Archivio | aprile 15, 2013

Agricoltura, cancerogeno un terzo del mais del 2012: finirà negli impianti di biogas

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Agricoltura, cancerogeno un terzo del mais del 2012: finirà negli impianti di biogas

Quasi il 30 per cento del raccolto è contaminato dalla microtossina aflatossina B1 a causa della grande siccità della scorsa estate. Così la soluzione (anche per gli agricoltori in crisi) è dirottare agli stabilimenti di Lombardia, Veneto ed Emilia 350mila tonnellate che produrranno elettricità e calore

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di | 15 aprile 2013

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Quasi un terzo del mais italiano prodotto nel 2012 è cancerogeno e per questo è rimasto fuori dal mercato alimentare. Colpa della contaminazione da aflatossina B1, una micotossina prodotta dalla muffa Aspergillus flavus e inserita dallo Iarc (International agency for research on cancer) in Classe 1, cioè sicuramente cancerogena per l’uomo. L’anno scorso l’aflatossina B1 ha raggiunto concentrazioni superiori ai 20 ppb – questo il limite imposto dalla legge – nel 30 per cento del mais, tagliandolo fuori dalla catena alimentare: inadatto a nutrire uomini e animali. A far nascere le aflatossine è stata la grande siccità della scorsa estate, che, unita all’aumento dei costi dei carburanti fossili, ha messo in difficoltà l’agricoltura italiana, soprattutto nel nord est.

A risollevare la situazione ci ha pensato un’intesa siglata dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e proposta dai rispettivi assessori all’Agricoltura Giuseppe Elias, Franco Manzato e Tiberio Rabboni. La soluzione è quella di dirottare agli impianti di biogas dell’area padana circa 350mila tonnellate di mais contaminato, per produrre elettricità e calore a un prezzo vantaggioso per tutti. Tra i prodotti ottenuti dalla digestione anaerobica che avviene negli impianti, poi, c’è pure il digestato, un fertilizzante organico ricco di nutrienti, che, è dimostrato, può sostituire completamente i concimi di sintesi. Ma che fine fanno le aflatossine durante la lavorazione negli impianti di biogas? Secondo delle sperimentazioni avviate da alcuni mesi dalla Direzione generale agricoltura con l’università di Milano, alla fine del processo di digestione anaerobica, le aflatossine si degraderebbero.

Le contaminazioni da aflatossine, che in Italia colpiscono soprattutto il mais, sono favorite da clima secco e colture estensive e per questo il mais sudorientale è quello che si è dimostrato più a rischio. La soluzione di dirottarlo verso impianti di biogas però non è facile: al sud si concentra solo il 15 per cento dei 400 MW di impianti di biogas installati in Italia, il 61 per cento dei quali è al nord.

Per Marco Mazzoncini, direttore del Ciraa, il Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali dell’università di Pisa, la notizia dell’intesa tra le tre Regioni è positiva: “Per gli agricoltori è un’opportunità di reddito e ben venga l’impiego per la produzione di energia da mais non utilizzabile nella catena alimentare. L’importante – dice a ilfattoquotidiano.it – è non sottrarre terreno alla produzione alimentare e zootecnica per farne energia”.

Intanto l’allerta per le aflatossine resta alta, almeno fino al prossimo settembre, quando ci sarà il nuovo raccolto. Al Laboratorio agroalimentare dell’associazione regionale degli allevatori lombardi continuano le analisi sul latte per il controllo della contaminazione. Su 200 campioni sospetti analizzati ogni settimana, solo il 13 per cento risulta “pulito” da aflatossine.

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fonte ilfattoquotidiano.it

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TUNISIA – Amina: “Sequestrata e drogata dalla mia famiglia”

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‘Pronta a nuove proteste in topless’

Amina: “Sequestrata e drogata dalla mia famiglia”

‘E’ in cura psichiatrica da sei anni, da venerdì è scappata di casa’, dice la madre. La giovane tunisina ha raccontato via Skype al sito Femen.org di essere stata picchiata, segregata e drogata dai suoi familiari dopo la sua protesta su Fb per i diritti delle donne e di essere ora in un luogo sicuro. La madre: è pazza

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Tunisi, 15-04-2013

Sembra ormai un calvario la vita di Amina, la ragazza tunisina che, pubblicando su Facebook alcune sue fotografie in topless cosi’ come fanno le attiviste di Femen, ha scioccato il suo Paese e fatto infuriare i fondamentalisti. Ora, dopo essere stata sequestrata e vessata dai suoi familiari, e’ riuscita a fuggire e non si tira indietro: “Continuero’ la mia battaglia con una nuova protesta in topless”, annuncia. Amina, dopo la fuga venerdi’ scorso dall’abitazione dei genitori, si trova ora in un luogo segreto, da dove via Skype ha raccontato al sito di Femen quanto le e’ accaduto e soprattutto i timori per quel che le potrebbe accadere.

