Archivio | dicembre 21, 2009

“Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti!”. Le gravi dichiarazioni di un consigliere comunale PDL

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Cara MicroMega.net – Lettere alla redazione, 16 dicembre 2009

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“Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti!”. Ecco quello che un consigliere della PDL ha gridato in Consiglio Comunale a Siena mentre si discuteva di un ordine del giorno di solidarietà al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e mentre dei consiglieri comunali di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra provavano ad esprimere in un minuto – questo è il poco spazio democratico concesso a chi non è d’accordo – perché non avrebbero votato l’ordine del giorno pro Berlusconi. “Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti” ha urlato questo consigliere, ma non in un Consiglio Comunale del sud Italia dove essere mafioso purtroppo per alcuni è un valore, una nota di merito. Questo è successo nel Consiglio Comunale di Siena. La polemica politica per quanto dura, non può arrivare all’esaltazione di una organizzazione a delinquere che è la vergogna del nostro paese e che ha stroncato la vita di tanti servitori dello Stato e di tanti innocenti. “Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti” fa male pensando al livello di infiltrazione della mafia nella nostra regione. Il pensiero va alla strage di Via dei Georgofili che ha colpito al cuore la nostra civile Toscana ed ha spezzato la vita di tanti innocenti. Al nostro territorio, dove a Monteroni un giovane sindaco del PD con la sua comunità e l’appoggio della Federazione dei Comunisti stanno lottando per evitare che un bene confiscato alla mafia ritorni, grazie alla Finanziaria del Governo Berlusconi, di nuovo in mano a cosa nostra. “Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti” offende e deve indignare e deve essere censurato dalle istituzioni della nostra Città. Noi non ci vergognamo di essere comunisti. Siamo comunisti come Pio La Torre ammazzato dalla mafia perché aveva capito che bisognava colpire i beni dei mafiosi per sconfiggerla. Comunisti come Peppino Impastato che non si è mai piegato all’ipocrisia dei luoghi comuni e ha pagato con la sua giovane vita la voglia e sete di giustizia. Comunisti come i Giudici, secondo Berlusocni, che lottano ogni giorno contro la mafia senza mezzi e senza risorse tagliate dal governo Berlusconi e che devono difendersi dalle minacce di cosa nostra e da quelle di un caudillo impazzito. Comunisti come sono tutti quelli che resistono e provano a costruire un Paese migliore e non si piegano alle leggi truffa del governo Berlusconi. Sono questi i valori e gli esempi che ci spingono nella nostra azione. Sottovalutare, sorridere, bollare queste affermazioni come estemporanee o legata al folklore politico significa dare un colpo anche noi alla legalità ed essere conniventi con chi vuole ridurre la nostra Italia a cosa sua.
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Per la Federazione della Sinistra
Loriano Checcucci, Massimiliano Stumpo, Alberto Benocci, Alessandro Pallassini, Fiorino Iantorno, Francesco Andreini, Antonio Falcone, Stefano Culicchi, Giuliano Galardi, Angelo Sanchini, Gianni Polato, Silvia Petroni, Mauro Lenzi, Angela Bindi, Gianni Salvadori, Yuri Borgianni, Alberto Morandi, Brogi Ezio, Fabio Cappelli, Federico Culicchi.

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Fonte: MicroMega

SALUTE – Malattie rare, pioggia di appelli al ministero per 109 patologie “invisibili”

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Trecento associazioni chiedono il riconoscimento negli elenchi ministeriali per avere assistenza

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ROMA (21 dicembre) Sono i malati invisibili, sono quelli colpiti dalle malattie rare non ancora riconosciute dal Ministero. Sono 109 i disturbi che restano nel limbo della non ufficialità e costringono i malati a un calvario aggiuntivo. Da anni attendono di essere inseriti nell’allegato A del DM 279/01. Senza questo non possono poter usufruire dei diritti di pazienti: per loro nessuno studio, nessuna presa in carico, quindi nessun piano terapeutico previsto, Malati Rari ed “ancora più negletti”.

Per questo la CNdMR ha proposto alle associazioni di unirsi in un’azione che vuole «risvegliare le coscienze dormienti»”del mondo politico. «Quasi 300 associazioni di Malati Rari su consiglio e col supporto della CNdMR hanno deciso di farsi rispettare senza ricorrere a gesti eclatanti, ma, per ora, con un’azione persuasiva» spiega Flavio Bertoglio segretario generale della Consulta sperando in una convocazione della Consulta da parte del neo ministro della Salute.

Appello al ministro. Da parte di tutte le associazioni oggi viene inviata via raccomandata, via fax, via mail e per telegramma una lettera al Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, per sollecitare il provvedimento di inserimento delle 109 Malattie Rare nell’allegato A D. M. 279/01. «Dal canto suo la Consulta Nazionale delle Malattie Rare approva e promuove questo deciso gesto che racchiude le aspettative sino ad ora rimaste disattese di migliaia di pazienti Malati Rari. La Consulta con le 270 Associazioni che va rappresentando non può accettare il permanere di questo stato di cose così gravemente penalizzante nei confronti dei Malati Rari ancora esclusi dal Decreto. Un Paese come il nostro che si definisce “civile”, non può pensare di lasciare “invisibili” centinaia e centinaia di Malati identificati nelle 109, e non solo, (visto che sono già molte le Malattie Rare in attesa oltre alle 109). Non dimentichiamo che si tratta di Persone che devono avere dignità pari ad ogni altro Malato Raro».

Le Malattie Rare sono un gruppo di 7.000/8.000 patologie, molte delle quali croniche invalidanti o fatali che rappresentano nel loro complesso circa il 10% delle malattie che colpiscono l’umanità. La Commissione Europea ha definito rare quelle patologie la cui incidenza non è superiore a 5 su 10.000 abitanti. In Europa si stima che le persone affette da Malattie Rare siano circa 20-30 milioni. In Italia ci sarebbero circa 2 milioni di malati, moltissimi dei quali in età pediatrica. L’80% di queste malattie è di origine genetica. Per il restante 20% dei casi si tratta di malattie acquisite.

La Consulta Nazionale delle Malattie Rare Creata il 5 giugno 2007 dall’allora Ministro della Salute, alla presenza dei rappresentanti dalle Associazioni dei pazienti. Il 14 febbraio 2008 la “presa d’atto” da parte del Ministero della Salute, con il conseguente inserimento della Consulta nella convenzione in atto tra ISS e d il Ministero. Il 7 gennaio 2009 il Ministero della Salute ha legittimato l’operato della Consulta sino a tutto il 2010. Oggi la Consulta chiede il superamento di questo limite temporale, attraverso un riconoscimento istituzionale definitivo che consenta un’operatività concreta anche su progetti a lungo termine In questi anni la Consulta ha lavorato sui seguenti temi: accertamento dell’invalidità, certificazione – esenzione, presa in carico e continuità assistenziale, integrazione socio – sanitaria, uniformità dell’assistenza sanitaria sul territorio nazionale, formazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta; ricerca scientifica,comunicazione, base di partenza per una proposta unilaterale di un “Piano Nazionale per le Malattie Rare”.

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fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=85064&sez=HOME_INITALIA

I giovani ricercatori contro la Gelmini: «Solo 696 posti su 2.100 promessi» / Gelmini: credere, obbedire e tacere

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Intervista al presidente dell’associazione dei precari Francesco CerIsoli

I giovani ricercatori contro la Gelmini
«Solo 696 posti su 2.100 promessi»

Doccia fredda per i precari della ricerca dopo che il ministero ha messo online gli stanziamenti del 2009

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MILANO Un Natale così i precari della ricerca se lo ricorderanno per lungo tempo. I posti previsti per i nuovi ricercatori da inserire nell’università italiana inizialmente erano 4200. I 2.100 previsti quest’anno si sono tuttavia ridotti a 696. Lo fa notare l’Apri, l’associazione Precari della Ricerca Italiani, dopo aver fatto i conti a seguito della pubblicazione del ministero della tabella della ripartizione degli stanziamenti per i concorsi del 2009.

FONDI MUSSI – In più occasioni il Ministro Gelmini, l’ultima volta nella lettera al Corriere della Sera del 15 novembre 2009, aveva annunciato «l’assunzione di migliaia di ricercatori». Poi però c’è stata la bocciatura in Senato dell’emendamento in Finanziaria per sbloccare gli 80 milioni di euro a favore del reclutamento straordinario di ricercatori a tempo indeterminato. A quel punto il ministro Gelmini, pur di mantenere l’impegno, ha agito per decreto. Così i fondi alle Università sono arrivati. Ma non gli 80 milioni di euro inizialmente previsti bensì «solo» 40 milioni di aiuti per la «terza fascia» dei ruoli accademici, salvando così 900 posti. Questa cifra, diventata dopo la pubblicazione della ripartizione 696, non è bastata a rassicurare l’Apri che parla di una vera e propria «doccia fredda». A denunciare la forte discrepanza tra i posti previsti rispetto a quelli effettivamente finanziati è Francesco Cerisoli, presidente dell’Apri, che spiega: «Chiediamo al Ministro Gelmini – dice Francesco Cerisoli – che fine hanno fatto i 4.000 posti da ricercatore sbandierati da mesi nelle interviste e nei comunicati stampa. Se questo è il “ricambio generazionale” annunciato dalla Gelmini, siamo di fronte ad un evidente fallimento della politica del Ministro».

Delusi?
«Be’, faccia lei. Lo stanziamento (nella finanziaria 2007) parlava di 80 milioni di euro per il 2009. Di questi 80, la metà, sono stati usati per “pagare” gli stipendi dei ricercatori assunti (nemmeno tutti) nel 2007 e 2008. I restanti 40 milioni sono poi stati destinati a coprire il 100% degli stipendi dei neo assunti benché solo il 50% doveva servire a questo scopo (l’altro 50% lo mettevano le Università).

Ed allora?
«Allora invece dei 2.100 posti per nuovi ricercatori previsti per quest’anno, siamo precipitati a 696, meno di un terzo.Il ministro dell’Università, all’inizio del 2009, aveva detto che con la legge 1/2009 avrebbero reclutato 4.000 ricercatori con regole finalmente meritocratiche. Bene, quando anche tutti i concorsi fossero espletati in tempo, al massimo questi saranno 696 per il 2009, più 1037 già stanziati per il 2008, ovvero meno della metà di quanto promesso dalla Gelmini».

Da cosa nasce questa guerra di cifre?
«È un arzigogolo. Dunque, 4200 posti sono quelli che sarebbero dovuti uscire dal finanziamento straordinario dei fondi cosiddetti Mussi (dal nome dell’ex ministro, ndr) nel 2007. Erano previsti 1050 per il 2007 (fatti, da Mussi), 1050 nel 2008 (distribuiti e in parte banditi, sotto la gestione Gelmini) e 2100 nel 2009 (quelli che ora sono diventati 696). La Gelmini quando ha riformato i regolamenti dei concorsi con il DL180 (diventato legge 1/2009) ha più volte annunciato che grazie a questa riforma avremmo avuto oltre 4000 posti per nuovi ricercatori assegnati con criteri meritocratici. Facendosi però i conti con i soldi stanziati da Mussi e fin lì non ancora spesi (anche perché il governo Prodi nel frattempo era caduto). Ecco quindi la fondamentale discrepanza fra quanto annuncia il Ministro e quanto alla fine realizza: la Gelmini credeva di poter incassare a costo zero 4000 posti ma le Università non ne hanno voluto sapere di cofinanziare. Così il Miur ha dovuto fare tutto da solo, col risultato che i posti sono diventati 696».

Ma ora c’è una riforma in atto…
«Questa era veramente l’ultima chiamata per tantissimi, che non possono permettersi di aspettare la riforma annunciata col disegno di legge presentato questo autunno, che vedrà la luce fra anni. Dopo anni di concorsi sostanzialmente bloccati, quando un nuovo regolamento apriva qualche spiraglio per i candidati non “interni” al sistema, ottenere 1.700 posti è una beffa bella e buona”».

