ALLARME OGM – Il mais ogm Monsanto provoca gravi danni al fegato e ai reni degli animali alimentati / Ogm, l’Autorità parziale

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La Monsanto con le spalle al muro

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La Monsanto è stata costretta a pubblicare un dossier segreto sui danni degli ogm. Gli animali nutriti con tre varietà di mais geneticamente modificato creato dalla società statunitense hanno infatti subito gravi danni al fegato e ai reni dopo solo tre mesi di somministrazione.

Due delle varietà contengono geni per la proteina Bt che protegge la pianta contro il parassita piralide del mais, mentre una terza è stata geneticamente modificata per essere resistente al glisofate.

I dati diffusi dalla Monsanto sono stati esaminati dal ricercatore francese Gilles-Eric Seralini dell’Università di Caen, che ha choiesto ulteriori studi per verificare i danni agli organi sul lungo periodo.

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fonte: aam terra Nuova, marzo 2010, pag. 4

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Ogm, l’Autorità parziale

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di Federico Tulli
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IL CASO. Ancora una volta i pareri in materia di biotech espressi dall’Ente europeo per la sicurezza alimentare causano perplessità. E la patata Amflora può trasformarsi in un boomerang commerciale per chi decide di coltivarla.

E se quella della lobby biotech fosse una vittoria di Pirro? A 48 ore dal via libera di Bruxelles alla coltivazione in Europa della patata Amflora, e di altre tre varietà di mais Ogm, l’azienda tedesca Emsland Stärke GmbH (Esg), seconda produttrice mondiale di carta (con le sue 350.000 tonnellate di amido di patate) ha dichiarato di non voler al momento coltivare il tubero biotech della Basf «pur avendo considerato nel passato la possibilità di farlo». Nessun ripensamento di carattere “morale”.

L’argomentazione del colosso tedesco è squisitamente economica, ma non per questo meno dirompente. I vertici della Esg temono infatti di perdere importanti partner commerciali a causa della forte opposizione dei cittadini Ue agli Ogm. In caso di ripensamento definitivo l’Esg non rischia di rimanere senza materie prime, dal momento che sul mercato sono ampiamente disponibili prodotti equivalenti all’Amflora, ma non geneticamente modificati, realizzati dalla tedesca Europlant e dall’olandese Avebe. Altri, poi, sono in via di realizzazione. Considerato questo, e considerato che la patata della Basf potrà anche alimentare gli animali, nota il vicepresidente di Verdi ambiente e società (Vas), Simona Capogna, «non si capisce cosa ha spinto il neo commissario Ue alla Salute, John Dalli, a ignorare le informazioni sui rischi, il parere negativo di enti scientifici, la contrarietà dei cittadini e degli agricoltori e la normativa comunitaria (direttiva CE 2001/18) sull’immissione in commercio di Ogm contenenti geni per la resistenza ad antibiotici».

I Verdi per questo presenteranno una denuncia alla Procura di Roma per chiedere il sequestro delle sementi gm: «Il via libera alla patata – ha ricordato il presidente Angelo Bonelli – è stato concesso nonostante i pareri contrari dell’Agenzia europea del farmaco (Emea) e dell’Organizzazione mondiale della sanità». I Vas sottolineano inoltre che nemmeno l’Efsa (Authority europea per la sicurezza alimentare), che per le sue  valutazioni “scientifiche” si attiene ai dati delle multinazionali biotech, «è riuscita a dare un parere unanime rispetto al rischio di trasferimento, ai batteri umani e animali, dei geni di resistenza agli antibiotici presenti in Amflora».  Le frizioni interne all’Efsa comunque non hanno evitato la formulazione di un parere positivo sulla documentazione scientifica prodotta dalla multinazionale tedesca. Parere che sarebbe stato di segno opposto se a tempo debito la stessa Authority avesse inserito due antibiotici – cui la patata gm è resistente – nel gruppo di quelli ad alto valore medico e veterinario. Un’inerzia che getta delle perplessità sull’operato dell’Ente con sede a Parma.