Dopo la pubblicazione delle foto in topless (con la scritta sul seno che rivendica alla donna la “proprieta”‘ del proprio corpo), Amina ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico, sostenuto non solo dai siti dell’integralismo islamico – per lei un imam ha ipotizzato la lapidazione, dopo la fustigazione -, ma anche da molti tunisini che da quelle immagini si sono sentiti offesi. Ma gli insulti sono stati solo il primo gradino della vicenda: “Mentre ero in un bar insieme ad alcuni amici – ha raccontato – sono arrivati in macchina mio zio e mio cugino che mi hanno rapita”.

Prima il rapimento, poi il tentativo, andato a vuoto, di farla “curare” da un terapista, quindi l’incessante visita di persone (ne ha contate trecento) che l’hanno bombardata con un solo messaggio: leggi il Corano. Poi ancora il trasferimento in un villaggio dove ogni giorno era obbligatoria una visita all’imam che le leggeva pagine intere delle parole del Profeta, invitandola a fare un passo indietro. Pressioni psicologiche, ma anche somministrazione di farmaci che la inebetivano per tutto il giorno.

“Qualche volta – ha raccontato – sono anche riuscita a scappare, ma nessun automobilista mi ha voluto prendere a bordo perche’ non mi conoscevano. E quindi sono stata ripresa, riportata a casa e li’ e’ ricominciato il solito rituale”. Nei giorni scorsi Amina e’ stata riportata nella casa dei genitori a Tunisi, dove e’ rimasta sino a venerdi’, quando e’ finalmente riuscita a scappare, come denunciato stamattina anche dalla madre. La donna parla della figlia come di una vittima di strumentalizzazioni e forzature a fini politici, e afferma che la ragazza e’ sotto trattamento psichiatrico da sei anni.

E nelle prossime ore, chiedera’ ufficialmente alla Polizia di avviare le ricerche della figlia. Quella stessa Polizia che Amina dice di temere come e piu’ degli islamici che le danno la caccia. Ora la ragazza e’ lontana dalla capitale, in un luogo segreto, ma non intende assolutamente lasciare la Tunisia, come pure qualcuno aveva ipotizzato. “Restero’ qui – ha detto con convinzione – sino a quando non riusciro’ a fare un’altra protesta in topless”.

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fonte rainews24.it

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SALUTE – Alzheimer e Parkinson, “Il cioccolato frena lo sviluppo delle malattie”

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Alzheimer e Parkinson, “Il cioccolato frena lo sviluppo delle malattie”

A stabilirlo è un nuovo studio realizzato in collaborazione tra l’Istituto di ricerca Sbarro Health Research Organization di Philadelphia il Dipartimento di medicina, chirurgia e neuroscienze dell’Università di Siena, il Lombardi Cancer Center, la Georgetown University e l’università di L’Aquila (Italia)

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di | 15 aprile 2013

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Il cioccolato come freno allo sviluppo delle patologie neurodegenerative. A stabilirlo è un nuovo studio realizzato in collaborazione tra l’Istituto di ricerca Sbarro Health Research Organization di Philadelphia il Dipartimento di medicina, chirurgia e neuroscienze dell’Università di Siena, il Lombardi Cancer Center, la Georgetown University e l’università di L’Aquila (Italia).

I ricercatori hanno mostrato che i polifenoli del cacao stimolano la neuroprotezione mediante attivazione del ‘pathway’ di sopravvivenza del fattore neurotrofico cerebrale Bdnf (il sostegno per la sopravvivenza dei neuroni) “sia su cellule trattate con placche Ab, sia su cellule trattate con oligomeri di Ab – precisa lo studio – con conseguente contrasto della distrofia dei neuriti”. I risultati, pubblicati sulla rivista ‘ Journal of Cellular Biochemistry’ possono avere importanti implicazioni per la prevenzione del deterioramento cognitivo negli anziani e nelle malattie neurodegenerative (come l’Alzheimer e il Parkinson), contrastando la progressione della malattia.