Come vede il futuro dell’università italiana?
«La situazione è drammatica: le Università continuano a pagare stipendi a migliaia di professori over-65, e chiudono di fatto le porte ai giovani. Il Ministero quest’anno taglia 621 milioni di euro al Ffo (Fondo Ordinario per le Università), che non vengono nemmeno pareggiati dal finanziamento derivante dallo scudo fiscale (400 milioni). Senza contare gli inspiegabili ritardi nel finanziamento dei progetti Firb (Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base) e Prin (Programmi di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale). Insomma dovunque si guardi ci sono solo muri eretti a difesa degli interessi di piccole consorterie e basse operazioni di cassa. E sul ddl che dovrebbe disegnare, appunto, il futuro dell’Università, è già cominciato un sospetto tira e molla…».

E i cervelli se ne vanno…
«Il Ministro promette 4.000 e realizza, nelle migliori delle ipotesi, 1700. Significa solo una cosa: che non è in grado di gestire, pianificare, indirizzare. Un qualsiasi omologo europeo si sarebbe dimesso. Purtroppo la disillusione di molti spinge a cercare soluzioni fuori dall’Italia. Anche perché la protesta organizzata fino a questo momento non ha prodotto risultati concreti, e ai precari non si può più chiedere di aspettare».

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Nino Luca
21 dicembre 2009

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fonte:  http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_21/gelmini-tagli-precari-ricerca_75f5e65c-ee3c-11de-9127-00144f02aabc.shtml

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Gelmini: credere, obbedire e tacere

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La vicenda della dirigente scolastica bolognese ripresa dal  direttore dell’Ufficio scolastico regionale per avere espresso opinioni critiche rispetto alla politica dei tagli alla scuola  rappresenta il sintomo grave della involuzione autoritaria che è in atto nelle pubbliche istituzioni.

Primo aspetto: la lealtà verso l’istituzione per cui si lavora è rappresentata anche dalla capacità di ciriticare politiche che già stanno creando danni al sistema scolastico. Dire la verità ed esprimere critiche è un atto doveroso: cosa doveva dire la signora, che nella scuola i tagli fanno bene alla qualità dell’insegnamento ? Doveva tacere rispetto alle palesi disfunzioni che i provvedimenti della “datrice di lavoro” stanno provocando nella scuola ? Oppure peggio doveva dire che tutto va bene madama la marchesa ?

Secondo aspetto: la ministra non è il datore di lavoro, questa personalizzazione è sbagliata e nociva, la ministra non è la “proprietariadel sistema scolatico, svolge pro tempore una funzione di governo  che può essere più o meno condivisa, l’istituzione è altro e in ogni caso non può funzionare come  una caserma..

Terzo aspetto: quale lealtà e rispetto ha la ministra per l’istituzione scolastica pubblica quando va al meeting di Comunione e Liberazione a promettere finanziamenti alle scuole private confessionali quando non ci sono le risorse per mantenere un livello decoroso di funzionamento della scuola pubblica, quella di tutti ?

Credere, obbedire e tacere questo è il messaggio educativo di questi signori che pensano alle istituzioni scolastiche con la cultura del padroncino del nord est. La scuola non è proprietà della Gelmini: i dissensi verso le politiche di governo non possono essere secretati, un confronto serio sui guai prodotti dalle politiche di questo governo è lecito e gli operatori della isitituzione non possono essere silenziati e messi in un angolo mentre il sistema  scolatico pubblico viene progressivamente “smontato” per consegnare al privato le eccellenze

RUVIDUS

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28 Agosto 2009

fonte:  http://www.alternativadigoverno.org/index.php?option=com_content&view=article&id=94:gelmini-credere-obbedire-e-tacere&catid=1:ultime&Itemid=50

Natale ad AnarcoPaperopoli

di Leonardo Tondelli

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“Abbiamo scelto di colpire dove meno ve lo aspettate”, scrivono le “Sorelle in armi” nel comunicato in cui rivendicano la bomba alla Bocconi. E invece non c’è mai stata una bomba tanto prevedibile, nel luogo e nel momento in cui più avremmo potuto aspettarcela.

Una bomba anarchica a Milano, nell’anniversario della morte di Pinelli. Una bomba anarco-insurrezionalista, mentre al vertice di Copenaghen i black bloc attiravano (o distoglievano, a seconda del punto di vista) l’attenzione del pubblico mondiale. Una bomba in un ateneo privato, mentre gli studenti italiani manifestavano per la scuola pubblica. Una bomba gravida d’odio proprio mentre Berlusconi, percosso al volto ma non domo, si dichiarava sicuro della “Vittoria finale dell’Amore”. Tanto maldestre in fatto di detonatori, queste Sorelle, quanto raffinate nella scelta dei luoghi e dei momenti più suggestivi. Raffinatezza che molti hanno voluto trovare sospetta – non saremmo più in Italia se pochi minuti dopo il ritrovamento della bomba non fosse già fiorita una specifica dietrologia. Ma bisogna anche capirci: abbiamo stragi che aspettano un colpevole da trent’anni, poliziotti che piazzano molotov… con simili precedenti è effettivamente dura per un’organizzazione terroristica alle prime armi farsi prendere sul serio.

Il comunicato non aiuta, perché le citazioni che fino a qualche anno fa avrebbero dimostrato inoppugnabilmente il radicamento delle Sorelle nell’anarcoinsurrezionalismo ‘latino’ (la citazione dell’anarchico spagnolo Pombo da Silva, il richiamo all’anarchico cileno Mauricio Morales), nell’era di google diventano facilmente falsificabili: chiunque può farsi una cultura su da Silva o Morales in dieci minuti, e magari condirla con un verso di De Andrè che fa sempre anarchia. Questo in effetti è il punto meno credibile del comunicato: un anarchico che cita De Andrè è un po’ banale, ma un anarchico che cita De Andrè fraintendendolo così (il Bombarolo che vuole terrorizzare per non “ammalarsi di terrore” è un borghesotto figlio di papà) o è un ragazzino o un impostore. Brutta storia in entrambi i casi.

L’attenzione dei giornalisti si è concentrata sulla sillaba finale
. Bastano infatti tre lettere, la sigla Fai, per trasformare la bomba di un gruppo sconosciuto nell’ultima azione del più temibile gruppo terroristico italiano. La Fai, spiegano, sta per Federazione Anarchica Informale: e se ti dicono così, significa che la Fai ha già vinto. Non la guerra, ma almeno una battaglia di immagine contro la vera FAI, la Federazione Anarchica Italiana nata nel 1945, editrice della malatestiana Umanità Nova e depositaria della storia più nobile dell’Anarchia italiana. La storica FAI non ha mai perso un’occasione per dissociarsi dal gruppo di bombaroli che ne usurpa il nome: anche in questo momento sul suo sito compare un comunicato che “denuncia la natura oggettivamente provocatoria e antianarchica delle esplosioni di Milano e Gradisca d’Isonzo”. Fatica sprecata: ormai per il grande pubblico la Fai sono gli anarchici che mettono le bombe. “La principale minaccia terroristica di matrice anarco-insurrezionalista a livello nazionale», secondo l’AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna). Se non proprio l’unica.

Una “galassia”, scrive Paolo Colonnello sulla Stampa, addirittura un “universo che nel 2003 provò a colpire Prodi”. Visti gli effettivi attentati portati a termine sarebbe il caso di parlare, più che di galassia, di una costellazione. Una manciata di gruppetti, disseminati in tutt’Italia, senza nessuna velleità di costituire un movimento armato unitario (anzi, la frammentarietà è quasi rivendicata), che tra il 2003 e il 2006 hanno piazzato e spedito ordigni che anche quando sono scoppiati non sempre sono riusciti a guadagnarsi le prime pagine. Unico risultato concreto: oggi la sigla Fai è cosa loro. Fino al 2006 le periodiche consegne esplosive della Fai informale ribadivano l’esistenza di una corrente sotterranea violenta annidata tra le pieghe del “Movimento dei Movimenti”. Per i Movimenti invece la Fai informale non è mai esistita: si trattava di infiltrati, servi del potere. I loro comunicati, come s’è visto, non appaiono molto convincenti.

Forse la sola testimonianza a favore della ‘genuinità’ della Fai è l’unico bizzarro comunicato divulgato su internet, dal sito Anarchaos.it (ma “a semplice scopo informativo”). Risale al Natale del 2006 e porta il nome di “Documento-Incontro della Federazione Anarchica Informale a 4 anni dalla nascita”. Dopo una cronistoria accurata delle azioni compiute dai gruppi prima e dopo la nascita della Fai informale, il Documento riporta i verbali di una riunione natalizia in… “casa di Paperino”. Sì, perché per ragioni di segretezza i nomi degli esponenti dei vari gruppi (“COOPERATIVA ARTIGIANA FUOCO E AFFINI, BRIGATA 20 LUGLIO, CELLULE CONTRO IL CAPITALE, IL CARCERE, I SUOI CARCERIERI E LE SUE CELLE, SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE”) sono sostituiti da quelli della banda Disney.

E così, insieme a Paperino abbiamo Paperina (che milita nello stesso gruppo, ma con qualche dubbio in più), Pippo che insiste per vedere il bicchiere sempre mezzo pieno (“la crescita anche se minima c’è stata”), Archimede Pitagorico, che opera da solo e sembra il più pratico di esplosivi, Qui Quo e Qua che vorrebbero passare alle pistole, (“noi invece andiamo avanti a dinamite, diserbante e qualche manciata di polvere nera”), eccetera. Si capisce che siamo a mille miglia dallo stile serioso e contorto dei comunicati brigatisti. I quali, proprio perché seriosi e contorti, non erano poi così difficili da falsificare. Mentre la lunga conversazione dei Paperi con Pippo ha tutta la freschezza di una bicchierata in un casolare di campagna, il camino in un angolo, i cani sotto il tavolo a rosicchiare costolette. I Paperi che festeggiano il Natale del 2006 e i quattro anni di Fai Informale non hanno per niente l’aria di infiltrati dei servizi: sono i primi a riconoscere che qualcosa non ha funzionato, ad esempio le bombe (“Magari fossimo degli specialisti, con tutte ste bombe e bombette in questi anni siamo riusciti a fare solo un paio di sbirri feriti! Fanno di più allo stadio la domenica!”), ma anche la comunicazione (“Internet per noi, che con l’informatica siamo a zero, è un problema”). Da bravi anarchici informali, non si troppo il problema di stabilire obiettivi comuni. L’unica idea accettata universalmente è la propaganda armata, poi ognuno per sé. E Archimede, che termina la riunione ansioso di “socializzare” con gli altri gruppi i suoi “fuochi d’artificio”, è il ritratto perfetto del bombarolo isolato, un po’ criminale e un po’ bambino, affamato di botti la notte di Natale.

Troppo realista per essere finto?
Diciamo che se è un falso, nel suo genere è un capolavoro. I dialoghi sono credibili e vanno giù che una meraviglia, come nei romanzi di Wu Ming (in effetti, se fossi un agente dei Servizi e dovessi inventarmi dialoghi del genere, da chi altri scopiazzerei?) Gli errori di ortografia non sono troppi, né troppo pochi. I paperi si scambiano le esperienze, battibeccano un po’, poi brindano all’Anarchia, senza trovare nessuna sintesi, perché la sintesi non c’è. “Mi sembra che l’indicazione sia quella di continuare”, dice Archimede, ed è il Natale del 2006. Ma nei tre anni successivi, la Fai informale non piazzerà più nessuna bomba. Un lunghissimo “silenzio operativo”, come lo chiama l’AISI, interrotto una settimana fa alla Bocconi. Eppure c’è qualcosa di veramente singolare in un gruppo che non è un gruppo, ma una costellazione di gruppetti scarsamente coordinati tra loro, che in quattro anni piazzano una trentina di bombe, e poi all’improvviso tacciono all’unisono. È difficile immaginare Paperina, Pippo e Qui Quo Qua che da città diverse aderiscono a un “cessate il fuoco” unilaterale. Se anche qualcuno l’avesse proposto, certo qualcun altro lo avrebbe rigettato. E allora cos’è successo?

Magari niente di speciale. Forse Paperina è tornata a casa con più dubbi di quelli che aveva prima, ha mollato l’eterno fidanzato vestito da marinaretto e si è laureata in zootecnia. Forse Qui ha trovato una rivoltella, si è sparato in tasca e ha accantonato la propaganda armata. Forse Archimede è esploso mentre preparava un attentato a capodanno, passando inosservato nei bollettini dei caduti del primo gennaio. Forse. Forse, più in generale, tra 2006 e 2007 è stato l’intero Movimento dei Movimenti a sfaldarsi, con migliaia di Paperine e Paperini che hanno cominciato a disertare cortei e centri sociali, mentre i loro leader si trovavano sistemazioni istituzionali (l’onorevole Caruso!) che alla lunga avrebbero danneggiato il loro carisma. Forse, svaporato il Movimento, non c’era nemmeno più bisogno delle frange anarco-insurrezionaliste con le loro bombe demodé.