Non è la prima volta che accade. Nel marzo 2007 il bioingegnere Gilles Eric Séralini dell’università di Caen ha dimostrato con uno studio pubblicato su Archives of environmental contamination and toxicology la tossicità di un tipo di mais gm, il Mon Bt863 della Monsanto, autorizzato dalla Commissione europea per il consumo umano e animale dopo il parere positivo dell’Efsa. Le conclusioni della ricerca spinsero il Comitato di ricerca e informazione indipendente sulla genetica, presieduto dallo stesso Seralini, ad accusare l’Authority di aver concordato le conclusioni favorevoli con gli esperti della multinazionale. Per questo motivo il Criigen chiese le dimissioni del direttore esecutivo dell’Efsa, Catherine Geslain-Lanéelle.

Un anno dopo, il sistema adottato dall’Ue per la valutazione scientifica degli studi sugli Ogm, fu duramente criticato anche dal governo francese. Sotto accusa sia l’affidabilità delle analisi del rischio ambientale, sia la durata dei test sui pesticidi (tre mesi invece dei due anni richiesti dall’Ue per quelli non biotech). Anche in questo caso il principale imputato era l’Efsa. Che secondo Parigi non svolgeva al meglio il compito di dare a Bruxelles il parere scientifico sui dossier delle industrie che hanno chiesto l’autorizzazione al commercio di Ogm in Ue.

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04 marzo 2010

fonte:  http://www.terranews.it/news/2010/03/ogm-l%E2%80%99autorita-parziale

5 risposte a “ALLARME OGM – Il mais ogm Monsanto provoca gravi danni al fegato e ai reni degli animali alimentati / Ogm, l’Autorità parziale”

  1. misterbean dice :

    dal portale Indymedia
    http://piemonte.indymedia.org/article/15034
    https://london.indymedia.org/articles/12264