Negli ultimi anni una serie di lavori scientifici avevano già evidenziato gli effetti neuroprotettivi dei polifenoli in modelli cellulari e animali. Tuttavia, la maggior parte di questi studi si era concentrata sulle proprietà anti ossidanti di questi composti, piuttosto che sul meccanismo (o sui meccanismi) di azione a livello cellulare e molecolare. “I nostri studi – spiega Annamaria Cimini dell’università degli studi di L’Aquila – dimostrano, per la prima volta, che i polifenoli del cacao non agiscono solo come un mero antiossidante perché, direttamente o indirettamente, sono capaci di attivare il pathway di sopravvivenza di Bdnf contrastando la morte neuronale”. Secondo Antonio Giordano, fondatore e direttore dell’Istituto Sbarro per la Ricerca sul cancro e medicina molecolare, “comprendere il potenziale di prevenzione e il meccanismo d’azione di un alimento funzionale – avverte – può rappresentare un mezzo per limitare la progressione del deterioramento cognitivo”.

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fonte ilfattoquotidiano.it

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Scandalo della carne di cavallo Il ministero: “Tracce in 93 campioni su 454”

Scandalo della carne di cavallo Il ministero: "Tracce in 93 campioni su 454"
Un piatto pronto venduto in Francia

Scandalo della carne di cavallo
Il ministero: “Tracce in 93 campioni su 454”

Trasmessi dal dicastero  Salute alla Commissione europea, i risultati delle attività di controllo

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Si torna a parlare dello scandalo della carne di cavallo. Sono stati infatti appena trasmessi questa sera dal ministero della Salute alla Commissione europea, i risultati delle attività di controllo predisposte in seguito alla Raccomandazione del 19 febbraio, dopo la scoperta della presenza di carne equina non dichiarata in prodotti a base di carne. Sono stati prelevati dai Nas 454 campioni, di cui 93 risultati positivi per presenza di carne equina superiore all’ 1% per cento, che doveva invece essere dichiarata. Relativamente alla ricerca sono stati analizzati 323 campioni di muscolo equino e 51 campioni di sangue. In nessun campione è stato rinvenuto fenilbutazone, antinfiammatorio utilizzato per i cavalli, ma vietato per l’uomo. La commissione Ue domani pubblicherà i risultati di tutti gli Stati membri.

Lo scandalo delle lasagne e degli hamburger ‘taroccati’ con carne di cavallo è emerso in Gran Bretagna e si è esteso ad altri paesi europei. Il governo britannico ha aperto un’inchiesta, dopo avere ammesso di non essere in grado di dire se centinaia di migliaia o addirittura milioni di confezioni di prodotti surgelati potessero contenere carne equina contrariamente a quanto riportato sulle etichette, né potendo escludere che anche animali malati siano finiti nel tritacarne dell’industria alimentare. In questi mesi in Italia e in Francia: lo scandalo della carne di cavallo venduta come manzo ha fatto calare rapidamente le vendite di primi piatti pronti, surgelati e ragù.
(15 aprile 2013)

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fonte repubblica.it

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Pd, volano gli stracci. Renzi: “Dico quello che pensano milioni di italiani”

Matteo RenziMatteo Renzi

Quirinale, Marini e Finocchiaro contro il sindaco di Firenze

Pd, volano gli stracci. Renzi: “Dico quello che pensano milioni di italiani”

L’appuntamento di giovedì per l’elezione del capo dello Stato porta in superficie, ancora una volta, le crepe nel Pd. L’ultima scossa, fragorosa, è quella data da Renzi, Finocchiaro e Marini

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Roma, 15-04-2013

“Avverto molta amarezza. E personalmente mi sembra ingiusto essere attaccato così solo per aver detto quello che penso io e che pensano milioni di italiani”. E’ la riflessione serale affidata alla sua enews del sindaco di Firenze Matteo Renzi, al centro ancora una volta di feroci polemiche con altre figure di spicco del Pd a pochi giorni, ormai, dal via alle operazioni di voto per il Quiirnale.