Finché, all’improvviso, tre anni dopo quel Natale anarchico… non ve l’aspettavate, scrivono le Sorelle in armi, lontane parenti di Paperino e Paperina. In effetti no, ma è solo perché non sappiamo guardarci intorno. La scuola e l’università sono in fermento, la piazza si riempie di antiberlusconiani a cui non serve più nemmeno un partito per radunarsi (basta Facebook). Il Presidente, colpito da un pazzo, denuncia un clima d’odio montato da internet e dai giornali… no, decisamente, una bomba avremmo potuto anche aspettarcela.

Leonardo (16/12/2009) – Il web e quella Stella che brilla lassù
21 dicembre 2009

fonte:  http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=92926


STRAGI CARCERI – Carcere di Teramo, muore il «negro»: Il detenuto testimone del pestaggio

Manconi: ennesimo caso di abbandono terapeutico

Di lui parlava in un nastro anonimo mandato ai giornali

Il capo dei secondini: «Il negro» ha visto tutto

“Queste cose si fanno sotto… Abbiamo rischiato la rivolta, perché il negro ha visto…”

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MILANO – Un detenuto, Uzoma Emeka rinchiuso nel carcere di Castrogno, è morto venerdì scorso in circostanza misteriose nell’ospedale di Teramo. Nigeriano, 32 anni, condannato a due anni per spaccio di stupefacenti, l’uomo aveva assistito il 22 settembre al pestaggio di un altro detenuto. In quell’occasione scoppiarono le polemiche perché un nastro anonimo, che parlava delle violenze, fu affidato alla stampa: «Non si massacrano così i detenuti in sezione, si massacrano sotto… il negro (Uzoma Emeka) ha visto tutto». Queste parole, dette da Giuseppe Luzi, capo delle guardie carcerarie ad un sottoposto, furono registrate da qualcuno e inviate al quotidiano locale La Città. Luzi fu sollevato dall’incarico dal ministro della Giustizia Alfano. Ora, a distanza di tre mesim arriva il decesso di Uzom. La procura ha aperto un’inchiesta anche su questa morte e secondo il quotidiano La Stampa, che lunedì mattina riportava la notizia, i giudici hanno disposto che l’autopsia del giovane nigeriano sia filmata.

MANCONI – Sentitosi male alle 8.30 mentre era al telefono con la moglie, Uzoma Emeka, è stato ricoverato in ospedale nel pomeriggio quasi cinque ore dopo ed è morto. «Non sappiamo, ma in ogni caso è certo che a Teramo si è verificato l’ennesimo caso di ’abbandono terapeutico’», commenta in una nota Luigi Manconi, presidente dell’associazione A buon diritto. «Ora, va da sé – aggiunge – si parla di ’morte per cause naturali’: ma sappiamo che oltre il 50% dei decessi in cella è classificato come dovuto a cause da accertare». Autolesionismo, abusi, morti improvvise, overdose presentate come suicidi, suicidi presentati come overdose, mancato aiuto, assistenza negata, «è un vero e proprio regime di omissione di soccorso – dice Manconi – quello che governa il sistema penitenziario italiano. Sullo sfondo di questo tragico avvenimento, l’ultimo di una lunga teoria di morti o inspiegate o sospette, c’è la vicenda del ’negro ha visto tutto’, del ’massacro’ involontariamente confessato, dei testimoni che esitano a parlare. Forse non ci sono ’misteri’ nel carcere di Teramo, ma certamente c’è un bubbone che va eliminato».

I DATI – Con il detenuto nigeriano morto nel carcere di Teramo le morti in carcere nel 2009 toccano quota 172: viene così superato il triste record del 2001, che aveva segnato con 171 detenuti morti, il numero più alto di morti in carcere nella storia della Repubblica. I dati sono dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere. Negli ultimi 10 anni, nelle carceri italiane, sono morte 1.560 persone, di queste 558 si sono suicidate. Per la maggior parte si trattava di persone giovani, spesso con problemi di salute fisica e psichica, spesso tossicodipendenti.

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21 dicembre 2009

fonte:  http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_21/detenuto-testimone-morto-teramo_0ffb1548-ee23-11de-9127-00144f02aabc.shtml

Bersani: “Sì alle riforme, ma in Parlamento”. Berlusconi: “A Natale regalate una tessera del Pdl”

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Il segretario del Pd esclude ‘vertici’ con il centro-destra
E chiarisce che ci sarà alcun confronto sulle ‘leggi ad personam’

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Messaggio audio del presidente del Consiglio sul sito del Giornale
L’invito all’acquisto “a tutti gli italiani che amano la libertà”
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ROMA – Sì alle riforme, ma in Parlamento, non attraverso accordi tra partiti. E’ la posizione del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, espressa a margine di un incontro sul vertice di Copenaghen. Dunque, ribadisce Bersani, non ci sarà alcun vertice Pd-Pdl sulle riforme: “Il posto giusto è il Parlamento, e ormai dovrebbe essere chiaro che noi non solo ci stiamo a confrontarci sulle riforme, ma chiediamo che questo paese si dia le riforme”.
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Riforme, ha aggiunto però Bersani, non significa ‘leggi ad personam’: “Aggiungo che a Natale è giusto che giri un po’ di zucchero, ma poi viene la Befana e se il Parlamento fosse invaso da leggi ad personam sarebbe obiettivamente difficile discutere. Questa è un’assunzione di responsabilità che governo e maggioranza devono prendersi, sapendo che noi siamo contro le leggi fatte per una persona sola e e siamo invece pronti a discutere di riforme istituzionali, costituzionali, Parlamento, funzioni del governo. Noi aggiungiamo una legge sui partiti. Ma fatemi dire, perchè se ne parla poco, anche di riforme sociali.Per noi un bellissimo segnale di distensione sarebbe duiscutere insieme su una normativa sul mercato del lavoro dei giovani, così come per noi sarebbe interessantissimo mettere mano alla prospettiva del distema pensionistico per le nuove generazioni.”
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Rispondendo all’invito dei giornalisti di fare gli auguri al leader dell’Idv Antonio Di Pietro e al premier Silvio Berlusconi, Bersani ribadisce i ‘buoni propositi’ per il 2010: “Il confronto sulle riforme non è una questione di fidarsi o non fidarsi, altrimenti non si andrebbe da nessuna parte, oppure si dovrebbe andare dallo psicologo o dal confessore”, dice, rifendosi in particolare a Di Pietro.
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Rivolto poi al premier, sempre su sollecitazione dei giornalisti che lo invitano a fare a Berlusconi gli auguri di buona salute, Bersani ha osservato: “Auguriamoci tutti buona salute e che ciascuno faccia per bene il suo mestiere, tutti. Un augurio all’Italia, perché si consenta un minimo di Stato, di ripartenza e perchè nel 2010 possa innescare una marcia in più”.

Berlusconi: una tessera sotto l’albero. E intanto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi suggerisce come regalo di Natale ai lettori del Giornale una tessera del Pdl. In un intervento audio sul sito del Giornale, Berlusconi fa gli auguri di Natale ai lettori: “Che possiate realizzare tutti i progetti, tutti i sogni che portate nella vostra mente e nei vostri cuori. Per voi e per tutti i vostri cari”.

Suggerendo poi a “tutti gli italiani che amano la libertà”,un’idea-regalo particolare: “A voi e a tutti i vostri amici regalate una tessera del Pdl”. Il premier ha sottolineato il significato politico dell’iniziativa: “Ci darete più forza per continuare a resistere e a lavorare per il bene di tutti”.

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21 dicembre 2009
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DIRETTA MALTEMPO – L’Italia bloccata dal gelo. Treni nel caos, voli cancellati

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Polstrada: “Critiche ancora 24-36 ore”

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Disagi nei trasporti, treni e voli cancellati. Ferrovie in tilt nel Nordest, decine di convogli soppressi sulla Venezia-Trieste. Moretti, ad delle Ferrovie: “Nessun blocco alla rete”, ma ai passeggeri consiglia di portarsi in vagone “una coperta e dei panini”. Problemi anche sulle autostrade. Muore per il freddo un clochard a Milano. L’ondata di gelo che ha messo in ginocchio la penisola durerà fino a Natale. Ancora neve oggi al Nord e al Centro; venti forti e mareggiate al Sud. Emergenza anche nell’Europa settentrionale. Bloccate migliaia di persone negli aeroporti. In Germania -33 gradi. Numerose vittime tra i senzatetto

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20:27

Ritorna l’energia elettrica in Provenza

Ritorna dopo un’ora la corrente elettrica nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, nel sudest della Francia

Un invalido di 67enne è morto nell’ospedale Maggiore di Crema per assideramento. Angelo Gnocchi era stato trovato ieri sera nella cascina dove viveva, un rifugio senza riscaldamento

Le Ferrovie dello Stato non rimborseranno i passeggeri per i ritardi provocati dal maltempo. “Non possiamo essere responsabili di eventi naturali”, ha detto l’amministratore delegato di Fs Mauro Moretti

18:58

Bergamo, domani scuole chiuse

Scuole chiuse domani in tutta la provincia di Bergamo

La Coldiretti denuncia difficoltà nella raccolta e nella consegna di latte e verdure: “Parecchie serre hanno ceduto sotto il peso della neve; in numerose aziende agricole è stato necessario intervenire per garantire l’alimentazione degli animali. Il freddo intenso e prolungato ha messo in pericolo i raccolti”

E’ ritornato a funzionare il sito ViaggiaTreno che permette i seguire in tempo reale il movimento dei treni e conoscere i ritardi

Scuole chiuse domani a Pavia

Il presidente dell’Anas Pietro Ciucci assicura che è “garantita la percorribilità di tutta la rete stradale e autostradale”. Impegnati circa 4.000 uomini e oltre 2.000 mezzi dell’Anas e delle concessionarie tra spargisale, lame e turbine spazzaneve e mezzi di soccorso

Trenta i voli cancellati oggi e domani nell’aeroporto di Bologna

Per i senzatetto, aperte a Genova una palestra attrezzata nel centro storico e le sale d’aspetto delle stazioni ferroviarie di Brignole e Principe, oltre alla stazione della metropolitana in piazza De Ferrari

Chiuso per neve l’aeroporto di Verona Villafranca. Ritardi nei voli allo scalo di Tessera (Venezia). Regolare, al momento, il traffico aereo all’aeroporto di Treviso

Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha deciso di chiudere domani tutte le scuole compresi i nidi e le scuole dell’infanzia

Nevica su tutto il Nord e parte del Centro Italia su circa 1.000 chilometri di autostrade

Breve nevicata su Torino. Colonnina di mercurio ancora sotto lo zero. Il comune invita ad usare il meno possibile le auto perchè le strade sono in gran parte ghiacciate

L’assessore comunale alle Politiche educative di Venezia, Anna Maria Giannuzzi Miraglia, rende noto che domani alcuni percorsi di trasporto scolastico non potranno essere garantiti

L’assessore ai lavori pubblici del comune di Milano Bruno Simini ha chiesto di lasciare acceso il riscaldamento nelle scuole milanesi anche di notte

Ritardi e cancellazioni di voli a Fiumicino. Ad essere colpiti soprattutto i voli per e dagli Stati Uniti. Ritardi, ma più limitati, anche per le rotte europee e i voli nazionali

16:58

Milano, viabilità bloccata per la neve

Viabilità bloccata a Milano a causa della forte nevicata: su tutte le strade, in particolare in uscita dal capoluogo, si circola a passo d’uomo

Domani a Monza le scuole resteranno chiuse per le difficoltà create dalla neve

Il Comune di Bologna ha stabilito una deroga all’orario di accensione degli impianti termici: fino al 26 dicembre, potranno rimanere accesi, senza superare i 20 gradi centigradi, fino a 20 ore al giorno

L’amministratore delegato di Fs Mauro Moretti ha detto che a causa del maltempo, sono stati soppressi circa 350 treni, lo 0,3% sulla lunga percorrenza e il 5,6% nel regionale, soprattutto in alcune regioni del Nord e Centro-Nord