    I segreti di Monsanto
    Miguel è uno che conosce molto bene Monsanto. Ha lavorato per la multinazionale in America Latina per oltre 25 anni. Conosce vita, morte e miracoli. I segreti di Monsanto.
    Oggi Miguel oggi è uno dei pentiti dell’OGM. Vorrebbe fare qualcosa di costruttivo. Colto da crisi di coscienza ha deciso di raccontarci chi è Monsanto e i suoi progetti per l’Europa (e l’Italia).
    Monsanto con suoi marchi e la società sementiera leader nel mondo. Opera oggi in oltre 60 paesi con oltre 14.000 dipendenti, ha un fatturato che sfiora i 6 miliardi di dollari e investimenti in ricerca genomica e biotecnologica per oltre mezzo miliardo di dollari. Dopo il pentito della TAV chiediamo al nuovo pentito degli OGM: “Senti Miguel…” (nome di fantasia ovviamente), “ma perché mai dovrebbe preoccuparci Monsanto? Nella maggioranza di paesi europei le sementi e gli alimenti geneticamente modificati son banditi”. Miguel si gratta la capoccia e risponde: “Si è vero, però Monsanto adesso ha messo in campo una potentissima lobby e conta anche in Europa di poter cambiare le cose. Così come ha già fatto con successo in altre aree del mondo”. Se una volta Monsanto scappava a gambe levate dall’Europa (a causa delle ostilità alle coltivazioni OGM) adesso ha capito che è il momento giusto di insistere, e tornare. Anche alla grande. Potremo dire scherzosamente “torna a casa Lasso” (dal nome di una diabolica sostanza chimica prodotta dalla Monsanto). Nel bacino del Mediterraneo Monsanto vorrebbe fare ciò che sta realizzando in America Latina. Infatti nel continente sudamericano le più importanti holding, frotte di agronomi e grossi consorzi di produttori stanno sfruttano intensivamente i territori usando solo le bio- tecnologie del colosso americano. Il monopolio assoluto. Mentre un tempo le coltivazioni con prodotti discutibili si facevano più o meno clandestinamente adesso le fanno tranquillamente alla luce del sole. Tra le tante corporazioni è molto attiva l’ AAPRESID, un’Associazione Argentina di Produttori in Semina Diretta fondata nel 1989. É una delle più importanti ONG composta da una fitta rete di produttori innovativi di tutto il territorio Argentino, che riceve sostegno dalla scienza targata Monsanto e sperimenta sul campo tutte le sue nuove tecnologie. Proprio lì nella pampas, dopo decenni di sfruttamento brutale, ora però si sta studiando il problema del deterioramento ambientale. Le lavorazioni intensive hanno distrutto l’integrità biologica ed ecologica del sistema suolo. L’erosione eolica e idrica (nonchè lo spregiudicato utilizzo dei veleni Monsanto) quotidianamente continua a causare l’inquinamento dei corsi d’acqua, e sono fenomeni che diventano sempre più marcati e costituiscono uno dei principali fattori di degradazione dei suoli. Se leggete il “Dossier Monsanto Dekalb – Ibridi ad alta efficienza” (che gentilmente Miguel c’ha messo a disposizione) si parla proprio di questo, della tecnica di sfruttamento intensivo dei terreni, per favorire “l’aumento della produzione annuale per unità di superficie” e “aumenti della resa media poliennale”. L’Argentina naturalmente è solo una palestra, poi il suo modello verrà gradualmente esportato oltreoceano. Quì da noi ci son già laboratori pronti che non vedono l’ora di poter metter a frutto queste sperimentazioni. A Pontevico in Italia c’è ad esempio un importante centro di ricerca Monsanto (e uno anche a Olmeneta) che ha il compito di monitorare e vaglia il lavoro di analisi che viene fatto dagli altri laboratori Monsanto sparsi in tutto il mondo (Umberlandia in Brasile, Ankeny e St Louis in USA, Boissay Francia, Bethlehem Sud Africa).
    Ma una domanda ci viene spontanea: “Scusa Miguel ma sei proprio sicuro che da noi ora ci sono le condizioni favorevoli per il ritorno in grande stile di Monsanto?”. Il gaucho scuote la testa e risponde affermativamente senza esitazioni. Monsanto, ci racconta, da qualche tempo ha sguinzagliato i suoi 007 per sondare in mercato europeo (con particolare attenzione a quello italiano) e per approcciare tutti i più importanti maiscoltori professionisti, proponendo interessanti contropartite in cambio dell’utilizzo dei suoi prodotti modificati in laboratorio (per iniziare vorrebbero sponsorizzare fortemente una varietà di mais ibrido adatto alla fascia mediterranea). In Europa ed in Italia, ad esempio, forse non tutti lo sanno, anche se gli OGM son ufficialmente al bando ed è stata indetta una moratoria questi vengono ugualmente utilizzati, studiati/sperimentati e ampiamente impiegati (l’importante è non dire a nessuno dove e come). D’altronde le tecnologie ed i prodotti a marchio Monsanto son già ben noti e presenti da lustri in molte importanti realtà zootecniche (v. prodotti come DEKALB, Asgrow, Roundup e Cargill).