Miserabile e indecente

“Al repertorio di ieri (“arrogante, qualunquista, indecente”) devo sommare – scrive Renzi – oggi la sobria espressione “miserabile” che mi ha rivolto la senatrice Anna Finocchiaro. Sono miserabile perch ho detto che a mio giudizio la Finocchiaro non è un candidato all’altezza del Quirinale. Così come ero indecente agli occhi di Pierluigi Bersani per aver invitato la politica e i politici a fare presto. A non perdere più tempo. Avverto molta amarezza”.

“Ma nella libertà e nel rispetto continuo a dire a viso aperto le mie idee e le mie proposte. Se qualcuno vuole parlare la lingua dell’insulto, si accomodi. Io non raccolgo. Finch mi sarà possibile continuerò a dare il mio contributo perché
l’Italia torni a competere e a sperare. E mi impegnerò perché il Pd diventi un partito vincente”.

Lacerazioni
“Le lotte intestine al Pd, preludio ad un’inevitabile spaccatura quando Renzi proporrà una sua candidatura, paralizzano ogni decisione in un tempo che si fa di giorno in giorno più drammatico. In questo quadro, Bersani non può essere più l’interlocutore di nessuno e l’epilogo più probabile è la formazione di un governo del nuovo Presidente della Repubblica, prima di nuove elezioni”. Sandro Bondi, PdL, corre un po’ troppo. Ma che l’approssimarsi dell’appuntamento di giovedì per l’elezione del capo dello Stato chiami in causa, ancora una volta, le crepe aperte nel Pd dalla segreteria Bersani negli ultimi 2 mesi, pare un dato di fatto. L’ultima scossa, fragorosa, è quella data da Renzi, Finocchiaro e Marini.

Marini: da Renzi parole gravi e offensive
“Non posso lasciar passare in silenzio parole tanto gravi e offensive – dice l’ex presidente del Senato Franco Marini replicando a Renzi – Premetto che io non mi sono candidato a nulla. Nella mia lunga vita sindacale e politica non ho mai utilizzato l’appartenenza religiosa per chiedere o ottenere incarichi di qualunque natura”.

“Nella mia vita pubblica ho ricevuto critiche e contestazioni. Come tutti – scrive Marini – è normale e logico che sia così. Sono le regole del gioco democratico. Renzi però usa un altro registro. Insinua che starei strumentalizzando e consentendo che venga strumentalizzato il mio essere cattolico a fini politici”. Renzi in una lettera a Repubblica aveva sostenuto che è “gravissimo e strumentale il desiderio di poggiare sulla fede religiosa le ragioni di una candidatura a custode della Costituzione e rappresentante del Paese”.

Attacco miserabile
“Non mi sono mai candidata a nulla. Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Trovo che l’attacco di cui mi ha gratificata Matteo Renzi sia davvero miserabile”, replica durissima, da parte sua, Anna Finocchiaro dopo le parole pronunciate ieri sera, nel corso di un’intervista al Tg5, dal sindaco di Firenze. In merito ad una possibile candidatura della senatrice del Pd al Quirinale, Renzi aveva infatti seccamente escluso la possibilità, ricordando della Finocchiaro “la splendida spesa all’Ikea con il carrello umano” e sottolineando che per il Colle “servono personaggi anti casta”.

Non sarà mai uno statista
“Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l’impegno di cui ero capace, non metterei mai in difficoltà il mio Paese, né il mio partito”, ha replicato oggi la Finocchiaro. A proposito dell’attacco di Renzi, ha specificato di trovare “inaccettabile e ignobile che venga da un esponente del mio stesso partito. Chi si comporta in questo modo – ha aggiunto – potrà anche vincere le elezioni ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e uomo di Stato”.

Pd nella bufera
Lo scontro Renzi-Finocchiaro-Marini è solo l’ultimo di una interminabile serie di botta e risposta che in questi giorni caratterizzano il dibattito interno al Partito democratico.
“Mi piacerebbe che Bersani facesse di più il segretario del Pd e meno il candidato premier”, dice Angelo Rughetti, deputato del Pd, in un post sull’Huffington intitolato ‘Lo spettro della scissione del Pd come una clava politica contro Renzi e contro chi dissente dal verbo bersaniano’ “.