Trenitalia precisa che nella stazione Centrale di Milano esistono “rallentamenti e ritardi” ma “nessuna linea chiusa”

Nella stazione Centrale di Milano decine treni partono in ritardo a causa degli scambi ghiacciati

L’ad di Ferrovie Mauro Moretti ha detto: “Consiglio a chi prende treni a lunga percorrenza di portarsi qualche coperta, un po’ d’acqua e qualche panino in più: potrebbe mancare l’energia elettrica e il treno fermarsi”

Il sindaco di Brugherio (Milano) ha disposto che domani le scuole di ogni ordine e grado della città resteranno chiuse per neve

Secondo la Polstrada, “la rete viaria del Centro-Nord sarà interessata dal maltempo ancora 24-36 ore”

L’ad di Ferrovie Mauro Moretti ha detto: “Abbiate pietà. Quando si lavora si può anche sbagliare. Siamo stati l’unico servizio italiano che non hanno mai interrotto il servizio: invece strade e servizi portuali sono stati interrotti”

Per i clochard, 110 posti letto sono stati messi a disposizione dai Servizi sociali del comune di Cagliari nel Centro di solidarietà Giovanni Paolo II

La Protezione civile dell’Emilia-Romagna ha diramato una nuova allerta meteo per neve a partire dalle 15 di oggi per 48 ore, fino alla stessa ora di mercoledì

L’amministratore delegato di Ferrovie Mauro Moretti ha detto: “Oggi hanno circolato 3700 treni e 400 stanno circolando ora”

Interrotta la corrente nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Due milioni di persone sono al buio a causa di un incidente tecnico

Il presidente Codacons, Carlo Rienzi chiede a Trenitalia di risarcire tutti gli utenti coinvolti nel caos ferroviario con un bonus del valore di almeno 100 euro, da utilizzare per futuri viaggi

Un’abbondante nevicata sta cadendo da circa un’ora su Milano. E domani il capoluogo lombardo potrebbe svegliarsi sotto un manto di 30 centimetri di neve

In Friuli Venezia Giulia, circa un terzo dei treni su una sessantina dei previsti, sono stati soppressi, perché il ghiaccio impedisce l’a pertura delle porte

Negli aeroporti di Parigi la situazione sta tornando alla normalità. La neve ha cessato di scendere. In mattinata sono stati cancellati circa il 20% dei voli

Torna a nevicare su Venezia. Annunciata alle 3 di questa notte acqua alta: 115 centimetri sul medio mare

Circolazione ferroviaria sospesa nel Trapanese tra le stazioni Milo e Fulgatore, sulla linea Trapani-Alcamo Diramazione (via Milo), per uno smottamento del terreno causato dal maltempo. Attivato un servizio con autobus sostitutivi

A Firenze non nevica più. Temperature in sensibile rialzo. Sono ancora in azione i mezzi spargisale

Il sindaco di Piacenza Roberto Reggi lancia un appello ai concittadini: “Non usate neppure la bicicletta”

E’ “crollato” il sito Viaggiatreno di Trenitalia che permette di seguire in tempo reale il percorso dei convogli e i ritardi accumulati. Le tantissime richieste di informazioni hanno mandato in tilt il servizio online

Scuole chiuse domani in tutta la provincia di Cremona

Il comitato di protezione civile della Liguria si è riunito a Genova: nevicate sono previste per il pomeriggio e la serata soprattutto sulle alture, le vallate interne e il ponente cittadino. Mobilitati spazzaneve, spargisale e volontari della protezione civile

Ancora forti disagi per i viaggiatori e i pendolari che devono prendere il treno nelle stazioni delle Marche, lungo la linea ferroviaria principale, quella adriatica. Soprattutto del nord Italia, Emilia Romagna e Veneto in particolare, nel tratto marchigiano i treni a lunga percorrenza stanno accumulando ritardi medi di 2-3 ore. Quanto al meteo, le condizioni nelle Marche vanno migliorando, specie nelle zone lontane dalla fascia appenninica centrale. Secondo la Protezione civile regionale comunque, rimangono ancora alti i rischi per la circolazione stradale, legati alla presenza di ghiaccio. Il rialzo delle temperature previsto a partire da domani dovrebbe aiutare a diminuire anche questo rischio

Le navette che trasportano camion, automobili e tir, e i treni merce circolano normalmente nel tunnel sotto la Manica, da sabato scorso alle 5.30, nei due sensi di marcia. Lo ha reso noto oggi la società Eurotunnel che gestisce l’infrastruttura. “Le navette e i treni merce circolano normalmente. Il traffico è tornato normale da sabato alle 5.30 nei due sensi di marcia. Il tunnel è interamente operativo”, ha dichiarato una portavoce di Eurotunnel

Freddo polare e strade scivolose per via del ghiaccio e della neve che continua a minacciare il Nord. Ed è boom di cadute a Milano. Fra metropoli e provincia, il 118 è già intervenuto quasi 60 volte. Da mezzanotte all’ora di pranzo, gli operatori dei pronto soccorso sono stati impegnati a soccorrere diverse persone che hanno perso l’equilibrio e sono finite con violenza per terra: tanti i ‘codici verdi’ per cadute che hanno avuto conseguenze lievi, ma anche un caso più grave da ‘codice rosso’ ad Abbiategrasso

Un giovane immigrato della Costa d’Avorio è stato trovato morto dalla polizia, pare per assideramento, in un casolare nelle campagne di Arpi Nova, a pochissimi chilometri da Foggia. Secondo prime informazioni, il giovane aveva 21 anni e ha tentato di ripararsi dal freddo nel capannone, dove però nella notte la temperatura rigida, scesa di qualche grado sotto zero, non gli ha dato scampo. A quanto pare, il giovane non aveva un permesso di soggiorno in Italia e lavorava come bracciante agricolo. Si è addormentato su alcune pedane, cercando di ripararsi con una piccola coperta. Accanto al corpo senza vita dell’africano sono stati trovati anche i resti di un fuoco. L’allarme alle forze di polizia è stato dato con una telefonata anonima

Ha iniziato nuovamente a nevicare sulla rete autostradale dell’Emilia-Romagna. La situazione più difficoltosa è sulla A15, la Parma-la Spezia, dove dalla tarda mattinata è in corso una intensa nevicata tra Parma Ovest e Pontremoli. Sono in attività mezzi spazzaneve e spargisale, mentre c’è il divieto di circolazione per i mezzi pesanti superiori alle 7,5 tonnellate. Una debole nevicata era segnalata attorno alle 13.30 anche in A1, tra Piacenza e Parma. Le condizioni del tempo sono previste in peggioramento nel pomeriggio

Viste le previsioni meteo, che annunciano forti nevicate e con l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi e le criticità sulla rete stradale provinciale, è stata decretata per domani la chiusura delle scuole secondarie superiori in tutta la provincia di Varese. E’ nel frattempo scattata l’allerta meteo per tutta la protezione civile della provincia di Varese. Allertate anche le squadre antineve che hanno programmato il trattamento strade (spargimento sale e sabbia) a partire dalle 16.30 di questo pomeriggio

Il Comune di Lecco ha disposto per domani la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e dei servizi educativi (asili nido, servizi formativi e per la disabilità). “Le previsioni meteo prevedono una eccezionale nevicata – spiegano dal Comune – a seguito della quale si potrebbe determinare una situazione di grave difficoltà nella viabilità”. Analoghe decisioni di chiusura anticipata vengono prese in queste ore da diverse altre amministrazioni comunali della provincia di Lecco

Tutto è stato predisposto per l’emergenza neve a Milano – spalatori, sale, mezzi – ma l’uso delle automobile da parte dei cittadini è stato “troppo alto nonostante gli appelli del Comune”. Lo ha detto, in sintesi, il vice-sindaco Riccardo De Corato rispondendo ai giornalisti a margine di un incontro in Prefettura.
“Siamo preparati ma l’inverno diventa difficile da affrontare se cadono 30 centimetri e in tanti prendono l’auto – ha proseguito il vice sindaco- . Chi ha preso la macchina stasera non potrà dire che il Comune non abbia avvertito: i parcheggi di corrispondenza con i mezzi pubblici sono vuoti. Gli faccio gli auguri per la serata e forse per la nottata”. “Sono state potenziati notevolmente le metropolitane, circa 10 mila posti ora in più – ha concluso – le macchine creereanno problemi ai mezzi pubblici. Il piano funzionerà solo se ci sarà neve per 10-20 centimetri: abbiamo 1.000 spalatori pronti a intervenire, 800 vigili, 300 mezzi spargisale, 210 con lame”

In considerazione delle condizioni meteo, con temperature al di sotto delle medie stagionali, da oggi e fino a domenica 27 dicembre compresa, il sindaco di Genova ha autorizzato gli amministratori dei condomini a tenere accesi gli impianti di riscaldamento a regime pieno per 14 ore giornaliere anziché 12

Al momento gli aeroporti del nord del Paese sono tutti aperti al traffico anche se si prevede un peggioramento delle condizioni meteo nel pomeriggio che potrebbe causare nuove limitazioni nel traffico aereo sia in partenza che in arrivo. Ritardi e cancellazioni di voli negli scali italiani sono determinati anche dalla chiusura di molti aeroporti del nord Europa. Lo rende noto l’Enac che sottolinea come, in considerazione delle cattive condizioni meteo che stanno interessando l’Europa e che hanno determinato disservizi nei trasporti, continui a essere costante il presidio delle proprie drezioni aroportuali negli scali interessati dalle abbondanti precipitazioni nevose

L’istituzione centro previsioni e segnalazioni maree di Venezia ha previsto per il cuore di stanotte, alle tre, una punta massima di marea di 115 centimetri e per la notte tra domani e mercoledì, sempre verso le tre, una punta massima di ben 130 centimetri. All’origine della previsione, il passaggio della parte meridionale di una estesa perturbazione centrata sulle Isole britanniche, che causerà maltempo su tutta l’Italia settentrionale, con venti di scirocco sull’Adriatico, da giorni sollecitato dalla bora, che sta provocando un sovralzo costante medio sui 30 centimetri

L’intero sistema di trasporti olandese è nel caos a causa dell’ondata di maltempo che si è abbattuta sul Paese. Negli ultimi giorni oltre 30 centimetri di neve sono caduti in tutti i Paesi Bassi, bloccando strade, ferrovie e aeroporti. Per il servizio meteo olandese si tratta della più forte nevicata dal 1979, e per domani è previsto un ulteriore peggioramento. Decine di voli sono stati cancellati nell’aeroporto di Amsterdam-Schiphol, e molti altri riportano forti ritardi, costringendo i passeggeri a terra a lunghe attese. Nelle maggiori città olandesi, come Utrecht e L’Aia, i tram, gli autobus e i taxi sono fermi. La neve e l’esodo natalizio hanno provocato lunghe code nelle autostrade olandesi. Forti disagi anche nel traspoto ferroviario: molti treni sono rimasti fermi nelle stazioni e migliaia di pendolari sono rimasti bloccati

Ancora conseguenze questa mattina per il traffico aereo a causa dell’ondata di neve e gelo sull’Italia ma anche sulle altre regioni europee e in particolare sull’America del Nord. Tra cancellazioni e ritardi, a Fiumicino, dove la situazione meteorologica è favorevole ma che subisce le conseguenze degli altri scali, risultano sconvolti in particolare i collegamenti con gli Stati Uniti: soppressi i voli da Atlanta e New York di Delta Airlines e conseguentemente anche quelli in partenza da Fiumicino, ritardi anche fino a 5 ore per i voli di United Airlines da e per Washington, di American Airlnes per New York, di Alitalia da e per New York e Miami. Cancellati anche i voli di alcune compagnie da Londra, Tel Aviv, Parigi, Cagliari, mentre i ritardi hanno finora investito altri collegamenti con Rotterdam, Budapest, Madrid, Timisoara, Nuremberg, Siviglia, Cagliari. Inevitabili i disagi per i passeggeri coinvolti, che in alcuni casi hanno formato lunghe file ai banchi delle Compagnie aeree

Un uomo risulta disperso nelle acque di fronte la costa della Normandia, dopo che il peschereccio sul quale si trovava è affondato a causa del maltempo. Si teme che l’uomo possa essere annegato. La barca, battente bandiera inglese e con un equipaggio di quattro membri, è affondata a 37 km al largo del porto francese di Cherbourg. Tre persone sono state tratte in salvo da un cargo durante la notte. La guardia costiera francese sta cercando il disperso con elicotteri e aerei con sensori a infrarossi

