri armati israeliani stazionano pronti lungo il confine tutto il confine della Striscia, il loro cingoli affamati di corpi pare si metteranno in funerea marcia questa di notte.

Verso le 23:30 una bomba è precipitata a circa 800 metri dall’ospedale, l’onda d’urto a mandato in frammenti diversi vetri delle finestre, ferendo i feriti.

Un’ ambulanza si è recata sul posto, hanno tirato giù una moschea, fortunatamente vuota a quell’ora.

Sfortunatamente, anche se non di sfortuna ma di volontà criminale e terroristica di compiere stragi di civili, la bomba israeliana ha distrutto anche l’edificio adiacente alla moschea, distruggendolo.

Abbiamo visto tirare fuori dalle macerie i corpicini di sei sorelline.

5 sono morte, una è gravissima.

Hanno adagiato le bambine sull’asfalto cabonizzato,

e sembravano bamboline rotte, buttate via perchè inservibili.

Non è un errore, è volontario cinico orrore.

angeli

Siamo a quota 320 morti, più di un migliaio i feriti,

secondo un dottore di Shifa il 60% è destinato a morire nelle prossime ore, nei prossimi giorni di una lunga agonia.

Decine sono i dispersi, negli ospedali donne disperate cercano i mariti, i figli, da due giorni, spesso invano.

E’ uno spettacolo macabro all’obitorio.

Un infermiere mi ha detto che una donna palestinese dopo ore di ricerca fra i pezzi di cadaveri all’obitorio,

ha riconosciuto suo marito da una mano amputata.

Tutto quello che di suo marito è rimasto, e la fede ancora al dito dell’amore eterno che si erano ripromessi.

Di una casa abitata da due famiglie, è rimasto ben poco dei corpi umani.

Ai parenti hanno mostrato un mezzo busto, e tre gambe.

Proprio in questo momento una delle nostre barche del Free Gaza Movement sta lasciando il porto di Larnaca in Cipro. Ho parlato coi miei amici a bordo. Eroici, hanno ammassato medicinali un pò in ogni dove sull’imbarcazione.

Dovrebbe approdare al porto di Gaza domani verso le 0800 am.

Sempre che il porto esista ancora dopo quest’altra notte di costanti bombardamenti.

Starò in contatto con loro tutto questo tempo.

Qualcuno fermi questo incubo.

Rimanere in silenzio significa supportare il genocidio in corso.

Urlate la vostra indignazione, in ogni capitale del mondo “civile”, in ogni città, in ogni piazza, sovrastate le nostre urla di dolore e terrore.

C’è una parte di umanità che sta morendo in pietoso ascolto.

Vik in Gaza