Governo del Pd e Governo del Paese
“Il problema – scrive Rughetti – è sempre lo stesso: il Pd ha una composizione (organi e gruppo parlamentare) che non rispecchi il risultato delle primarie. Siamo rimasti al congresso Bersani-Franceschini e di conseguenza una fetta dell’elettorato e del Paese è fuori dai giochi. Sono sempre i soliti noti, tanto potere e pochi voti, a trattare in nome e per conto di un partito che è cambiato tantissimo da allora”. “Tutti sanno – aggiunge – che il governo di minoranza se non è concordato con una parte del Parlamento ‘non piddino’ non esiste e non serve”. “Non serve al Paese – osserva Rughetti – perché se alla sua nascita manca di un consenso chiaro e certo, e’ privo di un elemento di solidità che non gli consente di prendere le decisioni necessarie per uscire dall’emergenza in cui siamo, economica, sociale ed istituzionale. Un governo che non sa o non puo’ governare non è utile e non va messo in pista.”

Tenaglia
L’ultimo incontro fra Massimo D’Alema e Matteo Renzi, a Firenze, avrebbe portato a un insolito avvicinamento fra il primo e il secondo, convinti che la strategia Bersani sia rischiosa per il Pd. La via d’uscita potrebbe essere Romano Prodi al Quirinale, soprattutto dopo l’aperto ‘veto’ di Silvio Berlusconi a Bari. Se Prodi sale al Colle, le chances di Bersani di entrare a Palazzo Chigi con il sì del PdL crollano.
Anche se, fanno notare alcuni, proprio Prodi potrebbe raccogliere qui consensi 5 Stelle a lungo inseguiti da Bersani. Anzi, il Professore è entrato fra i candidati più votati on line dai grillini. A quel punto Bersani potrebbe ottenere da Prodi l’incarico di formare un Governo, incarico libero però dai vincoli posti da Napolitano: il segretario andrebbe in Parlamento a cheidere una fiducia sulla carta ‘da trovare’ nei numeri, poggiando sulle simpatie grilline e incrociando le dita sulla tenuta interna al Pd.

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fonte rainews24.it

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Pd, Finocchiaro: “Renzi miserabile, non ha le qualità da uomo di Stato”

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Pd, Finocchiaro: “Renzi miserabile,
non ha le qualità da uomo di Stato”

Indignata replica della senatrice, che il sindaco di Firenze ha giudicato, assieme a Franco Marini, improponibile al Quirinale dopo la foto che l’ha mostrata da Ikea con la scorta. “Inaccettabile e ignobile che simile attacco venga da un esponente del mio stesso partito. Chi si comporta così potrà anche vincere le elezioni, ma non ha qualità umane” da leader politico. Bonafè: “Stop alla politica dell’insulto”

Pd, Finocchiaro: "Renzi miserabile,  non ha le qualità da uomo di Stato"
La senatrice del Pd Anna Finocchiaro

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ROMA “Non mi sono mai candidata a nulla. Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l’impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà nè il mio Paese, nè il mio partito. Trovo che l’attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti”.

Questa l’indignata replica della senatrice del Pd, Anna Finocchiaro, alle dichiarazioni con cui il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha definito lei e Franco Marini non candidabili al Quirinale. “Trovo inaccettabile e ignobile – prosegue – che (simile attacco, ndr) venga da un esponente del mio stesso partito. Sono dell’opinione che chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato”.

Con Franco Marini, Anna Finocchiaro è stata oggetto di un preciso passaggio dell’intervista rilasciata dal sindaco di Firenze al Tg5. In cui, il “rottamatore” boccia entrambi i nomi nella corsa al Quirinale perché la condizione di base è che ci vuole un candidato che “coinvolga la maggioranza più alta possibile”. Condizione che, secondo Renzi, non è rispettata proponendo Marini e Finocchiaro. Marini, perché senatore bocciato dagli elettori abruzzesi alle ultime elezioni, mentre la Finocchiaro è improponibile dopo la diffusione della foto che la ritrae intenta a fare compere da Ikea mentre gli uomini della scorta spingono il carrello.

A commentare le parole di Finocchiaro interviene la deputata Pd Simona Bonafè, renziana della prima ora: “Penso che con la politica dell’insulto non si vada molto lontano – afferma – se dire le cose in faccia, dirle chiaramente, produce questi risultati, forse il partito democratico deve farsi un pò un’esame di coscienza. Noi andiamo avanti con la nostra linea, dicendo le cose sul viso”. (15 aprile 2013)

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fonte repubblica.it

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Alemanno contro la Gabanelli dopo Report, il sindaco annuncia querela

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Alemanno contro la Gabanelli dopo Report, il sindaco annuncia querela

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LA PUNTATA DI REPORT

14/04/2013

ROMANZO CAPITALE

Un’inchiesta che assomiglia a un film noir. Solo che è tutto vero.