Anche il traffico aereo è stato colpito duramente dal maltempo in Europa. Settecento persone hanno passato la notte all’addiaccio all’aeroporto Schipol di Amsterdam. Secondo le autorità verranno cancellate altre decine di voli mentre la società che gestisce la rete ferroviaria del paese è stata costretta a pregare i propri utenti di rimanere a casa. Le pesanti nevicate hanno poi portato innumerevoli ritardi e cancellazioni di voli negli aeroporti di Francoforte e Dusseldorf. Ieri, a Francoforte, sono stati cancellati oltre 200 voli, mentre l’aeroporto di Dusseldorf è rimasto chiuso gran parte della giornata, portando a 300 il numero dei voli cancellati o dirottati altrove. In Francia, l’autorità dell’aviazione civile, la Dgac, prevede che oggi il venti per cento dei voli nello scalo Charles de Gaulle di Parigi verrà cancellato a causa della neve ancora presente sulle piste e le temperature polari e molti altri voli subiranno ritardi. In Spagna, oggi, a causa della neve, risultano operative solo due delle quattro piste dell’aeroporto Barajas di Madrid. Un portavoce dello scalo ha fatto sapere che più di 50 voli sono stati cancellati. Stessa sorte per otto treni ad alta velocità da Madrid a Barcellona, Malaga e Siviglia. Due voli all’aerporto di Bruxelles sono stati cancellati e circa il 20% ha subito ritardi

Se ufficialmente inizia solo oggi, quest’inverno rigido ha già provocato il caos nei trasporti in tutta Europa. Oggi il governo francese ha manifestato tutta la propria rabbia per il tilt dell’Eurotunnel che venerdì ha bloccato migliaia di passeggeri nei vagoni sotto la Manica. A Parigi un’auto slitatta sulla strada ghiacciata ha provocato il deragliamento di un treno regionale, ferendo 36 persone e andando così ad aggiungersi all’agonia di un sistema di trasporti gia’ stremato da 12 giorni di sciopero. Un altro treno regionale, stavolta a Zagabria, nella capitale della Croazia, ha urtato un respingente ferendo 50 persone. Sei persone sono rimaste uccise in diversi incidenti in Germania e tre in Austria

Il presidente della Repubblica francese ha convocato in tarda mattinata il presidente di Sncf, azienda responsabile delle reti ferroviarie, per discutere dei disservizi del fine settimana nel tunnel sotto la Manica. Lo rende noto una fonte interna all’Eliseo

A Milano ha iniziato a nevicare. Da qualche minuto sul capoluogo scende un po’ di nevischio, piccoli fiocchi gelati. Ieri il Comune ha invitato i cittadini a non usare le auto private, per utilizzare i mezzi pubblici. Il Bollettino dell’Arpa Lombardia di sabato prevedeva per oggi nevicate a iniziare dal pomeriggio, in intensificazione in serata, moderate sui settori occidentali e Prealpini (accumuli attorno ai 15 cm), deboli su Pianura Orientale e area alpina (accumuli inferiori ai 10 cm)

Si sono toccati i – 25 gradi sulla Piana di Marcesina in Veneto: il luogo piu freddo della regione. Se in montagna la situazione è sotto controllo in pianura le difficoltà si fanno marcate: di ieri sera l’invito della Protezione civile a non usare il treno. A partire dal pomeriggio sono previste nuove nevicate a nordest: da pochi centimetri in pianura fino a una ventina sulle Dolomiti per tutta la notte. Domani mattina, secondo le previsioni meteo dell’Arpav la situazione dovrebbe mutare quando un rialzo delle temperature dovrebbe portare i fiocchi di neve a mutare in acqua e il fronte nevoso riportarsi a quota 1300 metri. A Treviso le scuole stamani sono rimaste chiuse

Paura questa mattina alla scuola materna di Trescore Balneario, nel Bergamasco, dove, nella notte, è crollato il sottotetto del locale adibito a mensa. La scoperta è stata fatta questa mattina dal personale dell’istituto, pochi minuti prima dell’arrivo dei bambini. A provocare l’incidente sarebbe stato il freddo polare che in queste ore sta interessando la provincia di Bergamo.
La scuola è stata chiusa immediatamente. I genitori degli alunni sono stati avvisati per telefono e invitati a portare i loro figli nel vicino asilo di Cenate, sempre in provincia di Bergamo. Il crollo ha interessato una ventina di metri quadrati di sottotetto e ha danneggiato anche l’impianto elettrico di riscaldamento dell’edificio. La scuola resterà chiusa almeno fino alla ripresa delle lezioni, dopo le festività natalizie

A causa del preallarme sulle abbondanti precipitazioni nevose previste nelle prossime ore, la prefettura di Como ha deciso di chiudere le scuole in tutta la provincia domani, 22 dicembre, anticipando di un giorno l’inizio delle vacanze. Il provvedimento è stato firmato questa mattina dal vice prefetto e prevede la sospensione dell’attività didattica per domani nelle scuole di ogni ordine e grado

La società Autostrada Tirrenica segnala la riapertura, in entrambe le direzioni, della A12 Livorno-Rosignano, precedentemente chiusa per due incidenti avvenuti al km 178 in direzione di Grosseto al km 190 verso Livorno

L’assessore regionale ai Trasporti del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, si è scusato oggi per i gravi ritardi e le soppressioni dei treni sulla tratta Venezia-Trieste a causa del maltempo. “Sono cose che non dovrebbero accadere – ha detto – e chiedo scusa per le responsabilità politiche che la regione ha”. Riccardi ha promesso “ulteriore impegno per evitare che simili disguidi e problemi si ripresentino in futuro”

Situazione critica per il gelo all’aeroporto di Bologna. Dopo le forti nevicate e l’ulteriore abbassamento delle temperature di questa notte si è infatti reso necessario un utilizzo eccezionale del liquido antigelo per gli aeromobili in partenza. Ora le difficoltà sono legate, quindi, all’approvvigionamento di nuove scorte che potrebbero provocare forti disagi ai passeggeri, con ritardi e cancellazioni di voli

Odissea per 600 passeggeri ieri notte alla Stazione Termini di Roma costretti a trascorrere la nottata all’addiaccio a causa del ritardo e poi alla soppressione del treno per Torino dovuto all’ondata di maltempo. “E’ stata una nottata terribile – racconta Anna Delponte, uno dei passeggeri – La partenza del nostro treno era prevista per le 23.50 ma è stata più volte ritardata. Poi cancellata. Ci hanno lasciato per ore senza darci spiegazioni al freddo, ci hanno dimenticato”. Intorno alle 4 i passeggeri sono stati fatti salire a bordo di un treno. “Le carrozze – racconta Fabrizio Ietti, un altro passeggero – erano congelate perché i riscaldamenti erano spenti. Dopo due ore ci hanno fatto scendere nuovamente dicendo che il treno per Torino era stato soppresso”. Dopo pochi minuti il gruppo è stato fatto salire a bordo di due treni, uno diretto a Genova e l’altro a Milano, che sono partiti da Roma poco dopo le 6.30

Due tratti della superstrada Firenze-Pisa-Livorno sono chiusi per ghiaccio: si tratta del tratto tra Tirrenia e Livorno e di quello tra Montopoli Valdarno e Pontedera Est. Vengono comunque segnalati tratti ghiacciati su tutta la superstrada, e l’invito è a guidare con la massima prudenza

La compagnia Eurostar ha sospeso le prenotazioni sui suoi treni fino a nuovo ordine a causa del blocco della circolazione attraverso il tunnel della Manica. “Le vendite sono sospese”, ha dichiarato il portavoce della compagnia. “La nostra priorità è di dare la precedenza alle persone che hanno già un biglietto in mano”, ha spiegato. Eurostar ha cancellato anche per oggi tutti i collegamenti fra la Francia e la Gran Bretagna

La notte scorsa per il freddo polare 25 clochard hanno passato la notte all’interno della tenda riscaldata della Croce rossa allestita in piazza cimitero monumentale che accoglie con generi di conforto e assistenza i senza tetto della città

Le strade che conducono alle zone sommitali dell’Etna sono tutte percorribili senza catene. La riassicurazione è della polizia stradale che controlla le strade di accesso al vulcano e che però consiglia di prestare attenzione, specialmente nelle prime ore del mattino e nelle ore notturne, alla possibile formazione ghiaccio sulle carreggiate. Nessun problema – secondo quanto fa sapere l’Anas – in merito alla percorribilità delle autostrade A-18 Messina-Catania ed A20 Messina-Palermo. Anche l’autostrada A19 Palermo-Catania, secondo quanto reso noto dalla polizia stradale di Catenanuova (Enna) – è interamente percorribile. Rallentamenti dovuti a traffico intenso vengono segnalati dall’Anas sulla Tangenziale di Catania

Il blocco dell’energia elettrica nei reparti di chirurgia e terapia intensiva dell’ospedale di Belluno ha costretto i sanitari a trasferire 60 pazienti in altri nosocomi. Il freddo intenso – secondo quanto riferisce la direzione sanitaria – ha provocato il blocco con incrinazione di una tubatura d’acqua che ha provocato, a sua volta, uno sversamento di liquido nel quadro elettrico di controllo dei due reparti. Per evitare complicazioni, i 60 pazienti sono stati trasferiti ai vicini ospedali di Agordo, Feltre, Pieve di Cadore, nel bellunese, e Conegliano, nel trevigiano. L’intervento dei tecnici e l’utilizzo di gruppi elettrogeni d’emergenza dovrebbe consentire di ripristinare i servizi sanitari dei due reparti in serata o al più tardi nella mattinata di domani

“La situazione è critica, ma il Paese non è nel caos” ha detto il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, durante una conferenza stampa a Roma. “Dieci o quindici anni fa, in un momento come questo, il Paese si sarebbe bloccato”, ha aggiunto Bertolaso, “invece oggi non è così. Quella di oggi sarà una giornata di difficile, ma ci sta come Parigi o Londra sono completamente paralizzate. In Italia, malgrado i ritardi, ogni grande città è raggiungibile”. Un risultato raggiunto, per Guido Bertolaso, grazie all’impegno di tutti: “Questa notte ho chiamato personalmente l’amministratore delle ferrovie dello Stato Moretti, almeno tre o quattro volte; abbiamo buttato giù dal letto tutti i prefetti, da Sondrio ad Agrigento, avvertendoli di come stavano le cose”. In ogni caso, “da domani le temprature si alzeranno progressivamente, anche se non ci saranno condizioni di bel tempo generalizzato a breve”

E’ nevicato la scorsa notte su buona parte dell’altopiano della Sila, con temperature che sono scese di 3-4 gradi sotto lo zero. Stamattina la comparsa del sole e il tempo buono su tutta la Calabria hanno portato a un miglioramento della situazione. La temperatura in Sila è di 4 gradi sopra lo zero, con livelli più bassi nelle zone più alte dell’altopiano. La viabilità è normale in tutta la regione. Anas e polizia stradale hanno potenziato i servizi di controllo sulla A3 e sulle strade interne anche in concomitanza con l’aumento del traffico per la festività di fine d’anno

Lieve miglioramento delle condizioni meteo nello spezzino e la Protezione civile dichiara cessata, per il momento, l’emergenza neve. Temperature più miti a La Spezia e in centro, dove la colonnina di mercurio si è sollevata di qualche grado sopra lo zero. Nevica ancora in Val di Vara, mentre a La Spezia piove. La quota neve, entro la serata, dovrebbe sollevarsi sopra i 500 metri

In vari comuni della pianura veneta, tra cui Treviso, oggi le scuole sono rimaste chiuse a causa del maltempo. I sindaci, dopo la nevicata di sabato scorso, hanno firmato le ordinanze soprattutto a scopo precauzionale viste le difficoltà sul fronte degli spostamenti e l’annuncio per oggi di una nuova perturbazione. A Caorle (Venezia), oltre alla chiusura delle scuole, è stata rinviata, a data da definire, la Festa dello sport e la consegna delle Borse di Studio inizialmente programmata per oggi