    Diciamo subito, per amore di verità, che in linea puramente teorica le biotecnologie applicate all’agricoltura, potrebbero esser foriere di grandi benefici per l’umanità, specialmente per proteggere le colture da virus e parassiti e sconfiggere la fame nel mondo. Nella realtà però – almeno così sostiene il nostro ben informato interlocutore – è esattamente il contrario. Le sostanze manipolate dall’ecomostro americano stanno soltanto causando danni ambientali enormi. Basti solo pensare ad una varietà di mais che qualche genialoide di scienziato ha pensato bene di incrociare con del micidiale pesticida (mais varietà MON810 trattato con il Poncho 2 un potente antiparassitario prodotto dalla tedesca Bayer). Insetticidi, fungicidi, fitofarmaci, erbicidi nonché fertilizzanti targati Monsanto, anziché difendere l’ambiente lo stanno letteralmente ammazzando ed avvelenando. E’ il caso di un ipertecnologico geodisinfestante a base di Zetacipermetrina, un piretro di ultima generazione con azione neurotossica che provoca l’immediata paralisi e morte di larve e insetti (peccato che ammazzi anche api e insetti indispensabili all’equilibrio dell’ecosistema). A detta di Miguel sta sostanza di sintesi fa anche incazzate di brutto tutte le colture (soia, mais, colza, cotone la patata) con ricadute poco simpatiche nella catena alimentare. E quando la natura si rivolta poi son proprio cazzi (e se non si rivolta la natura ci rivoltiamo noi).
    Che la multinazionale di Saint Louis facesse qualche porcata, per la verità qualcuno l’aveva già sospettato. Più volte la società Monsanto è stata accusata di gravi negligenze, frodi, attentati alla salute e all’integrità di persone e cose, disastri ecologici e sanitari nonché utilizzo di false prove.
    Un caso abbastanza eclatante è stato quello del diserbante Monsanto Roundup (il più venduto al mondo ed il più utilizzato nei giardini delle scuole e nelle aree verdi delle città) che sfortunatamente ha avuto qualche lieve controindicazione (causa soltanto un pochetto di malformazioni e mutazioni genetiche). Comprovati studi, da parte di ricercatori internazionali (tra cui studiosi argentini ed inglesi) hanno accertato inconfutabilmente la responsabilità dell’erbicida nelle malformazioni cranio-facciali degli embrioni di polli, rane e di altri animali. Altri scienziati invece hanno appurato che il Roundop di Monsanto distrugge il Testosterone provocando la sterilità maschile sia nell’uomo che negli animali. Un altro team indipendente invece ha accertato che il Roundop causa anche malformazioni neonatali, cancro, danni genetici, alterazioni al sistema endocrino e altri danni anche se il prodotto Monsanto viene assorbito a bassissime dosi. Figuriamoci l’impiego massivo di questo prodotto, come avviene normalmente in agricoltura. Non c’è proprio da meravigliarsi se è stato riscontrato un preoccupante emergere di malattie cancerogene osservate proprio sulla popolazione del Sudamerica, una delle zone al mondo in cui si usa maggiormente la soia Ogm Roundup, soia modificata geneticamente creata dai proprio dai Frankenstein della genetica biotech Monsanto per tollerare le elevate quantità di Glifosato (la sostanza killer che è contenuta nei prodotti Monsanto). Ma i prodotti killer son tantissimi altri, come ad esempio il micidiale erbicida pesticida Lasso per cui Monsanto recentemente è anche stata condannata per avvelenamento ed intossicazione (vuoi vedere che alla fine ha fatto meno danni l’amianto dell’Eternit ed il benzene dell’ENI?).
    Un interessante documento interno di Monsanto Italia – che grazie a Miguel abbiamo potuto visionare – esplica: “Primo erbicida con la registrazione europea (20-11-2001). Tutti i produttori dovranno dimostrare la sicurezza dei loro prodotti. Noi forniremo i migliori dati fisico-chimici-tossicologici. La maggior parte delle registrazioni saranno: cancellate o classificate (entro 2 anni). Roundup supererà tutti gli esami (forte lobby europea di sostegno a Monsanto)…” (v. documento qui riprodotto ed allegato pdf).
    Un team di ricercatori coscienziosi di recente ha pubblicato un dossier che accusa l’industria agro-chimica americana e la Commissione Europea di sapere da almeno trent’anni della pericolosità del prodotto ma di averlo consapevolmente tenuto segreto all’opinione pubblica. Con Monsanto si stà replicando il triste giochetto delle multinazionali del tabacco? Sta a vedere che si ripete la storia dell’amianto dell’Eternit? Tutti sapevano che era micidiale e oggi facciamo la conta dei morti e feriti. Che Monsanto almeno stavolta si mettesse una mano sulla coscienza e abbia il buon gusto di scrivercelo in caratteri cubitali sui suoi prodotti: “Monsanto nuoce gravemente alla salute”.
    Un’interessante ricerca sponsorizzata dalla Monsanto titola: “Uomo e Biotecnologie, rischi immaginari o rischi reali?” (v. doc. qui allegato e riprodotto pdf). Dicono i pro-OGM pro-Monsanto di casa nostra: “… l’ingegneria genetica può portare a prodotti pericolosi. Vero. Le multinazionali non operano per risolvere i problemi dell’ambiente né la fame nel mondo bensì perseguendo i loro profitti.Vero. La legge che permette di brevettare geni o organismi viventi è alquanto contraddittoria. I suoi fondamenti sono basati su assunzioni arbitrarie che individuano un diritto eticamente molto discutibile. Vero … “. Come recita il motto Monsanto: “ … le società che guardano al futuro fanno molto di più che soddisfare i loro clienti. Li stupiscono”. Stavolta Frankenstein c’ha proprio stupito.
    “Senti Miguel…” (intanto grazie per tutte le info) gli chiediamo “… ste cose di Monsanto ci intrigano un casino ci racconterai qualcos’altro di interessante?”
    “Certo che si … se a voi non dispiace …”.
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    Se avete voglia – e tempo – potete gettare un’occhio su alcuni interessanti documenti Monsanto (per gentile concessione di Miguelito).

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