I subappalti per la metro C infiltrati dalle mafie; la nuova banda della Magliana che entra negli affari che contano; i mille consulenti del Comune, i debiti milionari delle municipalizzate; lo scandalo delle tangenti sui filobus. E tanti omicidi. Non è Romanzo Criminale, questa è la Roma vera degli ultimi anni.

Report passa al setaccio le zone grigie di una città aggredita per accaparrarsi il fiume di danaro che la attraversa. L’urbe eterna è piena di debiti, talmente indebitata da dover svendere i gioielli di famiglia. Ad attendere al varco c’è una nuova criminalità.

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È guerra tra il Campidoglio e Milena Gabanelli, conduttrice di Report (Rai 3), dopo la puntata che ieri sera ha messo sul banco degli imputati la “malamministrazione” del sindaco. «Alla Gabanelli solo una risposta: querela per diffamazione e risarcimento danni per le menzogne contro Roma in onda su “Report”». Così, su twitter, il primo cittadino Gianni Alemanno è partito oggi al contrattacco per il lungo servizio che ricostruiva, tra l’altro, l’inchiesta sugli appalti per i filobus e da cui è derivato l’arresto dell’ex ad di Eur spa e amico personale di Alemanno, Riccardo Mancini.

Scelgono twitter per commentare il servizio anche gli avversari di Alemanno per la corsa al Campidoglio, come l’imprenditore Alfio Marchini – «Alemanno disse: “Marchini non l’ho mai conosciuto e per me é un ufo”. Dopo Report rimane uno dei complimenti più belli mai ricevuti. A casa!» – mentre il candidato sindaco del centrosinistra, Ignazio Marino, scrive: «Alemanno ignora Roma mentre soffoca per cemento e illegalità. Cambiamo tutto: trasparenza, stop superstipendi e consulenze ad amici».

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fonte ilsole24ore.com

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SI PREANNUNCIA IL COLPO DI STATO – Venezuela, Maduro eletto presidente col 50,66%. Capriles non ammette sconfitta: “Riconteggio” / VIDEO: Venezuela’s Capriles refuses to accept Maduro win

Venezuela’s Capriles refuses to accept Maduro win

AlJazeeraEnglish AlJazeeraEnglish

Pubblicato in data 14/apr/2013

Venezuelan opposition leader
Henrique Capriles refused on Monday to accept ruling party
candidate Nicolas Maduro’s narrow election victory and demanded
a recount.
“We have different results,” Capriles said in a speech to
the nation shortly after midnight, alleging thousands of
irregularities in Sunday’s vote. “Mr Maduro, if you were
illegitimate before, now you are more so.”

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Venezuela, resultados “irreversibles”: Maduro 50.66%, Capriles 49.07%

Pubblicato in data 14/apr/2013

Consejo Electoral Electoral de Venezuela da como ganador a Nicolás Maduro. Imágenes en instantes.

Ingresa a http://ptv.pe/125603 para más información

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Venezuela, Maduro eletto presidente col 50,66%.
Capriles non ammette sconfitta: “Riconteggio”

Vittoria risicata del delfino di Chavez sul candidato dell’opposizione che non riconosce i risultati ufficiali. Il Consiglio nazionale elettorale fa appello ai cittadini affinché rispettino il responso delle urne. Tensione altissima a Caracas e accuse reciproche di irregolarità

Venezuela, Maduro eletto presidente col 50,66%. Capriles non ammette sconfitta: "Riconteggio"
Maduro festeggia la vittoria (reuters)

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di OMERO CIAI
inviato di Repubblica

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CARACASNicolas Maduro succederà ad Hugo Chavez. Il delfino del leader morto lo scorso 5 marzo ha vinto le elezioni presidenziali con il 50,66% dei voti, contro il 49,07% del candidato dell’opposizione Henrique Capriles. Un margine minimo, tra i 200mila e i 300mila voti, di fronte al quale lo sfidante non ammette la sconfitta e afferma che ora il presidente ad interim è “più illegittimo” di quanto già non fosse prima della consultazione. “Nicolas Maduro, lo sconfitto oggi è lei”, ha detto Capriles al presidente eletto del Venezuela, annunciando che non riconoscerà la sua vittoria nelle urne finché “non sarà verificato il 100% dei voti”, perché dispone di “un risultato differente a quello annunciato oggi”.