Neve attesa in Alto Adige da stanotte. Il servizio meteo regionale prevede circa 5-15 cm di neve fresca. Nelle valli rimarrà freddo, i valori massimi saranno compresi fra -10 e zero gradi. In montagna, la nuvolosità aumenterà e i venti diventeranno forti ruotando verso sudovest. A duemila metri le temperature saliranno a valori di -7 gradi. Per domani, la forte corrente sudoccidentale porterà soprattutto in montagna a un marcato aumento delle temperature. Le nevicate cesseranno e arriveranno locali schiarite con valori termici in risalita. Verso sera previsto un nuovo aumento della nuvolosità. Il periodo di rigido gelo si interrompe e nelle valli diviene più mite. Le minime saranno comprese fra -8 e -1 gradi, nel pomeriggio valori compresi fra -2 e +4 gradi. In montagna, clima decisamente più mite. Il limite dello zero termico sale a quasi duemila metri, soprattutto in alta quota soffia un forte vento sud-occidentale spesso in forma di tormenta

In Germania, dopo l’ondata di freddo e neve con almeno sei morti, la situazione sta tornando lentamente alla normalità, anche se i disagi per chi si trova in viaggio restano notevoli. Le temperature sono in netto aumento. A Berlino, dopo i meno 15 dei giorni scorsi, si registrano questa mattina temperature poco sotto lo zero. Dopo dodici ore di chiusura è stato riaperto, ieri sera, l’aeropoporto di Duesseldorf, il terzo del Paese. Migliaia di passeggeri sono comunque rimasti a terra e hanno passato la notte in alberghi nella zona dell’aeroporto. Tuttora solo una delle due piste è in funzione. A Francoforte sono stati cancellati questa mattina oltre 40 voli. Il freddo ha causato problemi anche alle rete ferroviaria, soprattutto per scambi ghiacciati. La situazione resta critica sulle strade: solo nella regione Nord Reno Westfalia sono stati registrati mille incidenti stradali nelle ultime 24 ore

Ostacoli alla raccolta e consegna di latte e verdure dalle aziende agricole sono l’effetto della straordinaria caduta della neve e del ghiaccio sulle strade. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che in molte zone sono stati annullati a causa dei problemi di viabilità i mercati degli agricoltori organizzati dalla Coldiretti per portare i prodotti agricoli nelle città durante le festività

Traffico in calo stamani a Milano dove sono attesi fino a 20 centimetri di neve a cominciare dal tardo pomeriggio. L’appello lanciato ieri dal Comune ai pendolari perché non entrassero oggi in città con la propria auto sembra dunque aver fatto effetto. Il piano antineve messo a punto dal Comune e dalla Protezione civile durerà fino a mercoledì 23 dicembre e prevede fino alle 20 di stasera circa 800 vigili in servizio divisi in due turni, mentre l’amsa mette a disposizione 210 mezzi per le operazioni di salatura meccanica, altri 300 per la salatura manuale e circa mille spalatori. Sul fronte dei trasporti l’Atm ha previsto otto treni straordinari sulle tre linee della metropolitana, dieci squadre di addetti per garantire il funzionamento degli scambi delle linee tranviarie e venti mezzi che circoleranno di notte per tenere puliti i binari, mentre per quanto riguarda gli autobus, quelli più grandi sono già dotati di gomme antineve. Da oggi è possibile ritirare gratuitamente presso la centrale operativa di via Barzaghi pacchi di sale da spargere fuori dalle abitazioni. Per informazioni è attivo il numero unico della protezione civile 02.88465000/1/2 oppure è possibile consultare il sito comune.milano.it nell’area “info neve e ghiaccio” in costante aggiornamento

Autostrade per l’Italia ha reso noto che è stato risolto l’incidente avvenuto questa mattina sulla A14 Bologna-Taranto, nel tratto compreso tra Bologna Fiera e Bologna S.Lazzaro, in direzione di Ancona. L’incidente aveva visto il coinvolgimento di 4 mezzi pesanti e un furgone che si sono tamponati. Sul luogo dell’incidente il traffico scorre attualmente su due corsie e si registrano residui accodamenti per traffico intenso

In Friuli Venezia Giulia, a causa del maltempo, questa mattina sono stati soppressi 22 treni su 59. Lo hanno reso noto le Fs. La causa delle soppressioni e dei ritardi dei treni è dovuta al ghiaccio che blocca le porte automatiche. I treni, infatti, non possono partire se le porte non sono efficienti. Da sabato a oggi decine di addetti alle pulizie – è stato spiegato da Fs – hanno lavorato ai convogli senza però riuscire a risolvere il problema. La situazione dovrebbe ritornare alla normalità nel pomeriggio di oggi, salvo un peggioramento delle condizioni atmosferiche

Dal pomeriggio di oggi un’altra ondata di maltempo è annunciata sul Friuli Venezia Giulia con neve dalla costa alla montagna. La precipitazione durerà poco perché, soprattutto sulla costa e in pianura, le temperature si alzeranno e la neve si tramuterà in pioggia. Continuerà a nevicare in montagna. Pioggia e neve caratterizzeranno anche la giornata di domani. Sulla regione soffierà vento di scirocco

Il maltempo e il gelo che si stanno abbattendo sull’Italia non stanno creando problemi agli scali milanesi di Linate e Malpensa dove sono già pronte, per ogni evenienza, squadre anti-neve. La situazione nei due aeroporti, spiegano dalla Sea, “è assolutamente tranquilla e l’operatività è totale” senza alcuna cancellazione di voli. A Malpensa sono pronti a convergere sullo scalo 730 uomini con 275 veicoli speciali oltre a due automezzi che rilevano il coefficente di frenata della pista. A Linate, invece, sono 150 gli uomini che potrebbero intervenire con l’ausilio 100 mezzi

La morsa del gelo non molla in Veneto con minime di 11 gradi centigradi sotto la media stagionale in pianura. Sui rilievi freddo intenso con Cortina d’Ampezzo che registra un -16, la Piana di Marcesina che tocca i -25 e il Cansiglio -23. Nel pomeriggio è attesa nuova neve su tutta la regione con precipitazioni fino alla mattinata di domani, quando a Venezia è prevista una massima di marea di 110 centimetri sul medio mare. Disagi, con ritardi, sono segnalati per la circolazione ferroviaria. Regolari, per il momento, i voli agli aeroporti di Venezia e Verona. La polstrada non segnala problemi lungo la rete autostradale, ma nelle città e frazioni, a parte le strade più trafficate, restano in funzione i mezzi spargisale

Anche la Spagna è in grave difficoltà. Uno spesso manto di neve caduto nelle ultime ore ha bloccato tutte le strade della regione madrilena; sospeso inoltre per diverse ore anche il servizio di Alta Velocità (verso Barcellona, Siviglia e Malaga) e il metrò leggero. All’aeroporto madrileno di Barajas vari voli hanno subito ritardi perché per diverse ore è stata utilizzata solo una pista per gli arrivi e un’altra per le partenza, mentre gli operatori spalavano la neve dal resto delle piste. Le gelate sono particolarmente intense anche nel nord e nel centro della penisola: sono in allerta le provincie di Aragona, Castiglia e Leon, Navarra e tutte le province andaluse tranne Almeria. E le temperatuire sono gelide (con le temperature scese anche ai venti gradi sotto lo zero) in varie zone del Paese

Previste anche per oggi ulteriori cancellazioni di treni, dopo le 700 annunciate ieri da Ferrovie dello stato di concerto con la Protezione civile, a causa del perdurare dell’ondata di maltempo. La situazione più critica si registra in Friuli e Veneto; forti disagi anche in Emilia Romagna e Lombardia

Una lettrice racconta la sua disavventura ieri pomeriggio in viaggio verso Torino: “A Voghera (Pv) sono salita sul regionale 2066 delle 17.59 proveniente da Piacenza e diretto a Torino. A parte il dettaglio dei 30 minuti di ritardo, le condizioni del treno erano spaventose: il riscaldamento spento, o comunque del tutto insufficiente, ha fatto sì che ghiaccio e neve si accumulassero non solo sulle porte e sulle predelline sottostanti ma addirittura anche all’interno dei finestrini e sui sedili… un’ora e quaranta di viaggio senza riscaldamento con una temperatura esterna di circa -8 gradi”

Traffico ferroviario difficile in Friuli Venezia Giulia e pendolari fermi alle stazioni per un singolare fenomeno che ha interessato in particolare i convogli in partenza da Trieste: i portelloni per salire e scendere dai treni sono rimasti bloccati a causa del ghiaccio formato sulle guarnizioni per la bassa temperatura, per la neve e per il freddo vento di bora che ha impedito ai meccanismi di apertura di scattare. “Una cosa mai avvenuta – è stato riferito dalla direzione della stazione di Trieste – che ha impedito la circolazione in Friuli Venezia Giulia di 22 treni sui 59 circolanti ogni giorno. Una situazione che ha penalizzato soprattutti i pendolari”. In queste ore la situazione si sta normalizzando, ma grosse difficoltá si sono avute sulla Trieste-Udine, sulla Trieste-Venezia e sulla Udine-Venezia

L’ondata di freddo non risparmia la Polonia dove nel fine settimana, a causa delle temperature intorno ai venti gradi sotto lo zero e alle intense nevicate, sono morte 42 persone, la gran parte senzatetto e alcolizzati

Temperature polari in Germania: 10 centimetri di neve nel nord-Reno, 25 centimetri in Turingia, aeroporto di Duesseldorf chiuso (con 200 voli cancellati e 20.000 bloccati), aeroporto di Francoforte con 100 voli annullati; anche le ferrovie tedesche segnalano forti limitazioni al traffico, mentre la polizia avverte che lungo le strade ci sono cinquanta chilometri di ingorghi; da segnalare inoltre che in Germania otto persone (tra cui due clochard) hanno perso la vita a causa del freddo

In Francia è allerta maltempo in 18 dipartimenti, tra cui quello di Parigi, l’Ile de France, e in tutto il nord-ovest. E anche se i servizi metereologici prevedono un miglioramento, la pioggia continua a creare gravi problemi al traffico stradale, ferroviario e aerei. I treni dell’Eurostar, che collegano la Francia con la Gran Bretagna attraverso il tunnel della Manica, continuano ad essere sospesi a causa delle avarie individuate nei convogli e causate dalle forti nevicate del fine settimana. Ai disagi dei passeggeri, si aggiunge lo sciopero dei conduttori di treni in una delle linee che unisce la capitale francese con la periferia. All’aeroporto parigino Charles de Gaulle il 20 per cento dei voli è stato cancellato

Primi rallentamenti e primi ritardi – a causa dell’ondata di gelo e maltempo – per i treni in partenza e, soprattutto, in arrivo alla Stazione Centrale di Milano. Se la situazione sul fronte lombardo è sostanzialmente positiva – su 700 treni locali e regionali circolati nella prima parte della mattinata, spiegano le Ferrovie dello Stato, le cancellazioni riguardano un numero compreso tra i 30 e i 40 convogli – disagi si registrano, in particolare, per i mezzi provenienti dal Sud Italia. Ritardo di quasi cinque ore per l’Intercity da Bari, di quattro ore l’Intercity da Crotone e di quattro ore e mezza l’espresso da Lecce. Oltre due ore, invece, il ritardo accumulato da un regionale in arrivo da Sestri Levante. Quanto alle partenze, sinora si registra la cancellazione di un Eurostar diretto a Venezia

La neve è comparsa nuovamente in alcune zone della Toscana dove perdurano i disagi alla circolazione per il ghiaccio, specie nel pisano e in provincia di Lucca e in parte nel livornese. In particolare è stata chiusa la superstrada Firenze-Pisa-Livorno tra Pontedera est e Montopoli Valdarno, nel pisano, ma possibili trattati ghiacciati sono segnalati lungo tutto il percorso. Sempre nel pisano problemi alla circolazione anche lungo la statale 67 Tosco-Romagnola, strada alternativa alla Fi-Pi-Li. Contraccolpi ancora per la statale Aurelia nel pisano. Chiusa per ghiaccio anche la bretella autostradale Viareggio-Lucca. Neve o nevischio sono tornati a cadere nelle province di Firenze, Lucca, Prato e Pistoia. Ancora tanti gli interventi segnalati dai vigili del fuoco a Firenze dove sono segnalati ancora ritardi per i treni alla stazione di Santa Maria Novella

Dal primo pomeriggio di oggi si prevede un peggioramento delle condizioni meteo con precipitazioni nevose che interesseranno Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, alta Toscana e Abruzzo. Dalla serata, il fenomeno si intensificherà soprattutto in Lombardia. Al momento Autostrade per l’Italia segnala nevicate sulla A11 Firenze-mare tra Peretola e Montecatini e invita gli automobilisti a informarsi sulle condizioni meteo e della strada prima di partire e durante il viaggio. Inoltre, la Società autostrada tirrenica segnala la chiusura della A12 Livorno-Rosignano M. in entrambe le direzioni per due incidenti avvenuti il primo al km 178 in direzione di Grosseto e vede l’intraversamento di un mezzo pesante e l’altro al km 190 verso Livorno, dove si sono tamponati 4 veicoli

Ancora ritardi e cancellazioni di treni a causa del maltempo, nelle direttrici principali nord-sud da e verso Torino, Milano, Trieste, Udine, Venezia. “A seguito di formazioni di ghiaccio nel centro e nord Italia – fa sapere Trenitalia – per ragioni di sicurezza e regolarità, tutti i treni alta velocità ed Eurostar potranno subire ritardi in relazione a riduzioni di velocità”. Si potranno avere alcune selezionate soppressioni di treni e variazioni o limitazioni di percorso e di stazioni

Ancora gelo al Centro Nord, soprattutto a Milano, dove sono attesi 30 centimetri di neve. A Torino, durante la notte, il termometro è sceso fino a -13 gradi. Gran freddo anche a Bologna con -12, a Bolzano e Udine -10 gradi, a Venezia -9, a Milano -7 gradi. Temperature sotto zero su tutto il versante adriatico, gelate sulla pianura padano-veneta e nelle valli e zone pianeggianti di Toscana, Umbria e Marche. Traffico difficoltoso soprattutto attorno alle grandi città del nord. Più a sud, da stamani venti forti da nord-ovest soffieranno sulla Sardegna, in estensione alla Sicilia, con mareggiate lungo le coste

Diverse ore di ritardo sono state accumulate da alcuni voli in partenza dagli aeroporti italiani, primo fra tutti Linate, e diretti nel resto d’Europa. La causa dei ritardi è nella difficoltà da parte di alcune strutture aeroportuali dell’Europa continentale di gestire l’emergenza maltempo che sta investendo tutta l’Europa. Alcuni dei voli, ritardati dalle cattive condizioni meteo, sono diretti a Madrid, Bruxelles, Amsterdam, Parigi, Ginevra e Francoforte

Le temperature rigide anche in Sicilia, scese la notte scorsa di qualche grado sotto lo zero nei comuni di Nebrodi e Madonie, hanno causato la formazione di ghiaccio su molte arterie interne, ma non si segnalano strade bloccate e questa mattina la viabilità è regolare. La neve ha fatto la sua comparsa anche a quote quasi collinari in provincia di Enna dove anche le falde di monte Campanito sono leggermente imbiancate già intorno agli 800 metri. La polizia stradale e i carabinieri ricordano che vige l’obbligo di catene al seguito su tutte le strade montane

Ferrovie in tilt a Nordest a causa del maltempo. Anche oggi decine di treni sono stati soppressi sulla linea Venezia-Trieste, mentre altri viaggiano con ritardi tra una e due ore. Molte le proteste dei pendolari costretti a viaggiare in piedi e spesso in condizioni molto disagiate. Gravi ritardi anche sulla direttrice nord-sud: hanno infatti ritardi di ore i treni che viaggiano da Tarvisio (Udine) a Trieste

Un tamponamento tra cinque mezzi pesanti, avvenuto attorno alle 7 sulla A14 Bologna-Taranto, nel tratto compreso tra Bologna Fiera e Bologna S.Lazzaro, in direzione di Ancona, ha reso necessario chiudere il tratto tra l’allacciamento con la A13 e Bologna Fiera per circa un’ora. Poi si è aperta al traffico la terza corsia ma si sono formate code, in lento movimento, fino a oltre cinque chilometri. Sono rimasti feriti tre conducenti, uno in condizioni di media gravità ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna, due lievi, al Sant’Orsola-Malpighi. La circolazione su tutta la rete stradale e autostradale dell’Emilia-Romagna è stata condizionata dall’eccezionale ondata di freddo. In molte località, non solo in altura, si sono sfiorati i -25 gradi, ma mediamente sulla regione è calato un freddo oltre i 10 gradi nella notte

Eurostar ha cancellato tutti i collegamenti fra la Francia e la Gran Bretagna anche per oggi, a seguito dell’avaria di diversi treni per il maltempo. Eurostar aveva stimato a 24.000 ieri i passeggeri in attesa di attraversare la Manica. Circa 500 viaggiatori rimasti bloccati a Londra sono rientrati ieri sera in Francia su pullman noleggiati dalla compagnia e diretti a Parigi o Bruxelles. Il segretario di Stato francese ai trasporti, Dominique Bussereau, ha chiesto l’apertura di una inchiesta sulla sospensione dei servizi eurostar, giudicandola “non normale”

Si prevede oggi un’altra giornata molto difficile in Europa. A Bruxelles l’aeroporto ha riaperto dopo la chiusura di ieri per la neve come quello di Charleroi e di Liegi, e in Germania quello di Duesseldorf, il terzo del paese. Disagi anche in Gran Bretagna dove l’aeroporto di Manchester ha riaperto al traffico solo oggi. Decine di voli sono stati annullati all’aeroporto di Amsterdam-Schiphol, mentre altri hanno registrato ritardi fino a due ore. A Parigi, i voli riportavano pesanti ritardi a Charles-De-Gaulle. Il 20% dei collegamenti previsti nella mattinata è stato annullato preventivamente

La Protezione civile della Provincia di Firenze ha fatto sapere che si segnalano deboli nevicate fino in pianura e temperature sotto zero con gelate diffuse su tutto il territorio. Tutti i mezzi spargisale e spalaneve in dotazione stanno operando ma la protezione civile consiglia di mettersi in viaggio solo in caso di effettiva necessitá e comunque sempre con catene a bordo

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21 dicembre 2009

fonte:  http://www.repubblica.it/2009/12/dirette/sezioni/cronaca/maltempo1/lunedi21/index.html

Di Pietro: « Dialogare con il Cavaliere? Chi ci prova è come Pilato »

Di Pietro: il governo è Dracula, la prima riforma è cacciarlo

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Antonio Di Pietro (Ansa)
Antonio Di Pietro (Ansa)

ROMA – Onorevole Antonio Di Pie­tro, Silvio Berlusconi, parlando del­l’attentato subìto una settimana fa, e dell’attentatore, dice che «un cli­ma d’odio influenza le menti labili».

«Guardi: sul piano psichiatrico, Ber­lusconi ha certamente ragione. È pos­sibile che menti malate, o particolar­mente deboli, possano essere eccitate da una certa atmosfera che, purtrop­po, si respira nel Paese. Ma a me, a noi, il punto che interessa non è tanto quello psichiatrico, quanto quello poli­tico, giusto?… E allora io mi doman­do: chi ha fomentato questo brutto cli­ma? ».

Lei, e il suo partito, l’Italia dei Va­lori, secondo la maggior parte degli esponenti del Pdl siete tra i maggio­ri indiziati.

«Ah sì?».

Sì.

«E no, proprio no… Io erano setti­mane che ovunque mi fosse possibile, sui giornali e alla televisione e persino sotto il palco di piazza San Giovanni, in quella magnifica manifestazione che fu il No B-day, ricordavo come il governo ignorasse pericolosamente tutto l’enorme disagio sociale montan­te. E non solo: arrivai ad essere persi­no esplicito. Dissi: attenti che qui, pri­ma o poi, a qualcuno saltano i ner­vi… ».

( Antonio Di Pietro risponde al tele­fono cellulare da Montenero di Bisac­cia, il suo paese di origine, in Molise. Sono le sei del pomeriggio, è appena rientrato in casa. «Trovata gelida. E sa perché? Perché non c’era acqua nel­la caldaia…». Nonostante il piccolo imprevisto domestico, però, è di buon umore. Ha appena riposto la spesa nel frigorifero. «Mica posso campare d’aria…» ).

Insomma, onorevole: la notizia è che lei davvero non si sente respon­sabile nemmeno un po’ di questo cli­ma politico così aspro che…

«Mi ascolti bene: non soltanto non mi sento assolutamente responsabile. Ma addirittura accuso e denuncio».

Chi accusa?

«Questo governo. Un governo che alimenta tensioni ignorando gli inte­ressi dei cittadini, la disoccupazione crescente, dimenticandosi di chi sof­fre e minando invece di continuo la Costituzione, perseguendo interessi privati di stampo… scriva bene: di stampo piduista. Un governo che pur di raggiungere i propri scopi fa un ignobile ricorso sistematico al voto di fiducia, che utilizza il Parlamento per assicurarsi ogni genere di impunità e che…».

Capito. E la denuncia?

«Denuncio il finto buonismo di una opposizione che, di fronte alle ne­fandezze che ho appena elencato, ha un atteggiamento pilatesco».

D’Alema sostiene che ciò «che vie­ne chiamato inciucio a volte invece è un compromesso che può essere uti­le al Paese».

«Le dico: io D’Alema lo rispetto, ma non lo condivido».

Sia più preciso.

«Cosa chiede D’Alema? Riforme. Chiede cioè quanto chiedono sessan­ta milioni di italiani, compreso, è chia­ro, il sottoscritto. Il problema è che per fare una riforma occorre essere in due: e purtroppo, in Italia, Berlusconi, da quando fa politica, ogni volta che si è seduto a un tavolo per discutere non è mai stato d’accordo su niente».

Quindi quella di D’Alema è uto­pia? O ingenuità?

«D’Alema è stato intempestivo. Ciò che propone è tecnicamente, material­mente, eticamente impossibile».

Il ministro Giulio Tremonti però apre. Nell’intervista rilasciata al Cor­riere dice che è il momento di varare riforme condivise.

«Se qualcuno chiedesse a Dracula di gestire la banca del sangue, Dracula si tirerebbe indietro?».

Tremonti è Dracula?

«No, Dracula è quel clan, quel grup­po di persone che gestiscono la politi­ca italiana, che condizionano le ban­che, che lavorano solo per ottenere be­nefici personali, o per le proprie azien­de… Perciò io credo che la prima rifor­ma da fare sia anche l’unica, per ora, possibile».

Sarebbe?

«Mandare a casa Berlusconi».

Senta, nel dettaglio: sul cosiddet­to «legittimo impedimento», alter­nativa al ddl per il «processo breve», qual è la sua posizione?

«Penso che sia inaccettabile sceglie­re la strada del male minore».

Una strada che a molti osservato­ri, anche nell’opposizione, sembra tuttavia essere politica­menteragionevole.

«Ragionevole stabilire che la legge è uguale per tutti tranne che per Silvio Berlusconi?».

Cosa pensa di D’Ale­ma candidato alla guida del Copasir, il Comitato parlamentare di control­lo sui servizi?

«Ah! È candidato?».

Sembra di sì.

«Mah… Non ho precon­cetti. D’Alema ha sempre servito bene il Paese: è sta­to premier, ministro e, dunque, ha le carte in re­gola… Solo, ecco, con ama­rezza mi chiedo perché certe cariche così impor­tanti debbano essere deci­se nei sottoscala e non in Parlamento…».

Regionali, alleanze. Aggiornamento sui rap­porticon l’Udc?

«Io non ho preclusioni sull’Udc, ma su talune candidature non eticamente compatibili. È un mes­saggio importante dire ai lettori: guar­date, noi candidiamo solo gente per­bene. Io stesso, nel mio partito, sono molto vigile».

Vigila anche su altro all’interno dell’Idv?

«Non ho capito la domanda…».

Vigila sui dissidenti?

«Il prossimo anno avremo un bel congresso. Certo non so se il partito, così giovane, possa già fare a meno di me…».

Un’ultima domanda: ha visto su YouTube quel video che mette in dubbio l’autenticità dell’attentato contro Berlusconi?

«Sì, l’ho visto… Quel video è una so­lenne fesseria».

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Fabrizio Roncone
21 dicembre 2009

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fonte:  http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_21/di-pietro-roncone_a4e78e76-edff-11de-9127-00144f02aabc.shtml

PETIZIONE – Uganda’s Anti-Gay Bill Threatens Human Rights

https://i0.wp.com/www.gbmnews.com/News_Photos/August%202007/Uganda_Gay_Rights.jpg

https://i0.wp.com/dingo.care2.com/pictures/petition_images/petition/347/862034-1261097284-main.jpg

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Target: Yowen Kaguta Museveni, President of Uganda
Sponsored by: Care2.com

There is a dangerous proposal that threatens the human rights of LGBT people in Uganda.