Nelle vie di Caracas si sono formati assembramenti e cortei di sostenitori delle due parti e la tensione è altissima. In questa situazione il Consiglio nazionale elettorale ha fatto appello ai cittadini affinché rispettino l’esito della consultazione. L’affluenza è stata del 78,71%. Lo scorso 7 ottobre Chavez aveva battuto lo stesso Capriles con il 55,07% contro il 44,31% dei voti, con una partecipazione record dell’80,56%.

Capriles ha risposto con durezza a Maduro, che nel suo primo discorso dopo l’annuncio dei risultati ha detto che il leader dell’opposizione lo aveva chiamato per offrirgli un patto politico: “Io non patteggio con la menzogna e con la corruzione”, ha detto il candidato della Mud. Capriles ha promesso di consegnare alla stampa internazionale l’informazione raccolta dai suoi militanti riguardo a 3.200 casi sospetti di broglio registrati durante la giornata elettorale, che motiverebbero la “necessità di un controllo voto a voto”.

Prima che fosse reso noto il responso delle urne, i due schieramenti si erano accusati a vicenda di voler falsare i risultati. “Allertiamo il paese e il mondo sull’intenzione di cambiare la volontà espressa dal popolo”, aveva scritto su Twitter Capriles riferendosi alle denunce effettuate dai responsabile della Mesa de unidad nacional (Mud), la coalizione che lo appoggia. Da parte sua, Jorge Rodriguez, responsabile della campagna del presidente ad interim Maduro, aveva detto in una conferenza stampa che “il popolo deve mantenersi tranquillo e in pace” malgrado stia affrontando “una potente macchina da guerra sporca” messa in moto dalla “opposizione borghese”. E aveva aggiunto che il popolo “chavista” è pronto a “difendere il risultato con le armi che ci fornisce la Costituzione”.

Qualche ora più tardi un esponente dell’opposizione aveva fatto sapere che Capriles era riunito con componenti dello stato maggiore delle forze armate. Dopo la chiusura dei seggi anche il ministro dell’Interno Nestor Reverol aveva incontrato rappresentanti dei vertici militari.

Chi non ha dubbi sono la presidente dell’Argentina, Cristina Kirchner e il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa: entrambi hanno rivolto via Twitter le proprie felicitazioni al nuovo presidente Maduro. (15 aprile 2013)

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fonte repubblica.it

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LE DATE – Per saldare i debiti Pa servono 14 passaggi e dieci mesi di tempo

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Per saldare i debiti Pa servono 14 passaggi e dieci mesi di tempo

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di Valeria Uva

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Quattordici date da segnare in rosso sullo speciale calendario dei pagamenti della pubblica amministrazione. Quattordici appuntamenti disseminati a partire da questo mese fino al 15 febbraio dell’anno prossimo. È complesso e serrato il calendario delle scadenze a carico della pubblica amministrazione per pagare i debiti arretrati alle imprese, secondo le procedure dettate dal decreto sblocca-debiti, entrato in vigore l’8 aprile.
L’iscrizione alla piattaforma

Tempi e adempimenti cambiano a seconda del «binario» in cui è incagliato il credito vantato dai fornitori della Pa: ente locale, Regione (con specifiche a parte per la sanità) o ministero. E se la prima scadenza, il 29 aprile, riguarda tutte le amministrazioni pubbliche che devono accreditarsi alla piattaforma elettronica delle certificazioni, a chiudere il cerchio saranno tra dieci mesi le Regioni, che entro il 15 febbraio dovrebbero ricevere dal ministero dell’Economia (Mef) le ultime anticipazioni di liquidità per saldare una quota dei debiti Asl.

Persino l’iscrizione alla piattaforma telematica già predisposta dalla Ragioneria dello Stato (htpp://certificazionecrediti.mef.gov.it) è un passaggio tutt’altro che scontato, visto che anche la circolare firmata dal Ragioniere generale, Mario Canzio, il 10 aprile scorso ricorda che all’appello mancano ancora «numerose amministrazioni periferiche» e invita tutte le Pa a scegliere, in piena autonomia, «i soggetti tenuti alla registrazione», che a loro volta dovranno indicare i dirigenti abilitati a certificare i crediti.

CONTINUA…

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fonte ilsole24ore.com

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