If passed, Uganda’s Anti-Homosexuality Bill would start a witch-hunt for homosexuals in the country. Its punishments include:

* A 7 year jail sentence for consenting adults who have LGBT sex
* A life sentence for people in same-sex marriages
* Extradition and prosecution of LGBT Ugandans living abroad
* The death penalty for adults who have LGBT sex with minors or who communicate HIV via LGBT sex, regardless of condom usage
* Jail for anyone who doesn’t report suspected LGBT activity within 24 hours

The bill also endangers HIV/AIDS programs, and may be exploited by those wanting to abolish these programs.

This proposed legislation is anti-ethical, anti-equality and anti-human rights. Tell Uganda’s President Museveni that this bill is unacceptable, and that people should not be criminalized for sexual orientation or gender identity.

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Sign Petition

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https://i0.wp.com/2.bp.blogspot.com/_YGeU2nHmk9U/Svynaj-5K5I/AAAAAAAADfU/M53RPqEBNQY/s320/gay+uganda+action,+london,+nov+7,+pic+1.jpg
http://gayswithoutborders.files.wordpress.com/2007/09/ugandaantigay.jpg
http://gayswithoutborders.files.wordpress.com/2009/03/christiansantigayafrica.jpg

Forze armate e privatizzate

di Gianluca Di Feo, 15 dicembre 2009

Tutta la gestione della Difesa passa in mano a una società per azioni. Che spenderà oltre 3 miliardi l’anno agli ordini di La Russa. Così un ministero smette di essere pubblico

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Le forze armate italiane smettono di essere gestite dallo Stato e diventano una società per azioni. Uno scherzo? Un golpe? No: è una legge, che diventerà esecutiva nel giro di poche settimane. La rivoluzione è nascosta tra i cavilli della Finanziaria, che marcia veloce a colpi di fiducia soffocando qualunque dibattito parlamentare. Così, in un assordante silenzio, tutte le spese della Difesa diventeranno un affare privato, nelle mani di un consiglio d’amministrazione e di dirigenti scelti soltanto dal ministro in carica, senza controllo del Parlamento, senza trasparenza. La privatizzazione di un intero ministero passa inosservata mentre introduce un principio senza precedenti. Che pochi parlamentari dell’opposizione leggono chiaramente come la prova generale di un disegno molto più ampio: lo smantellamento dello Stato. “Ora si comincia dalla Difesa, poi si potranno applicare le stesse regole alla Sanità, all’Istruzione, alla Giustizia: non saranno più amministrazione pubblica, ma società d’affari”, chiosa il senatore pd Gianpiero Scanu.

Stiamo parlando di Difesa Servizi Spa,
una creatura fortissimamente voluta da Ignazio La Russa e dal sottosegretario Guido Crosetto: una società per azioni, con le quote interamente in mano al ministero e otto consiglieri d’amministrazione scelti dal ministro, che avrà anche l’ultima parola sulla nomina dei dirigenti. Questa holding potrà spendere ogni anno tra i 3 e i 5 miliardi di euro senza rispondere al Parlamento o ad organismi neutrali. In più si metterà nel portafogli un patrimonio di immobili ‘da valorizzare’ pari a 4 miliardi. Sono cifre imponenti, un fatturato da multinazionale che passa di colpo dalle regole della pubblica amministrazione a quelle del mondo privato. Ma questa Spa avrà altre prerogative abbastanza singolari. Ed elettrizzanti. Potrà costruire centrali energetiche d’ogni tipo sfuggendo alle autorizzazioni degli enti locali: dal nucleare ai termovalorizzatori, nelle basi e nelle caserme privatizzate sarà possibile piazzare di tutto. Bruciare spazzatura o installare reattori atomici? Signorsì! Segreto militare e interesse economico si sposeranno, cancellando ogni parere delle comunità e ogni ruolo degli enti locali. Comuni, province e regioni resteranno fuori dai reticolati con la scritta ‘zona militare’, utilizzati in futuro per difendere ricchi business. Infine, la Spa si occuperà di ‘sponsorizzazioni’. Altro termine vago. Si useranno caccia, incrociatori e carri armati per fare pubblicità? Qualunque ditta è pronta a investire per comparire sulle ali delle Frecce Tricolori, che finora hanno solo propagandato l’immagine della Nazione. Ma ci saranno consigli per gli acquisti sulle fiancate della nuova portaerei Cavour o sugli stendardi dei reparti che sfilano il 2 giugno in diretta tv?

Lo scippo. Quali saranno i reali poteri della Spa non è chiaro: le regole verranno stabilite da un decreto di La Russa. Perché dopo oltre un anno di dibattiti, il parto è avvenuto con un raid notturno che ha inserito cinque articoletti nella Finanziaria. “In diciotto mesi la maggioranza non ha mai voluto confrontarsi. Noi abbiamo tentato il dialogo fino all’ultimo, loro hanno fatto un blitz per imporre la riforma”, spiega Rosa Villecco Calipari, capogruppo Pd in commissione Difesa: “I tagli alla Difesa sono un dato oggettivo, dovevano essere la premessa per cercare punti di convergenza. La tutela dello Stato non può avere differenze politiche, invece la destra ha tenuto una posizione di scontro fino a questo scippo inserito nella Finanziaria”.

Non si capisce nemmeno quanti soldi verranno manovrati
dalla holding. Difesa Servizi gestirà tutte le forniture tranne gli armamenti, che rimarranno nelle competenze degli Stati maggiori. Ma cosa si intende per armamenti? Di sicuro cannoni, missili, caccia e incrociatori. E gli elicotteri? E i camion? E i radar e i sistemi elettronici? Quest’ultima voce ormai rappresenta la fetta più consistente dei bilanci, perché anche il singolo paracadutista si porta addosso una serie di congegni costosissimi. La definizione di questo confine permetterà anche di capire se questa privatizzazione può configurare un futuro ancora più inquietante: una sorta di duopolio bellico. Finmeccanica, holding a controllo statale che ingaggia legioni di ex generali, oggi vende circa il 60 per cento dei sistemi delle forze armate. E a comprarli sarà un’altra spa: due entità alimentate con soldi pubblici che fanno affari privati. Con burattinai politici che ne scelgono gli amministratori. All’orizzonte sembra incarnarsi un mostro a due teste che resuscita gli slogan degli anni Settanta. Ricordate? ‘L’imperialismo del complesso industriale-militare’. Un fantasma che improvvisamente si materializza nell’opera del governo Berlusconi.

Gli immobili. Questa Finanziaria in realtà realizza un altro dei sogni rivoluzionari: l’assalto alle caserme. È una corsa agli immobili della Difesa per fare cassa, sotto la protezione di una cortina fumogena. La vera battaglia è quella per espugnare un patrimonio sterminato: edifici che valgono oro nel centro di Roma, Milano, Bologna, Firenze, Torino, Venezia. Un’altra catena di fortezze, poligoni, torri e isole in località di grande fascino che va dalle Alpi alla Sicilia. Da dieci anni si cerca di trovare acquirenti, con scarsi risultati: dei 345 beni ex militari messi all’asta dal governo Prodi, il Demanio è riuscito a piazzarne solo otto. Adesso, dopo un lungo braccio di ferro tra La Russa e Tremonti, si sta per scatenare l’attacco finale. Con una sola certezza: i militari verranno sconfitti, mentre sono molti a pensare che a vincere sarà solo la speculazione. All’inizio Difesa Servizi doveva occuparsi anche della vendita degli edifici: la nascente spa a giugno si è presentata alla Borsa immobiliare di Cannes con tanto di brochure per magnificare il suo catalogo. Qualche perla? L’isola di Palmaria, di fronte a Portovenere, gioiello del Golfo dei Poeti affacciato sulle scogliere delle Cinque Terre. L’arsenale di Venezia, con ampi volumi e architetture suggestive, e un castello circondato dalla Laguna. La roccaforte nell’angolo più bello di Siracusa, pronta a diventare albergo e yacht club. La Macao, un complesso gigantesco con tanto di eliporto nel cuore di Roma, palazzi a Prati e ai piedi dei Parioli. Aree senza prezzo in via Monti incastonate nel centro di Milano. Ma il dicastero di Tremonti ha puntato i piedi: proprietà e vendita restano al Tesoro, che le affiderà a società esterne. Con un doppio benefit, secondo le valutazioni del Pd, per renderle ancora più appetibili. Chi compra, potrà aumentare la cubatura di un terzo. E avrà bisogno solo del permesso del Comune: Provincia e Regione vengono tagliate fuori, aprendo la strada a progetti lampo. Questo banchetto prevede che metà dell’incasso vada allo Stato; ai municipi andrà dal 20 al 30 per cento; il resto ai militari. Difesa Servizi però intanto può ‘valorizzare’ i beni. Come? Non viene precisato. In attesa della cessione, potrà forse affittarli o darli in concessione come alberghi, uffici o parcheggi.

Intanto però gli appetiti si stanno scatenando.
E fette della torta finiscono in pasto alle amministrazioni amiche. Con giochi di finanza creativa. A Gianni Alemanno per Roma Capitale sono state concesse caserme per oltre mezzo miliardo di euro. O meglio, il loro valore cash: il Tesoro anticiperà i quattrini, da recuperare con la vendita degli scrigni di viale Angelico, Castro Pretorio, via Guido Reni e di un paio di fortezze ottocentesche ormai inglobate dalla metropoli. Qualcosa di simile potrebbe essere regalato a Letizia Moratti, per lenire il vuoto nelle casse dell’Expo: un bel pacco dono di camerate e magazzini con vista sul Duomo. “Così le logiche diventano altre: non c’è più tutela del bene pubblico ma l’esternalizzare fondi e beni pubblici attraverso norme privatistiche”, dichiara Rosa Calipari Villecco, sottolineando l’assenza di magistrati della Corte dei conti o altre figure di garanzia nella nuova spa. Un anno fa i militari avevano manifestato insofferenza per questa disfatta edizilia. Il capo di Stato maggiore Vincenzo Camporini aveva fatto presente che era stato ceduto un tesoro da un miliardo e mezzo di euro senza “adeguato contraccambio”. Oggi, come spiega l’onorevole Calipari, “non si sa nemmeno tra quanti anni le forze armate riceveranno i profitti delle vendite”. Eppure i generali tacciono. Una volta ai soldati veniva insegnato ‘Credere, obbedire, combattere’; adesso il motto della Difesa privatizzata è ‘economicità, efficienza, produttività’. La regola dell’obbedienza è rimasta però salda. E con i tagli al bilancio imposti da Tremonti – in un trennio oltre 2,5 miliardi in meno – anche gli spiccioli della nuova holding diventano vitali per tirare avanti e garantire l’efficienza di missioni ad alto rischio, Afghanistan in testa.

Business con logo. Di sicuro, Difesa Servizi Spa sfrutterà le royalties sui marchi delle forze armate. Un business ghiotto. Il brand di maggiore successo è quello dell’Aeronautica. Felpe, t-shirt, giubbotti e persino caschi con il simbolo delle Frecce Tricolori spopolano con un mercato che non conosce distinzioni d’età e di orientamento politico. Anche l’Esercito si è mosso sulla scia: sono stati aperti persino negozi monomarca, con zaini e tute che sfoggiano i simboli dei corpi d’élite. Finora gli Stati maggiori barattavano l’uso degli stemmi con compensazioni in servizi: restauri di caserme, costruzione di palestre. D’ora in poi, invece, i loghi saranno venduti a vantaggio della Spa. Questo è l’unico punto chiaro della legge, che introduce sanzioni per le mimetiche senza licenza commerciale: anche 5 mila euro di multa. “La questione delle sponsorizzazioni è una foglia di fico per coprire altre vergogne. Tanto più che alla difesa vanno solo briciole”, taglia corto il senatore Scanu. E trasformare il prestigio delle bandiere in denaro, però, non richiedeva la privatizzazione. La Marina ha appena pubblicato sui giornali un bando per mettere all’asta lo sfruttamento della sua insegna: si parte da 150 mila euro l’anno. Con molta trasparenza e senza foraggiare il cda scelto dal ministro di turno.

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